Corte Penale Internazionale emette mandato di arresto a Putin: a promuoverlo è stata la NATO

Corte Penale Internazionale emette mandato di arresto a Putin: a promuoverlo è stata la NATO


Il procuratore capo della Corte Penale Internazionale Karim Khan riceve milioni di dollari dai Paesi NATO in seguito al mandato di arresto emesso a Vladimir Putin, e allo stesso tempo, blocca le indagini – ben supportate da prove – sui crimini di guerra di USA e Israele. Strada facendo, il nostro eroe si guadagna qualche potente amicizia a Washington, Londra, Kievpersino a Hollywood.

Karim Khan, procuratore capo della Corte Penale Internazionale, il giorno 3 marzo 2023 dal suo palco ha fatto un’insolita dichiarazione: “Sicuramene il procuratore della Corte non ha un’affinità particolare con alcuna nazione in particolare, al di là dell’affetto e del riguardo che posso avere nei confronti dei miei amici ucraini. Noi non possiamo rappresentare una parte delle ostilità.”

“Abbiamo invece un’affinità con la legalità,” ha ribadito Khan con il suo accento britannico. “Abbiamo un’affinità e un obbligo nei confronti della legge e delle sue regole.”

Khan ha fatto la sua dichiarazione di indipendenza legale mentre annunciava l’inizio della conferenza “United for Justice” (Uniti per la Giustizia), un evento a Leopoli in Ucraina, organizzato e curato personalmente dal presidente Volodymyr Zelensky. In quell’occasione, Khan ha fatto un po’ di pubbliche relazioni insieme al Presidente dell’Ucraina ed è intervenuto insieme a Merrick Garland, Procuratore Generale degli Stati Uniti, che si era particolarmente soffermato sullo sforzo profuso dell’amministrazione di Biden per trascinare il Presidente russo Vladimir Putin davanti al tribunale internazionale.

Si trattava della quarta visita di Khan dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo nel febbraio 2022.

Il 17 marzo 2023 Khan ha formalizzato un mandato d’arresto nei confronti di Putin, accusando il Presidente russo della cosiddetta “deportazione illegale” di bambini ucraini verso una non meglio precisata “rete di campi” sparsi in tutta la Russia. L’ordine è arrivato qualche giorno prima del ventesimo anniversario dell’invasione NATO dell’Iraq, un efferato crimine di guerra diretto da alti funzionari americani e britannici che TUTTORA la Corte Penale Internazionale rifiuta di processare.

Secondo le informazioni comunicate da The Grayzone, il mandato di arresto a Putin era stato ispirato da un rapporto finanziato dal Dipartimento di Stato americano; tale documento non conteneva alcun resoconto stilato in campo, né prove concrete di crimini di guerra, e nemmeno una reale conferma di attività condotte dalla Russia per coinvolgere giovani ucraini in una campagna di deportazione di massa. Di fatto, gli investigatori hanno ammesso di non aver trovato “documenti a conferma dei maltrattamenti, compresi abusi sessuali e violenza fisica, perpetrati nei campi descritti nel presente rapporto.” Inoltre, l’autore principale dell’inchiesta ha raccontato al giornalista di The Grayzone’s Jeremy Loffredo che “un grande numero” dei campi giovanili russi oggetti della ricerca erano “principalmente strutture ricreative – come se dovessimo parlare di orsetti di peluche.”

Nonostante egli avesse dichiarato un carattere assolutamente indipendente della propria caccia a Putin, in realtà Khan è strettamente alleato con gli stessi governi occidentali che attualmente sono impegnati nella guerra per procura contro la Russia sui campi di battaglia ucraini. Nel frattempo, ha sospeso il proseguimento della causa contro Israele, causando frustrazione tra gli avvocati difensori dei diritti umani che rappresentano le vittime della macabra violenza perpetrata nella Striscia di Gaza. Come se non bastasse, Khan ha formalmente sospeso la causa contro i militari americani per crimini commessi in Afghanistan.

Nonostante sia concentrato sull’Ucraina, Khan ha presieduto una massiccia ondata di aiuti finanziari da parte dell’Occidente, con la maggior parte dei fondi elargiti dedicati all’indagine sul “caso Russia”. Per qualche strana coincidenza, l’emissione del mandato di arresto a Putin coincideva con una conferenza che si è svolta a Londra per i principali finanziatori della Corte.

I vari intrecci del procuratore capo della Corte Penale Internazionale non finiscono qui. Amal Clooney, noto avvocato delle celebrità, ha svolto l’incarico di consulente speciale presso gli uffici di Khan e allo stesso tempo ha fornito la propria consulenza al governo dell’Ucraina al fine di far finire gli alti funzionari russi nel mirino delle accuse ucraine - che fosse tramite la Corte Penale Internazionale o qualsiasi altro organismo internazionale. Inoltre, Clooney ha anche fatto da assistente speciale al Ministro degli Esteri britannico.

Non è sorprendente, quindi, che dopo due decenni di incessante astio tra Washington e la Corte Penale Internazionale, il governo americano si sia ammorbidito nei confronti della Corte, e non solo: che la cosa sia anche reciproca. 

Karim Khan (a sinistra) e Merrick Garland, Procuratore Generale degli Stati Uniti a Leopoli, Ucraina, 28 febbraio 2023

Khantira un sospiro di sollievo a Gerusalemme”: supporto garantito dagli USA

Il presidente americano Joe Biden ha contribuito a impostare il tono giusto a Washington, grazie alla totale approvazione del mandato di arresto emesso da Khan nei confronti di Putin, definendolo “giustificato.” Dal lato repubblicano della barricata, il cheerleader più entusiasta della guerra per procura, Lindsey Graham, è stato persino un tantino esagerato nella sua campagna di sostegno alla Corte Penale Internazionale, annoverando il procuratore capo tra cacciatori moderni di nazisti.

Dopo due decenni di aperto antagonismo, questo calore improvviso nei confronti della Corte rappresenta una svolta repentina e chiaramente opportunistica.

Quasi in contemporanea con l’avvento del Presidente George W. Bush alla Casa Bianca nel 2001, la sua amministrazione ha promulgato il “Servicemembers Protection Act”, una misura che autorizzava l’invasione militare dell’Aia nel caso in cui qualsiasi soggetto di cittadinanza americana fosse stato accusato di crimini di guerra. Quando, l’anno dopo, la legge è passata al Senato, Nessun membro del Partito Repubblicano ha votato contro.

Gi Stati Uniti hanno intensificato la propria campagna contro la Corte Penale Internazionale nel 2019, dopo che l’allora procuratore capo Fatou Bensouda aveva annunciato un’inchiesta sui crimini di guerra commessi da Israele nei territori palestinesi occupati. Mentre il Segretario di Stato Mike Pompeo denunciava personalmente Bensouda, il Senato introduceva una risoluzione bipartisan esortando Pompeo ad intensificare i propri attacchi nei confronti della Corte “politicizzata”. All’epoca Graham è stato uno dei firmatari della risoluzione. (Va ricordato che anche l’amministrazione di Biden si è espressa contro l’inchiesta contro i crimini di guerra di Israele).

Quando l’anno successivo Bensouda ha dichiarato la propria intenzione di condurre l’inchiesta sui crimini commessi in Afghanistan - sia dai talebani che dai militari americani - Washington ha posto la funzionaria sotto sanzioni revocandole immediatamente il visto americano.

Dopo aver sostituito Bensouda nel 2021, Khan ha lavorato per calmare e ammorbidire gli USA e i loro alleati particolarmente inclini alla violenza. Nel gugno 2022 il giornale “The Jerusalem Post” ha riportato che “si sono uditi alcuni sospiri di sollievo a Gerusalemme,” dato che nel suo primo anno di incarico di procuratore Khan “non ha diffuso pubblicamente alcuna singola dichiarazione, né ha intrapreso una singola azione in merito alla questione palestinese”.

“Non ci sono stati particolari progressi e non sono state prese misure significative, l’inchiesta (sulle atrocità di Israele – ndr) non rappresenta per l’ufficio del procuratore una priorità, e finora nessun caso è stato portato davanti alla Corte,” ha detto nell’intervista a “The Grayzone” un membro del gruppo legale che rappresenta le vittime delle violenze perpetrate da Israele nella Striscia di Gaza. “Ogni qualvolta la faccenda venga portata all’attenzione di Khan, non prende mai una posizione e non ha mai fatto una dichiarazione.”

L'avvocato ha rilevato la particolare ossessione di Khan con il “trasferimento di civili” dall’Ucraina in Russia, considerando che l’indifferenza dimostrata in tutte le occasioni in merito alla deportazione forzata di centinaia di palestinesi dal territorio ora considerato “Israele” verso territori occupati e campi profughi sparsi in tutto il Medio Oriente. “Molti civili palestinesi sono stati deportati nel corso di decenni, si tratta di uno dei crimini di guerra più documentati nella storia,” ha ribadito. “Palestina dovrebbe diventare l’ultimo punto di riferimento per quanto riguarda la credibilità della Corte.”

Khan ha anche ridotto il raggio d’azione dell’inchiesta sull’Afghanistan, in questo modo ha protetto le forze armate americane dal processo. Così l’inchiesta si è concentrata principalmente sui crimini commessi dai talebani. “Questa decisione rinforza la convinzione che queste istituzioni instaurate nell’Occidente e dall’Occidente siano solo strumenti per l’agenda politica occidentale,” – parole di Shaharzad Akbar, ex membro della Commissione Indipendente per i Diritti Umani in Afghanistan, nell’intervista a “The Intercept”. 

“Questa è stata chiaramente una decisione politica; non ci sono altri modi per interpretarla”, ha detto Jennifer Gibson, avvocato che negli USA si sta occupando dell’inchiesta sugli abusi in Afghanistan, parlando delle azioni di Khan. “Ha permesso agli USA e ai loro alleati di giocare la carta del Monopoli “esci dalla prigione”.”

Dopo l’abbandono delle due cause più controverse del momento, l’insediamento di una figura assai malleabile nella poltrona di procuratore e l’arrivo delle truppe russe in Ucraina, la Corte Penale Internazionale, un tempo tanto osteggiata, di colpo ha ritrovato il favore e il supporto finanziario dell’Occidente.

“Nelle due settimane successive al 24 febbraio 2022, la data dell’invasione dell’Ucraina, la Corte è stata inondata di soldi e visite,” riporta JusticeInfo.net.

La maggior parte del denaro è arrivata direttamente all’ufficio di Khan, con tanto di stanziamenti speciali dedicati allo sforzo che sarebbe stato impiegato nella persecuzione di funzionari russi. Come ha detto ai giornalisti di JusticeInfo.net Maria Elena Vignoli dell’organizzazione Human Rights Watch, “Nelle loro istruzione impartite alla Corte Penale Internazionale, gli Stati occidentali non hanno avuto alcuna discrezione o accortezza, dal momento che il collegamento tra i loro massicci contributi e l’Ucraina è piuttosto evidente; in questo modo si è creata la percezione della politicizzazione nonché della parzialità del lavoro della Corte.”

Il procuratore della CPI Karim Khan in visita guidata dal governo a Kharkov, Ucraina

Washington e Londra spianano la strada a Karim Khan

Il 28 febbraio 2022 Khan ha annunciato la sua intenzione di “procedere al più presto con l’apertura di un’inchiesta sulla situazione in Ucraina.” L’Operazione Militare speciale era iniziata soltanto quattro giorni prima.

Qualche giorno dopo, e precisamente il 2 marzo 2022, l’Ambasciata Britannica all’Aia the British Embassy in the Hague ha recapitato a Khan una formale richiesta di aprire con urgenza un’indagine sulla presunta violazione da parte della Russia dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale. Il documento era stato firmato da più di quaranta diplomatici inglesi e americani.

Nello stesso giorno il senatore Graham ha presentato al Senato americano una risoluzione in cui il Senato veniva invitato a “Considerare Vladimir Putin, insieme ai suoi collaboratori quali esponenti del regime russo, responsabili di numerosi atti di guerra, aggressione e violazioni di diritti umani che si sono verificati con la loro supervisione.” Qualcuno come il senatore John Bolton ha cercato di mettere in guardia i colleghi ricordando che l’approvazione di tali accuse poteva implicare future azioni legali contro cittadini degli Stati Uniti; ciononostante, la risoluzione è stata approvata all’unanimità.

Qualche ora dopo la risoluzione che condannava le presunte violazioni della Legge Internazionale, Graham ha lanciato su Twitter un appello ad eliminare fisicamente Putin. “Cercasi Bruto in Russia; va bene anche un Colonnello von Stauffenberg (magari un po’ più fortunato)” ha scritto il senatore il 3 marzo 2022. “L’unico modo di finire questa storia è trovare qualcuno in Russia che faccia fuori quel tizio.”

Il 3 aprile 2022, Biden ha buttato altra benzina sul fuoco della campagna contro la Russia lanciata dalla Corte Internazionale: ha etichettato Putin “criminale di guerra” auspicando che il Presidente russo venisse “trascinato davanti a un tribunale per i suoi crimini.”

Sempre per promuovere gli obiettivi di Biden, così come quelli della Corte Penale Internazionale, nel Maggio 2022 il Dipartimento di Stato americano ha annunciato la fondazione di un Osservatorio del Conflitto al fine di raccogliere da sorgenti aperte e diffondere più prove possibili di presunti crimini di guerra della Russia “in modo tale che i procuratori possano potenzialmente costruire casi criminali basati sui materiali pubblicati.”

Così, con il vento politico americano a favore, Khan si è imbarcato nel suo primo tour ufficiale dell’Ucraina.

Quattro allegre scampagnate in Ucraina finanziate dal governo USA

Khan ha fatto il suo viaggio inaugurale in Ucraina il 16 marzo 2022, passando prima dalla Polonia dove ha incontrato profughi ucraini presso un centro per rifugiati. In seguito, ha attraversato il confine ucraino per incontrarsi a Leopoli con Irina Venediktova, Procuratore Generale ucraino, infine ha avuto una conferenza virtuale con Zelensky.

“Stiamo conducendo il nostro Lavoro in modalità indipendente, imparziale e integro. Ho sottolineato il mio desiderio di impegnarmi a trattare con tutte le parti coinvolte nel conflitto, “ha insistito Khan.

Qualche settimana dopo, in aprile, Khan è tornato in Ucraina, per una “visita guidata” a cura di Venediktova nella città di Bucha, occupata dalle truppe russe per settimane e infine lasciata all’inizio di quel mese. I funzionari ucraini hanno accompagnato contemporaneamente gruppi di giornalisti occidentali alle tombe presentate come prova delle esecuzioni di massa perpetrate dalla Russia in quel luogo. 

Immagini di corpi sparsi per la città di Bucha hanno aiutato Zelensky ad accusare il governo russo di “genocidio”, mentre il Presidente americano Biden ha richiesto la comparizione di Putin davanti al tribunale per i crimini di guerra commessi. La richiesta di Biden è arrivata nonostante l’ammissione del suo Dipartimento della Difesa che le “prove presentate” non potevano “in maniera indipendente e unica confermare la responsabilità” delle Forze Armate russe di quelle simil-esecuzioni perpetrate nella cittadina ucraina.

Quando Khan si è recato in Ucraina per la Gvolta, nel luglio 2022, è andato a Kharkiv. Accompagnato nuovamente da Venediktova, Procuratore Generale ucraino, ha annunciato le intenzioni della Corte Internazionale di aprire un distaccamento a Kiev.

Al momento di quella visita, il governo di Zelensky aveva bandito 13 partiti d’opposizione, mandato in prigione il suo principale rivale, chiuso tutti i media non allineati, vietato l’attività del patriarcato della Chiesa ortodossa russa ed era in procinto di arrestare il sommo sacerdote. Contemporaneamente, a Kiev continuavano le sparizioni e le torture di oppositori politici e avvocati difensori dei diritti umani, nell’ambito della campagna di eliminazione di alti funzionari ucraini accusati di presunta collaborazione con la Russia. I militanti neonazisti avevano persino filmato le esecuzioni di tali “simpatizzanti”.

Nel frattempo, l’esercito ucraino continuava ad intensificare gli attacchi ad obiettivi civili situati sul territorio delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, bombardando mercati e colpendo con missili Tochka-U i bus carichi di pendolari. Ci sono diverse testimonianze relative a soldati ucraini che uccidevano prigionieri russi disarmati e sparavano a loro nelle ginocchia.

Tuttavia, durante le sue allegre scampagnate in Ucraina, Khan è rimasto deliberatamente disinteressato a tutti quegli abusi – peraltro supportati da prove – che i suoi ospiti stavano perpetrando sotto il suo naso. I suoi occhi erano fissi su Putin (e sulle donazioni generose dell’Occidente che aveva sponsorizzato la missione…)

Karim Khan incontra il presidente ucraino Vladimir Zelensky durante il suo quarto viaggio in Ucraina, a marzo

Riportateci le nostre ragazze 2.0

Quest’anno, nel mese di marzo, Khan ha effettuato la sua quarta visita in Ucraina, al fine di, secondo le sue parole, “confermare il nostro impegno con le autorità nazionali.” A Leopoli, Khan è intervenuto alla conferenza “United for Justice” (Uniti per la giustizia). L’obiettivo dell’evento curato personalmente da Zelensky, era “riconoscere la responsabilità della leadership russa per l’aggressione nei confronti dell’Ucraina.”

Nel materiale promozionale dell’evento, la conferenza “United For Justice” si è concentrate suò una questione apparentemente nuova e potente al livello emozionale: la presunta deportazione da parte della Russia di bambini ucraini e l’urgenza di riportarli a casa.

Il tema conteneva un chiaro richiamo alla campagna “Kony 2012” lanciata contro il signore della guerra in Uganda, Joseph Kony, il quale aveva “rapito circa 30,000 bambini al fine di potenziare il proprio esercito,” secondo alcuni imbonitori del web ora caduti in disgrazia. Inoltre, c’era una certa somiglianza alla campagna interventistica umanitaria “Bring Back Our Girls” lanciata dalla ex First Lady Michelle Obama e altre celebrità per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul rapimento di alcune centinaia di studentesse dai miliziani islamisti di Boko Haram nella Nigeria settentrionale.

Sopra: Dal trailer promozionale di United For Justice. Sotto: Gli attori di Hollywood alla cerimonia dell'Oscar 2016 amplificano la campagna dell'amministrazione Obama Bring Back Our Girls.

Durante la conferenza “United for Justice”, pareva che i funzionari della NATO avessero deciso di cavalcare l’onda dell’indignazione collettiva dei suggestionabili liberali occidentali.

Nell’intera durata dell’evento, i relatori hanno continuato a declinare in tutti i modi lo stesso argomento: le accuse contro la Russia in seguito alle presunte deportazioni di bambini dall’Ucraina. “Bambini piccoli venivano rapiti e dopo esser stati sottoposti ad un lavaggio del cervello venivano costretti a diventare cittadini russi,” – dichiarava dal palco il Ministro degli Esteri olandese Woepke Hoekstra, denunciando “il sequestro sistematico di bambini ucraini.”

Merrick Garland, Procuratore Generale degli Stati Uniti, in seguito alla sua visita a Leopoli ha detto che lui personalmente stava “cercando persone in grado di” identificare e “costruire prove” delle presunte attività della Russia volte alla “deportazione forzata di bambini.”

Secondo il suo intervento Khan ha collegato la sua visita presso un orfanotrofio ucraino alle “affermazioni che abbiamo ricevuto e che parlavano di bambini deportati fuori dall’Ucraina verso il territorio della Federazione Russa.” Tuttavia, non ha parlato di bambini deportati da lui visitato. 

Il sito web della Corte Penale Internazionale attualmente raffigura un’immagine di Khan in posa dietro culle vuote nell’orfanotrofio ucraino cui ha fatto riferimento nel suo discorso: trattasi di un apparente stratagemma politico mirato a suggerire che dei servitori di Putin abbiano strappato i poveri bambini dai loro lettini. Nonostante l’orfanotrofio si trovasse distante dalla linea del fronte, davanti alle telecamere Khan ha sfoggiato un elmetto protettivo in kevlar, per rincarare la dose.

Eppure, solo qualche mese prima che Khan si mettesse in mostra nelle vesti di protettore di bambini ucraini dalle grinfie del Cremlino, uno scandalo legato ad abusi e pedofilia è scoppiato, guarda caso, proprio nella sua famiglia.

Nel maggio 2022, il fratello di Khan, Imran Ahmad Khan, è stato sollevato dal suo incarico presso la Camera dei Comuni britannica dopo la condanna per abusi sessuali nei confronti di un ragazzo di 15 anni. Ahmad Khan ha passato in prigione 18 mesi, dopo essere stato accusato da un Giudice di essersi fiondato nel letto del ragazzino, averlo palpeggiato e cercato di sedurre il quindicenne usando alcol e immagini pornografiche. In seguito a quella condanna, un altro uomo si è fatto avanti per accusare Ahmad Khan di aver abusato di lui quando era ancora minorenne.

Anche se non ci sono prove concrete del sostegno legale da parte di Karim Khan a suo fratello in prigione, il giornale “The Guardian” ha riportato che Ahmad Khan continua a rimanere “a stretto contatto con la propria famiglia, in particolare con i fratelli Karim e Khaled, entrambi avvocati, il primo attualmente è procuratore presso la Corte Penale Internazionale dell’Aia.”

Khan conta sulle ricerche sponsorizzate dal Dipartimento di Stato per segnare un “fuoricampo”

Durante i suoi interventi in pubblico sull’Ucraina, spesso Karim Khan riporta in auge i siti di Bucha e Kharkiv, dove il governo di Kiev ha accusato la Russia di macabri crimini di guerra. Tuttavia, quanto è scattato il mandato di arresto a Putin, nel testo del mandato non erano menzionate le atrocità dei russi nelle suddette località. Invece, il documento si basa interamente sulla presunta deportazione di bambini ucraini.

Il mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale era stato chiaramente ispirato da una ricerca condotta dal Laboratorio Umanistico dell’Università di Yale supportato e finanziato dal Dipartimento di Stato, in particolare dall’Ufficio Operazioni Conflitti e Regolamenti: un organismo istituito dall’amministrazione Biden proprio nel maggio 2022 per lanciare la campagna di persecuzione contro i funzionari russi.

Quel documento sponsorizzano dal Dipartimento di Stato, come ha rivelato “The Grayzone”, conteneva lunghi passaggi in contraddizione con le accuse del Procuratore, così come altre affermazioni che l’autore aveva fatto nelle sue apparizioni mediatiche. In una conversazione con il giornalista Jeremy Loffredo, il direttore del Laboratorio di Yale, Nathaniel Raymond, ha rilevato che “un grande numero” dei campi giovanili russi oggetti della ricerca erano “principalmente strutture ricreative – come se dovessimo parlare di orsetti di peluche.”

Alla domanda come mai la squadra di ricerca non avesse tentato di visitare di persona le strutture russe in questione, Raymond ha risposto, “Siamo “persone non gradite” in quanto veniamo considerati dai russi un’estensione dell’intelligence americana.”

Allo stesso tempo, il direttore del Laboratorio ha ammesso che il loro rapport non solo era stato pilotato dagli obiettivi del Dipartimento di Stato, ma era stato condotto sotto “molte pressioni” da parte del Consiglio Nazionale di Intelligence. Inoltre, stando ad altre ammissioni, il team di ricerca poteva fare affidamento al Comando Indo-Pacifico del Pentagono ( US Indo-Pacific Command ) per “espandere il nostro accesso satellitare nel Commando Pacifico al fine di avere informazioni sui campi in Siberia e nella Russia Orientale.”

Alla domanda come mai Khan non avesse in alcun modo menzionato nel suo mandato i crimini di guerra presumibilmente commessi dalla Russia nella città ucraina di Bucha – argomento che ha tenuto banco nei media occidentali per parecchi giorni - Raymond ha ricordato una conversazione telefonica avuta con parecchi giornalisti del “New York Times” nel marzo 2023:

“Venerdì ho parlato al telefono con “New York Times” – in particolare con i ragazzi che avevano condotto la mega inchiesta su Bucha – e, in sostanza, loro hanno detto cose del tipo “Salve, noi vogliamo vincere un premio Pulitzer parlando di Bucha. Pensiamo sia bizzarro che Khan abbia citato le deportazioni e non abbia citato Bucha”. Ed io ho detto: “Sarebbe stata la peggior cosa immaginabile.'”

Raymond ha spiegato così la logica del procuratore: “Se Khan avesse citato Bucha, sarebbe stata una catastrofe, dal momento che, così facendo, avrebbe trasmesso alla Russia la propria debolezza. Perché Bucha è un massacro, ma questo non significa che possiamo appellarci allo Statuto di Roma in termini di ordini intenzionali sistematici, di comando e controllo. Per portare avanti un caso del genere, c’è bisogno di forensi, di esperti di balistica, anche di comunicazioni. E non c’è alcuna prova che la Corte Internazionale sia in possesso di tutto questo.”

Pertanto, secondo del direttore del Laboratorio di Ricerca di Yale, Khan “ha iniziato con un bel fuoricampo, dicendo, in sostanza, che noi stiamo accusando Putin sulla base delle sue dichiarazioni in questo caso a prima vista in presenza di prove tangibili con un insieme di atti d’accusa. Il trasferimento di persone, la deportazione: sono tutte offerte basse, non ha mica mosso accuse di omicidio di primo grado.”

“Per “New York Times”,” ha aggiunto Raymond, “non saranno di certo contenti se le accuse di Bucha verranno mosse con il clamoroso atto d’accusa della Corte Internazionale. Allo stesso modo Khan potrebbe in sostanza dire a Putin: “Vai a buttare un tenente colonnello dei paracadutisti fuori dalla finestra, e siamo già a posto.'”

Oltre ad aver fornito a Khan la strada più facile per un mandato di arresto per Putin, l’atto d’accusa ha anche suscitato un certo clamore mediatico, permettendo al procuratore a calarsi nel ruolo del salvatore di bimbi ucraini.

A tal fine, ha ricevuto una preziosa assistenza in termini di pubbliche relazioni da nientemeno che Amal Clooney, avvocato internazionale che si è guadagnato la fama come moglie di uno degli interventisti umanitari di Hollywood impegnato nelle raccolte fondi più prolifiche del Partito Democratico USA.

Karim Khan della CPI si confronta con Amal Clooney nell'aprile del 2022, dopo essere intervenuto alle Nazioni Unite per raccogliere consenso per il perseguimento di funzionari russi

Connessione Clooney: Khan collabora con interventisti umanitari di Hollywood 

Nel settembre 2021, settimane dopo aver ricevuto l’incarico di procuratore alla Corte Penale Internazionale, Khan nomina Amal Clooney consigliere speciale nella sua inchiesta sulle atrocità nella regione Darfur in Sudan. Cinque mesi dopo, quando le truppe russe sono entrate in Ucraina, l’avvocato Clooney ha immediatamente cambiato priorità, accettando l’invito del governo ucraino di unirsi alla “task force legale sulle responsabilità.”

Il suo rapporto di collaborazione con Khan, durato almeno un decennio, ha sollevato ulteriori questioni sull’impegno del capo della Corte Penale in termini di “indipendenza, imparzialità e integrità.”

Nata in Libano, dapprima Amal Clooney viene annoverata tra le celebrità mondiali dopo il matrimonio con il rubacuori hollywoodiano George Clooney, lui stesso impegnato sul fronte degli interventi umanitari: ha condotto la campagna accusatoria verso il governo del Sudan e l’ex Presidente Omar Bashir, con conseguenti sanzioni economiche e accuse di genocidio nella regione di Darfur. La Lobby israeliana degli Stati Uniti (US Israel lobby) e l’allora Presidente americano George W. Bush hanno attivamente supportato la crociata contro Khartoum, con tanto di minacce di inviare truppe americane nella regione ricca di petrolio per sfidare Bashir. Per parte sua, Clooney ha invocato alla memoria di Auschwitz per sostenere un intervento militare ONU nella regione. Malgrado la comprovata futilità del mandato di arresto a Bashir, prontamente emesso dalla Corte Penale Internazionale, la campagna portata avanti ha aiutato Clooney a guadagnarsi il posto al sole nell’industria mondiale dei diritti umani.

Nel 2016, George Clooney ha riportato la sua attenzione sulla politica interna, riuscendo a raccogliere una somma di denaro da lui stesso definita “indecente” per la campagna elettorale dell’ex Segretario di Stato USA Hillary Clinton. Durante gli eventi di raccolta fondi organizzati da George e Amal Clooney, i contributi versati arrivavano fino a $353,400 a coppia.

George and Amal Clooney (a destea) nel 2016 Fondazione lanciata per Hillary Clinton

Quello stesso anno, George e Amal hanno usato la propria fama per istituire la Clooney Foundation for Justice (Fondazione Clooney per la Giustizia). Così come le fondazioni istituite da Bill Clinton e Barack Obama dopo i rispettivi mandati, l’iniziativa dei Clooney è sostenuta da finanziamenti da miliardari liberali, compresi Bill Gates e George Soros, nonché da collaborazioni con la Microsoft e le Nazioni Unite. Tra i partner ufficiali della Clooney Foundation for Justice c’è anche – udite udite – il sito intelligence Bellingcat, sponsorizzato dai governi degli USA e della Gran Bretagna.

Tradotto da InfoDefenseITALIA

Report Page