Conferimento dei diplomi della 155ª classe della Scuola di Galaad | The Inside Story

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Purtroppo viviamo in un mondo che porta milioni di persone a soffrire. E questo non ci sorprende, perché viviamo negli ultimi giorni. Molti sono arrabbiati e incolpano Dio per le loro sofferenze, e questo li ha indotti ad allontanarsi da lui. Come li affrontano invece i nostri fratelli? Paolo sapeva bene cos’è la sofferenza. Nella sua seconda lettera a Timoteo, scritta mentre era in prigione, disse qualcosa sull’argomento. In 2 Timoteo 1:8 Paolo disse: “Accetta la tua parte di sofferenze per la buona notizia, facendo affidamento sulla potenza di Dio”. Anche se qui si parla delle sofferenze dovute alla fede cristiana, possiamo contare sulla potenza di Dio di fronte a qualunque situazione. E oggi intervisteremo studenti che provengono da 2 paesi che hanno sofferto veramente molto, il Venezuela e il Ruanda. Capiremo come la potenza di Dio li ha aiutati a perseverare e a rimanere forti spiritualmente. Diamo il benvenuto a Dieudonné ed Elise Mwiteneza, che vengono dal bellissimo Ruanda. Benvenuti, Dieudonné ed Elise. È bello avervi qui insieme a noi. - Grazie. - Grazie. So che entrambi siete nati e cresciuti in Ruanda e che adesso servite alla Betel, giusto? Esatto. Raccontateci un po’ del vostro paese. Il Ruanda è chiamato la terra delle 1.000 colline. All’interno dello stesso paese ci sono foreste pluviali, vulcani, montagne e delle belle vallate. Anche la fauna locale è stupenda. In effetti è stupenda. E invece com’è la gente in Ruanda? Le persone sono molto calorose, rispettose e ospitali. Infatti è molto facile iniziare una conversazione e predicare. Dev’essere bello. E in questa foto perché ci sono tutti quei bambini? In questo villaggio era la prima volta che i bambini vedevano un video di Lele e Sofia. Erano così felici! Che emozione! Però pensando al Ruanda la prima cosa che viene in mente a molti di noi riguarda un periodo orribile, il genocidio della popolazione tutsi. Ci potreste raccontare un po’ come andarono le cose? È stato spaventoso. Secondo le stime sembra che quasi un milione di persone siano state uccise tra cui 400 dei nostri fratelli e sorelle. E tra l’altro in un periodo di tempo molto breve, 100 giorni soltanto. È difficile anche solo immaginare di vivere una cosa così orribile. E tutto questo accadeva nel 1994. Questo significa che sono passati esattamente 30 anni. Quanti anni avevate? Eravamo ragazzi, lei aveva 15 anni e io 16. Affrontare una cosa come questa durante l’adolescenza dev’essere stato terribile. Cosa vi ha aiutato a resistere? Nel mio caso i miei genitori erano testimoni di Geova e mi hanno dato un ottimo esempio. Eravamo 10 figli, eppure hanno accolto in casa anche una mia cugina, e oltre a lei anche altri bambini. Ne hanno accolti 11, così che alla fine in casa eravamo in 25. E perché li hanno presi in casa con voi? Purtroppo erano rimasti orfani per il genocidio. 25 persone! Sono un sacco di bocche da sfamare. Mi ricordo che una volta mia mamma ha cucinato del pollo Sì! e lo ha diviso in 25 pezzettini. Lo ha tagliato tutto e lo ha messo su un piatto. Allora ha detto a tutti noi bambini di chiudere gli occhi e di prenderne un pezzetto ciascuno, così, quello che capitava capitava. E dove vi metteva tutti a dormire? Ogni sera stendevamo dei materassi in tutte le stanze, così c’era abbastanza posto per tutti. Grazie per averci aperto questa finestra sul vostro passato. Ma è stata dura? In realtà no, per 2 ragioni. Innanzitutto l’intero paese era nella stessa situazione. E poi i miei genitori hanno ricevuto un piccolo aiuto economico. Gli anziani della congregazione dissero loro che proveniva dai nostri fratelli testimoni di Geova di tutto il mondo. Vedere questo, per me che ero ragazzina, fu molto toccante, fratello Clarke. Mi chiedevo com’era possibile che fratelli e sorelle che non avevo mai incontrato prima facessero questo per me. La cosa mi colpì molto. Questa è “la “potenza di Dio” che si manifesta attraverso la nostra famiglia mondiale. Bellissimo! E per te com’è stata, Dieudonné? Anch’io ho percepito tanto amore in quel periodo. Nel mio caso, i miei genitori non erano nella verità ed io ero solo un proclamatore non battezzato. Nonostante questo, gli anziani della congregazione mi hanno aiutato in modo pratico, dandomi cibo e vestiti. Ti dico una cosa. La mia prima giacca elegante per l’adunanza me l’hanno data loro. E ricordo di aver pensato: “Proprio a me! Non sono neanche battezzato, eppure mi stanno aiutando”. Vedere all’opera l’amore di Geova mi è arrivato dritto al cuore. Posso capirlo. Qui abbiamo una bella foto. Tu sei quello sulla sinistra con una giacca elegante. Quanti anni avevi qui? In questa foto ho più o meno 18 anni. E chi è la persona con te? È mio cugino. È lui che mi ha fatto lo studio. Ah, hai studiato la Bibbia con tuo cugino. E come sta? Sta bene, grazie. Ti dirò di più. Oggi è venuto qui per il conferimento. È qui? Benvenuto, cugino. Che giornata speciale per te, e anche per voi! E invece, Elise, come sta la tua famiglia? Mia mamma è rimasta vedova, ma sia lei che i miei fratelli servono tutti Geova. Bello. E quante sorelle hai, Elise? - 4. - 4 sorelle, più le loro famiglie, vero? - Mmhm, sì. E quanti fratelli hai? - 5. - 5 fratelli, più le loro famiglie. E stanno tutti servendo Geova. Una cosa magnifica! Torniamo un attimo a quello che è successo nel 1994. Quando il genocidio si è fermato, cos’è successo ai Testimoni del paese? È successo qualcosa di straordinario, perché, vedi, già anni prima del genocidio alcuni fratelli si erano trasferiti in altre nazioni come rifugiati. E durante il genocidio molti altri lasciarono il paese. Così, quando tutto si è fermato, gli anziani hanno aiutato i fratelli a tornare alle loro case. E poi hanno iniziato a fare visite pastorali per promuovere l’unità tra loro. Mhm, certo. Ma una domanda, se erano tutti fratelli e sorelle del Ruanda, perché gli anziani hanno dovuto parlare dell’unità? Tra i fratelli c’era qualche problema tra chi aveva lasciato il paese e chi invece era rimasto. Così gli anziani hanno usato con pazienza princìpi ed episodi biblici per mostrare che lasciare il paese o meno era una decisione personale. Questo ha aiutato i fratelli a ritrovare più velocemente l’unità. Ho capito. Di nuovo la “potenza di Dio” all’opera tramite gli anziani per unire i fratelli. E quali sono stati i risultati di quell’opera pastorale? Molti. Ad esempio, dopo che il genocidio fu fermato nel luglio del ’94, pochi mesi dopo, a dicembre, provammo a organizzare la nostra prima assemblea. 3.000 persone vennero da tutti gli angoli del paese. Ma a quella vista le autorità locali ci hanno bloccato, perché dicevano che non era sicuro ancora. Mi ricordo che prima di lasciare il luogo dell’assemblea ci siamo abbracciati. Tanti abbracci! L’amore e l’unità tra i fratelli e le sorelle era sotto gli occhi di tutti. Non lo dimenticheremo mai. Posso crederlo. E il genocidio ha fatto sì che i fratelli e le sorelle rallentassero nel ministero? Assolutamente no! Non hanno rallentato. Quando vedi l’amore di Geova operare, sai, ti senti come Geremia, non puoi trattenerti. Proprio così. Non è facile da spiegare. Ma più Satana cerca di farti paura, più Geova ti dà coraggio. È come un fuoco dentro che ti spinge a predicare. E tu devi predicare, devi farlo. Molto incoraggiante. E qual è stato il risultato di questo fuoco ardente? Beh, nel ’94 c’erano 2.500 proclamatori in Ruanda. Ma ora siamo oltre 33.000. Se diamo un’occhiata agli ultimi dati, c’è stato un aumento a livello mondiale quasi del 2%, che è ottimo. Ma nello stesso periodo di 5 anni in Ruanda c’è stato un aumento di più dell’8%. I proclamatori in Ruanda sono pieni di entusiasmo. Infatti il Ruanda non è conosciuto solo come la terra delle 1.000 colline, ma è anche chiamata la terra dei 1.000 sorrisi. Proprio come i vostri bei sorrisi. Grazie mille, fratello e sorella Mwiteneza, per averci incoraggiato e rafforzato. Preghiamo che Geova continui a benedire voi e tutti i fratelli e le sorelle del Ruanda. - Grazie. - Grazie. E ora diamo il benvenuto a Ronald Rodríguez, che viene dal bellissimo Venezuela. Ronald, è bello averti qui. Grazie. Raccontaci qualcosa di te. Sono cresciuto in una famiglia di Testimoni e mi sono battezzato quando ero molto giovane. Ho una foto. Se vuoi te la faccio vedere. Magari. Qui ero a Caracas, la capitale del Venezuela. È stata scattata proprio il giorno del mio battesimo. Come puoi vedere, ero piccolino. Avevo appena 10 anni. Complimenti, Ronald. Ti faccio una domanda. Cosa ti ha spinto a battezzarti così giovane? Sicuramente è stato l’esempio dei miei genitori. Vedere come nel corso degli anni sono rimasti leali a Geova nonostante le varie difficoltà ha lasciato un segno profondo in me. Ho capito. Sono loro nella foto? Sì, sono loro. Gracias, mama y papa. Hanno fatto davvero un ottimo lavoro. E adesso sei alla Betel. Da quanto tempo sei lì? Da circa 6 anni ormai. E al momento lavoro al PID. Ah, l’Ufficio Comunicazione e Stampa. - Esatto. - E di cosa ti occupi lì? Al PID forniamo informazioni che riguardano la nostra opera e le nostre attività ai governi, alle autorità, ai media e anche agli esponenti del mondo accademico. Grazie per quello che fate. E qui in questa foto vediamo che ci sei tu con alcuni membri della famiglia Betel. Sì, e siamo nel mio ufficio. E quelli sono alcuni cari beteliti del Venezuela. Questa foto ha un significato particolare per me. Come mai? Vedi la sorella a sinistra davanti a tutti? Lei è Janice Blackwood. Lei è stata una delle prime missionarie che è arrivata in Venezuela da Galaad. - Davvero? - Già, negli anni ’50. Pensa che lei veniva ogni giovedì nel nostro ufficio per la pausa caffè. Ci raccontava tante cose belle. Ci raccontava le avventure che lei e altre sorelle avevano vissuto quando erano arrivate in Venezuela. E ogni singola volta che avevamo delle domande riguardo alla nostra storia teocratica, lei sapeva sempre darci la risposta. Avrete imparato molto da lei. Sì, adoravamo le sue visite. Purtroppo Janice ci ha lasciato lo scorso novembre. Mi dispiace tanto. Anche a noi, ci manca tanto. Abbiamo tanti bei ricordi. Comunque Ronald non sorride solo nelle foto, sorride sempre. Infatti si direbbe che viene dal Ruanda, la terra dei 1.000 sorrisi. Anche se in realtà non è sempre stato facile sorridere per te, non è vero? - Ti va di parlarcene? - Certo. Ho sempre desiderato frequentare una scuola teocratica. E nel 2018 sono stato invitato alla SKE. Ma nello stesso periodo ho ricevuto un’ottima offerta di lavoro. Era molto ben pagata, ma ho deciso di rifiutare, perché non volevo che niente mi impedisse di frequentare quella scuola. Purtroppo però 5 giorni prima dell’inizio delle lezioni la scuola è stata cancellata. - Cancellata? - Sì. Come ti sei sentito? Sinceramente è stata piuttosto dura per me. Mi sentivo depresso. Non sapevo proprio cosa fare. Beh, non avevi più la SKE e nemmeno quell’offerta di lavoro. Quindi che cosa hai fatto? Ho accettato qualche lavoretto, qualunque cosa riuscissi a trovare. Una situazione stressante. Perché hanno cancellato la scuola? È stato per la situazione economica del paese. Direi che gli anni tra il 2017 e il 2019 sono stati particolarmente difficili per noi in Venezuela. A causa dell’iperinflazione, molti non avevano abbastanza cibo. Beh, conosciamo l’inflazione. Ma quali sono stati gli effetti dell’iperinflazione? In pratica i prezzi dei beni di prima necessità, come cibo, medicinali o vestiti, da un momento all’altro potevano schizzare alle stelle. Per esempio, quello che potevo comprare la mattina non potevo più permettermelo a fine giornata. E il giorno dopo i prezzi aumentavano ancora. - Spaventoso. - Eh già. E proprio in quel periodo, tra 2017 e 2018, stavo facendo il pioniere e facevo fatica ad arrivare a fine mese. Ma ho visto con i miei occhi quanto Geova fosse al mio fianco in quel momento. Una delle cose che ricordo con più piacere è questa: era un momento in cui non avevo abbastanza soldi per comprare cibo per 2 giorni, ed ero preoccupato. Anche a livello emotivo non stavo benissimo. Ma mi ricordo di aver fatto una preghiera a Geova, proprio in quel momento. Ed è successa una cosa straordinaria. Pochi minuti dopo quella preghiera ho ricevuto una chiamata da una sorella, che mi ha fatto una domanda che non mi aspettavo proprio: “Qual è il tuo codice IBAN?” - Voleva mandarti dei soldi. - Esatto. Mi ha detto che era un regalo da parte di fratelli e sorelle di altri paesi. Avevano inviato una somma da dividere tra 5 persone. E indovina un po’? Io ero il 5º. - Tu eri il 5º! - Già. Per me è stato un momento davvero speciale. Ho potuto comprare da mangiare per una settimana. E la risposta a quella preghiera è una cosa che non posso dimenticare. Hai pregato e hai subito avuto una risposta. Hai proprio visto la “potenza di Dio” con i tuoi occhi. Una storia incoraggiante. Cos’altro ti ha aiutato in quel periodo difficile? Io amo la natura e il Venezuela è un paese in cui si trovano tanti paesaggi stupendi, come il Ruanda. Ci sono spiagge mozzafiato, c’è il deserto, e poi la giungla, le montagne. E sono sicuro che molti avranno sentito parlare del famoso Salto Ángel. Personalmente c’è un posto che per me è speciale. Dove vivevo, a Caracas, la capitale, c’è una montagna. Si chiama El Ávila. È un posto a cui tengo molto. Ho fatto davvero tante escursioni su quella montagna, perché mi sono reso conto che stare in mezzo alla natura, a contatto con la creazione, mi aiutava ad avvicinarmi a Geova. Quando ero lì e parlavo con Geova, tutte le mie preoccupazioni se ne andavano via e sentivo una profonda calma e serenità. Sono contento che sei riuscito a trovare un posto dove passare del tempo con Geova da solo. Dovremmo farlo tutti, è importante. E invece come hanno affrontato i fratelli e le sorelle quei momenti difficili? È stata una cosa incredibile. Vedevo i fratelli e le sorelle che mettevano generosamente a disposizione quel poco che avevano gli uni per gli altri. A volte avevano davvero poco, ma lo facevano con piacere. Che bello! E cos’ha in mano questa sorella? È un ortaggio. In Venezuela lo chiamiamo auyama. Però sinceramente non mi ricordo come si chiama in inglese. - Ah, sembra una specie di zucca. - Sì, una cosa del genere. I comitati di soccorso organizzati dalla filiale hanno incoraggiato i fratelli e le sorelle a coltivare frutta e verdura. Quindi se eri un agricoltore, coltivavi e... No, non necessariamente. Potevano farlo tutti, anche chi non aveva esperienza nel settore. - Ah, tutti? - Sì, esatto. E se non avevi esperienza, ti veniva insegnato come fare. E non solo su grandi terreni, ma anche sui balconi o nei giardini, in pratica ovunque. Ok, quindi trova della terra e coltiva qualcosa. - Esatto. - E come hanno reagito i fratelli? Con grande entusiasmo. È piaciuto molto a tutti fare questa attività. - Si vedeva che erano felici. - Fantastico! Ancora una volta la potenza di Dio opera attraverso la sua organizzazione, e i fratelli e le sorelle hanno seguito la sua guida. Sì! Fantastico, soprattutto per quei fratelli che non avevano un lavoro o che l’avevano perso. Sì, questo aspetto è molto interessante, perché erano davvero tanti i fratelli che si trovavano proprio in quella situazione, senza lavoro. Ma non hanno ceduto alla disperazione. Hanno iniziato a fare i pionieri. Il loro esempio mi emoziona molto. Quindi, nonostante affrontino gravi problemi, si chiedono cosa possono fare di più per Geova. - È una cosa molto incoraggiante. - Sì. Ronald, ma alla fine hai frequentato la SKE? Sì, ma indovina un po’? Cos’è successo? Ho ricevuto un’altra offerta di lavoro con un ottimo stipendio, di nuovo. Di nuovo. E questa volta avrai pensato che forse era meglio tenersi il lavoro in caso cancellassero la scuola. Assolutamente no, perché quell’offerta di lavoro così invitante è arrivata in un momento in cui tutti nel paese facevano fatica a trovare anche solo un lavoro decente. E io avevo ricevuto l’invito per andare alla scuola. Quindi sapevo chi c’era dietro quella tentazione, e sapevo che non era Geova, ovviamente. Così ho rifiutato quell’offerta di lavoro e sono andato alla SKE, ed è stato fantastico. Bravo. E dopo la scuola dove sei stato assegnato? Allora, inizialmente ho ricevuto un incarico, ma nel giro di 3 giorni l’incarico è cambiato. Sono stato invitato a servire alla Betel. Non era proprio quello che mi aspettavo, soprattutto perché mi è stato chiesto di servire in reparti che erano totalmente nuovi per me. Come il PID. Sì, e il mio primo incarico è stato nel Reparto Informazione Sanitaria. Non avevo esperienza. Quindi per entrambi i miei incarichi non mi sentivo qualificato e mi chiedevo “Come farò ad assolverli bene?” Ma poi ho riflettuto su una cosa. Proprio come avevo visto la potente mano di Geova in precedenza, l’avrei vista anche in questo nuovo capitolo della mia vita. E così è stato. Mi piace questa espressione quando siamo sotto pressione: “La potente mano di Geova”. E come stanno adesso i fratelli? La situazione è migliorata? Sotto certi aspetti le cose sono migliorate, ma, come sappiamo, solo Geova potrà sistemare definitivamente la situazione. Comunque in Venezuela i fratelli sono molto forti spiritualmente. Sì, abbiamo tanti pionieri e tanti proclamatori. È molto comune e molto incoraggiante andare in una congregazione e vedere che i pionieri sono il 30 o il 40% dei proclamatori. E una cosa che a me personalmente colpisce molto è che non sono solo i più grandi, ma anche i giovani a servire come pionieri. In Venezuela, ad esempio, abbiamo centinaia di pionieri che hanno meno di 15 anni. Quindi sia i più grandi che i più piccoli fanno affidamento sulla potenza di Geova per rimanere zelanti nel ministero nonostante le difficoltà. Quanto è incoraggiante! Sì, ecco perché voglio così bene ai fratelli in Venezuela. Continuano a perseverare e sono molto uniti, gli piace tanto stare in compagnia. Sono sicuro che è così perché ne hanno passate tante insieme. Sono d’accordo. Questa è un’esperienza che provano molti. Nelle avversità ci si unisce di più, si diventa più forti spiritualmente e si sta anche molto più insieme. Ronald, sei stato molto incoraggiante. Grazie per aver rafforzato la nostra fede. Preghiamo che Geova continui a benedire te e tutti i fratelli e le sorelle del Venezuela. Grazie. Ora potremo conoscere Dimitri ed Elsa Litsios dalla Grecia. Ed eccoci con Dimitri ed Elsa. Vi diamo il benvenuto. - Grazie. - Grazie. Nell’ultimo Inside Story abbiamo fatto un tour di alcuni luoghi biblici che si trovano nell’attuale Turchia. E visto che venite dalla Grecia, possiamo visitare alcuni luoghi biblici del vostro paese? Certamente. Ci sono molti posti della Grecia che sono menzionati nella Bibbia. E visitare questi luoghi antichi fa vivere gli episodi biblici che leggiamo. È vero. Ed è per questo che abbiamo preparato un video che possiamo far vedere a tutti. - Lo vediamo? - Certo. Buona visione. Paolo trascorse buona parte del suo 2° e del suo 3° viaggio missionario in Grecia e in Macedonia. Proprio così. Facciamo anche noi un viaggio indietro nel tempo al fianco dell’apostolo Paolo. Durante il suo 2° viaggio missionario, Paolo passò per Neapoli, dove oggi sorge la città di Kavala. Arrivò qui da Troas via mare. Ricordate perché Paolo arrivò qui? Ricevette una visione in cui un uomo macedone lo supplicò: “Vieni in Macedonia e aiutaci”. Paolo accettò quell’invito e venne qui. Esatto. Da qui Paolo andò a Filippi. Questo viaggio richiese circa 3 o 4 ore di cammino attraverso le montagne che separavano le 2 città. Situata nella zona orientale della Macedonia, Filippi ebbe l’onore di essere la prima città in Europa in cui Paolo predicò la buona notizia, circa nel 50 E.V. E le cose andarono molto bene all’inizio. Fu qui che Lidia e i suoi familiari diventarono credenti. Ma presto arrivarono i problemi. Infatti Paolo e il suo amico Sila vennero messi in prigione. Fatto interessante, a Filippi si possono ancora trovare le rovine di un’antica prigione. Anche se non possiamo dirlo con certezza, è possibile che Paolo e Sila passarono la notte qui. Ma grazie alla “potenza di Dio”, furono miracolosamente liberati. Sempre a Filippi è possibile camminare lungo la famosa strada chiamata Via Egnatia. È un’importante via di comunicazione costruita dai romani, che univa l’Europa con l’Asia. Successivamente Paolo e Sila arrivarono a Tessalonica, la città dove sono nato io. Le prime 2 lettere di Paolo furono indirizzate alla congregazione che si trovava qui. Non molto tempo dopo, Paolo e Sila arrivarono a Berea, e qui accadde qualcosa di davvero significativo. Esatto! La Bibbia dice che i bereani “accettarono la parola con la massima prontezza, esaminando attentamente le Scritture ogni giorno per vedere se le cose stavano veramente così”. Di conseguenza, “molti […] diventarono credenti”. Oggi l’antica Berea è conosciuta col nome di Veroia, dove è possibile visitare la sinagoga che fu costruita nel 1850 circa sopra le rovine di una sinagoga più antica. Forse Paolo predicò proprio qui. Un giorno lo scopriremo. Dopo essere stato a Berea, Paolo andò a sud verso Atene. Al tempo di Paolo questa città era conosciuta principalmente per essere il centro della cultura, della letteratura e dell’arte greca. Qui vissero famosi filosofi come Socrate, Platone e Aristotele. Era anche una città molto religiosa. Qui si trovavano idoli nei templi, nelle piazze e nelle strade, e le persone erano solite pregare i loro dèi prima di iniziare a svolgere le loro attività. Proprio così. E fu qui sull’Areopago, o Colle di Marte, come alcuni lo chiamano, che Paolo diede un’eccellente testimonianza riguardo “a un dio sconosciuto”. Infatti ancora oggi sul Colle di Marte si può vedere una targa di bronzo sulla quale è inciso anche il discorso di Paolo. E alla fine ci spostiamo ancora più a sud, a Corinto. Questa città era un importante snodo commerciale. Tra le altre rovine, qui si possono trovare quelle del tribunale, conosciuto come bema, e di vari templi. Durante le lezioni per saperne di più abbiamo usato i contenuti multimediali della Bibbia per lo studio. C’è tanto da vedere qui se vi piace la storia. Speriamo che vi sia piaciuto viaggiare con noi in alcuni dei luoghi dove è stato Paolo. Oggi, a imitazione di Paolo, i fratelli e le sorelle in Grecia si danno molto da fare, e vi salutano con tanto affetto. Fantastico! Grazie per questo tour. Grazie a voi. Ed è bello vedere dei moderni Paolo, Sila e Lidia che predicano con zelo. Portate i nostri saluti ai fratelli e alle sorelle in Grecia. Grazie. Vi è piaciuto questo video? E che ne pensate delle 2 interviste? Cosa ha aiutato i fratelli e le sorelle ad affrontare quelle avversità? Come dice 2 Timoteo 1:8, è stata la “potenza di Dio”. C’è qualcosa che vi sta facendo soffrire? Geova lo sa molto bene e con il suo braccio vi aiuterà a perseverare con pazienza e con gioia. I nostri fratelli e sorelle in Venezuela e Ruanda sono un esempio incoraggiante per noi. Hanno visto la “potenza di Dio” aiutarli, e in molte occasioni è stato attraverso l’organizzazione e i fratelli e le sorelle. Restate vicini all’organizzazione di Geova e restate uniti ai fratelli. Così persevereremo davanti a qualsiasi difficoltà, finché riceveremo il premio. Non vediamo l’ora di ritrovarvi al prossimo episodio di The Inside Story.

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