Diciamo la verità anche se ci chiamano impostori (2 Cor. 6:8)

Diciamo la verità anche se ci chiamano impostori (2 Cor. 6:8)

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Seth Hyatt

Vi è mai capitato di trovarvi di fronte a una notizia falsa, una notizia negativa riguardo al popolo di Geova? Potrebbe essere stato un articolo di giornale, o un servizio al telegiornale della sera, oppure qualcuno nel ministero vi ha chiesto qualcosa al riguardo. Questa notizia potrebbe riferirsi a diversi argomenti. La nostra neutralità, la nostra posizione sul sangue, il rispetto che abbiamo per le elevate norme morali di Geova e per il suo punto di vista riguardo alla santità del matrimonio. O ancora, la nostra determinazione a mantenere pura la congregazione disassociando i peccatori impenitenti. Ma indipendentemente dall’argomento, queste notizie hanno qualcosa in comune. Queste notizie negative sono spesso caratterizzate da mezze verità, inaccuratezze e qualche volta da vere e proprie bugie. E oltre a tutto questo, essendo presentate con tale certezza e sicurezza, sembrano vere. Quando ci troviamo di fronte a queste notizie, come ci sentiamo? Abbattuti? Scoraggiati? Arrabbiati? Riflettiamo su quello che successe a una pioniera. Questa sorella studiava con una donna. Un giorno, mentre veniva tenuto lo studio, un’altra donna entrò in casa senza preavviso. Non aveva suonato il campanello, non aveva bussato e come si capì dopo era una persona che la studente conosceva. Quindi questa donna entrò e interruppe lo studio biblico. E in mano teneva un libro che era stato scritto da un uomo che un tempo era stato testimone di Geova. La donna disse alla studente: “Devi assolutamente leggere questo libro”. Ne seguì una conversazione particolare in cui la donna voleva far capire alla studente che i Testimoni di Geova erano degli impostori. Come gestì la situazione la sorella? E come rispose la donna che studiava la Bibbia con lei? Prima di rispondere a queste due domande, vediamo in che modo la scrittura del giorno di oggi e il suo contesto possono aiutarci ad avere il giusto atteggiamento in situazioni come queste. Per favore, prendete 2 Corinti capitolo 6 e andiamo a leggere il versetto 4. Paolo dice: “Ci raccomandiamo come ministri di Dio in ogni modo”. E poi va avanti. Fa un lungo elenco di una serie di circostanze e situazioni in cui lui stesso si trovò mentre svolgeva il suo ministero, situazioni in cui da allora si trovano tutti i cristiani. Il versetto 7 aggiunge qualcosa: “Ci raccomandiamo come ministri di Dio […] con parole veritiere”. Noi adoriamo Geova, il “Dio di verità”, e siamo contenti di questo. Come dice La Torre di Guardia da cui è tratto il commento, diciamo la verità su questioni “grandi e piccole”. Noi amiamo la verità e amiamo dire la verità riguardo a Geova. Notate che espressioni interessanti usa Paolo al versetto 8. Dice: “Nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama”. E poi il versetto continua così, sentite: “Siamo considerati impostori eppure siamo veritieri”. Questo è un paradosso vero e proprio, non è vero? Essere veritieri ma al tempo stesso essere considerati come impostori. Quando ci troviamo ad affrontare una notizia che parla di noi e che ci fa apparire come impostori, dovremmo sempre ricordare che il primo bersaglio di questo attacco è stato Geova. Prendiamo insieme Genesi capitolo 3 e leggiamo dal versetto 1: “Ora il serpente, che era il più cauto di tutti gli animali selvatici che Geova Dio aveva fatto, chiese alla donna: ‘Dio ha detto davvero che non dovete mangiare i frutti di ogni albero del giardino?’” Qui impariamo una cosa sui metodi di Satana. Non iniziò con un’affermazione. Iniziò con una domanda e non con una domanda qualunque, ma con una domanda fatta appositamente per far sorgere un dubbio. “Dio ha detto davvero questo?” Troviamo ai versetti 2 e 3, la risposta della donna. Nella seconda parte del versetto 3 lei ripete il comando di Geova: “Non dovete mangiarne il frutto, no, non dovete toccarlo, altrimenti morirete”. Il comando era chiaro alla donna, come del resto le era chiara la punizione. Ma guardate il versetto 4: “Il serpente disse alla donna: ‘Sicuramente non morirete’”. Quella era una bugia, ma era stata presentata con una certezza, con una sicurezza tale da farla sembrare la verità. Il versetto 5 dice: “Dio sa che il giorno stesso in cui mangerete il frutto di quell’albero i vostri occhi si apriranno e voi sarete come lui, conoscendo il bene e il male”. Satana, “il padre della menzogna”, di fatto sostenne che Geova era un impostore. Anche Gesù durante il suo ministero terreno subì simili attacchi. E l’apostolo Paolo fu etichettato come impostore dai suoi oppositori. Perciò, quando abbiamo a che fare con notizie negative oppure false, non ne siamo sorpresi. Ma dobbiamo chiederci: “Come reagiremo noi?” Avete mai pensato ad alcune domande che Eva avrebbe potuto porsi? Forse l’avrebbero aiutata a prendere una decisione migliore. Eccone alcune: “Cosa so della persona che mi sta riferendo questa notizia negativa? Qual è il suo scopo? Ha veramente a cuore i miei interessi oppure ha dei secondi fini?” E un’altra domanda: “Prima di ritenere che sia vera una notizia negativa che proviene da qualcuno che non conosco, c’è qualcuno che invece conosco, qualcuno di cui mi fido, con cui posso parlare e a cui posso chiedere un consiglio?” Beh, Eva poteva sicuramente parlare con suo marito e tutti e due potevano rivolgersi a Geova. E se Eva si fosse fatta queste domande probabilmente il mondo oggi sarebbe un posto molto diverso. Ma Eva scelse di credere a una bugia. Torniamo un attimo alla pioniera e alla donna che studiava la Bibbia con lei. Come è stata gestita la situazione? La pioniera ha raccontato che lei ha pensato al fatto che era un’ospite nella casa della sua studente e quindi le sembrava maleducato interrompere quella conversazione. Così ha deciso di rimanere in silenzio. Cosa ha fatto la studente a quel punto? Sorprendentemente ha chiesto all’altra donna: “Conosci l’uomo che ha scritto questo libro?” “No”. “Sai qual è il motivo per cui ha scritto questo libro? Perché l’ha scritto? Beh, io però conosco questa signora che viene a studiare la Bibbia con me e so che lo fa per il mio bene, quindi non penso di avere bisogno di leggere il tuo libro”. Ha dato un’ottima risposta! La studente ha capito il punto, e lo capiamo anche noi. Lo sappiamo e non ci stupiamo. Sappiamo che purtroppo saremo oggetto di notizie negative, a volte potremmo addirittura essere definiti impostori. Geova ci ha chiaramente indicato che ci sono persone disposte a scegliere le bugie anziché la verità di Dio. Ma non si dirà mai questo di voi o di me. Noi ci teniamo stretti a Geova, il “Dio di verità”. Perciò continuiamo ‘a raccomandarci come ministri di Dio con parole veritiere’.

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