“Dèdicati interamente a esse” (1 Tim. 4:15)

“Dèdicati interamente a esse” (1 Tim. 4:15)

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David Schafer

Quali erano le cose a cui Timoteo avrebbe dovuto dedicarsi e su cui avrebbe dovuto meditare, come gli consigliò Paolo? E cosa significa per noi oggi rendere il nostro progresso visibile a tutti? Prendiamo la Bibbia in 1 Timoteo capitolo 4 e analizziamo insieme il contesto. Leggiamo l’ultima parte di questo capitolo. 1 Timoteo capitolo 4, dal versetto 11 dice: “Continua a dare queste istruzioni e a insegnarle. Nessuno disprezzi la tua giovane età. Diventa piuttosto un esempio per i fedeli nel parlare, nel comportamento, nell’amore, nella fede, nella castità. Finché non sarò arrivato, continua ad applicarti alla lettura pubblica, all’esortazione, all’insegnamento. Non trascurare il dono che è in te e che ti fu dato mediante una profezia quando il corpo degli anziani pose le mani su di te. [E notate] Medita su queste cose; dèdicati interamente a esse, affinché il tuo progresso sia chiaramente visibile a tutti. Presta costante attenzione a te stesso e al tuo insegnamento. Persevera in queste cose, perché così facendo salverai te stesso e quelli che ti ascoltano”. Notate che al versetto 15 dice “dèdicati interamente”, che è anche stato tradotto “sii assorto”. “Assorto” dal verbo assorbire. Facciamo un esempio. Se buttiamo una cipolla intera dentro una minestra ma poi la togliamo poco dopo, sarà ancora una cipolla. Il gusto della minestra non sarà cambiato molto. Se invece tagliamo la cipolla, la buttiamo nella minestra e la lasciamo cuocere per ore, allora la cipolla viene completamente assorbita dalla minestra. Diventa praticamente un tutt’uno con la minestra. Se ci dedichiamo interamente a qualcosa veniamo assorbiti da quella cosa. Il termine greco reso “dèdicati interamente” alla lettera significa “sii in queste cose”. È stato anche tradotto “datti interamente ad esse”. Quindi cosa rappresenta la minestra da cui, per così dire, dobbiamo farci assorbire? Il versetto 12 dice di essere un esempio nel parlare, nel comportamento, nell’amore, nella fede, nella castità. Perciò chiediamoci: “Queste qualità e questi modi di agire fanno parte di me?” Come rendiamo il nostro progresso visibile a tutti, per esempio nel modo in cui parliamo? Qui non ci si sta riferendo all’incarico di pronunciare discorsi. Quando Timoteo ricevette questa lettera da Paolo era già un sorvegliante da più di 10 anni ed era conosciuto da molti. Ma il suo progresso sarebbe stato visibile chiaramente perché era leale e perché il suo modo di parlare rifletteva il suo amore e la sua fede. E a proposito del modo in cui parliamo, prendiamo Giacomo capitolo 1. Giacomo ci aiuta a capire fino a che punto il modo in cui noi parliamo influisce sulla nostra adorazione. Giacomo 1:26 dice: “Se qualcuno pensa di adorare Dio ma non tiene a freno la lingua, sta ingannando il proprio cuore, [e notate qui il punto] e la sua adorazione è inutile”. Un’altra traduzione diceva: “La religione di quel tale è vana”. Questo infatti è uno dei passi che ha fatto giungere i nostri fratelli alla conclusione che c’è una chiara differenza tra la vera religione e la falsa religione. Non mostriamo l’atteggiamento che c’è nella falsa religione. Non facciamoci ingannare dall’idea che, finché facciamo qualcosa di buono, a Dio non interessa se diciamo cose poco gentili o non vere. No, noi teniamo a freno la lingua. E l’espressione ‘tenere a freno la lingua’ ci ricorda l’esempio dei cavalli che Giacomo fece al capitolo 3 versetto 3. Tenere a freno la lingua non significa non parlare mai, proprio come mettere un freno in bocca a un cavallo non significa non cavalcarlo mai. No, un cavallo ha un grande valore, è forte, bellissimo e può essere molto di aiuto se addestrato. Quindi usiamo il dono della parola, ma controlliamo quello che diciamo in modo che le nostre parole abbiano l’effetto desiderato, l’effetto che desidera Geova. Il modo in cui parliamo rivela se siamo maturati dal punto di vista spirituale. Probabilmente non serviamo in una congregazione come quella di Efeso dove Paolo chiese a Timoteo di continuare a respingere “false storie”, “ingannevoli affermazioni ispirate e insegnamenti di demòni”. Comunque possiamo dare un grande esempio con il modo in cui parliamo. Siamo a contatto con molte persone qui alla Betel e in congregazione. Salmo 133 dice che la benedizione di Geova è sui fratelli che “dimorano insieme in unità”. 1 Pietro 4:14 dice che lo spirito di Geova “riposa” sulla congregazione. Quindi Geova ci benedice quando collaboriamo insieme. Nessun essere umano ha tutte le qualità necessarie per completare un progetto da solo. E quando siamo insieme agli altri parliamo, parliamo di come portare a termine un progetto, cerchiamo di capire se le cose sono state organizzate bene, se finora è stato fatto tutto come si deve, se è stata seguita ogni istruzione al riguardo, se quello che stiamo facendo si sta dimostrando davvero utile. Le conclusioni a cui si arriva dopo aver fatto queste valutazioni potrebbero avere un profondo effetto sui sentimenti dei fratelli che hanno dedicato molte ore a quel progetto. Ma cosa succede se un fratello non condivide il modo in cui noi abbiamo fatto qualcosa? Se ci fa notare un problema ma la soluzione che propone è peggiore del problema stesso? Smetteremo forse di ascoltare il fratello o di rispettarlo? Oppure lo ringrazieremo per averci fatto notare che c’è qualcosa che non va e continueremo insieme a cercare una soluzione? Quali saranno le parole che sceglieremo di usare? Questa potrebbe essere un’ottima opportunità da cogliere per ‘diventare un esempio per i fedeli nel parlare’. Avete mai notato che alcuni sono bravissimi a dimostrare la loro gratitudine e a esprimere parole di lode anche quando stanno dando dei consigli? E non si tratta di una semplice formula da seguire, come una lista di cose da spuntare. Lode, consiglio e poi ancora lode. Sono parole autentiche. Per questi fratelli lodare è normale e lo fanno sempre. Danno consigli solo quando è necessario perché tengono agli altri e si sono presi il tempo per cercare di capire la situazione. Alcuni anziani, anche in situazioni delicate, sanno creare un’atmosfera distesa, far ridere tutti e se serve dare un consiglio onesto ma senza ferire nessuno. È un’arte. Ma non commettiamo mai l’errore di pensare che sia un dono di natura. No, questo è progresso spirituale. Molti qui alla Betel hanno sviluppato questa capacità e li apprezziamo tanto per questo. Diventa un esempio per i fedeli nel parlare. Ma Paolo menziona anche il comportamento e la castità. È meraviglioso essere circondati da persone che sono felici di seguire le alte norme morali di Geova. E 1 Timoteo 4:12 incoraggia anche a diventare un esempio “nell’amore”. Se Timoteo fosse stato freddo o poco gentile con i fratelli non avrebbe forse vanificato tutte le cose buone che aveva fatto come insegnante e come anziano? L’apostolo Paolo disse anche di diventare un esempio per i fedeli nella fede. La nostra fede è evidente dal modo in cui riusciamo a vedere la mano di Geova nella nostra vita, da come ci sostiene e ci benedice in quello che facciamo. Com’è possibile portare avanti il progetto di Ramapo in lockdown? Come facciamo a girare dei video se solo poche persone possono stare insieme? Come possiamo fare discepoli se dobbiamo mantenere almeno un metro di distanza dagli altri? Ma cosa è successo invece? A Ramapo siamo in anticipo, JW Broadcasting si è dimostrato più utile che mai, alle nostre adunanze assistono più persone rispetto a prima e migliaia di nuovi discepoli si battezzano ogni settimana. Perché? Perché “a Dio ogni cosa è possibile”, noi dobbiamo avere fede in lui. Diventa un esempio per i fedeli nel parlare, nel comportamento, nell’amore, nella fede, nella castità. La nostra minestra, per così dire. Medita su queste cose, dèdicati interamente a esse, e in questo modo il tuo progresso sarà chiaramente visibile a tutti.

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