Consiglio d’Europa contrario all’obbligo vaccinale, ma gli Stati membri devono informare i cittadini

Consiglio d’Europa contrario all’obbligo vaccinale, ma gli Stati membri devono informare i cittadini

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Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa

Giuliana Raffaelli, 11 febbraio 2021

documento ufficiale:

Covid-19 vaccines: ethical, legal and practical considerations


Il 26 gennaio 2021 l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) ha pubblicato un emendamento dal titolo “Vaccini Covid-19: considerazioni etiche, legali e pratiche”.


Il Consiglio d’Europa (CdE), fondato il 5 maggio 1949 con il Trattato di Londra, è un’organizzazione internazionale che riunisce 324 componenti dei parlamenti dei 47 Stati membri. L’Assemblea parlamentare, insieme al Comitato dei ministri, al Congresso dei poteri locali e regionali e alla Corte europea dei diritti dell’uomo, è una delle quattro istituzioni che costituiscono il Consiglio d’Europa. Essa elegge il segretario generale, il commissario e i giudici della Corte europea dei diritti dell’uomo. Fornisce, inoltre, un forum democratico di dibattito e le sue commissioni lavorano quotidianamente per esaminare questioni di attualità che coinvolgono i cittadini dell’unione per assicurare loro identità culturale e pari diritti.


Comunque le iniziative del Consiglio d’Europa non sono vincolanti e per poterlo diventare devono essere ratificate dagli Stati membri.


Nonostante gli ultimi sondaggi riferiscano di una diminuzione dello scetticismo nei confronti dei vaccini, la discussione sulla tematica è ancora molto scottante. Alcuni Governi ragionano sull’eventualità di rendere i vaccini obbligatori, in modo da raggiungere entro fine anno l’immunità di gregge. Mettono, inoltre, sul tavolo delle discussioni quello che viene definito il “passaporto vaccinale” per gli immuni, un certificato che attesti l’avvenuta vaccinazione, una sorta di green card che permetterebbe la libera circolazione tra province, regione e Stati europei.


I dubbi sull’esito delle vaccinazioni sono ancora troppi visto che non è nemmeno chiaro se chi è vaccinato infetti senza sviluppare la malattia oppure no. Il Ministero della Salute considera quindi il “passaporto” ancora poco applicabile e obbliga sia chi è vaccinato sia chi non lo è alle stesse restrizioni e agli stessi comportamenti prudenti (mascherine, distanziamento, quarantena dopo il contatto con un positivo). Le Regioni tuttavia auspicano che la questione venga rapidamente chiarita e attendono delucidazioni per poter tornare a un vita “normale”.


L’Assemblea parlamentare europea, in mezzo a questa fitta nebbia di incertezze, ha riflettuto profondamente sulla tematica mettendo nero su bianco importanti valutazioni che coinvolgono la sfera etica e legale della questione vaccinale, ponendo anche il focus sul corretto uso dei certificati (punto 7.5.1).


Rimarcando lo sforzo attuato dagli scienziati per giungere in tempi brevi a vaccini sicuri ed efficaci (punto 7), vengono sottolineate l’importanza di una equa distribuzione degli stessi (punto 6), del corretto monitoraggio degli effetti a lungo termine, dell’adozione di misure che contrastino la disinformazione (punti 7.3.3 e 7.3.4), del superamento dei diritti di proprietà intellettuale (per garantire una produzione e distribuzione dei vaccini a tutti i cittadini) ma anche dell’importanza dell’informazione ai cittadini sul fatto che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno può essere sottoposto a pressioni per farsi vaccinare se non lo desidera (7.3.1). È altresì considerato fondamentale che siano diffuse notizie trasparenti sulla sicurezza dei vaccini e sui loro possibili effetti collaterali, e che sia garantito l’indennizzo per gli eventuali danni da essi derivanti (punto 7.1.5).


Di seguito, alcuni dei punti principali sui cui si è soffermata la riflessione a un anno dalla scoppio della pandemia che ha causato non solo sofferenze fisiche e psicologiche ai cittadini, ma anche la devastazione dell’economia globale, mettendo a nudo preesistenti errori e disuguaglianze (anche nell’accesso all’assistenza sanitaria) e causando disoccupazione, declino economico e povertà. Per un approfondimento si rimanda alla lettura completa del documento che si allega.

Punto 2. Nonostante le precauzioni non farmacologiche messe in atto (es. distanziamento fisico, uso di maschere, disinfezione delle mani) il tasso di infezione sta aumentando in gran parte del mondo e molti Stati membri dell’unione europea stanno già vivendo una seconda ondata peggiore della prima. Le popolazioni stanno mostrando sempre più “stanchezza pandemica” e si sentono demotivate nel seguire i comportamenti raccomandati per proteggere loro stessi e gli altri dal virus.


La rapida diffusione in tutto il mondo di vaccini sicuri ed efficaci contro il Covid-19 è essenziale per contenere la pandemia, proteggere i sistemi sanitari, salvare vite e contribuire a ripristinare le economie globali.

Punto 3. Tuttavia i vaccini non sono una panacea immediata e non saranno certamente sufficienti a ridurre i tassi di infezione questo inverno, in particolare se si tiene conto che, per ora, la domanda supera di gran lunga l’offerta. Il ritorno a una “vita normale” non potrà avvenire prima della metà/fine del 2021 (nei migliori dei casi).


Punto 4. Affinché i vaccini siano efficaci è fondamentale la loro diffusione: se infatti essi non vengono ampiamente distribuiti nelle zone più colpite di un paese, diventano inefficaci per arginare la marea della pandemia. Ma perché questo avvenga è altrettanto cruciale combattere l’esitazione nei loro confronti e costruire una solida fiducia in modo che essi vengano accettati dalla maggior parte della popolazione.


Punto 6. Gli Stati membri devono subito preparare le loro strategie di immunizzazione per ripartire le dosi in modo etico ed equo.


Punto 7. Gli scienziati hanno fatto un lavoro notevole in tempo record. Ora spetta ai Governi agire. L’Assemblea sostiene la visione del Segretario Generale delle Nazioni Unite secondo cui un vaccino Covid-19 deve essere un bene pubblico globale. L’immunizzazione deve essere accessibile a tutti, ovunque.


Per quanto riguarda lo sviluppo di vaccini Covid-19, l’Assemblea esorta gli Stati membri e l’Unione europea a:

Punto 7.1.3. Garantire il rispetto delle pertinenti norme minime di sicurezza, efficacia e qualità dei vaccini.


Punto 7.1.4. Attuare sistemi efficaci di monitoraggio dei vaccini e della loro sicurezza dopo la loro introduzione nella popolazione, anche al fine di monitorarne gli effetti a lungo termine.


Punto 7.1.5. Mettere in atto programmi indipendenti per garantire l’indennizzo dei danni indebiti e dei danni derivanti dalla vaccinazione;


Per quanto riguarda l’assegnazione dei vaccini Covid-19:

Punto 7.2.1. Garantire il rispetto del principio dell’equo accesso all’assistenza sanitaria di cui all’articolo 3 della Convenzione di Oviedo nei piani nazionali di assegnazione dei vaccini.


Punto 7.2.2. Sviluppare strategie per l’equa distribuzione dei vaccini Covid-19 negli Stati membri, tenendo conto del fatto che l’offerta sarà inizialmente bassa.


Punto 7.2.4. Promuovere l’equità nell’accesso ai vaccini Covid-19 tra i Paesi.


Per quanto riguarda la garanzia di un elevato assorbimento del vaccino:

Punto 7.3.1. Garantire che i cittadini siano informati che la vaccinazione NON è obbligatoria e che a nessuno possono essere fatte pressioni politiche, sociali o di altro genere per farsi vaccinare, se non lo desidera.


Punto 7.3.2. Garantire che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato, a causa di possibili rischi per la salute o per il non voler essere vaccinato.


Punto 7.3.3. Adottare misure tempestive ed efficaci per contrastare la disinformazione e l’esitazione riguardo ai vaccini Covid-19.


Punto 7.3.4. Diffondere informazioni trasparenti sulla sicurezza e sui possibili effetti collaterali dei vaccini, lavorare con le piattaforme dei social media e regolamentarle per prevenire la diffusione della disinformazione.


Punto 7.3.5. Comunicare in modo trasparente il contenuto dei contratti con i produttori di vaccini e metterli a disposizione del pubblico a fini di controllo parlamentare e pubblico.


Per quanto riguarda il monitoraggio degli effetti a lungo termine dei vaccini COVID-19 e della loro sicurezza:

Aggiunto al punto 7.5.1. Utilizzare i certificati di vaccinazione (vaccination certificates) solo ai fini designati del monitoraggio dell’efficacia del vaccino, dei potenziali effetti collaterali e degli eventi avversi.


Punto 7.5.2. Eliminare eventuali lacune nella comunicazione tra le autorità sanitarie pubbliche locali, regionali e internazionali che trattano dati AEFI e superare le carenze delle reti di dati sanitari esistenti.


Punto 7.5.4. Sostenere il campo emergente della ricerca delle reazioni avverse che studia le variazioni inter-individuali nelle risposte ai vaccini sulla base delle differenze nell’immunità, nei microbiomi e nell’immunogenetica.


Infine, (punto 8) con riferimento alla risoluzione 2337 (2020) sulle democrazie di fronte alla pandemia di Covid-19, l’Assemblea ribadisce che i Parlamenti, in quanto istituzioni fondamentali della democrazia, devono continuare a svolgere il loro triplice ruolo di rappresentanza, legislazione e supervisione in circostanze pandemiche.


L’Assemblea invita pertanto i parlamenti a esercitare tali poteri anche per quanto riguarda lo sviluppo, l’assegnazione e la distribuzione dei vaccini Covid-19.

(Fonte: https://www.ilgiornaledipantelleria.it/consiglio-deuropa-contrario-allobbligo-vaccinale-ma-gli-stati-membri-devono-informare-i-cittadini/)


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