Cosa intende Kulusevski?

Cosa intende Kulusevski?

Matteo Bleve

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Dejan Kulusevski ha rilasciato dichiarazioni piuttosto particolari dal ritiro svedese. Faccio qui un ragionamento insieme a voi. 

Dopo il passaggio al Tottenham nell’ultima finestra di mercato, Dejan sembra aver ritrovato finalmente continuità di prestazione dopo un primo periodo “di ambientamento”. Parliamo qui non solo di un accumulo di minutaggio e di presenze, ma anche di partecipazione attiva sotto il profilo tecnico, come confermano 2 goal e 4 assist in 9 partite, e sotto il lato fisico, viste la sempre maggior qualità e quantità atletica che sta mettendo a disposizione nelle ultime uscite, come ad esempio certificano i recuperi degli ultimi 3 match (6 vs West Ham, 7 vs Brighton, 8 vs Everton).

Rapportando questi semplici dati al rendimento offerto alla corte di Allegri, ecco che le sue parole assumono una rilevanza particolare in relazione alla Juventus e per chi, come me, osserva dall’esterno il mondo del calcio bianconero.

"Alla Juventus è stato frustrante. Non avevo ritmo, giocavo una partita al mese e sempre in una posizione nuova. Il mio corpo non si sentiva bene, non mi sentivo fisicamente forte. A Londra gli allenamenti e il rapporto con il tecnico sono migliori". 

Ho più volte personalmente sottolineato come la performance atletica dei componenti della rosa della Juventus avesse qualche problema. A partire dall’osservazione della semplice corsa, la mia impressione è sempre stata quella di uno stato fisico di pesantezza, poco reattivo, che non permette di strappare davvero la partita e di mantenere grandi intensità sui 90’. 

Negli ultimi tempi, i metodi di lavoro nell’area della preparazione atletica in casa Juventus sono sotto la lente d’ingrandimento considerata la drammatica situazione legata agli infortuni muscolari (https://www.antoniocorsa.it/infortuni-muscolari-juve-abbiamo-un-problema/). Anche per questo le dichiarazioni di Kulusevski assumono un certo rilievo. 

Dejan ci parla di un corpo stanco, senza forze, che non si sentiva bene. Sono tutte sensazioni fisiche riconducibili ad uno stato di over-stress, metabolico e neurale, per il quale il corpo semplicemente non risponde con la stessa qualità e prontezza richiesta dall’atleta. È una situazione che, nel caso dello svedese, risulta essere slegata dall’eccessiva titolarità, dato che lui stesso conferma “giocavo una partita al mese, ma..” e che, dunque, potrebbe essere ricollegabile a quelle metodiche di lavoro eccessivamente pesanti utilizzate nei campi della Continassa. 

Ogni carico fisico produce stress che ha bisogno di essere digerito e smaltito dall’organismo per consentire di massimizzare la prestazione. Ciò avviene attraverso un preciso bilanciamento dei carichi di lavoro e attraverso tempi e modalità di recupero, individualizzate e puntuali. Attraverso una grande programmazione e le valutazioni dello stato fisico del calciatore si riesce a raggiungere l’efficienza, in caso contrario, ecco che subentra accumulo di fatica e conseguente calo prestazionale, sia tecnico che atletico, con il rischio di sfociare nel tempo nella condizione di over-reaching e, nel peggiore dei casi, over-training.

Che Dejan abbia solo riversato parole al veleno verso il suo ex club in seguito alla brutta chiusura di gennaio?

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