“Dov’è Geova?”

“Dov’è Geova?”

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Mark Sanderson

“Geova è con te, potente guerriero”. Con queste parole l’angelo di Geova salutò il fedele giudice Gedeone, ma le parole con cui lui rispose potrebbero sorprenderci. Prendete la vostra Bibbia, leggiamo insieme Giudici 6:13. Giudici 6:13: “Gedeone a sua volta disse: ‘Perdonami, mio signore, ma se Geova è con noi, perché ci è successo tutto questo? Dove sono tutte le sue straordinarie gesta che i nostri padri ci hanno narrato, dicendo: “Geova non ci fece forse uscire dall’Egitto?” Ora Geova ci ha abbandonato e ci ha dato in mano a Madian’”. Ma voi rispondereste così a un angelo di Geova che è venuto per parlare con voi? Beh, probabilmente no, in circostanze normali, vero? Ma cosa avresti risposto nel 2020? Non ci saremmo mai immaginati di vivere un anno del genere. Abbiamo affrontato una pandemia, una pandemia che ha portato via le persone a cui volevamo bene, una pandemia che ci ha obbligato all’isolamento, che ci ha obbligato a stare lontani dagli amici e dalla famiglia. E così adesso una pandemia di ansia e preoccupazione si è diffusa in ogni parte del mondo. Magari durante quest’anno anche a voi è capitato di sentirvi come Gedeone. Forse avete usato parole simili alle sue. Ma questo vuol dire che se avete usato parole come le sue o vi siete sentiti come lui, allora la vostra fede non è abbastanza forte? O vuol dire che non amate più Geova come lo amavate un tempo? O che la vostra amicizia con lui si sta indebolendo? Assolutamente no. Gedeone non fu l’unico fedele servitore di Geova a esprimere pensieri e sentimenti simili. Vi ricordate cosa disse Abacuc? Aprite la Bibbia e leggiamo insieme Abacuc capitolo 1 versetti 2 e 3. Qui si legge: “Fino a quando, o Geova, dovrò implorare il tuo aiuto senza che tu oda? Fino a quando, di fronte alla violenza, dovrò invocarti senza che tu intervenga? Perché mi fai essere spettatore della malvagità? E perché tolleri i soprusi? Perché ho davanti a me distruzione e violenza? E perché abbondano liti e contrasti?” Perché? Perché? Perché? Beh, forse queste parole suonano familiari anche a voi. Ma, fratelli, quando ci sentiamo sopraffatti dalle circostanze in cui ci troviamo, dal dolore, dall’ansia che proviamo, c’è una domanda che tutti noi dovremmo farci. È una domanda riportata per la prima volta nella Bibbia in 2 Re e pronunciata dal fedele profeta Eliseo. La vogliamo leggere insieme? Si trova in 2 Re capitolo 2 versetto 14. 2 Re 2:14: “Prese [qui si parla di Eliseo e si dice prese] la veste ufficiale che era caduta a Elia, colpì le acque e disse [notate]: ‘Dov’è Geova, l’Iddio di Elia?’” E poi il versetto continua: “Quando colpì le acque, queste si divisero in due, così che Eliseo passò”. Qual è la domanda? “Dov’è Geova?” Ma cosa intendeva dire Eliseo quando fece questa domanda? Voleva forse dire: “Ma dov’è Geova? Perché non fa qualcosa?” Era questo il senso della domanda? Assolutamente no. In quel momento Eliseo stava cercando Geova, stava cercando la sua guida, voleva vedere come Geova sarebbe intervenuto. Beh, ricevette subito risposta alla sua preghiera. Le acque si aprirono davanti ai suoi occhi così che poté passare. Ma questo non è l’unico punto in cui la Bibbia riporta questa domanda. Vediamone un altro esempio. Si trova in Geremia capitolo 2. Geremia 2:5, 6: “Questo è ciò che Geova dice: ‘Quale colpa trovarono in me i vostri antenati per allontanarsi da me così tanto e seguire idoli senza valore, divenendo loro stessi senza valore? Non chiesero [notate, non chiesero]: “Dov’è Geova? Dov’è colui che ci fece uscire dal paese d’Egitto, che ci guidò nel deserto, una terra desolata e piena di crepacci, una terra di siccità e di profonda ombra, una terra dove non passa nessuno e dove nessuno risiede?”’” Qual è il punto, fratelli? Geova voleva che il suo popolo lo cercasse. Voleva che si chiedessero “dov’è Geova?”, che si rivolgessero a lui, che cercassero il suo aiuto e la sua guida. E noi, fratelli? Perché è così importante, durante questi tempi difficili, durante una pandemia, chiedersi: “Dov’è Geova?”. Perché abbiamo un disperato bisogno dell’aiuto, della guida, del sostegno e del conforto che provengono dal nostro straordinario, meraviglioso Dio, Geova. Ma ci si potrebbe chiedere: “Sì, ma Geova aiuterà veramente proprio te? Aiuterà veramente proprio me? Chi sono io? Non sono importante. Davvero Geova vuole aiutare me?” Beh, ascoltate queste bellissime parole che troviamo in Isaia capitolo 57. Isaia capitolo 57, questa è una promessa, è una promessa del nostro Dio, Geova. Qui al versetto 15 dice: “Questo è infatti ciò che dice l’Alto ed Eccelso, che vive per sempre e il cui nome è santo: ‘Io risiedo in un luogo alto e santo’”. E notate cosa dice adesso: “Ma sto anche con quelli che sono affranti e dallo spirito umile, per rianimare lo spirito degli umili e il cuore degli affranti”. Che pensiero straordinario! Il nostro Dio, Geova, l’Onnipotente che risiede nei cieli, ci dice che quando siamo affranti, quando siamo tristi, in senso figurato è come se fosse lì accanto a noi. Questa è una cosa bellissima! Ma questo cosa significa? Cosa ci insegna? Ci insegna che dovremmo chiederci “dov’è Geova?” ogni giorno. Dovremmo pregare Geova di darci la sua guida, dovremmo supplicarlo di darci il suo aiuto. Ma non basta. Dovremmo fare anche qualcos’altro. Dovremmo essere attenti e capire come Geova risponde alle preghiere. Quando Elia era completamente isolato e molto scoraggiato, ricordate cosa disse? “Io sono l’unico rimasto”. Espresse chiaramente i suoi sentimenti a Geova. E Geova cosa fece? Ve lo ricordate? Con un miracolo gli diede dimostrazione della sua potenza. Ricordate che Elia sentì le raffiche di vento, sentì il terremoto, sentì il calore del fuoco? Però la Bibbia dice che Geova non era nel vento, che Geova non era nel terremoto, che Geova non era nel fuoco. Infatti cosa accadde dopo? Ci fu una voce calma, sommessa. Ecco, era lì che era Geova. Ma questo episodio cosa ci insegna? Magari ci aspettiamo un intervento sensazionale, un intervento eclatante da parte di Geova. Ma in realtà, fratelli, è un’altra la cosa che dovremmo fare, dovremmo alzare il volume del nostro udito spirituale, così da riuscire a sentire la voce calma e sommessa di Geova. Vedete, Geova potrebbe rispondere alle nostre preghiere in un modo diverso da quello che ci aspettiamo. Magari lo fa attraverso un gesto gentile di un fratello o di una sorella. Magari attraverso un messaggio, un’e-mail, una chiamata o qualsiasi altra azione con cui un fratello o una sorella ci dimostra il suo amore. Magari è proprio questo il modo in cui Geova ci sta aiutando. Questo significa che quando preghiamo intensamente per ricevere l’aiuto di Geova, dovremmo chiederci: “Dov’è Geova?”, e stare attenti per capire come ci sta aiutando. Ma c’è un’altra cosa su cui riflettere. Quando veniamo aiutati, quando Geova ci provvede l’aiuto di cui abbiamo bisogno, siamo pronti ad accettarlo? Vi ricordate quando Maria andò da Gesù con il nardo puro, un olio profumato così prezioso che sarebbe costato addirittura un anno di stipendio di un comune lavoratore? In quel momento Gesù avrebbe potuto tranquillamente rifiutare il regalo e dire: “No, no Maria, ti ringrazio, ma non mi serve il tuo aiuto. Ci penserà Geova ad aiutarmi. Vai pure, non ti preoccupare. Io starò bene”. Gesù non reagì così. Gesù fu pronto ad accettare l’aiuto. Forse Gesù avrà pensato che era stato Geova a spingere Maria a compiere quel gesto, così che il suo corpo fosse preparato per la sepoltura. Non lo sappiamo. Ma il punto è Gesù fu disposto ad accettare l’aiuto che offrì Maria. Allora, fratelli e sorelle, qual è l’insegnamento? Cosa impariamo da tutto questo? Se siamo una di quelle persone che dicono sempre: “No, no, sto bene. Non mi serve niente. Ci pensa Geova ad aiutarmi”, o: “Grazie, ma non serve che tu mi dica questo, lo so già. Ci penserà Geova a farmi capire cosa fare”, beh, allora forse ci stiamo perdendo qualcosa, forse non stiamo sentendo o riconoscendo l’aiuto che Geova ci vuole dare. Guardiamo insieme un video. Notate in che modo alcuni fratelli e sorelle hanno ricevuto l’aiuto di Geova nei momenti difficili. Pensavo che il fuoco fosse rumoroso. Pensavo che si sentisse un incendio. Invece c’era un silenzio assoluto. Quando siamo usciti dal vialetto di casa, ci siamo girati e abbiamo visto che il retro della casa dei miei genitori era in fiamme. Quando la pandemia è scoppiata, abbiamo praticamente perso il lavoro. Non potevamo andare a lavorare e non potevamo nemmeno uscire di casa. Per noi era una situazione davvero difficile. Mio marito Ivan è stato accusato di avere organizzato attività estremiste ed è stato messo in custodia cautelare per 4 mesi. E poi mi è stato diagnosticato un tumore al torace. Mi avrebbero dovuto operare e l’intervento era molto delicato. A causa del COVID ho perso mia mamma. Vivevamo a quasi 5.000 km e per un po’ non sarebbe stato possibile raggiungerla, quindi non ero lì quand’è successo. All’inizio dell’anno nostro figlio Nathan ha perso la vita in un tragico incidente. Aveva solo 2 anni. A volte in quel periodo ho chiesto a Geova: “Perché questa cosa è successa proprio a me?” I fratelli ci avevano chiesto: “E ora dove state andando?” Ancora prima che arrivassimo al punto di ritrovo per le emergenze, i fratelli erano già lì. Erano pronti a darci tutto quello di cui avevamo bisogno, ancora prima che sapessimo noi cosa ci servisse, soprattutto dal punto di vista spirituale. Anche quando non ci veniva in mente che avevamo bisogno di una preghiera, i fratelli pregavano per noi. È stato in quei momenti che abbiamo visto come Geova ci ha aiutato. I fratelli venivano e ci portavano da mangiare. E c’era anche un fratello che mi ha chiamato quando la nostra situazione ha iniziato a peggiorare e mi ha detto: “Ascolta, credo che adesso iniziate ad aver bisogno anche di soldi”. Ed è venuto a casa nostra senza dire niente e ha lasciato una busta fuori del nostro appartamento. Quando l’abbiamo aperta abbiamo visto che c’erano dei soldi, ed erano esattamente quelli che ci servivano per pagare le bollette e per comprare alcune cose di cui avevamo bisogno. Sapevo che tra i fratelli c’è amore, ma in quel periodo ho visto sulla mia pelle cosa significa. Ci chiamavano perfino fratelli che non conoscevamo e passavano del tempo insieme a noi, pregavano con noi. I fratelli ci stavano molto vicino per tirarci su il morale, per incoraggiarci. Posso proprio dire di aver visto come Geova ci ha sostenuto e... ...come ci ha aiutato in questo periodo così difficile. Un giorno mi sentivo davvero giù e così ho deciso di pregare Geova, di gettare tutto il mio peso su di lui, e neanche 2 minuti dopo aver finito di pregare un anziano mi ha contattato e mi ha fatto la miglior visita pastorale che abbia mai avuto. Era ovvio che dietro c’era Geova che mi stava aiutando. Voleva farmi sapere che mi capiva e che era lì con me. Dopo l’operazione sentivo il bisogno che qualcuno mi stesse vicino e ho capito che l’avrebbe fatto Geova. Una sorella mi visitava ogni giorno. Mi aiutava a vestirmi, mi pettinava i capelli e mi aiutava a fare 2 passi lungo il corridoio. Ho visto quanto Geova è premuroso e quanto si prende cura di noi. Lui sa come sostenerci. Sa come ci sentiamo e di cosa abbiamo bisogno. In tutto questo periodo così difficile Geova ci ha aiutato davvero tanto. Abbiamo proprio visto come si è preso cura di noi. E siamo sicuri che, qualsiasi cosa succeda, Geova sarà lì ad aiutarci e a proteggerci. In questo sistema le cose andranno sempre peggio. Ma sappiamo che Geova può aiutarci a superare qualunque difficoltà. Io ne ho avuto una prova evidente e ho visto che la stessa cosa è successa anche ad altri. Satana ci attacca in molti modi, ma Geova è più forte ed è il nostro alleato. Con lui possiamo affrontare tutto. A questa adunanza annuale abbiamo visto in quanti modi il Corpo Direttivo, sotto la guida di Geova e di Gesù Cristo, si sta dando da fare per rafforzare il popolo di Dio in tutto il mondo. Ma, fratelli e sorelle, sapete cos’è che rafforza il Corpo Direttivo e lo incoraggia ad andare avanti in quest’opera? Siete voi. Siete ognuno di voi, cari fratelli e care sorelle. Sappiamo quello che state passando. Leggiamo i vostri biglietti e le vostre lettere. Ascoltiamo quello che ci dite. Sappiamo che quello che state vivendo è un momento difficile. Eppure, state andando avanti, state perseverando, state continuando a servire Geova fedelmente. Questo non solo ci riempie di gioia, ma rafforza anche la nostra fede e ci aiuta a continuare a servire Geova. I tempi in cui viviamo sono difficili. E quando inizierà la grande tribolazione affronteremo tempi ancora più difficili. A volte potremmo sentirci scoraggiati, proprio come accadde a Gedeone, proprio come accadde ad Abacuc, proprio come accadde ad Elia. Ma anche noi riusciremo a rimanere leali fino alla fine, proprio come ognuno di quegli uomini, se come loro continueremo a cercare Geova, continueremo a chiedere il suo aiuto e continueremo ad alzare il volume del nostro udito spirituale, così da essere pronti a riconoscere i modi che Geova usa per aiutarci, per rafforzarci e per guidarci. Quindi, cari fratelli e sorelle, non smettete mai di chiedervi: “Dov’è Geova?”

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