Energodar, centrale nucleare sulla linea del fronte

Energodar, centrale nucleare sulla linea del fronte

Vittorio Nicola Rangeloni - https://t.me/vn_rangeloni

Energodar è la piccola cittadina dell’Ucraina meridionale che ospita la centrale nucleare più grande d’Europa.

Centrale nucleare di Zaporozhye (foto: V.N.Rangeloni)


Nonostante sia nota come Centrale nucleare di Zaporozhye, il capoluogo della regione da cui prende il nome si trova a circa 50 chilometri da essa. Attualmente Energodar e Zaporozhye sono divise non solo dal fiume Dniepr, ma anche dalla linea del fronte: il capoluogo è sotto il controllo di Kiev, mentre Energodar – e quindi la centrale – è saldamente in mano all’esercito russo dal 3 marzo, quando in meno di un’ora i corpi speciali di Mosca si sono sostituiti ai militari ucraini presenti a presidio della struttura.

Questo impianto ricopriva un quinto del fabbisogno energetico del Paese. Oggi sono attivi tre reattori su sei; la maggior parte del personale della centrale (nove mila persone su undici) è per gran parte rimasto a Energodar, continuando a svolgere le proprie mansioni nonostante il cambio di bandiera.

Alexandr Volga, capo dell’amministrazione locale, spiega che le prime provocazioni da parte dell’esercito di Kiev sono iniziate a fine giugno: “Nel cielo sopra la centrale dapprima sono apparsi i droni da ricognizione e in seguito quelli kamikaze, poi si è aggiunta anche l’artiglieria con i razzi”. Dai casi isolati si è passati ad attacchi sistematici. Nel corso delle ultime settimane il territorio della centrale nucleare e le aree adiacenti, compresi i centri abitati, vengono colpiti quotidianamente da colpi di artiglieria e razzi, uno dei quali è ancora conficcato nel terreno non distante dal sito di stoccaggio del combustibile nucleare, dietro ai reattori. 

Razzo "Uragan" nel territorio della Centrale


Di fronte ai cancelli dell’ingresso all’impianto un edificio riporta evidenti danneggiamenti provocati dall’impatto di uno di questi colpi di artiglieria sulla facciata. La parete colpita guarda proprio verso i reattori, indicando la traiettoria del tiro: “dietro ai reattori c’è il fiume. Dall’altra parte del fiume ci sono i territori controllati dall’Ucraina”.

Per Kiev questa centrale è di vitale importanza, perché Mosca “staccare la spina” e deviare il flusso di energia verso i propri territori.

Secondo Kiev i bombardamenti sulla centrale, e quindi anche contro il personale militare russo presente all’interno, sarebbero condotti dagli stessi militari di Mosca. Una strategia che – secondo Mikhail Podolyak, il consigliere di Zelensky – servirebbe per “colpire e disconnettere l’Ucraina dalla centrale nucleare e incolpare l'esercito ucraino di tutto questo”. Come se il bombardamento dell’infrastruttura fosse l’unica via per staccare la corrente a Kiev.

Inoltre per la non ha alcun senso per la Russia portare proprio ora instabilità su quel fronte (stabile per diversi mesi) accendendo i riflettori dell’opinione pubblica mentre si appresta ad effettuare la transizione della centrale verso gli standard dell’agenzia nazionale Rosatom, rischiando di creare un disastro peggiore di quello di Chernobyl.

D’altra parte a Kiev anche coloro che credevano ad una rapida controffensiva del proprio esercito e nel ripristino del controllo sui territori persi – incluso il sito di Energodar – comprendono che oggi non ci sono abbastanza forze. Ottenere ciò con le armi non è possibile, per cui occorre trovare altre strategie, tra cui quella delle provocazioni, come già accaduto ripetutamente nei mesi scorsi. A chi giova il caos? Proprio in seguito a questa recente escalation ed all’aumento di queste nuove tensioni, 42 paesi hanno chiesto alla Russia di abbandonare la centrale e consegnarla all’Ucraina.

I bombardamenti su Energodar sono proseguiti anche nei giorni dopo la mia visita. La situazione è estremamente preoccupante e meriterebbe una seria valutazione, a prescindere dalle posizioni sostenute. Eppure anche in questo caso abbonda la propaganda, il tifo, le speculazioni e l’ipocrisia. Il fronte di Energodar non è una semplice questione tra due fazioni in conflitto, bensì una questione di interesse mondiale. È una “battaglia” in cui si può solo perdere, tutti.


Video su Youtube: https://youtu.be/KXFx5zEiJ0Y

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