Dal discorso del Presidente all'Assemblea Federale, 21 febbraio 2023. Parte II

Dal discorso del Presidente all'Assemblea Federale, 21 febbraio 2023. Parte II

L’Ambasciata della Federazione Russa nella Repubblica Italiana

Cari colleghi!

Come sapete, il decreto presidenziale ha approvato il Piano di Costruzione e Sviluppo delle Forze Armate per il periodo 2021-2025. I lavori per la sua attuazione sono in corso e stiamo apportando i necessari aggiustamenti. Voglio sottolineare che i nostri futuri passi per il rafforzamento dell'Esercito e della Marina, così come lo sviluppo attuale e futuro delle Forze Armate, dovranno certamente basarsi sulla reale esperienza di combattimento acquisita durante l'operazione militare speciale. Per noi è estremamente importante, anzi diciamo meglio, ha un valore assolutamente inestimabile.

Ora, ad esempio, il livello di equipaggiamento delle forze di deterrenza nucleare russe con sistemi più moderni è superiore al 91%, 91,3%. E ora, ripeto, tenendo conto dell'esperienza acquisita, dobbiamo raggiungere lo stesso alto livello qualitativo in tutti i settori delle Forze armate.

Gli ufficiali e i sottoufficiali che hanno dimostrato di essere comandanti competenti, moderni e risoluti - ce ne sono moltissimi - saranno prioritariamente promossi a posizioni più elevate, inviati alle università e alle accademie militari e costituiranno una potente riserva di personale qualificato per le Forze Armate. E, naturalmente, devono essere apprezzati e richiesti anche al di fuori delle forze armate, dagli organismi di governo a tutti i livelli. Voglio semplicemente richiamare l'attenzione dei miei colleghi su questo aspetto. È molto importante. Le persone devono capire che il loro contributo alla difesa del Paese è tenuto in grande considerazione dalla Madrepatria.

Introdurremo attivamente le tecnologie più avanzate che miglioreranno il potenziale qualitativo dell'esercito e della marina. Abbiamo sviluppi e prototipi di armi ed equipaggiamenti in ogni campo. Molti di essi sono notevolmente superiori ai loro analoghi stranieri. Il nostro obiettivo è ora quello di avviarne la produzione di massa e in serie. Svolgiamo costantemente questo lavoro utilizzando le nostre - voglio sottolinearlo le nostre - potenzialità scientifiche e industriali russe, grazie al coinvolgimento attivo delle piccole e medie imprese high-tech nella realizzazione delle commesse statali per la difesa.

Oggi le nostre fabbriche, gli uffici di progettazione e i team di ricerca impiegano sia specialisti esperti che un numero crescente di giovani, talentuosi, qualificati e determinati a fare un salto di qualità, fedeli alla tradizione degli armieri russi: fare ogni cosa per la vittoria.

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Come ho detto, l'Occidente ha schierato contro di noi non solo un fronte militare, mediatico, ma anche economico. Ma non ha ottenuto nulla e non otterrà nulla da nessuna parte. Inoltre, i promotori delle sanzioni stanno punendo se stessi: hanno provocato aumenti dei prezzi nei loro Paesi, perdite di posti di lavoro, chiusure di aziende e una crisi energetica, e ai loro cittadini dicono - lo sentiamo - che è tutta colpa dei russi.

Quali mezzi sono stati usati contro di noi in questa aggressione sanzionatoria? Hanno cercato di interrompere i legami economici con le aziende russe, di escludere il sistema finanziario dai canali di comunicazione per schiacciare la nostra economia, di privarci dell'accesso ai mercati di esportazione per colpire le nostre entrate. E poi il furto - non c'è altro modo per dirlo - delle nostre riserve di valuta estera, i tentativi di far crollare il rublo e provocare un'inflazione devastante.

Lo ripeto, le sanzioni antirusse sono solo un mezzo. E l'obiettivo, come dichiarano gli stessi leader occidentali – cito letteralmente - è quello di "far soffrire i nostri cittadini". "Farli soffrire" – come sono umani! Vogliono far soffrire il popolo, destabilizzando così la nostra società dall'interno.

Ma i loro calcoli non si sono avverati: l'economia e il sistema di governance russi si sono dimostrati molto più forti di quanto l'Occidente pensasse. Grazie al lavoro congiunto del Governo, del Parlamento, della Banca di Russia, delle entità costitutive della Federazione e, naturalmente, della comunità imprenditoriale e dei collettivi di lavoro, abbiamo garantito la sostenibilità della situazione economica, protetto i cittadini, salvato i posti di lavoro, impedito la carenza di prodotti, anche di beni di prima necessità, sostenuto il sistema finanziario e gli imprenditori che investono nello sviluppo delle loro aziende e dunque nello sviluppo del Paese.

Già lo scorso marzo, quindi, è stato varato un pacchetto di misure a sostegno delle imprese e dell'economia per un ammontare complessivo di circa mille miliardi di rubli. Voglio precisare: non si tratta di una politica di emissioni, no, no, nel nostro Paese tutto avviene su una solida base di regole di mercato.

Alla fine del 2022, il prodotto interno lordo è diminuito. Mikhail Vladimirovich (Mishustin-Primo ministro) mi ha telefonato e ha detto: "Vorrei che ne parlasse". Questa informazione è uscita ieri, credo, giustamente in tempo, come dovrebbe essere, tutto secondo i piani.

Ci era stato predetto, come ricorderete, un calo dell’economia del 20-25%, del 10%. Di recente abbiamo detto 2,9 - io ho detto 2,9. Poco dopo, 2,5. Il prodotto interno lordo nel 2022 è sceso del 2,1% - questi sono i dati più recenti. Allo stesso tempo, vorrei ricordarvi che già a febbraio e marzo dello scorso anno, come ho detto, si prevedeva semplicemente il crollo dell'economia.

Le imprese russe hanno ricostruito la logistica e rafforzato i legami con partner responsabili e prevedibili - e sono molti, nel mondo sono la maggioranza.

Vorrei sottolineare che la quota del rublo russo nei nostri regolamenti internazionali è raddoppiata rispetto al dicembre 2021, raggiungendo un terzo, e insieme alle valute dei Paesi amici è già superiore alla metà

Continueremo, insieme ai nostri partner, a lavorare per un sistema stabile e sicuro di regolamenti internazionali, indipendente dal dollaro e dalle altre valute di riserva occidentali, che inevitabilmente con queste politiche delle élite occidentali, dei governanti occidentali, perderanno il loro carattere universale. Sono loro a fare tutto questo con le loro mani. Non siamo noi a ridurre i pagamenti in dollari o in altre cosiddette valute universali - sono loro a fare tutto con le loro mani.

Si sa che esiste un'espressione comune: armi per petrolio. La difesa del Paese è ovviamente la priorità più importante, ma nel risolvere i compiti strategici in questo settore non dobbiamo ripetere gli errori del passato, non dobbiamo distruggere la nostra economia. Abbiamo tutto ciò che serve sia per garantire la sicurezza sia per creare le condizioni di uno sviluppo regolare del Paese. È in questa logica che stiamo agendo e continueremo a farlo.

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Noi ci ricordiamo dei problemi e degli squilibri affrontati dalla tarda economia sovietica. Pertanto, dopo il crollo dell'Unione Sovietica, del suo sistema pianificato, nelle condizioni di caos degli anni '90, il paese ha iniziato a creare un'economia basata sui rapporti di mercato, sulla proprietà privata – nel complesso questo è giusto. A tale fine, essenzialmente sono stati presi come esempio i paesi occidentali - come sapete, qui c’era un’infinità di consiglieri - e sembrava che fosse sufficiente copiare i loro modelli. E poi, mi ricordo, discutevano pure fra loro: gli europei discutevano con gli americani su come si sarebbe dovuta sviluppare l'economia russa.

E qual è stato il risultato? La nostra economia nazionale si è orientata in gran parte verso l'Occidente, diventando principalmente fonte di materie prime. Certo, con alcune sfumature, ma in generale come fonte di materie prime.

Le ragioni sono altrettanto chiare: la nuova impresa russa emergente mirava naturalmente, come tutte le imprese in tutti gli altri Paesi, a ottenere profitti, per di più facili e veloci. E cosa ha portato? Proprio la vendita di risorse: petrolio, gas, metalli, legname.

Pochi ci pensavano, o forse non c'era la possibilità di investire a lungo termine, per cui altri settori più sofisticati dell'economia si sono sviluppati poco. Per interrompere questa tendenza negativa - che tutti vedevano benissimo, in tutti i governi - ci sono voluti anni, un adeguamento del sistema fiscale e investimenti pubblici su larga scala.

Qui abbiamo ottenuto cambiamenti reali e visibili. Sì, il risultato c’è, ma ripeto, dobbiamo prendere in considerazione la situazione in cui si è sviluppata la nostra imprenditoria, in primo la grande impresa. Le tecnologie erano in Occidente, i finanziamenti più economici e i mercati di sbocco più vantaggiosi erano in Occidente. Naturalmente, ciò ha causato la fuga di capitali nella stessa direzione.

Purtroppo, invece di espandere la produzione, di acquistare attrezzature e tecnologie, di creare nuovi posti di lavoro qui in Russia, hanno investito anche in proprietà estere, yacht e immobili di lusso.

Sì, poi hanno iniziato a investire, certamente, anche nello sviluppo, ma in un primo momento tutto il flusso verso l’esterno è stato indirizzato in larga misura per questi scopi: per il consumo. E lì, dove c'è la ricchezza, ovviamente ci sono i bambini, la loro istruzione, lì c’è la loro vita, il loro futuro. E per lo Stato era molto difficile, praticamente impossibile, monitorare e prevenire tale sviluppo della situazione, perché vivevamo nel paradigma del libero mercato.

Gli eventi recenti hanno dimostrato in modo convincente che l'immagine dell'Occidente come porto tranquillo e rifugio sicuro per il capitale si è rivelata un fantasma, un falso. E quelli che non l'hanno capito in tempo, che consideravano la Russia solo come fonte di guadagno e che hanno pianificato di vivere principalmente all'estero, hanno perso molto: lì sono stati semplicemente derubati, gli sono stati sottratti anche i soldi guadagnati legalmente.

Una volta, per scherzo - molti di voi lo ricorderanno - rivolgendomi agli uomini d'affari russi, dissi: vi stancherete di ingoiare polvere, correndo nei tribunali e negli uffici dei funzionari occidentali per salvare i vostri soldi. Ed è proprio così che è andata.

Ora aggiungerò una cosa molto importante - semplice, ma molto importante: credetemi, nessuno dei comuni cittadini del paese ha provato pietà per chi ha perso i suoi capitali nelle banche straniere, nessuno ha provato pietà per chi ha perso yacht, palazzi all'estero e così via, e nelle conversazioni in cucina la gente si è sicuramente ricordata anche della privatizzazione degli anni ‘90 quando sono state svendute le aziende create grazie al lavoro di tutto il paese, si è ricordata anche del lusso esibito ed ostentato dalle cosiddette “nuove élites”.

Cos'altro è di fondamentale importanza? Tutti gli anni successivi alla caduta dell'Unione Sovietica, l'Occidente non ha mai smesso di cercare di incendiare gli Stati post-sovietici e, cosa più importante, di porre definitivamente fine alla Russia come la più grande parte sopravvissuta del nostro spazio statale storico. Hanno incoraggiato e aizzato i terroristi internazionali contro di noi, hanno provocato conflitti regionali lungo il perimetro dei nostri confini, ignorato i nostri interessi e utilizzato mezzi di deterrenza e repressione economica.

E le grandi imprese russe – perché sto dicendo tutto questo - sono responsabili del funzionamento di imprese strategiche, di migliaia di dipendenti e determinano la situazione sociale ed economica di molte regioni, il che significa quanto segue: i dirigenti e i proprietari di tali imprese si trovano a dipendere da governi che perseguono politiche non amichevoli nei confronti della Russia costituendo una grande minaccia per noi, un pericolo - un pericolo per il nostro Paese. Una situazione del genere non può essere tollerata.

Sì, ognuno ha possibilità di scegliere: c’è chi preferisce vivere il resto della vita in una villa sequestrata e con i conti bloccati, chi cerca di trovare un posto in un'attraente capitale occidentale o in un resort o in un altro posticino al caldo all'estero - questo è il diritto di qualsiasi persona e noi non lo tocchiamo nemmeno.

Ma è ora di rendersi conto che, per l'Occidente, queste persone erano e rimarranno estranei di “seconda categoria” con le quali si può fare qualsiasi cosa, e il denaro, le connessioni e i titoli nobiliari acquistati di conte, pari o sindaco non saranno di alcun aiuto. Devono capire che lì sono di serie B.

Però c'è anche un'altra scelta: rimanere nella propria Patria, lavorare per i connazionali, non solo creare nuove imprese, ma anche cambiare la vita intorno a se stessi, nelle città, nei villaggi, nel proprio paese. E di tali imprenditori, di tali veri combattenti nel mondo degli affari ne abbiamo molti, sono loro che hanno in mano il futuro del business nazionale. Tutti devono capire che le fonti del benessere e il futuro devono essere solo qui, nel loro paese natale, in Russia.

E allora noi davvero creeremo un'economia solida e autosufficiente, che non si chiuda al mondo, ma sfrutti tutti i suoi vantaggi competitivi.

I capitali russi, i soldi ricavati qui, devono lavorare per il paese, per il suo sviluppo nazionale. Oggi abbiamo grandi prospettive nello sviluppo delle infrastrutture, dell’industria manifatturiera, del turismo interno e in molti altri settori.

Voglio che chi si è imbattuto nelle abitudini lupesche dell'Occidente mi ascolti: cercare di andare in giro con la mano tesa, di strisciare, di elemosinare il proprio denaro, è insensato e, soprattutto, non serve a nulla, soprattutto ora che sapete bene con chi avete a che fare. Non ha senso aggrapparsi al passato, cercando di ottenere qualcosa in tribunale, di elemosinare denaro. Dovete ricostruire la vostra vita e il vostro lavoro, tanto più che siete persone forti, parlo al nostro mondo imprenditoriale, conosco molti di loro personalmente e da molti anni - che ha superato una difficile scuola di vita.

Lanciate nuovi progetti, guadagnate, investite in Russia, investite in aziende e posti di lavoro, aiutate le scuole e le università, la scienza e la sanità, la cultura, lo sport. È proprio così che moltiplicherete i vostri capitati e vi meriterete il riconoscimento, la gratitudine della gente per una generazione a venire, e lo Stato e la società vi sosterranno sicuramente.

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La Russia è un Paese aperto e allo stesso tempo una civiltà particolare. Non c'è alcuna pretesa di esclusività e superiorità in questa affermazione, ma questa civiltà è nostra - questa è la cosa principale. Ci è stata tramandata dai nostri antenati e noi dobbiamo preservarla e trasmetterla ai nostri discendenti.

Svilupperemo la cooperazione con gli amici, con tutti coloro che sono pronti a lavorare insieme a noi, impareremo tutto il meglio, ma faremo affidamento principalmente sul nostro potenziale, sull'energia creativa della società russa, sulle nostre tradizioni e valori.

E qui voglio parlare del carattere del nostro popolo: è sempre stato caratterizzato da generosità, vastità d'animo, misericordia e compassione, e la Russia come paese riflette pienamente tutti questi tratti. Sappiamo essere amici, mantenere la parola data, non deludiamo nessuno e offriamo sempre il nostro sostegno nelle situazioni complicate, andiamo in aiuto senza esitazione di chi è in difficoltà.

Tutti ricordano come, durante la pandemia, abbiamo fornito — sostanzialmente, per primi - supporto ad alcuni paesi europei, compresa l'Italia, ad altri Stati, nelle settimane più difficili dell’esplosione del Covid. Non dimentichiamoci neanche dell’aiuto che stiamo offrendo a seguito del terremoto in Siria e in Turchia.

Il popolo russo è il fondamento della sovranità del Paese e la fonte del potere. I diritti e le libertà dei nostri cittadini sono inviolabili, sono garantiti dalla Costituzione e, nonostante le sfide e le minacce esterne, non derogheremo.

In relazione a ciò, voglio sottolineare che sia le elezioni degli organi di potere locali e regionali nel settembre di quest'anno, che le elezioni presidenziali del 2024, si terranno in stretta conformità con la legge, nel rispetto di tutte le procedure democratiche e costituzionali.

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All'inizio di febbraio di quest'anno c'è stata una dichiarazione dell'Alleanza Nord Atlantica con la richiesta di fatto alla Russia di tornare a rispettare il Trattato per la riduzione delle armi strategiche, consentendo anche ispezioni alle nostre strutture di difesa nucleare. Ma non so nemmeno come chiamarlo. È il teatro dell'assurdo.

Ci è ben noto che l'Occidente è direttamente coinvolto nei tentativi del regime di Kiev di colpire le basi della nostra aviazione strategica. I droni utilizzati a questo scopo sono stati equipaggiati e modernizzati con l'assistenza degli specialisti della NATO. E ora vogliono ispezionare anche le nostre strutture di difesa?

Nelle condizioni attuali dell’odierna contrapposizione, questa è semplicemente un’assurdità.

Inoltre, vi faccio notare che a noi non è permesso di effettuare ispezioni complete nell’ambito di questo Accordo. Le nostre ripetute richieste di ispezione di alcuni siti rimangono senza risposta o respinte per motivi formali, e noi non possiamo verificare nulla dall'altra parte.

Voglio sottolineare che gli Stati Uniti e la NATO affermano apertamente che il loro obiettivo è quello di infliggere una sconfitta strategica alla Russia.

E poi, come se niente fosse, vogliono visitare in lungo e in largo le nostre strutture di difesa, comprese quelle più recenti? Una settimana fa, ad esempio, ho firmato un decreto per mettere in allerta i nuovi sistemi strategici terrestri. E pure lì loro vorrebbero ficcare il naso? Pensano che noi li lasceremmo entrare semplicemente così?

Con la sua dichiarazione collettiva, la NATO si è effettivamente candidata come parte del Trattato di riduzione delle armi strategiche. Siamo d'accordo, prego. Non solo, pensiamo che da un pezzo fosse ora di formulare così la questione, perché nella NATO, permettetemi di ricordarvelo, c’è più di una potenza nucleare, oltre agli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia hanno arsenali nucleari che vengono perfezionati, sviluppati e anch’essi sono diretti contro di noi, contro la Russia. Le ultime dichiarazioni dei loro leader non fanno che confermarlo - ascoltate. Noi non possiamo ignorare questo fatto, non ne abbiamo il diritto, soprattutto oggi, così come il fatto che il primo Trattato sulle Armi Offensive Strategiche è stato firmato dall'Unione Sovietica e dagli Stati Uniti nel 1991 in una situazione fondamentalmente diversa: in condizioni di riduzione della tensione e rafforzamento della fiducia reciproca. In seguito, le nostre relazioni sono giunte a un livello in cui la Russia e gli Stati Uniti hanno dichiarato di non considerarsi più avversari. Perfetto, tutto era davvero perfetto.

L'attuale Trattato del 2010 contiene disposizioni importantissime sull'indivisibilità della sicurezza, sull’interrelazione diretta delle questioni delle armi strategiche offensive e difensive. Tutto ciò è da tempo dimenticato, gli Stati Uniti si sono ritirati dal Trattato sulla Difesa Missilistica (ABM), e come sapete, tutto oramai appartiene al passato.

Le nostre relazioni, è molto importante dirlo, si sono degradate, e questo è interamente "merito" degli Stati Uniti.

Proprio loro, sono stati proprio loro che dopo il crollo dell'Unione Sovietica, hanno cominciato a rivedere i risultati della Seconda Guerra Mondiale, a costruire un mondo all'americana, in cui c'è un solo un padrone, un solo “signore”. A questo scopo, loro hanno iniziato a distruggere rozzamente tutte le fondamenta dell'ordine mondiale, poste dopo la Seconda Guerra Mondiale, al fine di cancellare l'eredità sia di Jalta che di Potsdam. Passo dopo passo, hanno iniziato a rivedere l'ordine mondiale esistente, a smantellare i sistemi di sicurezza e del controllo sugli armamenti, hanno pianificato e condotto un'intera serie di guerre in tutto il mondo.

E tutto ciò, lo ripeto, con un unico obiettivo: rompere l'architettura delle relazioni internazionali creata dopo la Seconda Guerra Mondiale. Questa non è una figura retorica: è cosi che succede nella vita, dopo la disintegrazione dell'URSS, hanno cercato di decretare per sempre il proprio dominio globale, senza tener conto degli interessi della Russia contemporanea e neanche degli interessi di altri paesi.

Naturalmente la situazione nel mondo dopo il 1945 è cambiata. Si sono formati nuovi centri di sviluppo e influenza che evolvono rapidamente. Si tratta di un processo naturale e oggettivo che non può essere ignorato.

Ma è inaccettabile che gli Stati Uniti abbiano iniziato a rimodellare l'ordine mondiale solo per se stessi, esclusivamente nel proprio egoistico interesse.

Ora, attraverso i rappresentanti della NATO, stanno dando segnali, e di fatto danno un ultimatum: voi , Russia, eseguite alla lettera ciò che abbiamo concordato, compreso il Trattato START, noi invece facciamo quello che ci pare.

Dicono che non c'è alcun collegamento tra la questione dello START e, ad esempio, il conflitto in Ucraina e altre azioni ostili dell'Occidente contro il nostro Paese, e non ci sono dichiarazioni eclatanti sul fatto che vogliono infliggerci una sconfitta strategica.

Questo è l'apice dell'ipocrisia e del cinismo, o l'apice della stupidità, però non possiamo chiamarli idioti: non sono mica stupidi. Vogliono infliggerci una sconfitta strategica e vogliono ficcare il naso nei nostri impianti nucleari.

In relazione a ciò, sono costretto ad annunciare oggi che la Russia sospende la sua partecipazione al Trattato sulle Armi Strategiche Offensive. Ripeto, la Russia non si ritira dal Trattato, ma sospende la sua partecipazione.

Ma prima di tornare a discutere di tale questione, dobbiamo capire cosa pretendono i Paesi dell'Alleanza Nord Atlantica, come Francia e Regno Unito, e come prendere in considerazione i loro arsenali strategici, cioè la capacità di attacco combinato dell'alleanza.

Ora con la loro dichiarazione hanno sostanzialmente fatto una domanda di partecipazione a questo processo. E va bene, non siamo contrari. Però non serve cercare di nuovo di dire menzogne a tutti, non serve farsi passare per difensori della pace e della distensione. Conosciamo bene cosa c’è dietro: sappiamo per filo e per segno che i periodi di validità della garanzia per l'uso in combattimento di alcuni tipi di armi nucleari degli Stati Uniti stanno scadendo.

E a questo proposito, lo sappiamo per certo, alcuni politici a Washington stanno già pensando alla possibilità di test delle loro armi nucleari, anche tenendo conto del fatto che gli Stati Uniti stanno sviluppando nuovi tipi di munizioni nucleari. Queste informazioni ci sono note.

In questa situazione, il Ministero della Difesa russo e “Rosatom” devono essere pronti per testare le armi nucleari russe. Certo, non lo faremo per primi, ma se gli Stati Uniti faranno i test, allora li faremo anche noi. Nessuno deve farsi la pericolosa illusione che la parità strategica globale possa essere distrutta.


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