Conferimento dei diplomi della 147ª classe della Scuola di Galaad | Discorso conclusivo e assegnazioni

Conferimento dei diplomi della 147ª classe della Scuola di Galaad | Discorso conclusivo e assegnazioni

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Adesso ascolteremo un diplomato della 41ª classe della Scuola di Galaad, membro del Corpo Direttivo, il fratello Gerrit Lösch. Il fratello Lösch ha da poco concluso il 25° anno di servizio come membro del Corpo Direttivo. Che bel traguardo! Il titolo del discorso che tratterà il fratello Lösch è: “Siete pronti?”

Siete pronti? A voi studenti di Galaad chissà quante volte l’hanno chiesto in questa settimana. Sapete, i Boy Scout hanno un motto: “Siate pronti”. Pronti a fare cosa? Ci si aspetta che compiano almeno una buona azione ogni giorno. Anche i veri cristiani devono essere sempre pronti. Per cosa? Senz’altro per compiere buone azioni, ma anche per il ritorno del Signore Gesù come potente Re celeste durante la grande tribolazione. Quando Gesù ha cominciato a regnare sulla sua congregazione? Sono sicuro che lo sapete: ha cominciato a regnare sulla congregazione alla Pentecoste del 33 E.V. Il libro Perspicacia dice: “Le Scritture mostrano che alla Pentecoste del 33 E.V. sui suoi discepoli fu istituito un regno spirituale”. E Paolo ricordò ai cristiani di Colosse: “Egli ci ha liberato dal potere delle tenebre e ci ha trasferito nel regno del suo amato Figlio”. Colossesi 1:13. Gesù regna come Re sui suoi discepoli dalla Pentecoste del 33. È sempre stato il capo della congregazione, che viene paragonata a un corpo. Perciò Gesù continuò a regnare anche nei secoli che seguirono. Nel 1914, però, qualcosa è cambiato. Da quell’anno in poi, Gesù ha cominciato a regnare anche sui suoi nemici sia in cielo che sulla terra. Si è adempiuta pertanto la profezia che troviamo nel Salmo 110. Infatti in questo salmo leggiamo: “Geova ha dichiarato al mio Signore: ‘Siedi alla mia destra finché non avrò fatto dei tuoi nemici uno sgabello per i tuoi piedi’. Geova stenderà da Sion lo scettro del tuo potere, dicendo: ‘Domina in mezzo ai tuoi nemici’”. Sappiamo che nel 1914 Gesù è tornato come Re celeste. Da allora stanno succedendo molte cose che ci dimostrano che sta davvero ‘dominando in mezzo ai suoi nemici’. Non regna più solo sulla congregazione. Satana e i suoi sostenitori non sono riusciti a impedire che venisse costituito lo “schiavo fedele e saggio”. Che dire però della venuta finale di Gesù in qualità di Giudice? Quando avverrà? Non lo sappiamo esattamente, ma Gesù predisse degli avvenimenti che ci avrebbero fatto capire quando quel momento sarebbe stato vicino. Anche se Gesù disse che non avremmo potuto sapere in anticipo l’ora o la data precisa, profetizzò degli avvenimenti grazie ai quali avremmo capito di essere vicini alla sua venuta in qualità di Giudice. In passato molte persone hanno cercato di predire il suo ritorno. Anche se le loro affermazioni hanno suscitato curiosità, quello che hanno predetto si è rivelato falso. Già dal I secolo tra i cristiani c’erano alcuni che avevano false aspettative, come ad esempio i tessalonicesi. Paolo dovette scrivergli per aiutarli a trovare l’equilibrio. In 2 Tessalonicesi 2 dal versetto 1 leggiamo: “Ora, fratelli, per quanto riguarda la presenza del nostro Signore Gesù Cristo e il nostro radunamento con lui vi preghiamo di non farvi confondere la mente così in fretta e di non allarmarvi per qualche affermazione ispirata, discorso o lettera spacciata per nostra secondo cui il giorno di Geova è venuto. Non fatevi sviare da nessuno”, dice al versetto 3. Ci furono molte altre false aspettative nei secoli che seguirono. Martino di Tours, vescovo francese, dichiarò che il mondo sarebbe finito prima dell’anno 400. Ippolito e altri 2 predissero che Gesù sarebbe tornato nell’anno 500, mentre Sesto Giulio Africano predisse che sarebbe tornato nell’anno 800. Naturalmente ci furono delle predizioni sull’anno 1000, fatte anche, secondo alcune fonti, da papa Silvestro II. Papa Innocenzo III predisse la fine del mondo per il 1284, cioè 666 anni dopo l’ascesa dell’Islam. Il famoso pittore Sandro Botticelli predisse il 1504; degli astrologi londinesi parlarono del 1° febbraio 1524, e come risultato 20.000 londinesi lasciarono le proprie case e fuggirono verso delle alture. Nel 1533, Melchior Hofmann predisse che la seconda venuta di Cristo sarebbe avvenuta in quello stesso anno a Strasburgo. Sostenne che si sarebbero salvate 144.000 persone, mentre il resto del mondo sarebbe stato consumato dal fuoco. Lutero, predicatore e professore di teologia tedesco, predisse che la fine del mondo sarebbe avvenuta non oltre l’anno 1600. Cristoforo Colombo, questo è famoso lo conosciamo tutti, nel 1501 scrisse nel Libro delle profezie che il mondo sarebbe finito nel 1656. John Napier predisse la fine del mondo per l’anno 1700. Christopher Love, ministro presbiteriano, la predisse per il 1805. Un pastore luterano, Johann Albrecht Bengel, la predisse per il 1836, e lo stesso fece il fondatore della Chiesa Metodista John Wesley, sempre per il 1836. Miller, un predicatore battista, predisse che il ritorno di Cristo sarebbe stato il 21 marzo 1844, ma poi si corresse e indicò il 22 ottobre. Il predicatore avventista Wendell predisse il 1873. E quando Gesù non venne, modificò la sua predizione, dicendo che Gesù era sì tornato, ma in forma invisibile. I nostri fratelli si aspettavano che il ritorno di Cristo fosse nel 1874, e poi indicarono il 1914. Inizialmente credevano che il suo ritorno sarebbe stato visibile, ma poi capirono che sarebbe stato invisibile. Si aspettavano anche che il “piccolo gregge” sarebbe stato glorificato nella primavera del 1918. L’anno in cui il fratello Russell morì, il 1916, per i fratelli cominciò un periodo di prove difficili. Alcuni lasciarono perfino la verità. Nel 1919, chi era rimasto fedele ricostituì un unico gruppo. Sono passati 100 anni dal 1919 a oggi: 100 anni. Si adempiranno delle profezie speciali 100 anni dopo il 1919? Bella domanda, vero? Ma non c’è una risposta. Anche durante il 1925 si affrontarono dure prove. E i fratelli nutrivano grandi aspettative. Ecco cosa diceva una delle nostre pubblicazioni: “Possiamo attendere [questo è dall’opuscolo Milioni or viventi non morranno mai!] che il 1925 segnerà il ritorno [dai morti] di Abrahamo, Isacco, Giacobbe e dei profeti fedeli del passato [...] alla condizione di perfezione umana”. Nel 1925 non ci si aspettava solo la risurrezione dei fedeli uomini dell’antichità, ma alcuni speravano che quell’anno i cristiani unti ricevessero la ricompensa celeste. Nell’Annuario del 1987 leggiamo che “il 1925 era iniziato in modo molto promettente con la nuova casa Betel e tipografia a Berna [in Svizzera]. [...] Tuttavia qualcuno aveva le sue convinzioni personali riguardo all’anno 1925. Avrebbero seguito il consiglio della Torre di Guardia del 1° gennaio 1925? Essa avvertiva: ‘Il 1925 è iniziato. I cristiani hanno atteso quest’anno con grande ansia. Molti sono fiduciosi che entro l’anno tutti coloro che fanno parte del corpo di Cristo saranno mutati nella gloria celeste. Può darsi che ciò avvenga, ma può darsi di no. A suo tempo Dio attuerà i suoi propositi relativi al suo popolo. I cristiani non dovrebbero preoccuparsi tanto di ciò che potrebbe accadere durante l’anno da non fare con gioia ciò che il Signore vorrebbe che facessero’. Fra gli altri Jakob Weber, responsabile del reparto servizio della Betel [in Svizzera] [...] era così sicuro che tutti gli unti sarebbero stati glorificati in cielo entro la fine dell’anno [1925] che tenne una ‘condotta fallimentare’. Inviò grossi quantitativi di letteratura alle congregazioni senza averne ricevuto l’ordinazione, dicendo di distribuirla gratuitamente nel territorio prima della fine del 1925. Tutti gli sforzi dei fratelli della Betel di ragionare con lui furono vani. Alla fine lasciò non solo la Betel ma anche la verità e causò molte pene ai fratelli in tutto il paese, perché trascinò molti con sé. Alcune congregazioni furono decimate”. Che dire delle aspettative per quello che sarebbe avvenuto 50 anni dopo, nel 1975? La Torre di Guardia del 15 marzo 1980 dice: “In tempi moderni tale premura, lodevole in se stessa, ha provocato tentativi di stabilire date per l’auspicata liberazione dalle sofferenze e difficoltà che colpiscono tutti sulla terra. Con la pubblicazione del libro Vita eterna, nella libertà dei figli di Dio, e l’osservazione che sarebbe stato appropriato che il regno millenario di Cristo scorresse parallelo al settimo millennio d’esistenza umana, venne suscitata considerevole aspettativa per il 1975. Allora e in seguito si disse che questa era solo una possibilità. Purtroppo però [continua La Torre di Guardia] insieme a tali informazioni cautelative, furono pubblicate altre dichiarazioni che lasciavano intendere che tale realizzazione delle speranze in quell’anno [il 1975] era più una probabilità che una semplice possibilità. Dispiace [dice ancora La Torre di Guardia] che queste ultime dichiarazioni abbiano evidentemente adombrato quelle che invitavano alla cautela e abbiano contribuito ad accrescere l’aspettativa che c’era già. La Torre di Guardia del 15 luglio 1976, parlando dell’inopportunità di tenere lo sguardo fisso su una certa data, diceva: ‘Se qualcuno è rimasto deluso non avendo seguito questo ragionamento, ora deve fare di tutto per modificare la sua mentalità, comprendendo che non è stata la Parola di Dio a venire meno o a ingannarlo e a deluderlo, ma che il suo intendimento si basava su premesse errate’. Dicendo ‘qualcuno’, La Torre di Guardia includeva tutti i testimoni di Geova delusi, compresi dunque i responsabili della pubblicazione delle informazioni che contribuirono ad accrescere le speranze accentrate su quella data”. Questo è quanto diceva umilmente La Torre di Guardia del 15 luglio 1976. “Comunque non c’è ragione che la nostra fede nelle promesse di Dio sia scossa. Piuttosto, siamo tutti spinti a fare un più attento esame delle Scritture a proposito di questo giorno di giudizio. Così facendo, riscontriamo che la cosa importante non è la data. La cosa importante è ricordare che tale giorno esiste e si avvicina sempre più: il giorno in cui tutti dovremo rendere conto. Pietro disse che i cristiani dovrebbero giustamente ‘aspettare e tenere bene in mente la presenza del giorno di Geova’”. Questa è di per sé una buona ragione per continuare ad attendere: lo ha detto Gesù! Al riguardo, l’organizzazione di Geova sta dando l’esempio. Anche se a volte hanno promosso aspettative sbagliate, le nostre pubblicazioni ci esortano continuamente ad “[aspettare e tenere] bene a mente la presenza del giorno di Geova” e a riporre la nostra speranza nel nuovo mondo promesso da Dio. Se continuare ad attendere era importante per i cristiani che vissero secoli fa, lo è ancora di più per noi. Per quale motivo? Perché oggi viviamo durante la presenza di Cristo. Il segno della sua presenza è evidente dal 1914. Questo segno composito, che include il peggioramento delle condizioni mondiali e la predicazione del Regno, indica che stiamo vivendo nella “conclusione del sistema di cose”. Dato che Gesù non disse quanto sarebbe durato tale periodo di tempo prima della fine, dobbiamo stare particolarmente all’erta. Non c’è dubbio che le condizioni del mondo stiano peggiorando. Ma quanto dobbiamo aspettarci che peggiorino le condizioni mondiali prima della “grande tribolazione”? Gesù disse che la maggioranza delle persone non si sarebbe ‘accorta’ della sua presenza e avrebbe continuato a vivere come se nulla fosse finché sarebbe stato troppo tardi. Pertanto, le Scritture lasciano intendere che le condizioni mondiali durante gli ultimi giorni non sarebbero diventate difficili al punto da obbligare le persone a credere che la fine è vicina. D’altro canto, perché raggiungesse il suo scopo, il segno composito si sarebbe dovuto adempiere in modo abbastanza evidente da richiamare l’attenzione di coloro che seguivano l’esortazione di Gesù a essere ‘vigilanti’. E così è stato dal 1914. Da quell’anno in poi i vari aspetti del segno si stanno adempiendo. È chiaro che ora stiamo vivendo nella “conclusione del sistema di cose”. Perché, allora, i cristiani oggi devono continuare ad attendere? Innanzitutto per ubbidire alle parole di Gesù Cristo, per l’amore che hanno per lui, per la fede nelle sue promesse, e poi perché riconoscono il segno della sua presenza. Le nostre aspettative si basano non sulla credulità ma su solide prove scritturali che ci inducono a rimanere vigilanti, svegli, attenti, e in attesa della fine di questo malvagio sistema. Molti sono svegli in senso spirituale da decenni. Tuttavia non dobbiamo permettere che il passare del tempo indebolisca la nostra determinazione a continuare ad attendere. Dobbiamo essere pronti all’arrivo di Gesù che verrà per distruggere questo sistema di cose. Non dimentichiamo che Gesù esortò i suoi seguaci con le parole di Marco capitolo 13, a partire del versetto 33: “Continuate a stare in guardia, rimanete svegli, perché non sapete quando è il tempo stabilito. È come un uomo che, dovendo fare un viaggio all’estero, lasciò la sua casa e diede autorità ai suoi schiavi, a ciascuno il suo lavoro, e comandò al portinaio di vigilare. Vigilate, dunque, perché non sapete quando verrà il padrone di casa, se sul tardi o a mezzanotte o al canto del gallo o la mattina di buon’ora, così che, venendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Ma quello che dico a voi lo dico a tutti: vigilate”. Comprendendo che la presenza di Cristo era iniziata nel 1914, i seguaci di Gesù capirono che la fine poteva arrivare in qualsiasi momento. Quindi intensificarono l’opera di predicare il Regno. Gesù aveva indicato che sarebbe potuto venire più tardi, per esempio “al canto del gallo o la mattina di buon’ora”. In tal caso, come avrebbero dovuto reagire i suoi seguaci? Gesù disse: “Vigilate”. Pertanto, non dovremmo rinviare mentalmente la fine o perdere ogni speranza solo perché l’attesa ci sembra lunga. Consideriamo il caso del profeta Abacuc, che fu incaricato di predire la distruzione di Gerusalemme. Geova rassicurò il fedele profeta che la predetta distruzione non avrebbe tardato; disse: “Non smettere di attenderla”. Abacuc capitolo 1 e anche capitolo 2 versetto 3. Perciò non scoraggiatevi se predicate da tanti anni o forse da decenni. Nel nuovo mondo potremo riflettere su come tutti gli avvenimenti legati alla conclusione di questo sistema si saranno avverati nei minimi particolari. Meditare sulla maniera in cui le cose si saranno verificate rafforzerà ulteriormente la nostra fiducia in Geova e nelle sue promesse che dovranno ancora adempiersi. Saremo grati a Dio, che “ha posto sotto la propria autorità” i tempi e le stagioni, per averci esortato a vivere con la consapevolezza che “la fine di ogni cosa si è avvicinata”. La Bibbia dice che le potenze politiche si rivolteranno contro la falsa religione. Pertanto non dovremmo pensare che occorra molto tempo perché la situazione di questo mondo arrivi al punto in cui le potenze politiche di cui parla Rivelazione 17:16 attacchino l’impero mondiale della falsa religione. Rivelazione capitolo 17 dice: “E le 10 corna che hai visto e la [politica] bestia feroce odieranno la prostituta [cioè la falsa religione], la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la bruceranno completamente nel fuoco”. Ricordiamo che sarà Dio a “[mettere] nel loro cuore” tale intenzione, e questo potrebbe accadere in qualsiasi momento e in modo repentino. La fine di questo sistema di cose non è lontana. Abbiamo ogni motivo per seguire l’avvertimento di Gesù: “State attenti che il vostro cuore non sia appesantito dagli eccessi nel mangiare e nel bere o dalle preoccupazioni della vita, e quel giorno non vi colga alla sprovvista come un laccio”. Dobbiamo essere decisi a servire Geova con senso di urgenza, certi che “[agirà] a favore di chi spera in lui”. Mentre attendiamo la fine di questo sistema malvagio, prestiamo ascolto alle ispirate parole del discepolo Giuda. Giuda 20 e 21 dice: “Miei cari, costruite voi stessi sulla vostra santissima fede e pregate con spirito santo per rimanere nell’amore di Dio, mentre aspettate la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo che porta alla vita eterna”. Così facendo, ognuno di voi, studenti di Galaad, e ognuno dei presenti qui dimostrerà di essere preparato, di essere sempre pronto per quello che farà il Cristo e per ogni buona azione che ci sforziamo di fare ogni giorno.

Ora è arrivato il momento più atteso del nostro programma: la consegna dei diplomi. Qui ad aiutarmi, anzi direi che il lavoro più difficile lo farà lui, c’è il fratello William Malenfant, uno degli assistenti del Comitato dell’Insegnamento. Ha il compito di pronunciare correttamente tutti questi bei nomi. Geova ti aiuterà, Bill. Per primo abbiamo il fratello Bovo, che tornerà in Slovenia. E ora abbiamo il fratello Caruso che andrà a servire in Cile. Il fratello e la sorella Chung torneranno a Hong Kong. La sorella Curto tornerà in Spagna. Il fratello e la sorella Díaz torneranno negli Stati Uniti. La sorella Dzheenalieva tornerà in Kirghizistan. Il fratello Etchepareborde servirà in Costa d’Avorio. Il fratello e la sorella Fraser torneranno nelle Isole Salomone. Il fratello e la sorella Gouveia torneranno in Angola. Il fratello e la sorella Gugsa torneranno in Etiopia. Il fratello e la sorella Hamasaki andranno a servire in Indonesia. Il fratello e la sorella Jerez serviranno in Senegal. La sorella Kaam tornerà in Francia. Il fratello e la sorella Kabulwe torneranno nella Zambia. Il fratello e la sorella Lecompte serviranno negli Stati Uniti. Il fratello e la sorella Lee torneranno in Corea del Sud. Il fratello Lindberg tornerà in Finlandia. Il fratello Martínez tornerà in Messico. Il fratello e la sorella Masciotra andranno a servire in Costa d’Avorio. La sorella McGee tornerà in Giamaica. Il fratello e la sorella Morel torneranno in Paraguay. Il fratello Mosulishvili tornerà in Georgia. Il fratello e la sorella Muslia torneranno in Albania. Il fratello e la sorella Nkosi torneranno in Malawi. Il fratello Noel tornerà in Perù. Il fratello e la sorella Sar torneranno in Cambogia. Il fratello e la sorella Sibeko torneranno in Malawi. Il fratello e la sorella Sithole torneranno in Sudafrica. Il fratello e la sorella Spina andranno a servire in Croazia. Il fratello e la sorella Sukirman-Kostermans torneranno in Indonesia. Il fratello Wanemalania tornerà nelle Isole Salomone. E infine il fratello Webster adesso servirà in Ecuador. Vi piacerebbe vedere i diplomati della 147ª classe della Scuola di Galaad? Ora il fratello Sukirman-Kostermans leggerà la lettera della classe.

“Al Corpo Direttivo e alla famiglia Betel. Cari fratelli, quando abbiamo ricevuto l’invito a frequentare la Scuola di Galaad il nostro cuore era colmo di gratitudine verso Geova. Quella di oggi è una tappa importante della nostra vita e vorremmo ringraziare il Corpo Direttivo per averci dato l’opportunità di essere istruiti e modellati dal nostro grande Insegnante, Geova Dio. Il vostro esempio di amore e di sincero interesse per noi ci ha commosso. Nonostante i vostri numerosi impegni siete venuti di persona a istruirci e ad aiutarci a conoscere meglio ‘la mente di Cristo’. E mentre riflettiamo su come Geova ci ha benedetto in modo straordinario, ci sentiamo come il salmista che nel Salmo 116:12, 14 cantava: ‘Come potrò ripagare Geova per tutto il bene che mi ha fatto? Adempirò i voti che ho fatto a Geova, alla presenza di tutto il suo popolo’. Siamo decisi ad adempiere i nostri voti usando la speciale istruzione ricevuta per sostenere la sua organizzazione nell’opera che gli dà lode e onore. Siamo molto grati per come siamo stati accolti dalla famiglia Betel. L’ospitalità che ci è sempre stata mostrata ha superato di molto le nostre aspettative. La maggior parte della classe è composta da beteliti e quindi possiamo immaginare quanto lavoro, tempo e impegno sono stati necessari per mostrarci ospitalità. Siete stati molto premurosi. Dal nostro sguardo capivate che ci eravamo persi e ci davate indicazioni. Aspettavate con pazienza in fila dietro di noi nella sala da pranzo mentre ci fermavamo a guardare alcuni cibi che non avevamo mai visto. Cosa possiamo dirvi? Che ci sentiamo parte della vostra famiglia. Inoltre, abbiamo visto tanta sapienza e tanto amore nei ‘doni sotto forma di uomini’ che sono stati i nostri insegnanti. Fratelli, con generosità ci avete dato un po’ di voi, con il cuore e con la mente. Il vostro insegnamento e la vostra esperienza ci hanno aiutato a identificare e applicare i princìpi biblici, a concentrarci sulle persone, a vedere e trattare gli altri come ha fatto Cristo. Questo ci ha aiutato a sviluppare qualità essenziali che ci hanno cambiato dentro. Non avete mai attirato l’attenzione su di voi ma, in ogni lezione, avete sempre dato onore a Geova. Come dice Proverbi 10:22, ‘è la benedizione di Geova che rende ricchi’. Galaad ci ha reso ricchi in tanti modi, ad esempio regalandoci amicizie che dureranno per tutta la vita. Ora partiremo ognuno verso la propria destinazione, e siamo decisi ad avvicinarci sempre di più a Geova e a impegnarci nell’incarico che ci è stato affidato. Useremo l’istruzione ricevuta per rafforzare e dare stabilità ai fratelli e per dare gloria e onore al nostro grande Insegnante, Geova. Vogliamo esprimere gratitudine e affetto a tutti voi. Vostri fratelli e sorelle della 147ª classe della Scuola di Galaad”.

All’inizio del programma di questo conferimento avevo fatto a tutti voi una domanda, vi avevo chiesto: “Fin dove arriverete?” Per servire al massimo i fratelli e le sorelle, per amarli, istruirli, aiutarli, dovrete fare grandi sacrifici nella vostra vita. Alcuni di voi ne stanno già facendo in questo momento per accettare l’incarico ricevuto oggi. A questo proposito, vorrei parlarvi di un racconto biblico che mi piacerebbe teneste sempre a mente; perché non sappiamo mai quando l’incarico cambierà di nuovo con la fatidica telefonata o e-mail. Andiamo in 2 Cronache capitolo 25, dove si parla del re Amazia. È molto interessante quello che la Bibbia dice qui. Al versetto 6 di 2 Cronache 25 si dice che Amazia assoldò da Israele 100.000 guerrieri valorosi per 100 talenti d’argento. Allora, non ho fatto i conti. Scusa, fratello Splane. Ma so che questa cifra oggi corrisponde a molto, molto più di 1 milione di dollari. Quindi Amazia aveva pagato una somma davvero alta, ma dopo averlo fatto, guardate cosa successe. Versetto 7: “Un uomo del vero Dio venne da lui e gli disse: ‘O re, non far venire con te l’esercito d’Israele, perché Geova non è con Israele, con nessuno degli efraimiti. Va’ soltanto tu, [...] e sii coraggioso in battaglia. Altrimenti il vero Dio potrebbe farti cadere davanti al nemico, perché Dio ha il potere di aiutare e di far cadere’”. Come reagì Amazia a quel consiglio? Vediamolo al versetto 9: “Allora Amazia disse all’uomo del vero Dio: ‘E i 100 talenti che ho dato alle truppe d’Israele?’” È vero! Lui aveva già pagato quella somma. Ora, come vi riguarda questo principio? Molti di voi potrebbero aver già fatto grandi sacrifici nel servizio a tempo pieno. Magari avete dovuto imparare una nuova lingua. Forse avete fatto un grosso investimento in termini di tempo lavorando nel vostro reparto alla Betel o servendo nel campo, e ora vi viene chiesto di fare qualcosa di diverso, magari di imparare da zero una lingua o di passare dal campo alla Betel, o dalla Betel al campo. Vi sentite come Amazia? Vi viene da dire: “E i 100 talenti che ho già dato?” Ecco la risposta a questa domanda, vorrei che la teneste bene a mente. L’uomo del vero Dio, al versetto 9, rispose ad Amazia, e guardate cosa disse: “Geova è in grado di darti molto più di questo”. Custodite queste parole nella vostra mente e nel vostro cuore. Quando vi viene chiesto di accettare una nuova sfida, un nuovo incarico, che potrebbe voler dire lasciarsi alle spalle un grosso investimento che avete fatto, ricordate questo: Geova ha il potere di darvi molto di più. Vogliamo salutarvi con questi pensieri in mente. Portate con voi tutto il nostro affetto e la nostra profonda stima, e di certo anche la benedizione del nostro grande e meraviglioso Dio, Geova.

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