Daniele. Una storia di fede lunga una vita (Parte 1)

Daniele. Una storia di fede lunga una vita (Parte 1)

GDS

INDICE

617 a.E.V. 

- Mio signore. 

- Generale. 

- Li abbiamo ridotti alla fame, ma Ioiachin rifiuta di arrendersi. 

- I negoziati non mi riguardano, generale, ma la tua incompetenza sì. Finisci il lavoro o scoprirai che non sono clemente come gli dèi. 

- Sì, mio signore. 


- Questo è ciò che Geova degli eserciti dice: “Dato che non avete ubbidito alle mie parole, tutto questo paese sarà ridotto in rovina e questo paese e i suoi abitanti dovranno servire il re di Babilonia per 70 anni”. 


- Daniele, dove sei stato? Tra un po’ è sera! 

- Scusa, è che oggi parlava Geremia e io mi sono fermato al tempio prima di rientrare. 

- La cena è quasi pronta. 

- E così oggi eri di nuovo al tempio. 

- Sì, padre. 

- “Per contemplare quanto è meraviglioso Geova... 

- ...e [per] guardare con apprezzamento il suo tempio”. 

- Questo è per te. Così puoi avere sempre con te le parole di Geova. 

- Grazie padre. 

- Che c’è, figlio mio? 

- Cosa ci succederà? 

- Quello che succede sempre a chi serve fedelmente Geova. Non aver paura, Geova è il nostro scudo. 

- È pronto! 

- Dai cantiamo. 

- Daniele, scegli un salmo. 

- “È Geova la mia luce e la mia salvezza”. 

- Ma scegli sempre quello. 

- Usim. 

- “È Geova la mia luce e salvezza”.  Non temerò. 


- Daniele! Giochi con me? 

- Devo andare con papà. 

- Quando torni, giochiamo all’arca di Noè? 

- Certo. Tu chi vuoi fare stavolta? 

- Io faccio il leone. 

- Allora io faccio l’elefante. 

- Ioiachin si è arreso! Ioiachin si è arreso! Casa di Eber, della tribù di Giuda, aprite subito! Uscite tutti! Ora! 

- Alla fine è successo. Stanno arrivando. Prendete le vostre cose. Dobbiamo andare. 

- Dove? Dove andiamo? 

- Questa non è più casa nostra. Usim, prendi i bagagli. 


Provincia di Babilonia – a tre giorni di viaggio dalla capitale 

- Odio questo posto! 

- Andiamo dentro. 

- Aprite! Voi 4, fuori! Controllate la stanza sul retro. Per ordine del re, dovete venire con noi. 

- Daniele, della tribù di Giuda. Verrai educato nella casa del grande re Nabucodonosor. 

- Ma questa è la mia famiglia. 

- I principi e i nobili appartengono al palazzo reale. 

- Ma lui non è un principe, è solo un ragazzo. 

- Daniele! 

- Vi prego, se volete un servitore verrò io. 

- No! Prendo il ragazzo. 

- Daniele! 

- No. Aspettate! Possiamo almeno dirgli addio? 

- Ma fate in fretta. 

- Sii forte, figlio mio. Geova è con te. 


- Daniele! 

- Misael. 

- C’è qualcun altro dei nostri? 

- Non avrai pensato di venire da solo, vero? 

- Azaria! 

- Hanania! 

- Loro sono Chislon e Ahitub. 

- È un piacere conoscervi. 

- Muovetevi. 

- Dove ci portano? 

- A palazzo, credo. 

- Un po’ come Giuseppe nella casa del faraone? 

- No, più come Giuseppe nella prigione. 

- A me non sembra tanto male. 

- Ehi Chislon, guarda! Se non dici qualcosa tu lo faccio io. Dai. 

- Ciao. 

- Ehi. 

- Muovetevi! 

- Torna a trovarmi. 

- Questi sono i ragazzi ebrei che ha portato Aspenaz. 


- Siete stati scelti perché siete intelligenti, ma non abbastanza istruiti. Imparerete la nostra scrittura e la nostra lingua. Riceverete dei nomi nuovi, e alla fine di 3 anni servirete il grande re, Nabucodonosor. Oggi, siete stranieri, domani, se gli dèi vorranno, sarete babilonesi. 


- Mesac, hai proprio la faccia da Mesac. 

- Questi nomi sembrano quelli dei loro dèi. 

- Nomi nuovi, nuova lingua. Tra un po’ dovremo adorare i loro dèi. 

- E allora? Mio padre ha degli idoli, e comunque adora Geova. 

- Ma avete visto dove siamo? Questo è il centro del mondo. Mangeremo alla tavola del re. 

- Cosa mangiano i babilonesi? 

- Ai servitori del re viene dato soltanto il meglio. 

- Non possiamo mangiare questo cibo. 

- Ma perché tutte queste storie? 

- Perché è impuro. 

- C’è qualche problema? 

- È che il nostro Dio non vuole che mangiamo questi cibi. 

- Tu temi il tuo Dio? 

- Sì, lo temo. 

- Ecco, io invece temo il mio signore il re, che ha scelto per voi questi cibi e queste bevande. Lui vuole che mangiate tutte queste cose per mantenervi forti e in salute. Cosa succederebbe se vi vedesse sciupati rispetto agli altri ragazzi? Mi rendereste colpevole davanti al re. Io devo ubbidire al re, e così dovere fare voi, tutti voi! Quando verrà servita la cena, mi aspetto che siate affamati. 


- Tu non puoi parlare per noi! 

- Hai ragione. Sei libero di fare la tua scelta. 

- Ma non l’hai sentito? Non abbiamo nessuna scelta. Siamo in un paese nuovo con delle nuove leggi.

- E poi che male c’è se la carne non è dissanguata? È soltanto cibo!

- Ma Geova ci ha comandato di non mangiare il sangue. 

- È una tua interpretazione.

- “Non dovete assolutamente mangiare sangue”. Cosa c’è da interpretare? 

- Forse dovremmo tutti fermarci un attimo e pregare. 

- Pregare? Qui? 

- Servirebbe a qualcosa? Geova è in Israele. Noi siamo a Babilonia adesso. 

- Non credi che Geova sia anche qui? 

- Il nostro Dio Geova ha detto che noi siamo i suoi testimoni.

- Cosa si direbbe del nome di Geova se smettessimo di seguire le sue leggi? 

- La cena è pronta. Mi avete sentito? 

- Noi ti ringraziamo. Ma se mangiamo questi cibi, disubbidiamo al nostro Dio. 

- Volete morire di fame? 

- No, ovviamente no, ma... ...lui ci ha vietato di mangiare il sangue e il cibo che considera impuro. Ti prego, metti i tuoi servitori alla prova per 10 giorni. Ci vengano dati da mangiare cibi vegetali e da bere acqua. 

- Cibi vegetali? 

- Soltanto per 10 giorni. 

- Sì. E poi, tratta i tuoi servitori in base a ciò che vedrai. 


10 giorni. 

- Ce l’abbiamo fatta, grazie a Geova. 

- Prova questa carne. È buonissima! 

- Avete mai visto una cosa del genere? Ma non è possibile! 


10 giorni dopo 

- Evvai! 

- Aspenaz vuole vedervi.  - Mio signore, questi sono i ragazzi... 

- So bene chi sono. Vi stiamo tenendo d’occhio, tutti quanti. Non vi inchinate davanti ai nostri idoli, pregate solo il vostro Dio, e vi rifiutate di mangiare i nostri cibi. 

- Continuano a dire che il loro Dio non vuole assolutamente... 

- Ma per qualche motivo sembrate più in salute degli altri. Continuate a dargli i cibi che chiedono. E Baltassar, hai davanti un grande futuro. Non sprecarlo. 


Tre anni dopo 

- Fate entrare il prossimo gruppo. 

- In totale dovrebbero essere 15 kurru, 2 pānu e 5 sūtu. 

- Giusto. Quale tasso d’interesse si può applicare sul denaro e sul grano? 

- Dovrebbe essere il 40%, mio signore. 

- Il 40%? In questi 3 anni ti hanno insegnato a fare il ladro? Tu che dici, Mesac? 

- Il tasso è del 20%. 

- Molto bene. Quale stella di Enlil è la più luminosa nella costellazione di Urgula? Tu lo sai? 

- Sì, è la stella Lugal. 

- Notevole. C’è una torre che è molto alta ma non proietta comunque nessuna ombra. Che cos’è? Lo sai? 

- È la tua ziqqurat? 

- Sei senza speranza. Tu sai risolvere l’enigma? 

- È la luce del sole, mio signore. 

- Esatto. I saggi del regno insegnano che gli dèi sono responsabili di ogni cosa. Se è così, perché allora i buoni soffrono e i malvagi prosperano? 

- Nessuno è riuscito a... 

- Come dici, o re, “non sempre i saggi hanno cibo o gli intelligenti hanno ricchezze, e non sempre quelli che hanno conoscenza hanno successo, perché il tempo e l’avvenimento imprevisto capitano a tutti”. 

- Chi ha scritto queste parole? 

- Salomone. 

- Famoso per la sua saggezza. 

- La fonte però era il suo Dio, il nostro Dio, Geova. 

- Portateli via. 

- Quando dobbiamo tornare? 

- Mai più! 

- Tornate dalle vostre famiglie. Non valete niente. Baltassar, no, voi 4 no. Dobbiamo parlare di altre cose. Non conosco il vostro Dio, ma siete 10 volte migliori di tutti i sacerdoti ed evocatori di spiriti che ho conosciuto. Aspenaz si accerterà che serviate a palazzo insieme ai saggi. Forse a Gerusalemme il vostro talento andava sprecato, ma qui ne faremo buon uso. 


Sette anni dopo – 607 a.E.V. 

- La vittoria su Gerusalemme è completa. Ora ci prepariamo ad assediare Tiro. 

- Sanno bene cos’è successo a Sedechia. Gli dèi sono con noi! 


- Iera, di che si tratta? 

- Viene da Gerusalemme. - Dove vai? 

- Dalla mia famiglia. 


- Quest’anno abbiamo dovuto fare qualche sacrificio. 

- Daniele. Vieni, mangia con noi. Che succede? 

- Si tratta di Gerusalemme. Le mura sono state abbattute, le torri sono state date alle fiamme. Molti sono morti. Morti! E la casa di Geova è stata incendiata! 

- Perché il popolo non ha ascoltato? Pensavano forse che Geova non vedesse quello che facevano? 

- Fino a quando il tempio è esistito, il popolo ha avuto una speranza. 

- Fino a quando esisterà Geova, noi avremo una speranza. 

- Però lui ci ha rigettato a causa delle azioni malvagie che abbiamo fatto. 

- Ma no. Lui non ci ha rigettato, non tutti almeno. Pensa che Geova ha detto a Ezechiele che ai suoi occhi tu, tu figlio mio, tu sei giusto come Noè e anche come Giobbe. 

- Davvero ha detto questo? 

- Sì, davvero.

-Se per Geova siamo così importanti, allora perché siamo in esilio? Perché non possiamo tornare a casa? Perché non possiamo stare insieme? 

- Tu sei a casa, figliolo. Io non ho tutte le risposte. Cerca di stare sempre vicino a Geova. Vedrai che lui ti benedirà. 


- Chiamate i saggi! 


- Ho fatto un sogno, e sono rimasto turbato. Ditemi cos’ho sognato. 

- Che tu viva per sempre, o re.

- Raccontaci il sogno.

- E te ne daremo l’interpretazione. 

- No! Se non mi dite che sogno ho fatto e non me ne date l’interpretazione, sarete fatti a pezzi e le vostre case saranno trasformate in latrine pubbliche. Se invece mi indicate il sogno e la sua interpretazione, riceverete da me doni, e una ricompensa e grandi onori. 

- Cosa facciamo? Vuole che gli raccontiamo il sogno! Nessuno ha mai chiesto una cosa del genere prima d’ora. 

- Se riusciamo a guadagnare un po’ di tempo possiamo consultare gli spiriti. Possiamo farlo? 

- Vi state mettendo d’accordo per mentirmi e ingannarmi nella speranza che cambi qualcosa. 

- Ingannarti? 

- Sì, ingannarmi! 

- Non c’è uomo sulla terra che possa fare quello che pretende il re. Quello che il re chiede è difficile, e non esiste nessuno che possa farlo sapere al re eccetto... ...eccetto gli dèi. 

- Arioc, prendili! 

- A terra! A terra!

- Uccideteli!

- Chiamate i saggi! Forza! Muovetevi! Per ordine del re, radunateli tutti! 

- Iera. 

- Sei in pericolo. 

- Che succede? 

- Non ho sentito tutto, ma i saggi hanno fatto arrabbiare il re. Saranno tutti uccisi all’alba. 

- Va’ subito a chiamare Anania, Misael e Azaria. Dobbiamo saperne di più. 

- Sì. Caldei, egiziani, ebrei. Tutti i saggi. 

- Arioc. Baltassar, tu non dovresti essere qui. 

- Perché l’ordine del re è così severo? 

- Ha fatto un sogno, e nessuno sa raccontarglielo. Fuggi subito! Se scappi prima dell’alba, potresti salvarti. 


- Scuoiateli e impiccateli! Che gli dèi osservino le loro carni, e poi gettate i loro cadaveri nell’Eufrate. 

- Aspenaz. 

- A che servono i saggi se non hanno saggezza? 

- Che sei venuto a fare qui? 

- Devo assolutamente parlare col re. 

- No, te ne devi andare! 

- Ti prego, Aspenaz, devo parlare con lui! 


- Mio signore, Baltassar vuole parlarti. 

- O re, le interpretazioni appartengono al mio Dio, Geova. Lui conosce il tuo sogno e il suo significato. 

- E allora dov’è il tuo Dio? Dov’è? 

- Credo che lui... Io so che lui lo rivelerà a me. Ti prego, o re, mi serve tempo.


- Abbiamo tempo fino a domattina. 

- Per fare cosa? 

- Dobbiamo rivelare il sogno al re. 

- Cosa ti ha già rivelato Geova del sogno? 

- Beh, ancora niente. 

- Però Geova ti ha già detto che lo interpreterà, vero? 

- Non esattamente. 

- Daniele, ma come fai a dire che accadrà? 

- Beh, non ne sono sicuro. 

- Faresti meglio a esserlo! 

- È il suo nome a essere in gioco. Se rivelerà il sogno dimostrerà di essere, di essere il vero Dio! 

- Se dici? 

- Come possiamo aiutarti? 

- Pregate. Implorate Geova perché abbia misericordia di noi. 


- O Geova, di sicuro non ci hai portato qui solo per farci morire. Cosa direbbero le persone? Abbiamo detto loro che tu sei l’Iddio dei cieli, l’unico Dio che può rivelare i segreti. Ti prego, rivendica il tuo nome. 

- Iera! 


- Ho trovato un uomo fra gli esiliati di Giuda che può far conoscere l’interpretazione del sogno. 

- So già chi è. Puoi davvero farmi conoscere il sogno che ho fatto e la sua interpretazione? 

- Nell’alto dei cieli esiste un Dio che è un Rivelatore di segreti. Egli ha fatto sapere al re Nabucodonosor quello che dovrà avvenire nella parte finale dei giorni. Questo è il tuo sogno. Hai visto una statua immensa. Quella statua si ergeva di fronte a te. Tu stesso sei la testa d’oro. Ma dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore a te, e un altro regno ancora, un terzo, di rame, che governerà l’intera terra. Il quarto regno sarà forte come il ferro. Il regno sarà diviso. E siccome le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte d’argilla, il regno sarà in parte forte e in parte fragile. Ai giorni di quei re l’Iddio del cielo istituirà un regno che non sarà mai distrutto. Questo regno non passerà nelle mani di nessun altro popolo. Frantumerà tutti questi regni e metterà loro fine. E sarà l’unico a durare per sempre. Sul sogno si può fare affidamento, e la sua interpretazione è attendibile. 

- Svelti! Portate una veste pregiata e anche una collana d’oro. Bruciate incenso davanti a lui. Il vostro Dio è veramente un Dio di dèi, un Signore di re e un Rivelatore di segreti. Possa il tuo Dio essere onorato con l’onore che do a te. Ora sei governatore di tutta la provincia di Babilonia. 

- Anche questi tuoi servitori adorano l’Iddio dei cieli, o re. Possono essere nominati amministratori della provincia? 

- Disponi le cose al riguardo. Ti sei dimostrato molto superiore a questi uomini, cosiddetti saggi. Ora ti nomino prefetto principale su di loro. 


- Ma l’avete sentito Nabucodonosor? Quando ha detto: “Il vostro Dio è veramente un Dio di dèi e un Signore di re”. 

- Geova ha risposto alla tua preghiera. 

- Geova ha risposto alle preghiere di tutti noi. 

- E ora che succederà?

- Potremo tornare a Gerusalemme?

- Non so cosa ci aspetta, ma dobbiamo restare vicino a Geova. 

- Sarà sempre al nostro fianco finché avremo fede in lui. 


- Le stelle non parlano di regni che frantumano dei regni. 

- Ovviamente no.

- È solo un trucco! 

- Ma come faceva a conoscere il sogno? 

- Amar-Utu! Amar-Utu, c’è qualche messaggio dagli dèi? 

- Ho esaminato il fegato di una pecora. Il tuo futuro è splendido. 

- Le stelle di Shabatu parlano solo della tua grandezza. 

- E io sono la testa d’oro. L’ha detto Geova. 

- Il tuo sogno ha rivelato molte cose buone. Ma questo Baltassar è un ebreo. Un ebreo intelligente, di sicuro, ma non era in grado di interpretare i sogni prima di venire a Babilonia. Prima ha dovuto essere istruito qui e gli è stato dato un nome babilonese, un nome che onora il nostro grande dio Bel. Bel si è servito di questo giovane prigioniero per rivelarti grandi cose. È stato Bel, non il Geova che tu hai sconfitto a Gerusalemme.


- Perciò l’albero sono i miei nemici. E quindi chi regnerà dopo i 7 tempi?

- Mio signore, sarai sempre tu a regnare. 

- Siete proprio stolti. Finalmente! Baltassar, capo dei sacerdoti che praticano la magia. Ho fatto un sogno e gli altri saggi non sono in grado di darmi l’interpretazione. Ma so che tu puoi farlo. Spiegami il sogno e dammi l’interpretazione. 

- Che cosa hai sognato?

- Ho visto un albero in mezzo alla terra e la sua altezza era straordinaria. E l’albero cresceva e diventava robusto, e la sua cima raggiungeva i cieli. Un santo gridava: “Abbattete l’albero!” Ho visto un guardiano... “Abbattete l’albero!” ...stretto in legami di ferro e di rame. Chi è l’albero? 

- Mio signore, che il sogno possa riguardare quelli che ti odiano, e la sua interpretazione i tuoi nemici! L’albero che hai visto, che si fece grande e robusto, la cui cima raggiunse i cieli e diventò visibile in tutta la terra, il cui fogliame era magnifico, il cui frutto era abbondante, su cui c’era cibo per tutti, sotto cui stavano le bestie della campagna e sui cui rami vivevano gli uccelli del cielo, sei tu, o re. Poi il re ha visto un guardiano, un santo, scendere dai cieli e dire: “Abbattete l’albero e distruggetelo, ma lasciatene il ceppo con le radici nel terreno, stretto in legami di ferro e rame. Sia bagnato dalla rugiada del cielo e il suo posto sia con le bestie della campagna finché non siano passati su di esso sette tempi”. Questa è l’interpretazione, o re, e questo è il decreto dell’Altissimo: tu sarai cacciato di mezzo agli uomini, e la tua dimora sarà con le bestie della campagna, mangerai erba proprio come i tori e sarai bagnato dalla rugiada del cielo; su di te passeranno sette tempi, finché tu non riconosca che è l’Altissimo a dominare sul regno del genere umano e dà il regno a chiunque desideri darlo. Ma dato che è stato ordinato di lasciare il ceppo dell’albero con le radici, il regno sarà di nuovo tuo dopo che avrai riconosciuto che sono i cieli a dominare. Metti fine ai tuoi errori e ai tuoi peccati facendo ciò che è giusto e alla tua malvagità mostrando misericordia ai poveri. Può essere che la tua prosperità venga prolungata. 


- Baltassar sa quando questo succederà? 

- No. 

- Ma i tuoi saggi dubitano che la sua interpretazione sia affidabile. Guardiamo i fatti, gli dèi del paese d’Egitto non avevano detto agli egiziani che ci avrebbero sconfitto? 

- Eppure tu li hai annientati. 

- Quindi perché mai l’Iddio degli ebrei dovrebbe essere più affidabile? Pensa a ciò che hai realizzato. Gli dèi sono con te. Tu hai fatto diventare Babilonia il più grande regno di tutta la terra. Baltassar vorrebbe solo che tu strisciassi a terra come uno schiavo, tu. Un re forte significa un regno forte. 


- Continuiamo la lezione sulle stelle di Enlil. Dunque, la stella Lugal è la più luminosa della costellazione di Urgula. 

- Le stelle sono affidabili, non come gli dèi delle nazioni sconfitte. Perché non torni a Gerusalemme? Sempre che ci sia rimasto qualcosa. 


- Per caso Geova ti ha rivelato qualche novità? Sono passati 10 mesi e ancora nessun segno di questa presunta pazzia. 

- Io confido nel mio Dio. 

- Certo, come facciamo noi quando consultiamo le stelle. Poi però decidiamo come adattare il messaggio. 

- Ti riterranno responsabile per le tue parole, e quando un saggio mente, beh... 

- Ho detto solo quello che Geova ha rivelato. 

- Hai dimenticato cosa rischiò chi non riuscì a interpretare il sogno della statua? La condanna a morte. 

- E quella era un’interpretazione a favore del re, perché il re era la testa d’oro. Ma questa volta hai detto che diventerà pazzo, e non è successo niente. 

- Succederà, succederà, vedrai. 

- Forse, o forse no. Ma resta il fatto che hai parlato contro il re. 

- È considerato tradimento. 

- E nessuno può proteggerti da questo. 


- Sono passati 10 mesi. E non è successo niente. Hai parlato contro il re. E ancora nessun segno di questa presunta pazzia. È considerato tradimento. E nessuno può proteggerti da questo. 

- Così puoi avere sempre con te le parole di Geova. 

- “O Geova, indicami la tua via”. “Non consegnarmi ai miei avversari: falsi testimoni mi accusano e mi minacciano con violenza. Che ne sarebbe stato di me, se non avessi avuto la certezza di vedere la bontà di Geova nella terra dei viventi?” 

- Ti prego, metti i tuoi servitori alla prova per 10 giorni. 

- Ma per qualche motivo sembrate più in salute degli altri. Continuate a dargli i cibi che chiedono. 

- Non conosco il vostro Dio, ma siete 10 volte migliori di tutti i sacerdoti ed evocatori di spiriti che ho conosciuto. 

- Ha fatto un sogno, e nessuno sa raccontarglielo. 

- Geova ha risposto alla tua preghiera. 

- “Spera in Geova, sii coraggioso e sia forte il tuo cuore. Spera in Geova!”

 

- Preparate un sacrificio a Bel. 

- Agli dèi. - Agli dèi. 

- Questa città è il gioiello del mondo. Guardate la Porta di Ishtar, i giardini, la ziqqurat così imponente tanto alta da arrivare agli dèi. 

- Non c’è nessun dubbio al riguardo. 

- E pensare che appena 12 mesi fa un tuo servitore ha osato dire che saresti impazzito. 

- Non è questa Babilonia la Grande, che io stesso ho costruito come casa reale con la mia forza e il mio potere e per la gloria della mia maestà? 

- “A te, o re Nabucodonosor, è detto questo: ‘Il regno ti viene tolto. Sarai cacciato di mezzo agli uomini, vivrai con le bestie della campagna e mangerai erba proprio come i tori; su di te passeranno sette tempi, finché tu non riconosca che l’Altissimo domina sul regno del genere umano e lo dà a chi vuole’”. 

- No! No! Padre! Padre! 


- Tu e i tuoi saggi avete sempre fallito. Come fai a dire che Daniele è un impostore? 

- È stato solo un trucco. Daniele ha cospirato contro tuo padre. 

- Un trucco. E come ci sarebbe riuscito? Quello che ha detto si è avverato, al contrario delle vostre previsioni. Mio padre si fidava di voi. Io mi fidavo di voi. 

- Dimmi, chi è questo Dio, l’Iddio dei cieli, Geova? 

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