“Esdra aveva preparato il suo cuore” (Esd. 7:10)

“Esdra aveva preparato il suo cuore” (Esd. 7:10)

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Mark Noumair

Perché possiamo dire che Esdra è uno straordinario esempio di fede e fiducia in Dio? E, cosa più importante, come può ognuno di noi imitare l’assoluta fiducia che Esdra aveva in Geova e nella sua Parola? Scopriamolo insieme. Apriamo la Bibbia nel libro di Esdra, esamineremo insieme il capitolo 7. Soffermiamoci sui versetti 6 e 7. A proposito di Esdra, il versetto 6 dice che “venne da Babilonia”. Esdra viveva lì. All’epoca, Babilonia faceva parte dell’impero medo-persiano. Esdra era “esperto nella Legge” e “un abile copista”. Ma il versetto 7 dice che ‘salì a Gerusalemme nel settimo anno del re Artaserse’. Il settimo anno del re Artaserse corrisponde al 468 a.E.V. Quindi, per contestualizzare, abbiamo il 607 quando Gerusalemme fu distrutta, il 537 quando gli ebrei tornarono in patria dall’esilio, e il 515 quando, incoraggiati da Aggeo e Zaccaria, gli ebrei ricostruirono il tempio di Geova. Probabilmente in quegli anni Esdra non era nemmeno nato. Lo incontriamo per la prima volta nel 468 a.E.V. A questo punto ci chiediamo: “Cosa avrà spinto Esdra a voler andare a Gerusalemme?” Pare che avesse circa 30 anni quando si trasferì in questa città, e voleva promuovere la pura adorazione. Infatti, come dice il versetto 10, voleva ‘insegnare in Israele le norme e le decisioni giudiziarie’. Ma cosa lo spinse a fare questo? È da notare che Esdra avrà vissuto al tempo di Ester e Mardocheo. E fu proprio quello il periodo in cui Aman cercò di sterminare gli ebrei. Questo successe nel 484, ed Esdra a quel tempo era un adolescente. Quindi avrà visto con i propri occhi come Geova aveva protetto e rafforzato il suo popolo e come se ne era preso cura. Questo avvenimento, questo momento di crisi per il popolo di Dio, sarà rimasto impresso nella mente e nel cuore di questo ragazzo, che si sarà detto: “Quando diventerò grande, voglio andare a Gerusalemme e voglio aiutare il popolo ad adorare di nuovo Geova”. Ed è proprio quello che decise di fare. Per Esdra, però, andare a vivere a Gerusalemme non era una cosa semplice, quindi fece quello che leggiamo nel versetto 10: “Esdra aveva preparato il suo cuore per consultare la Legge di Geova”. E per preparare il suo cuore cosa doveva fare? Come preparò il suo cuore? Si sarà fatto delle domande. “Perché voglio andare a Gerusalemme? Lo faccio solo per mettermi in mostra o per dare onore a Geova? Cosa provo all’idea di partire e lasciare la mia famiglia, i miei amici e tutte le comodità che ho qui in Babilonia? Sono disposto a lasciare tutto, ad andare in un paese lontano e a vivere in circostanze che saranno sicuramente difficili?” Esdra preparò il suo cuore facendosi domande del genere. Ma per lui la volontà di Geova doveva avere il primo posto. Infatti notiamo qui il versetto 10. Dice che Esdra voleva “consultare la Legge di Geova”. È questo che ci piace di lui. Consultava la legge di Geova, amava farlo, era la sua priorità. Non consultò testi di aritmetica, astronomia, storia, cronologia o geografia dei babilonesi. No. Consultò invece la Legge di Geova. Esdra aveva profondo rispetto per la Legge di Geova. Fu proprio lui a scrivere 1 e 2 Cronache. Infatti era un attento studioso della Parola di Dio, e conosceva Salmo 119:18. Ce lo immaginiamo mentre prima di studiare dice: “Apri i miei occhi, affinché io veda chiaramente le meraviglie della tua legge”. Che uomo! E pensiamo per un attimo a come meditava attentamente sulle informazioni che aveva raccolto, informazioni riguardo ai re di Giuda e al sacerdozio. Voleva individuare la linea di discendenza che portava al Messia. Ma non si limitò a raccogliere dati. Fece in modo che quello che aveva imparato lo motivasse. Perché lo diciamo? Notate cosa dice il versetto 10, lui consultava la Legge di Geova “per metterla in pratica”. È chiaro che Esdra era pronto ad agire sulla base di quello che aveva studiato. Quello che imparava lo emozionava e gli faceva provare il desiderio di avvicinarsi di più a Geova. Studiava con questo obiettivo. Poi fece qualcosa per i suoi fratelli. Andò a Gerusalemme, passò all’azione, e questo nonostante i problemi e gli ostacoli che avrebbe incontrato. Ma andiamo ora al capitolo 8 e vediamo insieme il versetto 22, che conferma che Esdra era motivato da quello che leggeva, non era solo a caccia di informazioni. In Esdra 8:22 vediamo che, mentre si preparava per lasciare Babilonia e andare a Gerusalemme, Esdra disse: “Mi vergognavo di chiedere al re soldati e cavalieri che ci proteggessero dai nemici lungo la strada, perché gli avevamo detto: ‘La buona mano del nostro Dio è su tutti quelli che lo cercano, [...] la sua forza [è] contro tutti quelli che [sono contro di lui]’”. Perché Esdra disse: “Mi vergognavo”? Per capirlo, facciamo un passo indietro. Lavorava alla stesura di 1 e 2 Cronache, dove troviamo la linea di discendenza dei re di Giuda che portava al Messia. Immaginiamolo mentre studia e riflette su vari personaggi, Davide, Ezechia, i 185.000 assiri uccisi in una notte. E che dire di Giosia, di Asa e del milione di etiopi? Oppure di Giosafat, di come gli eserciti di Moab, Edom, Ammon e altri lo avevano attaccato e di come Geova aveva difeso il popolo? Ecco a cosa pensava Esdra. Quello che aveva studiato lo spinse a dire: “Mi vergogno, caro re. Non mi serve una scorta, no, ci sarà Geova con noi”. Questo ci insegna come dobbiamo considerare lo studio. Fa parte della nostra adorazione. Studiamo per avvicinarci a Geova, non semplicemente per raccogliere informazioni. Il nostro obiettivo è quello di rendere più forte l’amicizia che abbiamo con lui. Pensiamo ad esempio a quando studiamo un articolo della Torre di Guardia. È solo per sottolineare le risposte? È solo per fare un commento? Non è per questo che studiamo la Torre di Guardia. Fa parte della pura adorazione, è cibo provveduto dallo “schiavo fedele e saggio”. Leggiamo la Torre di Guardia, consultiamo i versetti per avvicinarci a Geova. Poi, certo, troviamo anche le risposte, ma il nostro obiettivo principale è rafforzare la nostra amicizia con lui. Come ci fa sentire quello che studiamo? Prepariamo il nostro cuore. Perché studiamo l’articolo? Ogni volta che apriamo la Bibbia imitiamo l’atteggiamento di Samuele. A lui fu detto di dire: “Parla, Geova, il tuo servitore ascolta”. A Esdra furono dati perspicacia e discernimento, e questo, grazie al suo profondo studio della Parola di Dio, andò a vantaggio della nazione. Dal capitolo 9 versetto 2, capiamo che quando arrivò a Gerusalemme si rese conto che quelli della discendenza santa si erano mescolati alle nazioni pagane. Infatti gli uomini sposavano donne pagane. Esdra ne intuì le conseguenze. “Mescolate la discendenza santa con donne pagane? Volete far diventare tutta la nostra nazione una nazione pagana? Volete contaminare la pura adorazione? Così si rischia di farla scomparire. Non riuscirete a identificare la discendenza del Messia. Discende da Davide? Non lo sappiamo. Dalla tribù di Giuda? Non lo sappiamo”. Esdra capì tutto questo e fu pronto a intervenire grazie alla perspicacia che Geova gli aveva dato. Adesso andiamo al capitolo 10 versetto 1. Anche qui possiamo vedere le belle qualità di Esdra. Mandò via le mogli straniere, fece un’umile confessione davanti a Geova, pregò ed ecco quello che successe. Leggiamo Esdra 10:1: “Una grande folla di uomini, donne e bambini [di Gerusalemme] si radunò intorno a lui, e [...] piangeva a dirotto”. Questo ci permette di capire chi era Esdra. Non era un tiranno. Le persone non erano né spaventate né intimidite da lui. Era un pastore premuroso a cui il popolo voleva bene. 

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