Conferimento dei diplomi della 155ª classe della Scuola di Galaad | Discorso conclusivo e assegnazioni

Conferimento dei diplomi della 155ª classe della Scuola di Galaad | Discorso conclusivo e assegnazioni

Discorsi ed eventi > Conferimento dei diplomi di Galaad

🏠 MENU 🎬 VIDEO

È arrivato il momento del prossimo discorso. Il fratello Jeffrey Winder, membro del Corpo Direttivo, ha scelto questo tema: “Per cosa siete qualificati?” Molte persone danno grande valore all’istruzione universitaria. E uno dei motivi è che permette loro di fare il lavoro che preferiscono, ad esempio il dottore o l’avvocato, l’ingegnere. E l’istruzione che avete ricevuto a Galaad per cosa vi rende qualificati? Per rispondere a questa domanda, consideriamo l’esempio di Gesù Cristo. Sarete d’accordo con me che Gesù ricevette un addestramento intenso per l’importante incarico che avrebbe dovuto assolvere sulla terra. E in Giovanni 8:28 disse: “Dico queste cose come me le ha insegnate il Padre”. Naturalmente, l’addestramento che Gesù ricevette da Geova lo preparò, lo aiutò a capire cosa avrebbe dovuto fare una volta qui sulla terra. Avrebbe dovuto adempiere moltissime profezie, avrebbe dovuto scegliere e addestrare i suoi discepoli, far conoscere il nome di Geova e la sua personalità. E naturalmente dare la sua vita in sacrificio, cosa che avrebbe santificato il nome di Geova e reso possibile la salvezza per gli esseri umani. Ma l’addestramento che Gesù ricevette lo aiutò non solo a sapere qual era il suo incarico, ma anche a capire come svolgerlo. Ed è quello su cui ci vogliamo concentrare in questo discorso. Leggete insieme a me, per favore, la scrittura chiave: Matteo 20:28. Questo versetto rivela l’atteggiamento, il modo di porsi che caratterizzò tutto quello che Gesù fece qui sulla terra. Matteo 20:28: “Proprio come il Figlio dell’uomo è venuto non per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come riscatto in cambio di molti”. Gesù venne “per servire”. L’addestramento lo preparò a servire gli altri e mostrò un atteggiamento umile durante tutto il suo ministero. L’umiltà permeava ogni cosa che faceva sulla terra. Consideriamo un paio di esempi. Primo, predicava e insegnava agli altri anche quando era stanco o perfino esausto. Un esempio lo troviamo nel libro di Giovanni. Vi invito a prendere insieme a me Giovanni 4:6, 7. Gesù e i suoi discepoli sono diretti verso la Galilea e per arrivarci attraversano la Samaria. Gesù si sta riposando vicino a un pozzo e manda i suoi discepoli a comprare qualcosa da mangiare. Iniziamo a leggere dal versetto 6 di Giovanni capitolo 4: “Là c’era il pozzo di Giacobbe”. E notate cosa dice qui: “Stanco del viaggio, Gesù sedeva presso il pozzo; era circa la sesta ora”. È interessante che nella Bibbia per lo studio l’approfondimento ci fa notare che questo è l’unico punto nelle Scritture in cui di Gesù viene detto che era “stanco”. Probabilmente era molto stanco, forse esausto. Ma cosa succede? Versetto 7: “Una samaritana venne ad attingere acqua”. E cosa avrebbe fatto Gesù? Qui nell’immagine lo vediamo con la samaritana. Avrebbe perso quell’occasione pensando: “Magari un’altra volta, adesso sono stanco?” No, le diede testimonianza. Disse alla donna: “Dammi da bere”. E questo permise a Gesù di dare una splendida testimonianza. Lui e i suoi discepoli restarono lì un paio di giorni, parlarono con altri e molti riposero fede in lui. Gesù serviva gli altri anche quando era molto stanco. Un altro racconto che ci viene in mente pensando a come Gesù dava testimonianza anche se stanco lo troviamo in Marco capitolo 6. Non lo leggeremo, ma qui i discepoli sono appena tornati da una campagna di predicazione e si legge che sono entusiasti, ma anche stanchi. Infatti in Marco 6:31 leggiamo che ‘c’erano molti che andavano e venivano e loro non avevano nemmeno il tempo di mangiare’. È interessante che in quello stesso periodo Gesù venne a sapere della morte di Giovanni Battista. Quindi possiamo capire perché disse ai suoi discepoli: “Venite in disparte, in un posto isolato, e riposatevi un po”. Ma cosa accadde? Molte persone vennero a sapere dove stavano andando, si misero a correre e quando Gesù arrivò dall’altra parte della riva, erano lì ad aspettare. Che cosa fece Gesù? Era stanco, affamato e stava soffrendo, ma servì quelle persone. Marco 6:34 dice che “cominciò a insegnare loro molte cose”. E il racconto parallelo in Luca 9 dice che ‘accolse quelle folle benevolmente’. Gesù servì quelle persone anche se era stanco. Parliamo del secondo modo in cui Gesù servì gli altri durante il suo ministero. Mostrò pazienza mentre insegnava ai suoi discepoli. Sappiamo che a volte non afferravano subito il significato di certi insegnamenti profondi. Spesso, ad esempio, litigavano su chi tra loro fosse il più grande. Eppure Gesù non si arrese mai con loro. Non perse mai la pazienza, non alzò mai la voce, non li criticò mai. Al contrario, continuò a cercare nuovi modi per insegnare queste lezioni fino alla notte prima di morire. Cosa fece? Andiamolo a leggere in Giovanni 13. Giovanni 13:4, 5. Si parla dell’ultima cena. Dice: “Si alzò da tavola, si tolse il manto, prese un telo e se lo mise attorno alla vita. Poi mise dell’acqua in un catino e cominciò a lavare i piedi ai discepoli e ad asciugarli con il telo che si era messo attorno alla vita”. Quest’immagine descrive i versetti che abbiamo appena letto. L’approfondimento dice che lavare e asciugare i piedi era compito degli schiavi. Eppure qui leggiamo Gesù prese un telo e se lo mise attorno alla vita. In pratica fece quello che avrebbe dovuto fare uno schiavo lavò i piedi degli apostoli, uno dopo l’altro. Poi, al versetto 15, Gesù disse agli apostoli: “Vi ho dato l’esempio, affinché come vi ho fatto io, così facciate anche voi”. Quindi qual era l’esempio? Avrebbero dovuto servire gli altri. E alla fine, con il più grande gesto d’amore mai compiuto, cedette la sua vita come riscatto per gli esseri umani peccatori. In questa immagine lo vediamo sul palo di tortura mentre soffre per una morte atroce. Come dice il versetto chiave di questo discorso: “Il Figlio dell’uomo è venuto […] per servire e per dare la sua vita come riscatto in cambio di molti”. Nessuno potrà mai servire gli altri meglio di Gesù. Milioni, forse miliardi di persone otterranno la vita eterna grazie al modo in cui Gesù servì gli altri con spirito di sacrificio. Gesù venne per servire. L’addestramento che ricevette lo preparò a servire gli altri e il suo atteggiamento umile fu evidente in tutto ciò che fece. Torniamo alla nostra domanda iniziale. L’addestramento ricevuto qui a Galaad vi ha preparato per fare cosa? Sapete la risposta. Vi ha preparato per essere servitori. E come potete farlo? Quando svolgete i vostri incarichi, come potete usare quello che avete imparato a Galaad per servire? Nel posto in cui siete stati assegnati, come potete mostrare ai fratelli che siete lì per servirli? Per rispondere a questa domanda, rivolgiamoci prima di tutto alle sorelle. Come potete prendere il telo dello schiavo e servire gli altri mentre svolgete il vostro incarico? Consideriamo due modi. Il primo è con il vostro esempio. Anche se a volte non ci rendiamo conto di essere osservati dagli altri, il nostro esempio insegna, incoraggia e aiuta chi ci osserva, È un modo davvero efficace per servire gli altri. Vediamo un esempio nel libro di Marco al capitolo 12. Marco capitolo 12, leggeremo i versetti da 41 a 44. È l’ultima settimana di Gesù sulla terra e in questo racconto lo troviamo nel tempio. Marco 12:41 dice: “Sedutosi di fronte alle casse del tesoro, osservava come la folla metteva denaro nelle casse del tesoro; e tanti ricchi ne mettevano molto”. Ma notate adesso: “Venne poi una vedova povera che offrì due monetine di piccolissimo valore. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse loro: ‘In verità vi dico che questa vedova, povera com’è, ha offerto più di tutti gli altri che hanno messo denaro nelle casse del tesoro. Tutti infatti hanno offerto attingendo da quello che avevano d’avanzo, ma lei nella sua povertà ha offerto tutto quello che possedeva’”. L’esempio di questa vedova povera incoraggiò Gesù e gli diede anche l’occasione di insegnare qualcosa ai suoi discepoli. Ed essendo incluso nella Bibbia, questo racconto insegna qualcosa anche a tutti quelli che lo leggono. Ma pensate un attimo a questa vedova che vediamo qui nell’immagine. Sapeva che il Figlio di Dio la stava osservando? Probabilmente no, non lo sappiamo. Comunque Gesù la stava osservando. Non era certo questo il motivo per cui lei stava dando quelle due monetine. Non lo fece pensando: “Chissà, forse il Figlio di Dio mi vedrà”. Lo fece perché era una persona spirituale. Fece la cosa giusta per il motivo giusto. Per lei era un privilegio e una responsabilità contribuire per il tempio. Quindi fece quello che era giusto. Ma il fatto è che Gesù la stava osservando e che usò il suo esempio per insegnare qualcosa. Allo stesso modo, potreste non sapere quando il vostro esempio viene osservato da altri. Ma siete donne spirituali e fate la cosa giusta per il motivo giusto, che le persone vi osservino o no. State certe che mentre continuate a dare il buon esempio, giorno dopo giorno persone umili osserveranno il vostro esempio e ne trarranno grande beneficio. E magari potrebbe anche essere una piccola cosa, come ad esempio raccogliere una cartaccia da terra. Vedete qualcosa sul pavimento, vi fermate e la raccogliete. Oppure quando cercate di spostare la conversazione su un tono positivo; o magari quando vi interessate di qualcuno anche se è evidente che siete stanche. Oppure quando sostenete vostro marito senza lamentarvi. Potete star certe che le persone noteranno che fate queste cose e ne trarranno grande beneficio. Il vostro esempio è un modo davvero efficace in cui servire gli altri. Ecco un secondo modo per servire gli altri: con le vostre parole, con quello che dite. Parlando della brava moglie, Proverbi 31:26 dice così. Proverbi 31:26: “Apre la bocca con sapienza, e la legge della bontà è sulla sua lingua”. Non è bellissimo pensare che le nostre parole possono essere caratterizzate da sapienza e bontà? La verità è che le sorelle spiritualmente mature sono conosciute per i loro saggi e buoni consigli. Penso che ognuno di noi possa citare esempi di sorelle mature che ci hanno aiutato in qualche modo nel corso della nostra vita mostrandoci interesse e dandoci dei buoni consigli, consigli utili e saggi. Quando parliamo di donne così, non possiamo fare a meno di menzionare Abigail. Qui la vediamo inginocchiarsi davanti a Davide e dargli dei consigli saggi. Abigail usò dei princìpi che trasse dalla Legge per aiutarlo a capire che stava per incorrere nella colpa del sangue. Poi con tatto gli ricordò che Geova l’aveva scelto come futuro re di Israele e che sarebbe stato terribile se si fosse rovinato la reputazione facendo qualcosa di cui poi si sarebbe pentito. E anche se Davide in quel momento era davvero arrabbiato, le parole sagge di Abigail lo fermarono e gli fecero invertire la rotta. E voi, come potete usare le vostre parole per servire gli altri? Beh, spesso in discorsi come questo ci viene detto che non è il caso di citare Galaad ogni volta. A Galaad ho imparato questo, a Galaad mi hanno insegnato quest’altro... Sappiamo che non lo farete. Ma il fatto è che dopo essere stati a Galaad avete molte più cose buone di cui parlare con gli altri. E con umiltà, dopo aver ascoltato, potreste cogliere delle opportunità per parlare di tutte queste cose buone. Spesso è in contesti informali, o durante conversazioni quotidiane a tu per tu che abbiamo l’opportunità di farlo. Può capitare nei corridoi o mentre andiamo a casa, tra una porta e l’altra nel ministero, o in sala prima o dopo un’adunanza. Ci prendiamo del tempo per ascoltare, per capire che cosa pensano, che cosa hanno nel cuore. E poi, senza fargli la predica, parliamo loro di quello che pensa Geova al riguardo. Questo può avere un forte impatto su di loro. Vi vogliamo davvero bene, care sorelle, per la vostra bontà e i vostri consigli saggi. Sono modi splendidi in cui potete servire gli altri. Abbiamo visto due modi in cui le sorelle possono servire gli altri. Con l’esempio e con le parole. Che dire di voi fratelli? Come potete prendere il telo dello schiavo e servire gli altri mentre svolgete il vostro incarico? Ovviamente tutto quello che abbiamo detto per le sorelle si applica anche a voi fratelli. Potete servire gli altri con il vostro esempio e le vostre parole. Ma Geova ha anche deciso di dare ai fratelli dei ruoli di responsabilità all’interno della sua organizzazione. Quindi quando comincerete a svolgere i vostri incarichi, probabilmente avrete delle responsabilità e un certo grado di autorità. Ma come ci insegna l’esempio di Gesù, chi ha incarichi di responsabilità deve anche servire. Quindi, tenendo in mente l’addestramento ricevuto a Galaad, come potete svolgere i vostri incarichi servendo gli altri? Ecco due modi. Questo è il primo, vedete i vostri incarichi come opportunità per essere pastori. Vediamo come possiamo riuscirci. Davide diede il buon esempio in questo, infatti quando da ragazzo era pastore nei campi imparò molte cose che gli furono utili più tardi nella vita e nel suo servizio a Geova. Imparò, ad esempio, a suonare l’arpa, imparò ad usare la fionda e imparò anche a vivere all’aperto. Ma notate in che modo il tempo passato a fare il pastore influì su come governò. Prendete insieme a me il libro dei Salmi, leggiamo insieme Salmo 78:70-72. Salmo 78:70-72: “Scelse il suo servitore Davide, lo prese dagli ovili, lo portò via dal pascere le pecore che allattavano. Lo fece pastore su Giacobbe, suo popolo, e su Israele, sua eredità. E lui si prese cura di loro con cuore integro e li guidò con mani capaci”. Col tempo Davide divenne re, ricevette da Dio autorità su tutto il popolo di Israele, ma non svolse quell’incarico come un dittatore, non pensò mai di essere migliore degli altri israeliti. Invece si comportò da pastore e vide gli israeliti, il popolo di Israele, come un gregge, pecore preziose che dovevano essere nutrite, protette e curate. E questo caratterizzò il suo regno. Il versetto dice che “si prese cura di loro con cuore integro e con mani capaci”. Davide servì veramente il popolo. Proprio come Davide, servite i fratelli su cui avete una certa autorità, svolgete i vostri incarichi come dei pastori. E quando gli altri sentiranno che vi interessate sinceramente di loro, di come stanno, di quello che devono fare, del loro addestramento, quando vi vedranno spesso perché uscirete dai vostri uffici per visitarli regolarmente, allora si sentiranno al sicuro. Se imitate Davide li farete sentire amati e protetti e proveranno gioia in tutto quello che faranno. Saranno anche in grado di affrontare per un po’ una situazione difficile nel loro incarico, perché sapranno che c’è una soluzione. Sentiranno di avere dei responsabili che li capiscono e che faranno tutto quello che possono per aiutarli. C’è un secondo modo in cui potete servire i fratelli su cui avete autorità, ed è quello di mostrare loro onore e rispetto. Prendete insieme a me il libro di Romani. Romani 12:10: “Con amore fraterno abbiate tenero affetto gli uni per gli altri. Prendete l’iniziativa nel mostrarvi onore a vicenda”. È chiaro, i sorveglianti devono prendere l’iniziativa nel mostrare onore agli altri. E come sappiamo, ogni servitore di Geova merita onore, è un dato di fatto. Perché? Perché ognuno è stato creato a immagine di Dio. Ogni suo servitore gode di un’amicizia con lui. Prega Geova, Geova ascolta le sue preghiere e risponde alle sue preghiere. E poi le pecore appartengono a Geova, le ha acquistate con il prezioso sangue del suo Figlio unigenito. E alla Betel abbiamo un motivo in più per dare onore agli altri, perché ognuno ha ricevuto il suo incarico da Geova. È il sacro servizio dei fratelli e delle sorelle nel nostro reparto, è l’incarico che gli ha dato il nostro Dio e lo sanno fare bene. Quindi ognuno di loro merita rispetto e onore. Come fanno a sapere che li rispettiamo e li onoriamo con tutto il cuore? Se ne rendono conto quando riconosciamo quello che fanno e li lodiamo spesso e con sincerità. Se ne rendono conto quando siamo pronti ad ascoltare le loro richieste. E se ne rendono conto quando ascoltiamo mentre ci danno dei suggerimenti. E quando capita questo, non significa che stanno sfidando la nostra autorità, non significa che sono presuntuosi o che prima stavamo sbagliando qualcosa. Anche Geova invitò gli angeli a dare dei suggerimenti nel caso di Acab e accettò uno di quei suggerimenti. In questi e in altri modi mostriamo onore ai nostri fratelli e alle nostre sorelle, mostriamo loro che siamo lì per servirli. Quindi, l’addestramento ricevuto a Galaad vi ha reso qualificati per fare cosa? Vi ha qualificato per servire gli altri. È quello che caratterizzò il ministero di Gesù ed è quello che caratterizzerà anche il vostro servizio. Come abbiamo visto, le sorelle possono farlo con il loro esempio e le loro parole. Inoltre, i fratelli possono farlo anche svolgendo i loro incarichi con l’atteggiamento di un pastore e poi prendendo l’iniziativa nel mostrare onore e rispetto agli altri. Non c’è dubbio che Gesù era ansioso di dimostrare a Geova quanto gli era stato utile l’addestramento ricevuto da lui. Quindi non si limitò a fare quello che Geova gli chiese, ma lo fece anche nel modo in cui Geova si aspettava che lo facesse. Siamo certi che anche voi non vedete l’ora di mettere in pratica quello che avete imparato a Galaad. E quando inizierete a svolgere il vostro nuovo incarico, e forse penserete ad alcune cose che fareste in modo diverso, prestate molta attenzione al modo in cui svolgerete il vostro servizio. Dimostrate che siete lì per servire. E quando farete questo dimostrerete che state mettendo in pratica quello che avete imparato. I fratelli vi vorranno bene e soprattutto avrete il favore e l’approvazione del nostro Dio, Geova. È finalmente il momento tanto atteso della consegna dei diplomi. Ci sarà il fratello David Schafer a darmi una mano in questo compito. Per primi il fratello e la sorella Antila, che torneranno alla filiale della Finlandia. Il fratello e la sorella Beauchemin sono stati assegnati alla filiale dell’Europa centrale. Il fratello e la sorella Benavides torneranno alla filiale del Brasile. Il fratello e la sorella Bent torneranno invece alla filiale della Colombia. Il fratello e la sorella Calcagni torneranno alla filiale della Croazia. Il fratello e la sorella Chibeu torneranno alla filiale dell’Africa orientale. Il fratello e la sorella Epp torneranno alla filiale dell’Europa centrale. Il fratello e la sorella Ernst torneranno alla filiale del Belgio. Il fratello e la sorella García torneranno alla filiale della Spagna. Il fratello e la sorella Gutiérrez torneranno alla filiale del Paraguay. Il fratello e la sorella Henriques torneranno alla filiale del Portogallo. Il fratello e la sorella Kim torneranno alla filiale della Corea. Il fratello e la sorella Liang invece torneranno alla filiale di Taiwan. Il fratello e la sorella Litsios torneranno alla filiale della Grecia. I coniugi Mensah torneranno alla filiale dell’Africa occidentale. Il fratello e la sorella Mwiteneza torneranno alla filiale del Ruanda. Il fratello Palvadeau tornerà alla filiale della Francia. Il fratello e la sorella Perreault sono stati assegnati alla filiale della Nuova Caledonia. Il fratello e la sorella Pungo torneranno alla filiale dell’Angola. Il fratello Quintanar è stato assegnato alla filiale della Repubblica Dominicana. Il fratello Rodríguez tornerà alla filiale del Venezuela. I coniugi Rosabal invece sono stati assegnati alla filiale della Liberia. E il fratello e la sorella Stoičević torneranno alla filiale della Serbia. Bene, questo è il momento di vedere l’intera classe. Quindi ecco a voi i diplomati della 155a classe della Scuola di Galaad. Sono in tanti a volervi bene, lo sapete, ma sono soprattutto Geova e Gesù ad amarvi molto. Ora ascoltiamo il fratello Marco Calcagni, dalla Croazia, il quale leggerà la lettera da parte della classe. Al Corpo Direttivo. Cari fratelli, vogliamo ringraziarvi per l’immenso privilegio che ci avete dato di frequentare la 155ª classe di Galaad. Dal giorno in cui abbiamo ricevuto l’invito per questa scuola ci siamo sentiti come Davide che disse: “Chi sono io, o Geova Dio? E che cos’è la mia casa, che mi hai fatto arrivare fin qui?” Durante questi 5 mesi abbiamo visto e toccato con mano che non c’è nessun altro Dio come Geova! Siamo grati al nostro grande Insegnante, Geova, e al nostro Maestro, Gesù, per l’istruzione spirituale che ci hanno dato. Siamo grati anche i nostri cari insegnanti che durante la scuola hanno dato tutto loro stessi, giorno dopo giorno. Non dimenticheremo mai quello che ci hanno insegnato con l’obiettivo di rafforzare la nostra fede. Grazie a lezioni, consigli e supporto su misura per noi sono diventati i nostri mentori e amici. Mentre studiavamo a fondo la Parola di Dio abbiamo continuato a meravigliarci davanti alla bellezza delle qualità di Geova e abbiamo visto chiaramente ‘la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità’ della Bibbia. Sin da quando siamo arrivati abbiamo sentito l’amore, la generosità e l’ospitalità della famiglia Betel. Il loro interesse per quello che stavamo studiando ci ha fatto capire quanto apprezzano le cose spirituali. Ci siamo davvero affezionati molto a loro. Ci emozioniamo quando ripensiamo ai momenti passati qui a Galaad, quello che abbiamo imparato, i ricordi che si sono creati e le amicizie che sono nate. Inoltre, avere avuto qui con noi voi fratelli del Corpo Direttivo e i vostri assistenti per farci lezione e per conoscerci meglio è qualcosa che non dimenticheremo mai, come pure le vostre qualità e la vostra umiltà. Ora più che mai siamo decisi a voler imitare il vostro amore altruistico e il vostro esempio di unità per rallegrare così il cuore di Geova. Il Salmo 106:1 dice: “Lodate Iah! Rendete grazie a Geova, perché è buono”. Ora che siamo arrivati alla fine di questa esperienza incredibile abbiamo ancora più chiaro quanto Geova è buono con chi lo serve. Noi stessi lo abbiamo sperimentato come mai prima. Riecheggiando le parole del salmista, ci chiediamo: ‘Come potremo ripagare Geova per tutto il bene che ci ha fatto’? Siamo determinati a fare del nostro meglio e a rafforzare ed edificare la filiale e il territorio dove siamo stati assegnati. Grazie per averci preparato e per la fiducia che avete riposto in noi. Il nostro desiderio è che ora potremo servire Geova in modo migliore rispetto a quando siamo arrivati. Vi amiamo dal profondo del nostro cuore e vi ringraziamo per questa entusiasmante pietra miliare che abbiamo potuto vivere. Vi vogliamo molto bene. Gli studenti della 155ª classe della Scuola di Galaad. Grazie, grazie mille per questa bellissima lettera. L’abbiamo apprezzata tanto. Voglio ringraziare anche il fratello Schafer che mi ha aiutato con la consegna dei diplomi. Non siete emozionati ad averli fra le mani? Eh, che meraviglia! Questa scuola è stata pensata per rafforzare la vostra fede e siamo sicuri che ha raggiunto il suo obiettivo. Grazie alla fede possiamo affrontare quello che ci riserva il futuro. In 1 Giovanni 5:4, l’apostolo Giovanni scrisse: “Questa è la vittoria che ha vinto il mondo: [e voi sapete che cos’è] la nostra fede”. Abbiamo bisogno di una forte fede per affrontare quello che ci attende in questo sistema di cose. E il programma di oggi ci ha ricordato una serie di esempi che ci aiutano proprio a fare questo. Dimostriamo che stiamo rafforzando la nostra fede dedicando del tempo ai nostri bisogni spirituali. E soddisfare i nostri bisogni spirituali significa non smettere di fare le cose fondamentali. Non possiamo trascurare le cose fondamentali. Anche se avete frequentato questa bellissima scuola, le cose fondamentali non devono mai mancare, quindi assicuratevi di andare regolarmente a tutte le adunanze. Abbiamo bisogno della congregazione. Molti fratelli e sorelle servono fedelmente nella congregazione da anni senza aver mai servito alla Betel. Ma non c’è nessun betelita che resiste spiritualmente senza la congregazione. Ci serve. È una delle cose fondamentali che Geova ha disposto per noi e che grazie al suo spirito santo ci incoraggia e rafforza la nostra fede. Non date mai per scontate le adunanze di congregazione. Sarete molto impegnati, ma questa è una cosa fondamentale. E poi è importante che parliate con zelo ad altri del nome di Geova e del Regno. Abbiamo bisogno della predicazione. Accertatevi di mantenere forti la vostra fede e la vostra fiducia in Geova. Cos’è che può aiutarci particolarmente a fare questo? Le nostre preghiere in cui ci avviciniamo a lui e gli chiediamo di rafforzare la nostra fede. E lui di certo lo farà, mentre facciamo tutte le cose fondamentali come leggere la Bibbia ogni giorno e mettere in pratica i suoi consigli nella nostra vita. Ora ve ne andate con un tesoro. Ma non è solo il diploma che tenete tra le mani, è un tesoro che avete nei vostri cuori e nelle vostre menti. Tutto quello che Geova ha fatto per voi tutto quello che avete vissuto in questa scuola, quello che avete imparato e che vi servirà sempre. Ma ricordate, questo prezioso tesoro rimarrà con voi solo a una condizione, che vi atteniate alle cose fondamentali. E Geova vi benedirà sempre per questo, vi amerà per questo perché vedrà che siete umili e che riconoscete di aver bisogno delle cose fondamentali per andare avanti. Riassumendo, non pensate di non aver più bisogno della vostra routine spirituale ora che siete ormai diplomati in questa bellissima scuola. Non sentitevi arrivati solo perché avete ricevuto un incarico che magari vi entusiasma. C’è sempre molto da imparare e da fare. Il futuro ha in serbo infinite e meravigliose opportunità per quelli che servono Geova. Quindi continuate a imparare e non smettete mai di crescere dal punto di vista spirituale. Confidate sempre in Geova, che è buono con tutti noi, è buono con voi, ed è buono con tutti quelli che lo amano e che vogliono servirlo dandogli il loro meglio e che fanno affidamento su di lui. E Geova vi amerà e vi benedirà sempre per questo. Rimanete concentrati su quello che avete imparato alla Scuola di Galaad e continuerete a combattere, come dice 1 Timoteo 6:12, “l’eccellente combattimento della fede”. Siamo certi che lo farete. Voi sarete una benedizione perché onorerete il nome di Geova e sarete una benedizione anche per i vostri fratelli e sorelle. Loro vi ameranno e vi sosterranno per questo, e voi li amerete e li sosterrete a vostra volta. Geova e il suo caro Figlio Cristo Gesù vi benediranno immensamente. Vi vogliamo molto bene e siamo felici di vivere questo momento con voi.

Report Page