Due sorelle raccontano della persecuzione in Russia

Due sorelle raccontano della persecuzione in Russia

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Alle 6 del mattino io e mio marito siamo stati svegliati da dei forti colpi alla porta. Appena mio marito ha aperto, hanno fatto irruzione e hanno gridato: “Tutti a terra!” Hanno portato mio marito in cucina e in modo aggressivo gli hanno ordinato di fare non so cosa. Poi ho sentito dei rumori e ho capito che lo stavano picchiando. 

Io e mio marito Feliks avevamo fatto la spesa e stavamo tornando alla macchina, quando una jeep con i vetri oscurati ci ha bloccato il passaggio. Degli uomini armati sono saltati giù e ci hanno ordinato di buttarci a terra e di non muoverci. Ci hanno sbattuto contro la macchina. Feliks è stato trattenuto per un anno in un centro di custodia cautelare. 

Dal primo colpo alla porta, ho pregato Geova di darmi saggezza, calma e spirito santo per avere la forza di reagire nel modo giusto. Ho continuato a pregare per tutto il giorno. Geova ha risposto a ognuna di quelle preghiere e ho sentito che mi stava vicino, che era al mio fianco. 

Prima di ogni udienza avevo tanta paura, ero molto agitata e non riuscivo a calmarmi. In quei momenti è stata la preghiera a darmi serenità. 

Quando ci hanno preso per interrogarci sono andata nel panico. Ho capito che dovevo concentrarmi su qualcosa di positivo. Così ho pensato che mi avrebbe fatto bene cantare uno dei nostri cantici, e il cantico che mi è venuto in mente è stato “Dio ti renderà forte”. Quelle parole su come Geova ha dato suo Figlio per dimostrarci che ci ama e che non ci abbandonerà mai mi hanno rafforzato davvero. 

Sapere che i fratelli e le sorelle pregano, che continuano a pregare per me, mi aiuta molto. Mi fa sentire parte di una grande famiglia. 

Dopo l’interrogatorio mio marito è stato rimandato a casa. Io e lui non abbiamo mai abbandonato le nostre abitudini spirituali. Continuiamo a tenere l’adorazione in famiglia e siamo sempre impegnati nel ministero. I fratelli e le sorelle non hanno mai smesso di sostenerci. Ci scrivono per trasmetterci il loro affetto, per lodarci, e ci incoraggiano con le parole di alcuni versetti biblici. 

Nel mese di settembre 2019 Feliks è stato dichiarato colpevole e condannato a 3 anni di detenzione in una colonia penale. Quando lui e altri fratelli sono arrivati lì, sono stati picchiati da alcune guardie carcerarie. Feliks mi ha raccontato che mentre veniva picchiato ha iniziato a pregare e che in quel momento si è accorto che aveva smesso di provare dolore. Nonostante sia in prigione, Feliks continua a condurre l’adorazione in famiglia con delle lettere. Sceglie alcuni argomenti e anche delle domande specifiche. Io poi faccio delle ricerche nelle nostre pubblicazioni e gli scrivo quello che ho trovato. 

Isaia capitolo 30 mi rafforza molto, lì dove dice: “La vostra forza starà nel mantenere la calma e avere fiducia”. Anche se tendo a preoccuparmi e a essere ansiosa, capisco che per mantenere la calma devo confidare completamente in Geova. 

Sento di essere più forte di prima, perché grazie a Geova è come se in un certo senso avessi uno scudo che davanti alle difficoltà mi protegge dalla paura. Questo mi rassicura, e anche la fede in Geova mi aiuta. Geova mi è stato vicino e continuerà a esserlo. Ci renderà più forti, e grazie a lui supereremo queste prove.

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