Cosa vi renderà speciali?

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Trent Lippold

Era un uomo forte. Sconfisse gli uomini valorosi degli eserciti nemici. Abbatté un gigante, uccise perfino un leone. E il suo nome non era Davide. E allora chi era? Per favore, aprite la vostra Bibbia nel libro di 1 Cronache al capitolo 11. 1 Cronache 11:22: “Benaia [Benaia], figlio di Ieoiada, era un uomo coraggioso che compì molte imprese a Cabzeel. Uccise i due figli di Ariel di Moab, e in un giorno di neve scese in una cisterna e ammazzò un leone”. Versetto 23: “Uccise pure un egiziano di statura straordinaria, alto 5 cubiti. Anche se l’egiziano era armato di una lancia simile al subbio dei tessitori, lui lo affrontò con un bastone, gli strappò la lancia di mano e con quella lo uccise”. Quindi parliamo di Benaia. Guardate quante cose belle su di lui abbiamo imparato da questi versetti, quante belle qualità aveva quest’uomo. Il versetto 22 ci dice che “era un uomo coraggioso” e poi aggiunge “che compì molte imprese a Cabzeel”. Cabzeel. Beh, questa era una piccola città situata vicino al confine meridionale di Giuda. Confinava con Edom, nel bel mezzo del nulla. Comunque, è lì che lavorava Benaia. Ed era felice di stare lì. Forse era nato in quella città o forse era il luogo a cui era stato assegnato. Comunque sia, per quanto sperduta fosse Cabzeel, è lì che si trovava ora. E dal racconto sappiamo che compì molte imprese coraggiose in quella piccola città. Uccise un leone, fu coraggioso. Ma avete notato che per di più ‘scese in una cisterna e uccise un leone’. Quanto coraggio! Se scendi in una cisterna con dentro un leone, solo uno ne viene fuori, e in questo caso fu Benaia. E poi quando scese in quella cisterna stava nevicando. Non aspettò che uscisse il sole. Quello era il momento giusto, agì anche se le condizioni erano sfavorevoli. Benaia scese giù e uccise il leone. E al versetto 23 notiamo altre sue belle qualità. Abbatté “un egiziano di statura straordinaria” e poi, “anche se l’egiziano era armato di una lancia simile al subbio dei tessitori, lui lo affrontò con un bastone”, solo con un bastone. Non aveva l’attrezzatura adeguata, ma aveva coraggio, dedizione, era adattabile. - E notate anche questo. - Cosa fece? Qui dice che ‘affrontò l’egiziano con un bastone, gli strappò la lancia di mano e con quella lo uccise’. Coraggio, dedizione, adattabilità, spirito di iniziativa. Tutte qualità preziose, di immenso valore. Sono queste le qualità che rendevano speciale Benaia? Non del tutto. C’era una qualità che le superava tutte, stiamo parlando della lealtà, un forte attaccamento a Geova che prescinde dalle circostanze. È questo quello che emerge dalla Bibbia su Benaia, una profonda lealtà a Geova. Attenzione però, potrebbe esserci un pericolo. La linea di demarcazione che separa la lealtà a Geova dalla lealtà a sé stessi non è sempre evidente. Può essere offuscata dalla nostra imperfezione e dalla tendenza innata all’egoismo. La differenza tra la lealtà a Geova e la lealtà a sé stessi può essere molto difficile da identificare, perché la lealtà a sé stessi può rimanere latente, ma quando le nostre circostanze cambiano, a quel punto potrebbe manifestarsi. E l’esempio di Benaia e dei suoi contemporanei ci aiuta a capire bene dove sta la differenza tra l’essere leali a Geova e l’essere leali a sé stessi. Pensiamo a Benaia. Quella in cui visse era un’epoca turbolenta. Davide e i suoi uomini valorosi erano in fuga e fra questi c’era probabilmente anche Benaia. Questi uomini avevano combattuto fianco a fianco insieme a Davide, erano come fratelli. La loro lealtà a Davide era forte, incrollabile e non ci sono dubbi che fossero leali anche a Geova. Tra tutti questi uomini valorosi che erano al fianco di Davide c’erano anche tre fratelli. Sono menzionati ai versetti 20 e 26: Gioab, Abisai e Asael. Vediamo un po’ come si comportarono questi uomini quando cambiarono le loro circostanze, quando morì il re Saul e al suo posto Davide divenne re. Le cose erano cambiate, ora le circostanze erano diverse e anche il modo in cui agirono questi uomini fu diverso. Notate il contrasto tra Gioab e Benaia. Che cosa fece Gioab? Gioab fu un opportunista, si approfittò delle nuove circostanze, la lealtà a sé stesso oscurò la sua lealtà verso Geova. E il suo egoismo lo spinse a fare qualcosa che non aveva il diritto di fare. Uccise Abner nonostante Davide avesse concluso un patto con lui. Prese una decisione che non gli spettava. Ma perché? Perché voleva prendere il posto di Abner. Le sue ambizioni personali presero il sopravvento e oscurarono la sua lealtà a Geova. Gioab era un uomo coraggioso, aveva spirito di iniziativa, era adattabile. Qualità eccezionali, ma quando manca la lealtà, il profondo attaccamento a Geova, queste qualità perdono di significato. Cosa fece invece Benaia in queste stesse circostanze? Lui non si immischiò in questi intrighi come fecero Gioab e i suoi fratelli. Benaia fu leale a Geova e fu leale all’uomo che Geova aveva scelto di ungere come re, Davide. Notate quello che dicono i versetti 24 e 25, 24 e 25: “Queste furono le imprese di Benaia, figlio di Ieoiada, che si fece una reputazione simile a quella dei tre valorosi guerrieri. Benché si fosse distinto anche più dei trenta, non raggiunse il rango [o la posizione] dei tre. Davide, comunque, lo mise a capo della propria guardia del corpo”. Anche se era nelle stesse circostanze in cui era Gioab, il forte attaccamento che Benaia aveva per Geova, la sua profonda lealtà a Geova, fecero la differenza e lo salvaguardarono. Che cosa vide il re Davide in Benaia? Vide in lui qualcosa che lo distingueva da tutti gli altri, cioè una forte, una profonda lealtà verso Geova. Ecco perché, come diceva il versetto 25, “Davide, comunque, lo mise a capo della propria guardia del corpo”. Davide sapeva che poteva dare questo incarico solamente a una persona molto fidata. Capo della propria guardia del corpo. Se questa persona fosse stata leale a Geova sarebbe stata leale anche a lui. Ecco quello che Davide vide in Benaia. Decenni più tardi le cose cambiarono ancora. Il re Davide muore e Salomone diventa re. Le circostanze cambiarono. Benaia avrebbe approfittato della situazione? No, fece quello che aveva sempre fatto, dimostrò di essere profondamente leale a Geova. E quando Salomone fu incoronato quale re ricompensò Benaia. Il figlio di Davide, Salomone, l’unto di Geova, ricompensò Benaia per la sua lealtà. Prendete per favore Proverbi 19:22. Vedete, Salomone sapeva bene cos’è la lealtà, era il figlio del re Davide. E guardate cosa scrisse riguardo alla lealtà in Proverbi 19:22: “Ciò che rende gradito un uomo è il suo amore leale”. La lealtà, è questo quello che Geova cerca in ognuno di noi. Quindi Benaia era di certo un uomo valoroso e aveva tante bellissime qualità. Ma erano queste a renderlo speciale? Non del tutto. Era la sua forte, la sua profonda lealtà a Geova che più di tutto lo rendeva speciale. E dato che questa era la sua caratteristica più importante, anche tutte le altre qualità diventavano speciali. Quindi continuate a rafforzare la vostra lealtà a Geova ogni giorno con lo studio e la preghiera, sfruttate quello che avete imparato qui. Usate quello che avete imparato per rafforzare la vostra lealtà a Geova. È questo quello che fece Benaia. Pensate alla sua educazione. Era il figlio di Ieoiada e come ricorderete, Ieoiada era uno dei capi sacerdoti leviti d’Israele. Benaia era cresciuto maneggiando rotoli, non spade. Era questa l’educazione che Benaia aveva ricevuto. Quindi, proprio come Benaia, impegnatevi nei vostri incarichi a prescindere dalla posizione. La lealtà non viene messa alla prova quando le cose ci vanno bene, ma piuttosto quando sorgono delle difficoltà. Perciò state attenti quando cambiano le circostanze. Proteggete il vostro cuore. Cari studenti, in questi 5 mesi abbiamo visto le vostre bellissime qualità. Ma fate in modo che sia la vostra lealtà, la vostra profonda lealtà a Geova a rendervi speciali.

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