Dott. Fabio Franchi - Proposta, su misure da attuarsi per epidemia Coronavirus

Dott. Fabio Franchi - Proposta, su misure da attuarsi per epidemia Coronavirus

Da Facebook Fabio Franchi 2.0 del 13 marzo 2020

PROPOSTA (su misure da attuarsi per epidemia Coronavirus)

So che è un compito arduo.

Perché abbia senso, darò per accettato che la versione ufficiale sullʼepidemia del Coronavirus sia quella buona.

Premesse del ragionamento:

1) ci si ritrova a fronteggiare una malattia diffusiva, con alta mortalità, con la necessità di misure di contenimento e che finora ha creato gravi difficoltà nei reparti di cure intensive.

2) siamo in presenza di una grave crisi economica, pesantemente aggravata dal blocco totale delle attività (ieri la borsa ha perso 17%). Nel contempo le altre nazioni europee non si sono fermate.

Come cercare allora di salvare lʼeconomia italiana dal collasso totale, e nel contempo proteggere la popolazione in modo razionale?

Partiamo dallʼosservazione che lʼetà media dei decessi è 81 anni, prossima cioè alla “speranza di vita”, e ciò è già molto indicativo. Inoltre lʼ87,8% dei deceduti aveva unʼetà superiore ai settantʼanni. Ancora: gran parte dei casi giunti a morte (98,8%) aveva una o più patologie croniche di base.

Viceversa è accettato che nei giovani ha generalmente un decorso benigno, come una comune sindrome influenzale. In più, i casi di malattia nei ragazzi e bambini sono poco comuni e lievi. Alta, ma non ancora determinata, la quota degli asintomatici. LʼItalia è la nazione che ha il più alto tasso di letalità al mondo (cioè il 6,7% al 12 marzo), ma ciò è dovuto anche al fatto che viene attribuito un ruolo causale al coronavirus anche quando non lo ha (Franco Gabrielli, conferenza stampa del 11 marzo 2020, professor Giovanni Rezza conferenza stampa del 12 marzo 2020; Professoressa Maria Rita Gismondo, trasmissione televisiva “Diritto e rovescio”, 12 marzo 2020). Infatti secondo i criteri diagnostici dellʼISS si tratta di “caso” anche se non vi sono sintomi o segni clinici e se non vi è risposta anticorpale (della quale tutti si disinteressano al momento). Vedi screenshot.

Dunque il pericolo reale riguarda solo una parte della popolazione.

Bene, basterebbe tenere a casa in isolamento le persone con età superiore ai 65 anni e quelli che hanno patologie rilevanti. Lʼesclusione di queste due popolazioni dovrebbe tranquillizzare tutti e rendere irrisorio il rischio per gli altri. Gli altri potrebbero circolare e lavorare, mantenendo delle misure limitate di precauzione (distanza di sicurezza, eventuale mascherina per professioni in cui la vicinanza sia richiesta, niente discoteche, niente affollamenti in luoghi chiusi, ecc).

Come conseguenza, il virus circolerebbe ancora, ma meno velocemente, e ne verrebbero colpiti solo coloro che la supererebbero senza troppi patemi per poi ritrovarsi una buona immunità naturale duratura. Pel futuro ci sarebbero due possibilità: 1) o che la malattia venga eliminata o 2) più probabilmente, che diventi endemica, quindi con un limitato numero di casi nellʼunità di tempo, relegandoli nella categoria delle sindromi influenzali. Per le popolaziooni più fragili, ci saranno due possibilità: 1) rimanere confinati od osservare particolari precauzioni nelle stagioni fredde, 2) effettuare il vaccino se si mostrasse efficace e privo di rischi per la salute, 3) curare maggiormente, per coloro che possano, la propria salute (nel senso di potenziarla, curando l'alimentazione il riposo, ecc).

Tra lʼaltro, la buona stagione in arrivo contribuirebbe non poco rallentare la diffusione di una malattia caratteristica della stagione fredda, come sta avvenendo in Cina ed ipotizzato da diversi ricercatori. Si può attualmente notare che i casi ed i decessi relativi a Paesi in zone subtropicali e tropicali si sono mantenuti in piccoli numeri.

Viceversa, se le misure attuali di chiusura totale rimanessero, andremmo ad accumulare uno svantaggio crescente in termini economici verso coloro che non le hanno attuate. Non è detto poi che queste misure estreme possano essere sufficienti per un periodo di due settimane. Dovremmo rinnovarle probabimente. Inoltre, una volta finita la “quarantena” - o le quarantene! dovremmo coerentemente bloccare tutti i confini - di aria, di terra e di mare - per mantenerci “protetti”. Insomma una scelta irrealistica e senza uno sbocco che non sia il disastro totale e la miseria irreversibile.

Per inciso: misure drastiche, in un mondo che vede la stessa epidemia interessare ogni continente ed ogni nazione, avrebbero senso (al limite!) se attuate contemporaneamente da tutti (almeno per continente). E poi: l'UE è o non è una unione sovranazionale che debba decidere e condividere tali provvedimenti?

CONCLUSIONE: è come se ci trovassimo seduti sui binari del treno con una caviglia slogata mentre sta arrivando il frecciarossa di gran carriera. Aspettiamo che ci passi un poʼ il dolore restando lì fermi ... o ci scostiamo?

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