Continuazione di - Maria nella Fede della Chiesa Cattolica

Continuazione di - Maria nella Fede della Chiesa Cattolica


Segreteria Parrocchia Botricello

4) Breve Sollicitudo di Alessandro VII

(8.12.1661) 

 La causa immacolatista stava guadagnando terreno nella coscienza ecclesiale. Paolo V con la costituzione Regis pacifici (6.7.1616) proibì che si difendesse pubblicamente la tesi contraria; sei anni dopo, su richiesta di Filippo IV di Spagna, Gregorio XV estese il divieto agli scritti e ai colloqui privati. Nel 1658 il medesimo re nominò Luis Crespi, vescovo di Orihuela, ambasciatore straordinario presso la S. Sede; questi chiese al papa che dichiarasse con speciale decreto che il senso della festa dell’Immacolata Concezione è che questo avvenne nel primo istante in cui le fu infusa l’anima. Era un passo impegnativo, e Alessandro VII studiò la questione e volle consultarsi con altri, perfettamente conscio che simile dichiarazione avrebbe reso problematico permettere la dottrina maculista. Dopo lunghe discussioni con i membri del S. Uffizio, con le facoltà di teologia e con i più eminenti teologi d’Europa, il papa emanò il breve Sollicitudo, nella cui elaborazione fu determinante il ruolo dell’ambasciatore Crespi, trasferito nel frattempo alla diocesi di Plasencia. Le espressioni usate in questa sede sono vicinissime a quelle che più tardi Pio IX avrebbe adoperato nella bolla definitoria; si ribadisce tuttavia il veto dei predecessori a qualificare eretica la tesi contraria. 

  • TESTO: BT 16, 739-740. 

Latino:
5.0202015 1. Vetus est Christi fidelium erga eius beatissimam matrem virginem Mariam pietas sentientium, eius animam in primo instanti creationis atque infusionis in corpus fuisse speciali Dei gratia et privilegio, intuitu meritorum Iesu Christi eius filii, humani generis redemptoris, a macula peccati originalis praeservatam immunem, atque in hoc sensu eius conceptionis festivitatem sollemni ritu colentium et celebrantium; crevitque horum numerus atque huiusmodi cultus post editas a felicis recordationis Sixto papa IX praedecessore nostro in eius commendationem apostolicas constitutiones, quam sacrum concilium Tridentinum innovavit atque observari mandavit... ita ut...iam fere omnes catholici eam complectantur.

Italiano:
1. È antica verso la beatissima madre e vergine Maria la pietà dei fedeli cristiani, che credono che la sua anima, per speciale grazia e privilegio di Dio, fu preservata immune dalla macchia del peccato originale fin dal primo istante della sua creazione e infusione nel corpo, in vista dei meriti di Gesù Cristo suo figlio, redentore del genere umano, e con questi sentimenti commemorano e celebrano con solenni riti la festività della sua Concezione. Il loro numero e la devozione sono andati crescendo dopo la pubblicazione delle costituzioni apostoliche del nostro predecessore Sisto IV di felice memoria, che faceva raccomandazioni in tal senso, che il concilio di Trento rinnovò e comandò di osservare, cosicché... quasi tutti i cattolici vi hanno ormai aderito. 

Latino:
5.0212016 2. Et quia ex occasione contrariae assertionis in contionibus... oriebantur in populo Christiano cum magna Dei offensa scandala, iurgia et dissensiones, recolendae memoriae Paulus papa V, etiam praedecessor noster, vetuit horum opinionem, praefatae sententiae contrariam, publice doceri aut praedicari. Quam prohibitionem piae memoriae Gregorius papa XV, similiter praedecessor noster, ad privata etiam colloquia extendit, mandans insuper in favorem eiusdem sententiae ut in sacrosancto missae sacrificio ac divino officio celebrandis, tam publice quam privatim, non alio quam Conceptionis nomine uti quicumque debeant.

Italiano:
2. Ma poiché in vari discorsi di tendenza contraria si dava esca a scandali, liti e discussioni tra il popolo cristiano, con grande offesa a Dio, il papa Paolo V di felice memoria, egli pure nostro predecessore, proibì di insegnare pubblicamente o predicare la loro tesi, contraria alla predetta dottrina. Il papa Gregorio XV di felice memoria, altro nostro predecessore, estese questa proibizione anche ai colloqui privati, comandando anche, a favore della medesima dottrina, che nella celebrazione del sacrosanto sacrificio della messa e nel divino ufficio, sia in pubblico che in privato, nessuno potesse usare altro termine diverso da “concezione”. 

Latino:
5.0222017 4. Nos, considerantes quod sancta Romana Ecclesia de intemeratae semperque virginis Mariae conceptione festum sollemniter celebrat et speciale ac proprium super hoc officium ordinavit... volentesque laudabili huic pietati et devotioni et festo ac cultui... favere, ...[decreta] edita in favorem sententiae asserentis, animam beatae Mariae virginis in sui creatione et in corpus infusione Spiritus Sancti gratia donatam et a peccato originali praeservatam fuisse... innovamus.

Italiano:
4. Considerando che la santa Chiesa romana celebra solennemente la festa della Concezione dell’intemerata e sempre vergine Maria, e ha per questo composto un’ufficiatura speciale e propria..., e volendo favorire... questa lodevole pietà e devozione, la festa e il culto... rinnoviamo quel che è stato pubblicato in appoggio alla sentenza che afferma che l’anima della beata vergine Maria nella sua creazione e nell’infusione nel corpo fu ripiena di Spirito santo e preservata dal peccato originale. 


5) Bolla Ineffabilis Deus di Pio IX

(8.12.1854) 

 Dopo che la festa dell’Immacolata fu dichiarata di precetto per tutta la Chiesa universale da Clemente XI nel 1708, Pio IX ritenne giunto il momento di sanzionare con il suo supremo magistero una dottrina che era sempre stata implicita nella fede della Chiesa. Se in qualche circostanza era stata avversata, la ragione proveniva da difficoltà estrinseche alla verità in se stessa. Chiarite queste esitazioni e assicurata l’unanimità con cui il popolo cristiano aveva custodito la fede in questo privilegio, il papa chiese il parere di venti teologi (1.6.1848), diciassette dei quali si dichiararono favorevoli; il 6.12 dello stesso anno anche i cardinali si allinearono al consenso. Il 2.2.1849 uscì l’enciclica Ubi primum che interpellava sulla questione l’intero episcopato: su 603 vescovi, 546 si espressero positivamente. Dal maggio 1852 all’agosto 1853 una commissione speciale lavorò alla redazione della bolla definitoria. La revisione del testo durò dal 22.3 al 1.12.1854. Nel concistoro segreto del 1.12 il pontefice sentì un’ultima volta il parere dei cardinali, e l’8.12 fu pubblicata la bolla con la definitiva proclamazione del dogma mariano. 

  • TESTO: CL 6, 836.839.842. 

 Privilegi di Maria

 Latino:
 5.0232800 Ineffabilis Deus... ab initio et ante saecula unigenito Filio suo matrem, ex qua caro factus in beata temporum plenitudine nasceretur, elegit atque ordinavit, tantoque prae creaturis universis est prosecutus amore, ut in illa una sibi propensissima voluntate complacuerit. Quapropter illam longe ante omnes angelicos spiritus cunctosque sanctos caelestium omnium charismatum copia de thesauro divinitatis deprompta ita mirifice cumulavit, ut ipsa ab omni prorsus peccati labe semper libera ac tota pulchra et perfecta eam innocentiae et sanctitatis plenitudinem prae se ferret, qua maior sub Deo nullatenus intellegitur, et quam praeter Deum nemo assequi cogitando potest.

Italiano:
Dio ineffabile... elesse e predispose all’inizio e prima del tempo la madre del suo Unigenito, dalla quale nascesse rivestito di carne nella beata pienezza dei tempi, e la fece oggetto di un amore tanto grande, a preferenza di tutte le altre creature, che solo in lei trovò compiacimento il suo intensissimo affetto. Per questo la ricolmò mirabilmente dell’abbondanza di tutte le grazie celesti che emanano dal tesoro della divinità, assai più che tutti gli spiriti angelici e tutti i santi, affinché apparisse sempre completamente libera da ogni macchia di peccato, tutta bella e perfetta nella pienezza di una innocenza e santità quale non si può immaginare maggiore di fronte a Dio, e che nessuno tranne Dio può pensare di raggiungere. 

Latino:
5.0242801 Et quidem decebat omnino, ut perfectissimae sanctitatis splendoribus semper ornata fulgeret, ac vel ab ipsa originalis culpae labe plane immunis amplissimum de antiquo serpente triumphum referret tam venerabilis mater, cui Deus Pater unicum Filium suum quem de corde suo aequalem sibi genitum tamquam seipsum diligit, ita dare disposuit, ut naturaliter esset unus idemque communis Dei Patris et Virginis Filius, et quam ipse Filius substantialiter facere sibi matrem elegit, et de qua Spiritus Sanctus voluit et operatus est, ut conciperetur et nasceretur ille, de quo ipse procedit.

Italiano:
Del resto era più che conveniente che rifulgesse degli splendori di una santità sempre perfettissima e che riportasse un trionfo completo sull’antico serpente, restando immune anche dalla macchia della colpa originale, una madre tanto venerabile alla quale Dio Padre aveva predisposto di affidare il suo Figlio unigenito, generato uguale a sé dal suo intimo e amato come se stesso, cosicché fosse per natura l’unico Figlio comune a Dio Padre e alla Vergine, che questo stesso Figlio volle elevare a sua madre naturale, e dalla quale lo Spirito santo dispose ed operò perché concepisse e generasse colui dal quale egli procede. 


Evoluzione omogenea del dogma

Latino:
5.0252802 Christi enim Ecclesia, sedula depositorum apud se dogmatum custos et vindex, nihil in his umquam permutat, nihil minuit, nihil addit, sed omni industria vetera fideliter sapienterque tractando si qua antiquitus informata sunt et patrum fides sevit, ita limare, expolire studet, ut prisca illa caelestis doctrinae dogmata accipiant evidentiam, lucem, distinctionem, sed retineant plenitudinem, integritatem, proprietatem, ac in suo tantum genere crescant, in eodem scilicet dogmate, eodem sensu eademque sententia.

Italiano:
La Chiesa di Cristo, attenta custode e tutrice dei dogmi a lei affidati, in essi non muta mai nulla, nulla toglie, nulla aggiunge, ma con ogni impegno approfondisce fedelmente e sapientemente quelli conosciuti dall’antichità ed esposti con fede dai padri, cercando di limarli e ripulirli perché i dogmi primitivi della dottrina celeste acquistino evidenza, luce, precisione senza toccare il contenuto, l’integrità, il senso, e crescano soltanto nel loro genere, cioè senza alterare il dogma né la sua essenza né la sua definizione. 

 

Definizione solenne

Latino:
5.0262803 ...Ad honorem sanctae et individuae Trinitatis, ad decus et ornamentum virginis Deiparae, ad exaltationem fidei catholicae et Christianae religionis augmentum, auctoritate Domini nostri Iesu Christi, beatorum apostolorum Petri et Pauli ac nostra declaramus, pronuntiamus et definimus, doctrinam, quae tenet, beatissimam virginem Mariam in primo instanti suae conceptionis fuisse singulari omnipotentis Dei gratia et privilegio, intuitu meritorum Christi Iesu salvatoris humani generis, ab omni originalis culpae labe praeservatam immunem, esse a Deo revelatam atque idcirco ab omnibus fidelibus firmiter constanterque credendam.

Italiano:
...Ad onore della santa ed individua Trinità, a gloria e splendore della Vergine madre di Dio, ad esaltazione della fede cattolica e ad incremento della religione cristiana, con l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e nostra, dichiariamo, annunziamo e definiamo che la dottrina che ritiene che la beatissima vergine Maria nel primo istante del suo concepimento è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale, per grazia speciale e privilegio di Dio onnipotente in vista dei meriti di Cristo Gesù salvatore del genere umano, è stata rivelata da Dio e deve essere creduta fermamente e senza esitazioni da tutti i fedeli. 

Latino:
2804 Quapropter si qui secus ac a nobis definitum est, quod Deus avertat, prraesumpserint corde sentire, ii noverint ac porro sciant, se proprio iudicio condemnatos, naufragium circa fidem passos esse et ab unitate Ecclesiae defecisse, ac praeterea facto ipso suo semet poenis a iure statutis subicere, si, quod corde sentiunt, verbo aut scripto vel alio quovis externo modo significare ausi fuerint.

Italiano:
Perciò se qualcuno, Dio non lo permetta, avrà la presunzione di pensare diversamente da come noi abbiamo definito, sappia e sia ben certo che si condanna da se stesso, naufraga nella fede e si separa dalla comunione con la Chiesa, e inoltre si assoggetta automaticamente alle sanzioni stabilite dal diritto se avrà l’audacia di rendere pubblico il suo pensiero interiore con parole, scritti o in qualsiasi altra forma. 


IV. L'Assunzione

 1) Costituzione Munificentissimus Deus di Pio XII

(1.11.1950) 

Meno di un secolo dopo la proclamazione del dogma dell’Immacolata, Pio XII definiva quello dell’assunzione di Maria in cielo. A differenza della precedente, questa dottrina è reperibile in forme esplicite e costanti nella più remota tradizione ecclesiale. 

Non è il caso di cercare testimonianze letterali nella Scrittura; le troviamo però nell’apocrifo di Melitone, al quale Gregorio di Tours diede ampia diffusione in Occidente. Ma già molto prima, nel sec. II affiora nei padri il tema del parallelo Maria-nuova Eva in associazione a Cristo-nuovo Adamo nella sua lotta contro il demonio, conclusasi con la totale sconfitta del Maligno (protoevangelo); si tratta anzitutto di un trionfo sul peccato e sulla morte (cf. Rm 5-6; 1Cor 15,21-26.54-57), che in Gesù furono annientati nella sua mirabile resurrezione, e nei credenti lo saranno nella resurrezione che li attende (cf. 1Cor 15,54). 

Se Maria ebbe parte all’opera del messia e debellò il peccato per i meriti del Figlio, la sua partecipazione rimarrebbe parziale e incompleta senza la glorificazione corporale. Questo è quanto, tutto sommato, era espresso dall’intuizione dei fedeli nell’antichissima liturgia della dormitio Virginis, celebrata a Gerusalemme fin dal sec. VI e accolta a Roma nel secolo successivo con il titolo di assumptio sanctae Mariae. 

Pio XII aveva preventivamente chiesto ai vescovi se fossero favorevoli ad una definizione dogmatica, ed anche qui l’unanimità del popolo di Dio si manifestò (per limitarci soltanto a loro) nelle 1181 risposte, delle quali soltanto sei avanzavano dubbi sul fatto che la verità fosse o meno rivelata, mentre 22 espressero un diniego, non però sulla questione di fondo, ma sull’opportunità di una proclamazione ex cathedra. Gli altri 1169 responsi furono incondizionatamente positivi. 

  • TESTO: AAS 42(1950)767-770. 

 Latino:
5.0273900 Haec omnia sanctorum patrum ac theologorum argumenta considerationesque sacris Litteris tamquam ultimo fundamento nituntur; quae quidem almam Dei Matrem nobis veluti ante oculos proponunt divino filio suo coniunctissimam, eiusque semper participantem sortem. Quamobrem quasi impossibile videtur eam cernere, quae Christum concepit, peperit, suo lacte aluit, eumque inter ulnas habuit pectorique obstrinxit suo, ab eodem post terrestrem hanc vitam, etsi non anima, corpore tamen separatam. Cum Redemptor noster Mariae filius sit, haud poterat profecto, utpote divinae legis observator perfectissimus, praeter aeternum Patrem, matrem quoque suam dilectissimam non honorare. Atqui, cum eam posset tam magno honore exornare, ut eam a sepulcri corruptione servaret incolumem, id reapse fecisse credendum est.

Italiano:
Tutte queste argomentazioni e considerazioni dei santi padri e dei teologi risalgono in ultima analisi alle sacre Scritture, che in modo lampante presentano l’augusta Madre di Dio in strettissima unione con il suo divin figlio e sempre partecipe della sua sorte. Sembra dunque impossibile immaginarla separata, beninteso non nel corpo ma nell’anima, al termine di questa vita mortale, da quel Cristo che aveva concepito, partorito, nutrito del suo latte, portato in braccio e stretto al seno. Se il nostro Redentore è figlio di Maria, non poteva certamente, lui che fu integerrimo osservante della legge, non onorare la sua dilettissima madre insieme all’eterno Padre. Bisogna dunque credere che, potendola insignire del grandissimo onore di tenerla incolume dalla corruzione del sepolcro, l’abbia effettivamente fatto. 

Latino:
5.0283901 Maxime autem illud memorandum est, inde a saeculo II, Mariam virginem a sanctis patribus veluti novam Evam proponi novo Adae, etsi subiectam, arctissime coniunctam in certamine illo adversus inferorum hostem, quod, quemadmodum in protoevangelio (cf. Gen 3,15) praesignificatur, ad plenissimam deventurum erat victoriam de peccato ac de morte, quae semper in gentium apostoli scriptis inter se copulantur (cf. Rom 5-6; 1Cor 15,21-26.54-57). Quamobrem, sicut gloriosa Christi anastasis essentialis pars fuit ac postremum huius victoriae tropaeum, ita beatae Virginis commune cum filio suo certamen virginei corporis glorificatione concludendum erat; ut enim idem apostolus ait, cum... mortale hoc induerit immortalitatem, tunc fiet sermo, qui scriptus est: absorpta est mors in victoria (1Cor 15,54).

Italiano:
È anche essenziale ricordare che dal secolo II la vergine Maria è descritta dai santi padri come la nuova Eva, strettissimamente congiunta, benché soggetta, al nuovo Adamo in quella lotta contro il nemico infernale che, com’è presignificato nel protovangelo (cf. Gen 3,15), dovrà terminare con la totale vittoria sul peccato e sulla morte, che sempre sono abbinate negli scritti dell’apostolo delle genti (cf. Rm c. 5-6; 1Cor 15,21-26.54-57). Come dunque la gloriosa risurrezione di Cristo fu parte essenziale e ultimo trofeo di questa vittoria, così la comunione della beata Vergine con il suo figlio in questa battaglia doveva concludersi con la glorificazione del suo corpo virgineo, come dice ancora lo stesso apostolo: “Quando poi... questo corpo mortale si sarà vestito d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria” (1Cor 15,54). 

Latino:
5.0293902 Idcirco augusta Dei Mater, Iesu Christo, inde ab omni aeternitate, uno eodemque decreto praedestinationis, arcano modo coniuncta, immaculata in suo conceptu, in divina maternitate sua integerrima virgo, generosa divini Redemptoris socia, qui plenum de peccato eiusque consectariis deportavit triumphum, id tandem assecuta est, quasi supremam suorum privilegiorum coronam, ut a sepulcri corruptione servaretur immunis, utque, quemadmodum iam filius suus, devicta morte, corpore et anima ad supernam caeli gloriam eveheretur, ubi regina refulgeret ad eiusdem sui filii dexteram, immortalis saeculorum regis (cf. 1Tim 1,17).

Italiano:
Perciò l’augusta Madre di Dio, legata a Gesù Cristo fin dall’eternità da un unico e medesimo piano di predestinazione, immacolata nel suo concepimento, vergine intatta nella divina maternità, generosa compagna del divin Redentore, che riportò il trionfo completo sul peccato e sulle sue conseguenze, ottenne anche, come supremo coronamento dei suoi privilegi, di essere preservata immune dalla corruzione del sepolcro e come già il figlio suo, vinta la morte, di essere innalzata in corpo ed anima all’eccelsa gloria dei cieli, dove rifulge come regina alla destra del figlio suo, “re dei secoli incorruttibile” (1Tm 1,17). 

Latino:
5.0303903 Quapropter, postquam supplices etiam atque etiam ad Deum admovimus preces, ac veritatis Spiritus lumen invocavimus, ad omnipotentis Dei gloriam, qui peculiarem benevolentiam suam Mariae virgini dilargitus est, ad sui Filii honorem, immortalis saeculorum regis ac peccati mortisque victoris, ad eiusdem augustae Matris augendam gloriam et ad totius Ecclesiae gaudium exsultationemque, auctoritate Domini nostri Iesu Christi, beatorum apostolorum Petri et Pauli ac nostra pronuntiamus, declaramus et definimus divinitus revelatum dogma esse: immaculatam Deiparam semper virginem Mariam, expleto terrestris vitae cursu, fuisse corpore et anima ad caelestem gloriam assumptam.

Italiano:
Per queste ragioni, dopo aver supplicato Dio con ripetute preghiere e aver invocato la luce dello Spirito di verità, a gloria di Dio onnipotente, che elargì in modo peculiare la sua benevolenza a Maria vergine, ad onore del suo figlio, re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della medesima augusta madre e a gioia ed esultazione di tutta la Chiesa, con l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e nostra proclamiamo, dichiariamo e definiamo che è dogma divinamente rivelato che l’immacolata madre di Dio e sempre vergine Maria, al termine della sua vita terrena, fu assunta in corpo ed anima alla gloria del cielo. 

Latino:
3904 Quamobrem, si quis, quod Deus avertat, id vel negare, vel in dubium vocare voluntarie ausus fuerit, quod a nobis definitum est, noverit se a divina ac catholica fide prorsus defecisse.

Italiano:
Se poi, Dio non permetta, qualcuno volontariamente oserà negare o mettere in dubbio quanto abbiamo definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica. 


 V. La Mediazione Universale

Introduzione

La questione dell’universale mediazione di Maria è indipendente dall’indirizzo della mariologia: si segua la direttiva cristologica oppure quella ecclesiologica, nella coscienza dei fedeli è sempre emersa la parte eccezionale che la Vergine ha rappresentato nell’opera di salvezza del suo divin figlio. Abbondano specialmente i documenti pontifici dell’ultimo secolo: ne offriamo soltanto tre tra i più notevoli. 

 1) Enciclica Octobri mense di Leone XIII

(22.9.1891) 

 Questo primo testo è desunto dall’enciclica pubblicata da Leone XIII per il mese del rosario. 

  • TESTO: ASS 24(1891)195-196. 

Latino:
5.0313274 Filius Dei aeternus, cum ad hominis redemptionem et decus, hominis naturam vellet suscipere, eaque re mysticum quoddam cum universo humano genere initurus esset conubium, non id ante perfecit, quam liberrima consensio accessisset designatae matris, quae ipsius generis humani personam quodammodo agebat, ad eam illus trem verissimamque Aquinatis sententiam: per annuntiationem exspectabatur consensus Virginis loco totius humanae naturae. Ex quo non minus vere proprieque affirmare licet, nihil prorsus de permagno illo omnis gratiae thesauro, quem attulit Dominus, siquidem gratia et veritas per Iesum Christum facta est (Io 1,17), nihil nobis, nisi per Mariam, Deo sic volente, impertiri; ut, quo modo ad summum Patrem nisi per Filium nemo potest accedere, ita fere nisi per matrem accedere nemo possit ad Christum.

Italiano:
L’eterno Figlio di Dio, quando volle rivestirsi dell’umana natura per la redenzione e l’esaltazione dell’uomo, e intraprendere una specie di connubio mistico con tutto il genere umano, non lo fece senza prima aver ottenuto il libero consenso della madre designata, che rappresentava in un certo senso tutti i membri del genere umano, secondo l’eccellente e verissima sentenza dell’Aquinate: “Nell’annunciazione si aspettava il consenso della Vergine a nome di tutta la natura umana”. Per il che non è meno vero e consentano affermare con ragione che nulla del grandissimo tesoro di tutte le grazie che il Signore ci ha procurato, perché “la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo” (Gv 1,17), nulla ci viene dato se non per Maria, poiché così vuole Dio; e come nessuno può giungere al Padre eterno se non per mezzo del Figlio, in modo quasi simile nessuno può giungere a Cristo se non per la madre. 

 2) Enciclica Ad diem illum di Pio X

(2.2.1904) 

 L’enciclica vuol commemorare il cinquantenario della definizione del dogma dell’Immacolata: il papa vi analizza i fondamenti cristologici del mistero della mediazione di Maria. 

  • TESTO: ASS 36(1903-1904)453-454. 

Latino:
5.0323370 Ex hac autem Mariam inter et Christum communione dolorum ac voluntatis promeruit illa, ut reparatrix perditi orbis dignissime fieret, atque ideo universorum munerum dispensatrix, quae nobis Iesus nece et sanguine comparavit. Equidem non diffitemur horum erogationem munerum privato proprioque iure esse Christi; siquidem et illa eius unius morte sunt parta, et ipse pro potestate mediator Dei atque hominum est (cf. 1Tim 2,5). Attamen, pro ea quam diximus dolorum atque aerumnarum matris cum filio communione, hoc Virgini augustae datum est, ut sit totius terrarum orbis potentissima apud unigenitum filium suum mediatrix et conciliatrix. Fons igitur Christus est, et de plenitudine eius nos omnes accepimus (Io 1,16); ex quo totum corpus compactum et connexum per omnem iuncturam subministrationis... augmentum corporis facit in aedificationem sui in caritate (Eph 4,16).

Italiano:
Per questa comunione di sofferenze e di sentimenti tra Maria e Cristo ella “meritò di divenire degnissima riparatrice del mondo corrotto” e perciò dispensatrice di tutti quei doni che Gesù ci acquistò con la morte e il sangue. Non vogliamo certo negare che per diritto personale e proprio l’erogazione di questi doni spetta solo a Cristo, perché sono frutto particolare ed esclusivo della sua morte, e perché per la sua sovranità egli è mediatore tra Dio e gli uomini (cf. 1Tm 2,5). Tuttavia, per quella comunanza di Maria e del figlio nei dolori e nelle angosce di cui sopra, all’augusta Vergine è stato concesso di essere potentissima mediatrice e conciliatrice di tutto il mondo universo presso il suo figlio unigenito. Cristo è dunque la fonte, e “dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto” (Gv 1,16), “dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso mediante la collaborazione di ogni giuntura... riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità” (Ef 4,16). 

Latino:
5.0333370 Maria vero... aquaeductus est aut etiam collum, per quod corpus cum capite iungitur... Patet itaque abesse profecto plurimum, ut nos Deiparae supernaturalis gratiae efficiendae vim tribuamus, quae Dei unius est. Ea tamen, quoniam universis sanctitate praestat coniunctioneque cum Christo atque a Christo ascita in humanae salutis opus, “de congruo”, ut aiunt, promeret nobis, quae Christus “de condigno” promeruit, estque princeps largiendarum gratiarum ministra.

Italiano:
Maria però... è un acquedotto ed anche il collo che unisce il corpo al capo... È dunque evidente che siamo molto lontani dall’attribuire alla Madre di Dio il potere di produrre la grazia soprannaturale che è solo di Dio. Nondimeno, dato che supera tutti in santità e nell’unione con Cristo ed è stata associata a Cristo nell’opera di redenzione dell’uomo, de congruo, come si usa dire, ci elargisce ciò che Cristo meritò de condigno, ed è la prima dispensatrice delle grazie che egli ci dona. 

 

3) Enciclica Mystici Corporis di Pio XII

(29.6.1943) 

 Dopo l’esposizione globale della natura della Chiesa come corpo mistico, l’enciclica si chiude con considerazioni appropriate sull’intervento di Maria nell’opera della salvezza. 

  • TESTO: AAS 35(1943)247-248. 

Latino:
5.034 51. Efficiat, venerabiles fratres, haec nostra paterna vota, quae vestra etiam profecto sunt, ac veracem erga Ecclesiam amorem omnibus impetret Deipara Virgo, cuius sanctissima anima fuit, magis quam ceterae una simul omnes a Deo creatae, divino Iesu Christi Spiritu repleta; quaeque consensit loco totius humanae naturae, ut quoddam spirituale matrimonium inter Filium Dei et humanam naturam haberetur. Ipsa fuit, quae Christum Dominum, iam in virgineo gremio suo Ecclesiae capitis dignitate ornatum, mirando partu utpote caelestis omnis vitae fontem edidit; eumque recens natum, iis qui primum ex Iudaeorum ethnicorumque gentibus adoraturi advenerant, prophetam, regem, sacerdotemque porrexit. Ac praeterea unigena eius, eius maternis precibus in Cana Galileae concedens, mirabile signum patravit, quo crediderunt in eum discipuli eius (Io 2,11).

Italiano:
Venerabili fratelli, adempia questi nostri auspici, che sicuramente sono anche vostri, e impetri a tutti un vero amore verso la Chiesa la Vergine madre di Dio, la cui santissima anima fu ripiena del divino Spirito di Gesù Cristo, più di tutte le altre create da Dio messe insieme, e che diede il consenso “a nome di tutta la natura umana” perché “avvenisse una specie di matrimonio spirituale tra il Figlio di Dio e l’umana natura”. Fu lei che con un parto miracoloso diede alla luce Cristo Signore, fonte di ogni virtù, ornato della dignità di capo della Chiesa già nel suo grembo verginale, e appena nato lo mostrò ai primi tra i giudei e i gentili che vennero ad adorarlo come profeta, re e sacerdote. Fu per esaudire le sue materne preghiere che il suo unigenito operò in Cana di Galilea quello strepitoso miracolo per cui “i suoi discepoli credettero in lui” (Gv 2,11). 

Latino:
5.035 Ipsa fuit, quae vel propriae, vel hereditariae labis expers, arctissime semper cum filio suo coniuncta, eumdem in Golgotha, una cum maternorum iurium maternoque amoris sui holocausto, nova veluti Eva, pro omnibus Adae filiis, miserando eius lapsu foedatis, aeterno Patri obtulit; ita quidem, ut quae corpore erat nostri capitis mater, spiritu facta esset, ob novum etiam doloris gloriaeque titulum, eius membrorum omnium mater. Ipsa fuit, quae validissimis suis precibus impetravit, ut divini Redemptoris Spiritus, iam in cruce datus, recens ortae Ecclesiae prodigialibus muneribus Pentecostes die conferretur. Ipsa denique immensos dolores suos forti fidentique animo tolerando, magis quam Christifideles omnes, vera regina martyrum, adimplevit ea quae desunt passionum Christi pro corpore eius, quod est Ecclesia (cf. Col 1,24) ac mysticum Christi corpus, e scisso corde Servatoris nostri natum eadem materna cura impensaque caritate prosecuta est, qua in cunabulis puerulum Iesum lactentem refovit atque enutrivit.

Italiano:
Fu lei che, immune da ogni macchia sia personale che congenita, sempre unita strettamente al figlio suo, lo offrì sul Golgota all’eterno Padre unitamente all’olocausto dei suoi diritti di madre e del suo amore materno, come nuova Eva, per tutti i figli di Adamo, contaminati dalla sua miseranda caduta; e così colei che nel corpo era madre del nostro capo, per un nuovo titolo di dolore e di gloria divenne madre nello spirito di tutte le sue membra. Fu lei che con le sue efficacissime preghiere impetrò che lo Spirito del divin Redentore, già effuso dalla croce, venisse elargito il giorno di Pentecoste, con dono prodigioso, alla Chiesa da poco sorta. Finalmente, vera regina dei martiri, sopportando con animo forte e fiducioso i suoi immensi travagli, più che tutti i cristiani completò “quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24), ed ebbe per il corpo mistico di Cristo, nato dal cuore squarciato del nostro Salvatore la stessa cura materna e la premurosa carità con la quale aveva ristorato e nutrito il bambinello Gesù lattante nella culla. 

Latino:
5.036 Ipsa igitur, omnium membrorum Christi sanctissima Genetrix cuius cordi immaculato omnes homines fidenter consecravimus, et quae nunc in caelo corporis animique gloria renidet, unaque simul cum Filio suo regnat, ab eo afflagitando contendat, ut uberrimi gratiarum rivuli ab excelso capite in omnia mystici corporis membra haud intermisso ordine deriventur; itemque praesentissimo patrocinio suo, sicut anteactis temporibus, ita in praesens Ecclesiam tueatur, eique atque universae hominum communitati tandem aliquando tranquilliora a Deo tempora impetret.

Italiano:
Questa santissima madre di tutte le membra di Cristo, al cui cuore immacolato abbiamo fiduciosamente consacrato tutti gli uomini e che ora in cielo risplende nella gloria del corpo e dell’anima e regna insieme al figlio suo, ottenga da lui con le sue intercessioni che dall’eccelso capo fluiscano senza mai fermarsi torrenti copiosissimi di grazie in tutte le membra del corpo mistico; e con il suo potentissimo patrocinio protegga anche ora la sua Chiesa come nei tempi passati, e impetri finalmente da Dio giorni più tranquilli ad essa e a tutta la comunità umana. 

 

4) Concilio Vaticano II (ecumenico XXI) Costituzione Lumen gentium

(sess. V - 21.11.1964) 

 L’ultimo capitolo della costituzione dogmatica sulla Chiesa è dedicato dal concilio alla vergine Maria, non però nell’intento di dirimere la questione della focalizzazione della mariologia; anzi, nell’esporre il tema del mistero di Cristo e della Chiesa il documento dimostra che i due aspetti sono integrativi e affatto in opposizione. Inoltre attribuisce a Maria i titoli tradizionali di avvocata e di mediatrice. 

  • TESTO: AS 3/VIII, 833-834; COD 895-896. 
    TRADUZIONE: Alb 902-903. 
     CAP. VIII/3. LA BEATA VERGINE E LA CHIESA

Latino:
5.037 60. Unicus est mediator noster secundum verba apostoli: Unus enim Deus, unus et mediator Dei et hominum, homo Christus Iesus, qui dedit redemptionem semetipsum pro omnibus (1Tim 2,5-6). Mariae autem maternum munus erga homines hanc Christi unicam mediationem nullo modo obscurat nec minuit, sed virtutem eius ostendit. Omnis enim salutaris beatae Virginis influxus in homines non ex aliqua rei necessitate, sed ex beneplacito divino exoritur et ex superabundantia meritorum Christi profluit, Eius mediationi innititur, ab illa omnino dependet, ex eademque totam virtutem haurit; unionem autem immediatam credentium cum Christo nullo modo impedit sed fovet.

Italiano:
60. Uno solo è il nostro mediatore secondo le parole dell’apostolo: “Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti” (1Tm 2,5-6). Ora, la funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l’efficacia. Poiché ogni salutare influsso della beata Vergine verso gli uomini non nasce da necessità obiettiva, ma dal beneplacito di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di lui, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia; non impedisce minimamente l’unione immediata dei credenti con Cristo, anzi la facilita. 

Latino:
5.038 61. Beata Virgo, ab aeterno una cum divini Verbi incarnatione tamquam mater Dei praedestinata, divinae providentiae consilio, his in terris exstitit alma divini Redemptoris mater, singulariter prae aliis generosa socia, et humilis ancilla Domini. Christum concipiens, generans, alens, in templo Patri sistens, filioque suo in cruce morienti compatiens, operi Salvatoris singulari prorsus modo cooperata est, oboedientia, fide, spe et flagrante caritate, ad vitam animarum supernaturalem restaurandam. Quam ob causam mater nobis in ordine gratiae exstitit.

Italiano:
61. La beata Vergine, insieme con l’incarnazione del Verbo divino predestinata fino dall’eternità a essere madre di Dio, per una disposizione della divina provvidenza è stata su questa terra l’alma madre del divino Redentore, la compagna generosa del tutto eccezionale e l’umile serva del Signore. Col concepire Cristo, generarlo, nutrirlo, presentarlo al Padre nel tempio, soffrire col figlio suo morente sulla croce, ella ha cooperato in modo tutto speciale all’opera del Salvatore, con l’obbedienza, la fede, la speranza e l’ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo è stata per noi la madre nell’ordine della grazia. 

Latino:
5.039 62. Haec autem in gratiae oeconomia maternitas Mariae indesinenter perdurat, inde a consensu quem in annuntiatione fideliter praebuit, quemque sub cruce incunctanter sustinuit, usque ad perpetuam omnium electorum consummationem. In caelis enim assumpta salutiferum hoc munus non deposuit, sed multiplici intercessione sua pergit in aeternae salutis donis nobis conciliandis. Materna sua caritate de fratribus filii sui adhuc peregrinantibus necnon in periculis et angustiis versantibus curat, donec ad felicem patriam perducantur. Propterea beata Virgo in Ecclesia, titulis advocatae, auxiliatricis, adiutricis, mediatricis invocatur. Quod tamen ita intellegitur, ut dignitati et efficacitati Christi unius mediatoris nihil deroget, nihil superaddat. Tale autem munus subordinatum Mariae Ecclesia profiteri non dubitat, iugiter experitur et fidelium cordi commendat, ut hoc materno fulti praesidio mediatori ac Salvatori intimius adhaereant.

Italiano:
62. E questa maternità di Maria nell’economia della grazia perdura senza soste dal momento del consenso prestato nella fede al tempo dell’annunciazione e mantenuto senza esitazioni sotto la croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Difatti, assunta in cielo ella non ha deposto questa missione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni della salvezza eterna. Nella sua materna carità si prende cura dei fratelli del figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata. Per questo la beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice. Questo però va inteso in modo che nulla detragga o aggiunga alla dignità e alla efficacia di Cristo, unico mediatore. E questo compito subordinato di Maria la Chiesa non dubita di riconoscerlo apertamente, continuamente lo sperimenta e lo raccomanda al cuore dei fedeli, perché, sostenuti da questo materno aiuto, essi più intimamente aderiscono al mediatore e salvatore. 


VI. Il Culto Mariano 

Introduzione

Maria fu associata al mistero della salvezza ad un livello unico ed eccezionale, in virtù della sua intima relazione con il Salvatore. Come madre del nostro Redentore, è anche madre della divina grazia, nostra avvocata e mediatrice, perché collaborò liberamente con Dio per portarci all’unico mediatore (cf. 1Tm 2,5). Non si entra nel mistero di Maria se non con la chiave dell’eterno amore del Padre, che l’ha scelta come strumento del suo disegno di salvezza; del Figlio unigenito, che da lei ha tratto quel corpo di cui la Chiesa è il prolungamento; dello Spirito santo, che nel suo grembo verginale operò la nuova creazione del Redentore. Per tutto questo Maria non è soltanto un modello come un altro da imitare; è l’esemplare più vicino a Cristo e più speculare della Chiesa. 

 1) Concilio Vaticano II (ecumenico XXI) Costituzione Lumen gentium

(sess. V - 21.11.1964) 

 Nella Lumen Gentium, dopo aver esposto nel cap. VIII la posizione della Vergine nella redenzione, il Vaticano II prosegue elencando le conseguenze che ne derivano nelle nostre relazioni con lei: esse rimontano allo stesso progetto divino, e sono designate con l’espressione “culto mariano”. Tale culto è esaminato prima nei suoi aspetti dogmatici, storici e teologici che ne chiariscono la natura e il fondamento (66); si esortano quindi calorosamente tutti i fedeli, segnatamente i teologi e i predicatori, a coltivare in profondità la devozione a Maria, nel sano e giusto equilibrio suggerito dall’insegnamento della Chiesa (67). 

  •  TESTO: AS 3/VIII, 835-836; COD 897-898. 
    TRADUZIONE: Alb 905-907. 
    CAP. VIII/4. IL CULTO DELLA BEATA VERGINE NELLA CHIESA

Natura e fondamento del culto

Latino:
5.040 66. Maria, per gratiam Dei post filium prae omnibus angelis et hominibus exaltata, utpote sanctissima Dei Mater, quae mysteriis Christi interfuit, speciali cultu ab Ecclesia merito honoratur. Et sane ab antiquissimis temporibus beata Virgo sub titulo Deiparae colitur, sub cuius praesidium fideles in cunctis periculis et necessitatibus suis deprecantes confugiunt. Inde praesertim ab Ephesina synodo cultus populi Dei erga Mariam mirabiliter crevit in veneratione et dilectione, in invocatione et imitatione, secundum ipsius verba prophetica: Beatam me dicent omnes generationes, quis fecit mihi magna qui potens est (Lc 1,48).

Italiano:
66. Maria, esaltata, per la grazia di Dio, dopo suo Figlio, al di sopra di tutti gli angeli e gli uomini, perché è la madre santissima di Dio, che ha preso parte ai misteri di Cristo, viene dalla Chiesa giustamente onorata con culto speciale. In verità dai tempi più antichi la beata Vergine è venerata col titolo di madre di Dio, sotto il cui presidio i fedeli pregandola si rifugiano in tutti i loro pericoli e le loro necessità. Soprattutto a partire dal concilio di Efeso il culto del popolo di Dio verso Maria crebbe mirabilmente in venerazione e in amore, in invocazione e in imitazione, secondo le sue stesse profetiche parole: “Tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” (Lc 1,48). 

Latino:
5.041 Qui cultus, prout in Ecclesia semper exstitit, singularis omnino quamquam est, essentialiter differt a cultu adorationis, qui Verbo incarnato aeque ac Patri et Spiritui Sancto exhibetur, eidemque potissimum favet. Variae enim formae pietatis erga Dei Genetricem, quas Ecclesia intra limites sanae et orthodoxae doctrinae, pro temporum et locorum conditionibus et pro indole ingenioque fidelium approbavit, id efficiunt ut, dum mater honoratur, filius, propter quem omnia (cf. Col 1,15-16) et in quo aeterno Patri complacuit omnem plenitudinem inhabitare (Col 1,19), rite noscatur, ametur, glorificetur, eiusque mandata serventur.

Italiano:
Questo culto, quale sempre fu nella Chiesa, sebbene del tutto singolare, differisce essenzialmente dal culto di adorazione, prestato al Verbo incarnato come al Padre e allo Spirito santo, e particolarmente lo promuove. Infatti le varie forme di devozione verso la madre di Dio, che la Chiesa ha approvato, entro i limiti di una dottrina sana e ortodossa, secondo le circostanze di tempo e di luogo e l’indole e la mentalità dei fedeli, fanno sì che, mentre è onorata la madre, il figlio, per il quale esistono tutte le cose (cf. Col 1,15-16) e nel quale “piacque a Dio di fare abitare ogni pienezza” (Col 1,19), sia debitamente conosciuto, amato, glorificato, e siano osservati i suoi comandamenti. 

Norme pastorali

Latino:
5.042 67. Hanc catholicam doctrinam Sacrosancta synodus consulto docet, simulque omnes Ecclesiae filios admonet, ut cultum, praesertim liturgicum, erga beatam Virginem generose foveant, praxes autem et exercitia pietatis erga eam saeculorum cursu a magisterio commendata magni faciant et ea quae anteactis temporibus de cultu imaginum Christi, beatae Virginis et sanctorum decreta fuere, religiose servent.

Italiano:
67. Il sacrosanto concilio espressamente insegna questa dottrina cattolica, e insieme esorta tutti i figli della Chiesa perché generosamente promuovano il culto, specialmente liturgico, verso la beata Vergine, abbiano in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso di lei, raccomandati lungo i secoli dal magistero, e scrupolosamente osservino quanto in passato è stato sancito circa il culto delle immagini di Cristo, della beata Vergine e dei santi. 

Latino:
5.043 Theologos autem verbique divini praecones enixe exhortatur, ut aeque ab omni falsa superlatione, quemadmodum et a nimia mentis angustia, in singulari Deiparae dignitate consideranda sedulo abstineant. Studium sacrae Scripturae, sanctorum patrum et doctorum Ecclesiaeque liturgiarum sub ductu magisterii excolentes, recte illustrent munera et privilegia beatae Virginis, quae semper Christum spectant, totius veritatis, sanctitatis et pietatis originem. Sedulo arceant quaecumque sive in dictis sive in factis fratres seiunctos vel alios quoscumque in errorem circa veram Ecclesiae doctrinam inducere possent. Meminerint porro fideles veram devotionem neque in sterili et transitorio affectu, neque in vana quadam credulitate consistere, sed a vera fide procedere, qua ad Dei Genetricis excellentiam agnoscendam adducimur, et ad filialem erga matrem nostram amorem eiusque virtutum imitationem excitamur.

Italiano:
Esorta inoltre caldamente i teologi e i predicatori della parola divina ad astenersi con ogni cura da qualunque falsa esagerazione, come pure dalla grettezza di mente nel considerare la singolare dignità della madre di Dio. Con lo studio della sacra Scrittura, dei santi padri e dottori e delle liturgie della Chiesa, condotto sotto la guida del magistero, illustrino rettamente i compiti e i privilegi della beata Vergine, che sempre hanno per fine Cristo, origine di ogni verità, santità e devozione. Sia nelle parole che nei fatti evitino diligentemente ogni cosa che possa indurre in errori i fratelli separati o qualunque altra persona circa la vera dottrina della Chiesa. I fedeli a loro volta si ricordino che la vera devozione non consiste né in uno sterile e passeggero sentimento, né in una vana credulità, bensì procede dalla fede vera, dalla quale siamo portati a riconoscere la preminenza della madre di Dio e siamo spinti a un amore filiale verso la madre nostra e all’imitazione delle sue virtù. 


 2) Esortazione Marialis cultus di Paolo VI

(2.2.1974) 

 Paolo VI volle sintetizzare in questo documento, traboccante calore e devozione, l’insegnamento della Chiesa riguardo al culto mariano, perché servisse anche di norma per rinnovare e ravvivare la pietà cristiana. Rilevato dapprima che gli onori resi in ogni tempo dalla Chiesa a Maria hanno considerato nella Vergine la sua cooperazione al mistero del Cristo, illustra in lei il tipo del culto cristiano e l’esemplare di una solida e fruttuosa ristrutturazione della devozione privata dei fedeli, sulla base del rinnovamento liturgico in corso. Analizza poi alcune pie pratiche, quali l’Angelus e il rosario. 

  • TESTO: AAS 66(1974)127-128.134. 

Latino:
5.044 15. Haec igitur librorum liturgicorum, qui recens instaurati sunt, inspectio ad unum quoddam iucunda fiducia statuendum atque confirmandum nos movet: per factam nempe post concilium Vaticanum instaurationem, quod esset iam in votis motus, quem dicunt, liturgici, virginem Mariam convenienti quadam prospectus amplitudine esse consideratam in toto Christi mysterio, iuxtaque placita traditionis singularem illum locum esse agnitum, qui ad eamdem spectat in cultu Christiano, utpote quae sit sancta Dei Genetrix et alma Redemptoris socia. Neque aliud prorsus evenire poterat. Si quis enim Christiani vices cultus exploret, facile percipit tum in Orientis tum in Occidentis regionibus lectissimas atque splendidissimas voces pietatis erga beatam Virginem aut intra ipsius liturgiae fines floruisse, aut esse in eius corpus adiunctas.

Italiano:
15. Quest’esame dei libri liturgici di recente rinnovati ci conduce ad una constatazione e conferma confortante: com’era già nei voti del cosiddetto movimento liturgico, la riforma che seguì al concilio Vaticano II vede la vergine Maria nella prospettiva ampia e doverosa di tutto il mistero di Cristo, e le riconosce, in armonia con la linea tradizionale, quella posizione unica che le compete nel culto cristiano, come madre santa di Dio e venerabile collaboratrice del Redentore. Né poteva essere altrimenti: chi infatti ripercorre la storia del culto cristiano, incontra continuamente sia in Oriente che in Occidente le più alte e splendide espressioni di pietà verso la beata Vergine, fiorite all’interno della liturgia o ad essa incorporate. 

Latino:
5.045 Equidem iuvat advertere, quem cultum in praesenti Ecclesia universalis sanctissimae Deiparae praebet, eum manare et prorogare nullaque intermissione illam augere devotionem, quam nullo non tempore ei tribuit Ecclesia, diligentissimo studio veritatis impulsa vigilantique semper formarum dignitate usa. Ex perenni enim fonte traditionis, quae vivax quidem est ob indeficientem Spiritus praesentiam continuumque divinorum verborum auditum, Ecclesia hodierni temporis rationes et argumentationes et instimulationes haurit ad alendum cultum, quem ipsi Virgini adhibet. Huiusce viventis traditionis liturgia, per magisterium probata atque roborata, celsissimum exstat testimonium itemque firmissimum monumentum.

Italiano:
Giova dunque osservare che il culto che al presente la Chiesa universale presta alla santissima madre di Dio deriva e prolunga e senza soluzione di continuità incrementa la devozione che in tutti i tempi senza eccezioni la Chiesa le ha attribuito, spinta dall’amore diligentissimo per la verità e vigilante sulla dignità delle forme. Dalla fonte inesauribile della tradizione, sempre sgorgante per l’indefettibile assistenza dello Spirito e l’ascolto ininterrotto delle divine parole, la Chiesa del tempo odierno attinge motivi, argomenti e stimoli per alimentare il culto che rivolge alla Vergine. La liturgia, approvata e corroborata dal magistero, è il massimo testimonio e il monumento incrollabile di questa tradizione vivente. 

Latino:
5.046 23. Cum igitur, venerabiles fratres, pietatem illam expendimus, quam liturgica Ecclesiae universalis traditio atque ipse renovatus ritus Romanus erga sanctam Dei Matrem profitentur, cum deinde meminimus ipsam liturgiam sacram ob eximiam suam in cultu divino praestantiam esse auream pietatis Christianae regulam, cum denique animum advertimus, quomodo Ecclesia sacra celebrans mysteria habitum fidei amorisque suscipiat haud aliter ac beatissima Virgo, tum plane intellegimus, quam apte et convenienter adhortetur concilium Vaticanum II cunctos Ecclesiae filios, ut cultum, praesertim liturgicum, erga beatam Virginem generose foveant; quae quidem hortatio velimus ubique sine ulla condicione recipiatur adque verum effectum studiose deducatur.

Italiano:
Venerabili fratelli, abbiamo vagliato la pietà che la tradizione liturgica della Chiesa universale e anche il rito romano rinnovato dimostra verso la santa madre di Dio; abbiamo ricordato che questa sacra liturgia, per la sua preminenza nel culto divino, è la regola aurea della pietà cristiana; abbiamo infine messo in luce che la Chiesa quando celebra i sacri misteri si riveste di un atteggiamento di fede e di amore non dissimile da quello della beatissima Vergine; possiamo ora facilmente comprendere con quanta opportunità e convenienza il concilio Vaticano II esorta tutti i figli della Chiesa “perché generosamente promuovano il culto, specialmente liturgico, verso la beata Vergine”, e questa esortazione vorremmo accolta dovunque e senza restrizioni e tradotta in pratica concreta e assidua. 

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