“Donne che faticano nel Signore”

“Donne che faticano nel Signore”

Le nostre attività > Costruzione

🏠 HOME 🎬 VIDEO

Sono una segretaria di studio legale. Mi piaceva il mio lavoro ma nel servizio non mi impegnavo più di tanto e, a quel tempo, non avevo un grande desiderio di fare la pioniera. Ma poi c’è stato un discorso dedicato ai giovani, a come dovrebbero impiegare la vita, che mi ha fatto davvero riflettere. Lavoro 3 giorni a settimana come baby-sitter. È perfetto per me, perché il lavoro mi piace e allo stesso tempo mi permette di impegnarmi nel servizio a Geova. Mi piace lavorare nei progetti di costruzione e in particolare volevo partecipare al progetto di Chelmsford. Ma prima vivevo nel nord-est dell’Inghilterra, ed ero troppo lontana per servire come pendolare. Per lavoro aiuto persone che soffrono di disturbi mentali. Mio marito lavorava nel campo dell’edilizia e si è reso disponibile anche per collaborare a progetti di costruzione di Sale del Regno e di altre nostre strutture. Io all’inizio pensavo: “Sono contenta per lui, ma non fa per me. Io me ne sto a casa e faccio la pioniera. Non saprei fare niente in un cantiere”. Quel discorso mi ha aiutato a capire che se non provavo il desiderio di fare la pioniera, allora dovevo pregare. Pregando mi sono sentita motivata a fare dei cambiamenti e così sono diventata pioniera regolare. Conoscere ragazzi e ragazze che si stavano impegnando in varie attività legate al servizio, vederli felici di partecipare a lavori di costruzione, mi ha fatto venire voglia di compilare la domanda. Ho pregato Geova, gli ho detto che volevo tanto partecipare al progetto e gli ho chiesto di aiutarmi a realizzare questo desiderio. Ho cominciato a cercare casa e lavoro nelle vicinanze del cantiere e dopo qualche giorno ho trovato sia un lavoro che un posto dove stare. Nel giro di 2 settimane vivevo già a Londra. A mio marito piaceva tantissimo lavorare nei cantieri, così ho pensato di andarci anch’io. Poi mio marito è morto: è successo tutto all’improvviso, in pochissimo tempo. All’inizio sono tornata a casa, ma i fratelli mi hanno detto che se avessi voluto sarei potuta ritornare al cantiere. E dopo un po’ ho deciso di farlo. I fratelli hanno tenuto conto della mia situazione. Qui mi sento come in famiglia. Non c’è dubbio: questa è l’organizzazione di Geova. Ho sempre ricevuto tutto il sostegno di cui avevo bisogno. La cosa migliore è impegnarsi per Geova: aiuta a rimarginare le ferite. Quando sono tornata qui mi hanno detto: “Vorremmo farti guidare uno dei nostri mezzi”. Io non avevo mai guidato una macchina da cantiere. Ma mi hanno insegnato come fare e questo mi ha dato sicurezza. Mi hanno chiesto di collaborare con la squadra delle pulizie. Non era quello che mi sarei immaginata di fare in un progetto di costruzione, ma è divertente! Ed è molto bello sapere che Geova è felice di quello che facciamo. Dopo pochissimo sono stata invitata a servire come pendolare per il cantiere della nuova filiale. Nella prima parte della settimana, al lavoro, gioco insieme ai bimbi con i camion giocattolo, invece nella seconda parte vado in cantiere e guido quelli veri. Lì si dà molta importanza alla formazione: non ti senti mai mandato allo sbaraglio. Mi piace fornire addestramento, è un compito che dà molta soddisfazione. Le sorelle prestano attenzione ai dettagli. Non sono mai troppo sicure di sé perché sono consapevoli dei rischi che si corrono guidando questi mezzi. Spesso riceviamo complimenti da ditte esterne e da diverse autorità perché facciamo formazione finalizzata alla sicurezza e perché nel cantiere lavorano molte donne. Rimangono sbalorditi, dato che non è una cosa che si vede spesso nei cantieri. Mi viene in mente il capitolo 16 di Romani, in cui l’apostolo Paolo menziona per nome delle donne che ‘faticavano nel Signore’. E qui al cantiere ce ne sono tante. Non avevo nessuna esperienza nel campo dell’edilizia, ma ho potuto comunque dare una mano. È bellissimo vedere le sorelle svolgere lavori in cui non avrebbero mai pensato di cimentarsi. Ma lo fanno, perché ricevono addestramento e hanno l’aiuto di Geova. Qui mi sto avvicinando ancora di più a Geova, perché devi confidare in lui, e io confido in lui tutti i giorni. Se 3 anni fa mi avessero detto che avrei servito come pendolare al cantiere e che avrei guidato un camion gigante, probabilmente non ci avrei creduto. Adoro venire qui, è un sogno che si è avverato. Vorrei che non finisse mai. Se ripenso a quando ho sentito quel discorso al congresso, sono felice di aver deciso di usare il mio tempo in questi ultimi giorni per servire Geova. Vorrei incoraggiare tutti a servire a tempo pieno: è una vita bellissima! 

Report Page