Conferimento dei diplomi della 148ª classe della Scuola di Galaad | Discorso conclusivo e assegnazioni

Conferimento dei diplomi della 148ª classe della Scuola di Galaad | Discorso conclusivo e assegnazioni

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Vogliamo andare avanti con il nostro bel programma. Abbiamo ora il piacere di ascoltare l’ultimo discorso. Lo pronuncerà per noi il fratello Anthony Morris del Corpo Direttivo. L’interessante tema del suo discorso è “Il progetto per costruire una spiritualità solida”. Fratello Morris, per piacere dicci qual è questo prezioso “progetto”.

Per iniziare, ho pensato di farvi vedere questo. Si tratta di un progetto. Questo progetto che ho in mano, e che mi ha dato un amico, fa parte dei progetti per la costruzione della sede mondiale. Questo riguardava l’edificio Uffici e Servizi, era... era il suo progetto. Molti di questi sono su sfondo blu. Quello che ho imparato al riguardo è che adesso molti progetti sono su sfondo bianco. Un vocabolario definisce molto bene questo termine; ecco cosa dice: “In ingegneria e architettura, il complesso degli elaborati [...] che determinano le forme e le dimensioni di un’opera da costruire, ne stabiliscono i materiali, il modo di esecuzione, le particolarità costruttive”. Pensando soprattutto ai progetti che può fare un architetto, non ho potuto fare a meno di pensare a Proverbi capitolo 8; in questo capitolo si parla di Gesù come di un “artefice”, e sappiamo che Geova è l’Architetto. È il Creatore. Gesù era una persona spirituale perché seguì le indicazioni dell’Architetto. Questa è una cosa importante da tenere sempre bene a mente; torneremo all’esempio del progetto tra un momento. Un’altra definizione che mi è sembrata pertinente è questa: “Progetto esecutivo: l’opera viene descritta, rappresentata e precisata in ogni [...] parte, [e questo mi sembra un punto molto interessante] anche attraverso i disegni dei particolari costruttivi oltre alle piante, le viste e le sezioni”. Perciò farò riferimento al progetto esecutivo leggendo con voi i pensieri che troviamo nella seconda lettera di Pietro. Vediamo a cosa mi riferivo parlando del progetto esecutivo per costruire una spiritualità più solida. 2 Pietro capitolo 1, e noterete che ci sono 9 aspetti che esamineremo, versetti da 5 a 7. Pietro scrive: “Per questa stessa ragione fate ogni diligente sforzo per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza l’autocontrollo, all’autocontrollo la perseveranza, alla perseveranza la devozione a Dio, alla devozione a Dio l’affetto fraterno, all’affetto fraterno l’amore”. Ecco il progetto esecutivo. Questi sono i 9 pensieri che vengono espressi qui. Naturalmente ce ne sono molti altri, Geova ci ha dato l’intera Bibbia. Ma qui ritroviamo soltanto un aiutino, un buon progetto esecutivo perché possiate costruire una spiritualità più solida. Ora, partiamo dall’espressione “diligente sforzo”. Questa è la base. Certamente, e lodo tutti voi per questo, avete fatto sforzi diligenti per arrivare fino a qui: siete venuti a Galaad, e avevate lavorato sodo per questo, avete seguito tutte le lezioni e inoltre siete usciti in servizio con “diligente sforzo”. Ora dovete continuare a farlo. Il “diligente sforzo” non è una cosa innata. È una scelta, e questo vale per me e per voi. Dobbiamo fare diligenti sforzi. Comincia tutto da qui. Niente sforzi, niente risultati. Ognuno di noi deve decidere: “Farò ogni diligente sforzo, e diventerò una persona spirituale”. E poi una volta che abbiamo fatto ogni diligente sforzo, ecco un altro punto: fare ogni sforzo per avere fede. Ora, non abbiamo il tempo di scendere nei dettagli di tutti questi aspetti, ma sappiamo bene che la fede è essenziale. Vediamo insieme cosa dice Ebrei capitolo 11. In Ebrei capitolo 11 viene evidenziato quanto la fede sia indispensabile per avere una spiritualità solida. Ebrei 11, versetto 1: “La fede è la certezza che quello che si spera si realizzerà, la chiara dimostrazione di realtà che non si vedono”. Il capitolo continua enfatizzando il bisogno che abbiamo di fede e quanto sia essenziale. Guardiamo il versetto 6. Qui leggiamo: “Senza fede è impossibile piacere a Dio, perché chi si avvicina a Dio deve credere che egli esiste e che ricompensa quelli che lo cercano assiduamente”. È piuttosto chiaro. È impossibile non capire che cosa si dice qui. Dobbiamo mantenere viva la certezza che quello che si spera si realizzerà. Questo contribuisce a renderci persone spirituali. La fede non può indebolirsi, altrimenti, se non abbiamo fede, non possiamo piacere a Dio. È una questione seria. E nessuno di noi vuole passare il resto del tempo che abbiamo a rattristare il nostro Padre celeste, Geova Dio. E questo è ovvio. Infatti subito prima dei versetti che abbiamo letto guardate al capitolo 10, i versetti 38 e 39. Leggiamoli insieme, 10 dal 38: “‘Ma il mio giusto vivrà per fede’, e ‘se torna indietro, non mi compiaccio di lui’. Ora noi non siamo di quelli che tornano indietro verso la distruzione, ma di quelli che hanno fede per la salvezza della propria vita”. Quindi, possiamo dire che sarete persone sempre più spirituali e avrete la vita eterna, ma dovete avere fede, è fondamentale. Dopo, nel versetto, viene menzionata la “virtù”. Questa ha a che fare con l’eccellenza morale. L’avete tutti. Alcuni di voi sono single, e altri sono sposati. Tutti avete la virtù, l’eccellenza morale. Quando avete l’eccellenza morale, specialmente in questi ultimi giorni, in questo mondo, senz’altro venite notati. Non di certo perché volete mettervi sotto i riflettori, ma perché grazie alla vostra eccellenza morale, e al vostro comportamento virtuoso, date gloria a Dio. E Geova lo apprezza. Lui desidera che siate virtuosi e che lo glorifichiate. Non dimentichiamolo mai. Noi non scherziamo con l’immoralità. Non ci scherziamo. Lo so che i comici ci scherzano in continuazione. Ma noi siamo persone virtuose. Non abbiamo niente a che fare con lo spirito del mondo, con l’immoralità. Poi qui si parla di “conoscenza”, la conoscenza. Beh, ovviamente siete grati per la conoscenza che avete. Ne avevate già molta prima di arrivare a Galaad. Ma quanti, inclusi i fratelli e le sorelle, possono concentrarsi per mesi sulla Bibbia come avete fatto voi? È incredibile, vero? È una cosa molto difficile da spiegare ad altri. Prima di venire qui, dovevate leggere tutta la Bibbia. Non alzate la mano se non siete riusciti a finirla. Dio vi perdona. Dipende dalle circostanze. Ma una volta che siete arrivati qui, e quanto bene vogliamo ai nostri insegnanti delle scuole teocratiche, al Comitato dell’Insegnamento!, avete acquisito molta più conoscenza rispetto a quella che avevate qualche mese fa. Non è vero? È meraviglioso! Ora, se volete costruire una spiritualità più solida, non accontentatevi di questa conoscenza. Custodite nel cuore quello che avete imparato, e poi andate avanti, continuate ad imparare, trovate nuovi spunti per le vostre ricerche. Se volete diventare persone più spirituali, continuate ad acquisire conoscenza. È un punto molto chiaro. E Geova vi benedirà per questo. Non c’è fine alla conoscenza. È incredibile. Sapete, è una cosa che mi sorprende ogni volta. Ho sempre detto che più imparo, più mi rendo conto di quanto poco so. Non è per dire, è proprio così. Con Geova funziona così, non è fantastico? Continueremo per l’eternità a imparare. Se imparate adesso, continuerete a farlo per sempre. Questo onora il nostro Padre celeste. E poi leggiamo qui: “Alla conoscenza l’autocontrollo”. Ora, questo è un aspetto del “frutto dello spirito”, lo sappiamo bene. Devo averlo io, e anche voi se vogliamo diventare persone più spirituali e ottenere la vita eterna. L’autocontrollo è necessario. Bisogna pregare per averlo, specialmente in questi ultimi giorni. In 1 Corinti capitolo 10, poi torneremo alla lettera di Pietro più tardi, 1 Corinti 10:12 dice: “Quindi chi pensa di stare in piedi badi di non cadere”. Interessante, vero? Quindi stiamo attenti a quello a cui pensiamo. Dobbiamo pregare per avere autocontrollo perché il Diavolo prova sempre a influenzare i nostri pensieri. Sotto questo aspetto pensate di stare in piedi? Allora state per cadere. Se perciò dite a Geova: “Ti prego, dammi autocontrollo”, quando il Diavolo potrebbe tentarvi in qualche modo, quando affrontate una prova, e dite a Geova: “Dammi autocontrollo. Voglio continuare a esserti leale”, siete a posto, lo spirito santo provvederà. Così facendo, avrete l’autocontrollo necessario per opporvi al Diavolo che cerca di farvi perdere la vostra spiritualità. È fondamentale. Dopo l’autocontrollo, riprendendo il nostro progetto esecutivo, c’è la “perseveranza”. Beh, ecco, potremmo passare molto tempo a parlare della perseveranza. È essenziale, davvero. Avete già perseverato in alcune situazioni da quando vi siete dedicati. E come dicevo ai fratelli dell’ufficio Comitato dei Coordinatori, quando si parlava di tutti i disastri che succedono, dico già da un po’: “Tranquilli! Le cose andranno sempre peggio!” Si fa per scherzare, naturalmente, ma è così. Parlando di quello che stiamo passando adesso con questa pandemia globale, ho detto ieri alla classe: “Non mi spaventa. Ci aspettavamo cose del genere. Sapevamo che sarebbero accadute cose simili. Cristo Gesù ci aveva preparati. Perché sorprendersi?” È vero che Geova ci dà delle indicazioni, ma dobbiamo comunque perseverare. Perseveriamo. Ed ecco perché Gesù ci ha detto quello che troviamo in Matteo 24, poi torneremo qui. Matteo 24, e abbiamo tutto quello che ci serve per costruire una spiritualità più solida, Matteo 24:13: “Ma chi avrà perseverato sino alla fine [non chi avrà perseverato per un po’, ma chi avrà perseverato sino alla fine] sarà salvato”. Ecco perché imploriamo Geova di aiutarci. Fa parte del progetto esecutivo. Dobbiamo perseverare sino alla fine. Tutto qui. E qualsiasi cosa dovremo affrontare, con l’aiuto di Geova, ce la faremo. Pietro, poi, dopo la perseveranza, menziona la “devozione a Dio”. La Torre di Guardia ha analizzato questo punto in passato. Ed è bello tenere a mente il perché questo aspetto sia fondamentale per costruire una spiritualità più solida. Lo capiamo già dalla bella resa della nostra traduzione: devozione a Dio. Il pensiero a monte di questa espressione, che riguarda tutti noi, è che voi siete devoti, io sono devoto a Geova a livello individuale. È un attaccamento a livello individuale. Alcuni fra voi sono sposati. E senz’altro volete che il vostro coniuge sia attaccato al vostro Dio, che lo adoriate insieme. Ecco cosa vi aiuterà a servire Geova insieme: l’attaccamento che avete nei suoi confronti. Si riflette in ogni aspetto della vita. Siamo attaccati a Dio a livello personale. Questa è una cosa davvero speciale, e ognuno di noi dovrebbe avere questo sentimento non solo di devozione, ma di attaccamento. Amiamo Geova con tutta l’anima. Gli diamo devozione esclusiva. Solo a pensarci in questo momento, voi non potete vederlo, mi vengono i brividi lungo la schiena a pensare all’amore per lui, all’attaccamento per lui. È meraviglioso quando il vostro coniuge ha questo attaccamento. Vi renderà felici. La devozione a Geova per tutto quello che ha fatto e farà è una cosa molto personale. Ora, Pietro, dopo la devozione a Dio, menziona l’“affetto fraterno”. Affetto fraterno. E, ripensando a quello che è stato detto, mi sono piaciuti molto i commenti del fratello Noumair. Vi ho visto anche ieri, quando abbiamo fatto un paio di lezioni insieme e, dopo l’ultima lezione, il fratello Noumair parlava di quanto vi godete la compagnia reciproca. Quello di cui parlava lui era l’affetto fraterno che avete l’uno per l’altro. Un sentimento reale, avete affetto fraterno. Dovrebbe essere così in ogni congregazione. Voi lo avete manifestato. E dovete continuare a manifestarlo. Dovreste meditare su questo, anche se siete da lodare, perché lo avete già messo in pratica. Sono certo che porterete con voi questo affetto fraterno. Lo farete senz’altro. Comunque c’è un pensiero per voi qui in 1 Tessalonicesi capitolo 4, 1 Tessalonicesi capitolo 4. È una cosa su cui riflettere e che vorrei portaste al vostro nuovo incarico, cari futuri diplomati, 1 Tessalonicesi 4:9, e poi anche il versetto 10, dice: “Quanto all’amore fraterno, non avete bisogno che ve ne scriviamo, perché è Dio che vi insegna ad amarvi gli uni gli altri; e in effetti questo lo fate con tutti i fratelli dell’intera Macedonia. [Notate il punto. Questo è un punto che fa riflettere] Ma vi incoraggiamo, fratelli, a farlo ancora di più”. Mmh! E questo riguarda anche voi. Lo avete fatto qui alla Scuola. Ma pensateci di tanto in tanto. Per poter avere una spiritualità più solida, chiedetevi, individualmente o come coppia: “Sto mostrando sempre di più questi sentimenti?” Fa riflettere, visto che le cose si stanno complicando. Bel punto. L’affetto fraterno è una qualità necessaria. Noi amiamo molto i nostri fratelli. A volte dobbiamo perdonarci, ma ci vogliamo bene. E dobbiamo volercene sempre di più; sappiamo che lo farete. Meditateci su. Esaminatevi alla luce di questo progetto esecutivo. State mostrando affetto fraterno in modo più pieno? Alcuni torneranno all’incarico precedente, ma saranno diversi. Non so come eravate prima, senz’altro Dio e Cristo Gesù lo sanno, ma qualcuno potrebbe dire: “Però... questa sorella mostra tanto affetto fraterno! Che bello! Non me la ricordavo così prima”. Sorelle, non pensate che ce l’abbia con voi! Vale lo stesso anche per i fratelli ovviamente. Mostrate affetto fraterno più pienamente. Pensateci su di tanto in tanto. Ma adesso torniamo di nuovo a 2 Pietro, guardiamolo insieme e notate cos’altro dice qui: “Alla devozione a Dio l’affetto fraterno” e, notate, “all’affetto fraterno l’amore”. Questo si riferisce all’amore agape. L’affetto fraterno è una forma di amore unica che ci lega ai nostri fratelli. L’amore agape invece è quell’amore che si basa sul principio. È l’amore che ci serve per continuare a predicare, perché è sempre più evidente che le persone ci guardano con disprezzo. Questo succede in sempre più paesi. Ma con l’amore agape riusciremo ad andare avanti. A prescindere da quanto ci maltratteranno, da quello che diranno o faranno, continueremo a mostrare amore finché Geova dirà: “Non predicate più. Basta”. Pensate, ad esempio, a questa pandemia. Ci sono molti problemi di sicurezza nazionale in molti paesi. E l’opera metropolitana si è interrotta in molte zone del mondo, e anche quella di casa in casa, la campagna per la Commemorazione... stanno succedendo molte cose. Geova ha dato il suo spirito al Corpo Direttivo, che fa il possibile per rispettare Cesare e ubbidire a Dio. Forse pensiamo: “Cosa pensano gli inattivi o quelli che in passato sono entrati in contatto con la verità?” Beh, è meglio che si diano da fare. È una cosa molto seria. L’amore agape ci spingerà ad aiutare anche loro. Adesso è il momento di agire perché, quando arriverà quel giorno, sarà finita. Basta. Quando comincerà la grande tribolazione, basta. Sarà tardi per loro. Perciò questi sono i 9 punti del nostro progetto esecutivo per costruire una personalità più solida. Il pensiero con cui vogliamo concludere questo discorso, è il versetto 8: “Perché, se queste cose esistono e [notate] abbondano in voi, vi impediranno di essere inattivi o infruttuosi riguardo all’accurata conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo”. Ecco qua. Preziosi futuri diplomati: non limitatevi a conoscere il progetto esecutivo. Piuttosto, mettetelo abbondantemente in pratica, e riuscirete a costruire una spiritualità più solida.


Abbiamo apprezzato molto il tuo discorso, fratello Morris. È davvero interessante questo progetto che ci hai illustrato. Ci aiuta a costruire la spiritualità nostra e degli altri. Ora, probabilmente avrete notato che sul tavolo qui accanto a me ci sono delle buste. Non si tratta di buste qualsiasi. Sono buste speciali, dal contenuto altrettanto speciale. In queste buste ci sono i vostri diplomi. Dentro troverete anche una foto della classe e una lettera dal Comitato dell’Insegnamento. E alcune buste contengono altre lettere relative ad incarichi da parte della sede mondiale. Troverete anche una nota che vi informa che lunedì riceverete un modesto dono in denaro sul vostro conto. Quindi tante cose belle in queste buste. Siamo sicuri che sarete felicissimi di ricevere queste buste speciali. Quindi uno alla volta o una coppia alla volta, vi inviteremo ad avvicinarvi per prendere le vostre buste. Il fratello David Schafer, assistente del Comitato dell’Insegnamento, è qui per darmi una mano. E a lui è toccata la parte difficile: dovrà pronunciare tutti quanti i nomi. E il problema è suo; ad ascoltare ci sono genitori e familiari, che si accorgeranno subito se sbaglia. Tutto quello che io dovrò fare sarà porgere loro le buste e dare loro una bella gomitata. Niente più strette di mano, come raccomandato dalle autorità sanitarie. Quindi siamo pronti a iniziare. Prego, fratello Schafer. Per primi abbiamo il fratello e la sorella Akiyama, che torneranno in Brasile. Abbiamo poi il fratello e la sorella Arthur, che torneranno in Ghana. E ora il fratello e la sorella Asenov, che torneranno in Bulgaria. Il fratello Bączyński servirà in Germania. La sorella Bočarn̗ikova servirà in Finlandia. Il fratello e la sorella Bonomi torneranno in Perù. Il fratello e la sorella Chapman torneranno nella Repubblica Dominicana. Il fratello e la sorella Chong torneranno in Corea. Il fratello e la sorella Dela Cruz torneranno in Micronesia. Il fratello e la sorella Domingos torneranno in Angola. Il fratello e la sorella Gabriels torneranno in Belgio. Il fratello Gambatese tornerà in Argentina. Il fratello e la sorella Geha torneranno in Medio Oriente. La sorella González tornerà in Spagna. Il fratello e la sorella Habonimana torneranno in Burundi. Il fratello Kim tornerà in Cile. Il fratello Latyshov tornerà in Finlandia. Il fratello Matthew tornerà nello Srī Lanka. Il fratello Metz tornerà nella Repubblica Dominicana. Il fratello Mkhize tornerà in Sudafrica. Il fratello e la sorella Mwasile torneranno in Kenya. Il fratello Ngoy tornerà nella Repubblica Democratica del Congo. Il fratello e la sorella Owen serviranno in Angola. Il fratello Parker servirà ora negli Stati Uniti. Il fratello e la sorella Potirantakis torneranno in Grecia. Il fratello e la sorella Raffaeli andranno a servire in Angola. La sorella Rajkannu tornerà in India. Il fratello e la sorella Sarialp torneranno in Turchia. Il fratello e la sorella Susanna andranno ora a servire in Madagascar. Il fratello Wirthmüller tornerà in Germania. E infine il fratello e la sorella Zuiderent torneranno nei Paesi Bassi. Mi sa che ci avevamo preso gusto a salutarci con il gomito. Anche se dopo un po’ uno si stanca a forza di dare gomitate. Ma giustamente noi cerchiamo di seguire le raccomandazioni che ci vengono date dalle autorità sanitarie. Siamo davvero felici di aver potuto dare queste buste speciali a questi cari fratelli. Il Corpo Direttivo è davvero felice di averle consegnate, e sappiamo che tutti voi siete molto felici di averle ricevute e di aver raggiunto questa tappa importante nel vostro percorso spirituale. Infatti d’ora in poi non vi chiameremo più studenti di Galaad. Non siete più studenti. D’ora in poi vi chiameremo diplomati di Galaad. D’altronde ora il diploma ce l’avete. Ma adesso alziamo il sipario. Ecco a voi gli studenti della 148ª classe della Scuola biblica di Galaad. Vi siete fatti davvero un bell’applauso. Un pochino li devo prendere in giro, no? Ma che bel gruppo che sono! Visi sorridenti, belle persone. E a guardarli bene sembra quasi che abbiano un’aria più intelligente rispetto a 5 mesi fa. Senz’altro hanno imparato molto in questo periodo. Ma mentre guardate questo bel gruppo di persone permettetemi di fare una carrellata e di darvi qualche dato statistico. Dunque, per non costringervi a contarli tutti, vi diciamo che abbiamo 55 studenti, anzi 55 diplomati (non posso più dire studenti), 55 diplomati di questa 148ª classe di Galaad. Tra loro ci sono 20 coppie, 11 fratelli single e 4 sorelle single. La loro età media è 40,1. Per me sono parecchio giovani. È incredibile come cambiano i punti di vista, eh? Il più giovane ha 30 anni, il più grande 56. Sono battezzati in media da 24,6 anni, sono nel servizio a tempo pieno in media da 17,9 e nel servizio speciale a tempo pieno da 13,1. E pensate, le lingue parlate dagli studenti sono 35. Questa è davvero una classe multilingue! Questo ci fa pensare alla grande folla, composta da persone “di ogni nazione, tribù, popolo e lingua”, e 35 lingue sono qui rappresentate. Come abbiamo detto, sono abbastanza giovani: in media hanno 40 anni. Bisogna però dire che hanno parecchia esperienza, perché in media hanno impiegato il 73% degli anni trascorsi dal battesimo nel servizio a tempo pieno. Quindi sono stati nel servizio a tempo pieno per 3 quarti degli anni trascorsi da quando si sono battezzati. Ed ora vogliamo sentire la lettera della classe. Ce la leggerà il fratello Mussa Mwasile. E ora forse avete capito perché ho chiesto al fratello Schafer di pronunciare tutti quei nomi. Comunque il fratello Mussa Mwasile, che tornerà a servire in Kenya, leggerà per tutti noi la lettera da parte della classe.

“Al Corpo Direttivo e alla famiglia Betel degli Stati Uniti. Cari fratelli, da quando abbiamo ricevuto l’invito a venire alla Scuola di Galaad abbiamo atteso con impazienza il momento di essere qui. E ora, dopo 5 mesi indimenticabili, siamo pienamente d’accordo con Giobbe, che disse: ‘I miei orecchi avevano sentito parlare di te, ma ora ti vedo davvero con i miei occhi’. Studiando a fondo la Parola di Dio, abbiamo visto molto chiaramente le straordinarie qualità di Geova. Porteremo sempre nel nostro cuore quello che abbiamo imparato sull’amore e la cura che Geova ha per il suo popolo. Non lo dimenticheremo mai. Siamo fermamente decisi a seguire il suo esempio. “Appena siamo arrivati qui, ci siamo subito affezionati alla famiglia Betel per il calore, l’ospitalità e l’amore che abbiamo ricevuto. Lo spirito altruista che abbiamo respirato è qualcosa di cui faremo tesoro e che porteremo con noi ovunque andremo. “Vogliamo davvero molto bene ai nostri insegnanti. Ogni giorno ci hanno insegnato mettendoci l’anima e il cuore, e abbiamo percepito il loro amore sincero e il loro interesse per noi. Grazie all’istruzione divina abbiamo visto Geova, il nostro grande Insegnante, e la sua organizzazione guidata dallo spirito in modi nuovi che hanno rafforzato la nostra fede. Ci è stato insegnato a scavare nella Parola di Dio come non avevamo mai fatto prima e siamo decisi a mettere in pratica tutto quello che abbiamo imparato. “Avendo osservato da vicino lo spirito di sacrificio dei membri del Corpo Direttivo e il modo instancabile in cui lavorano, ci sentiamo spinti a imitare la loro fede. I nostri cuori sono pieni di profonda gratitudine quando ripensiamo alle molte visite che ci hanno fatto, alle buone istruzioni che ci hanno dato e alle attenzioni che ci hanno riservato a livello personale. Abbiamo visto e sentito il loro amore e il loro interesse per noi, e abbiamo osservato come lavorano insieme in unità. Hanno instillato in ciascuno di noi il desiderio di imitare sempre di più il capo della congregazione, Gesù Cristo. Si sono davvero dimostrati per tutti noi doni che vengono da Geova e ci sono divenuti, ci sono divenuti veramente molto cari. “Anche se il programma di questo conferimento si sta tenendo in circostanze del tutto particolari, non siamo scoraggiati, anzi ci sentiamo rafforzati. Siamo fermamente convinti che stiamo assistendo a una chiara dimostrazione di quanto siate fedeli e saggi. In questi momenti cruciali ci state fornendo chiare indicazioni che meritano tutta la nostra fiducia e il nostro rispetto. Diamo lode al nostro grande Dio, Geova, per questo regalo che è Galaad. Vogliamo esprimere il nostro sincero apprezzamento e il nostro profondo amore a ciascuno di voi. Vostri fratelli e sorelle della 148ª classe della Scuola di Galaad”.

Scusami, fratello Mwasile, mi sono dimenticato di salutarti col gomito. Scusami davvero. Ma la lettera l’ho presa e mi assicurerò che il Corpo Direttivo la riceva, perché è davvero una bella lettera. Esprime i vostri sentimenti in modo molto toccante. Avete scritto di essere stati contenti di essere qui. Beh, noi vi diciamo che siamo contenti di avere avuto voi. Ci siamo veramente incoraggiati a vicenda, come dice Romani 1:12. E il fratello Mussa ha fatto un ottimo lavoro. Questo in pratica è stato il suo primo incarico da oratore come diplomato di Galaad. Ed è stato molto bravo. Ha fatto un ottimo lavoro, e nel futuro con l’aiuto di Geova farà molte cose buone, come d’altronde tutti voi. Sì, è stato davvero bello avervi qui con noi. Ma ora vorrei parlarvi ancora per 5 minuti. Allora, se vi ricordate, durante il discorso iniziale di questo conferimento abbiamo visto 4 modi in cui possiamo imitare la modestia di Gesù. Parliamo brevemente di un altro aspetto della modestia che è strettamente collegato con la consapevolezza dei propri limiti, ovvero la consapevolezza dei limiti altrui. Gesù, il nostro modello, ci ha lasciato un esempio perfetto anche sotto questo aspetto della modestia. Riflettiamo per un momento su quello che viene detto in Matteo 3:16. Qui si legge che Gesù venne battezzato, uscì dall’acqua e poi si legge: “Ed ecco, i cieli si aprirono”. Che cosa significa? Il libro Il più grande uomo fa questo commento: “Evidentemente significa che, mentre viene battezzato, gli ritorna alla mente la sua esistenza preumana in cielo come figlio spirituale di Geova Dio”. E poi continua: “Così ora Gesù, oltre a questo, ricorda appieno tutte le cose che Dio gli aveva detto in cielo durante la sua esistenza preumana”. Non trovate che sia straordinario tutto questo? Pensate a quel momento. Riuscite a immaginare cosa successe? Il perfetto cervello umano di Gesù venne inondato dai ricordi di miliardi di anni di esistenza preumana, sì, di miliardi di anni, ricordi di epoche incalcolabili e esperienze senza numero che fece mentre serviva come artefice accanto a Geova, mentre serviva come “principe dell’esercito di Geova”, mentre serviva come Portavoce di Geova o mentre serviva come l’arcangelo Michele. Se ci pensate bene, non è forse vero che quello è stato il più grande download che sia mai stato fatto? Ed eccoci arrivati al punto. Anche nel vostro caso, qui a Galaad, è stato effettuato un download. Niente di paragonabile a quello che è successo a Gesù, ma anche voi per 5 mesi siete stati inondati di informazioni. Ma il punto è: Gesù come usò tutta quella conoscenza, quella conoscenza così straordinaria e vasta che aveva appena ricevuto? Come la usò nei suoi rapporti con gli altri? Non sommerse mai gli altri di informazioni, non fece mai sfoggio di conoscenza. Avrebbe potuto farlo, no? Eppure non lo fece mai. Era pienamente consapevole dei loro limiti, era molto riguardoso nei loro confronti. E ricordate cosa disse ai suoi discepoli in Giovanni 16:12? Disse loro: “Ho ancora molte cose da dirvi, ma ora non siete in grado di comprenderle”. Fu davvero riguardoso nei loro confronti. Non li inondò con tutta la sua conoscenza. E in questo è davvero un bell’esempio per noi. Oltre a questo, anche se era perfetto non era un perfezionista. In altre parole non pretendeva la perfezione dagli altri. Passava sopra agli errori, alle mancanze, alle debolezze degli altri. E se ci pensate bene, si dimostrò compassionevole e tenne conto dei limiti altrui anche in tanti altri modi. Facciamo giusto un altro esempio. Gesù sapeva che i discepoli a volte avevano bisogno di stare lontano dalla folla e riposarsi. E voi, cari diplomati della Scuola di Galaad, come potete imitare la modestia di Gesù dimostrandovi consapevoli dei limiti altrui? Abbiamo detto che in questi 5 mesi siete stati inondati di informazioni, ma per piacere usatele con modestia. Usatele in modo da non mettere mai sugli altri un peso più grande di quello che possono portare. Usatele in un modo che tenga conto dei loro limiti. Tutti hanno dei limiti, alcuni più di altri. Siatene consapevoli. Un po’ alla volta parlate loro delle cose buone che avete imparato qui. E lo ripetiamo ancora una volta: non mettete sugli altri un peso più grande di quello che possono portare. Se vogliamo far crescere bene una pianticella, non la innaffiamo a secchiate, ma un po’ alla volta. Quindi, poco a poco, aiutate quelli che fanno parte del vostro territorio, della vostra congregazione, della vostra famiglia Betel. Parlate loro delle cose belle che avete imparato in questi 5 mesi, e soprattutto passate sopra alle imperfezioni e alle mancanze degli altri. Se Gesù che era perfetto non era un perfezionista, allora di certo noi che siamo tutti imperfetti non dobbiamo pretendere la perfezione dagli altri. E siamo sicuri che voi non lo farete. E poi siate compassionevoli e tenete conto dei limiti fisici ed emotivi che gli altri hanno, proprio come fece Gesù. Concludendo, nell’insieme abbiamo visto 5 modi in cui possiamo imitare la modestia di Gesù. Per fare un ripasso, queste sono le cose che vogliamo ricordare. (1) Ci sono dei limiti alla nostra autorità, e non vogliamo oltrepassarli. (2) Non dobbiamo dimenticare che siamo molto meno importanti rispetto a Geova, la persona più importante di tutte. (3) Riconosciamo che ci sono cose che non abbiamo il diritto di sapere, perlomeno non ora, o forse non le sapremo mai. (4) Dobbiamo ricordarci di fare sempre completo affidamento su Geova e mai su noi stessi. (5) Come abbiamo appena visto, dobbiamo sempre tenere conto dei limiti degli altri. Se imitiamo la modestia di Gesù in questi 5 modi, Geova ci amerà molto, proprio come ama molto il suo caro Figlio. Ci amerà nello stesso modo. E ovunque andremo, qualunque incarico avremo, saremo sempre fonte di ristoro per gli altri, proprio come lo era Gesù. Ma adesso perché non facciamo come si fa, come si fa di solito su JW Broadcasting? Alla fine ci sono i saluti, no? Ecco allora i saluti che vengono dalla classe, la 148ª classe della Scuola di Galaad. Mandate loro i vostri saluti, i vostri calorosi saluti. Ecco i calorosi saluti per voi dalla 148ª classe della Scuola di Galaad. Vi salutano davvero di cuore. E vogliamo finire dicendo: “Dalla 148ª classe della Scuola di Galaad qui nell’auditorium di Patterson, questo è JW Broadcasting”.

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