Conferimento dei diplomi della 147ª classe della Scuola biblica di Galaad | The Inside Story

Conferimento dei diplomi della 147ª classe della Scuola biblica di Galaad | The Inside Story

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Adesso passiamo a una parte molto attesa del programma del conferimento dei diplomi della Scuola biblica di Galaad: il programma The Inside Story. Il conduttore di questa puntata sarà il fratello Kenneth Stovall.

Benvenuti a questa edizione di The Inside Story. Perché un’area dell’Oceano Pacifico meridionale è chiamata “Stretto dal fondale di ferro”? Se vi venisse chiesto di trasferirvi in Transcarpazia, sapreste arrivarci? Se un vostro amico parlasse guaraní, dove potrebbe essere nato? Parleremo di tutto questo in questa puntata di The Inside Story.

Diamo il benvenuto a Brad e Hilda Fraser, che servono alla filiale delle Isole Salomone. - Benvenuti. - Grazie. - Grazie di essere qui con noi. - Grazie. Prego, sedetevi. Quindi, Hilda, tu e la tua famiglia siete originari delle Isole Salomone. Sì. Invece, Brad, tu ti sei trasferito alle Isole Salomone con la tua famiglia quando eri piccolo. Se non sbaglio, ancora prima che lì esistesse una filiale! Esatto! E, tra l’altro, mio padre ha servito come membro del primo Comitato di Filiale delle Isole Salomone. Io non ci sono mai stato, e immagino neanche la maggioranza di chi ci sta guardando. E allora raccontaci, come sono le Isole Salomone? Beh, le Isole Salomone sono composte da quasi 1.000 isole, per la maggior parte allineate in 2 gruppi. E tra questi si trova uno stretto chiamato lo “Stretto dal fondale di ferro”. E perché si chiama così? Gli venne dato questo nome dalle truppe alleate a causa del grande numero di navi che affondarono qui durante la Seconda guerra mondiale. Io quando penso alle isole del Pacifico meridionale, penso a un paradiso tropicale. Sono davvero così belle? Sì, da noi è meraviglioso: fitte giungle, mare azzurro, barriera corallina. E poi ci sono le molte persone dal cuore umile che desiderano ascoltare la buona notizia. Pensa che circa il 40% della popolazione non ha mai sentito parlare del messaggio del Regno. Wow, interessante. E com’è predicare in quelle zone? Serve spirito d’avventura e molto spesso grande determinazione. E perché? Perché il territorio delle Isole Salomone è vastissimo e alcune zone sono davvero molto isolate. In quei posti non ci sono acqua corrente, elettricità o linea telefonica. E quando predicate come vi spostate di solito? Andare da un posto all’altro può essere molto complicato. Dato che le zone più popolate si trovano sulla costa, è più semplice e sicuro raggiungerle con un’imbarcazione piuttosto che con l’automobile. Interessante. Mi avevate raccontato qualcosa riguardo al vostro 25° anniversario... Sì, ci eravamo presi un giorno di vacanza dal lavoro alla Betel e volevamo predicare un po’ nelle isole Florida. Dovevamo navigare per circa 30 km attraverso lo “Stretto dal fondale di ferro”. Abbiamo una piccola barca che usiamo per spostarci. È lunga poco più di 4 m. Per quello che serve a noi, va bene. Ok. Però, inizio a preoccuparmi un pochino. Volevate navigare per 30 km in mare aperto su una barca di 4 m. Non è un viaggio un po’ pericoloso? Se arriva una tempesta improvvisa, allora le cose si mettono un po’ male. E quando si alza la nebbia rischi di perderti facilmente. Ma ho imparato una tecnica locale di navigazione per orientarmi. Beh, sono sicuro che è indispensabile. Quindi siete arrivati senza problemi alle isole Florida? Sì, quella mattina c’era bel tempo. Siamo tornati da alcune famiglie a cui volevamo mostrare alcuni dei video più recenti, che avevamo scaricato in precedenza. Quindi alle 4:00 di pomeriggio abbiamo deciso di rientrare, ma a quel punto il mare ha cominciato ad agitarsi. C’erano onde altissime, alte quasi 3 m, che si infrangevano sulla prua della barca, che ha iniziato a riempirsi d’acqua. Davvero?! Hilda, avevi paura? No. Ci era già capitato di affrontare il mare agitato, e allora ho fatto quello che faccio di solito in situazioni simili. Quello che fai di solito in situazioni simili? E cos’è che fai? Mi sposto nella parte posteriore della barca così da far alzare la prua, e così riusciamo a solcare le onde. Poi con un secchio che teniamo in barca inizio a gettare l’acqua fuori bordo. Questo permette alla barca di rimanere a galla. Sembra un lavoro pesante: svuotare una barca con un secchio per tutto quel tempo. Sarai stata esausta! Sì, è stata dura. Ma Brad, per il nostro anniversario, mi aveva regalato una scatola di cioccolatini. Che romantico! Allora ho iniziato a mangiare cioccolata per non perdere le forze. E per tenermi su di morale ho anche cominciato a cantare una delle canzoni del nostro sito. Ma per quanto hai dovuto buttare acqua fuori bordo? Siamo arrivati a casa dopo 4 ore. E così è come avete passato il vostro 25° anniversario. Te lo devo dire Brad, Hilda è una donna straordinaria. Voglio dire, con una scatola di cioccolatini e un secchio ha salvato 2 vite. Quante donne riuscirebbero in un impresa simile? Sì, è vero. Hai proprio ragione. Ma fratello Stovall, ti piacerebbe vedere come si predica nelle Isole Salomone? Certo che mi piacerebbe! Ottimo! Allora guardiamo insieme questo video.

Le Isole Salomone sono un gruppo di oltre 900 isole che si estende per un totale di quasi 29.000 kmq in una parte remota dell’Oceano Pacifico meridionale. Nella capitale, Honiara, i fratelli e le sorelle colgono tutte le opportunità per diffondere la buona notizia mediante la testimonianza pubblica. Raggiungere le molte isole abitate presenta alcune sfide. Attraversare lunghe distanze in mare aperto è solo una di queste. I fratelli vengono in contatto con molte lingue, culture e usanze diverse. Un giorno la filiale ha ricevuto una richiesta di pubblicazioni dall’isola di Ulawa. Si è quindi deciso di mandare 2 pionieri speciali per andare a trovare chi aveva scritto. Per cibo e altre necessità i fratelli avrebbero dovuto cavarsela da soli durante la loro permanenza sull’isola. Non sapevano neanche dove avrebbero alloggiato una volta arrivati là. Ero un po’ preoccupato per il viaggio in mare fino a Ulawa. Mi chiedevo che tipo di persone avrei trovato su quell’isola e dove avrei potuto dormire. Mi sono portato dietro solo alcune scatole di libri e riviste, uno schermo, 2 biciclette, 3 sacchi di riso e un materassino per dormire. Per cercare i meritevoli in queste zone isolate bisogna coprire lunghe distanze a piedi, su strada e perfino con piroghe. Gli sforzi sono tanti, ma le ricompense sono ancora di più. Una volta arrivati a Ulawa, abbiamo incontrato una famiglia che aveva cercato i Testimoni di Geova dal 2009 al 2019. Avevano solo una copia dell’opuscolo Esaminiamo le Scritture e l’avevano usata per tutti quegli anni. Sono stati felicissimi di incontrarci, e hanno voluto cominciare a studiare la Bibbia con noi. I nostri video sono veramente efficaci. Questo gruppo guarda con molta attenzione il programma mensile nella lingua pidgin locale su JW Broadcasting. Sono venute più di 20 persone in questa Sala del Regno improvvisata. Penso sempre a loro, anche se sono tornato qui nella provincia di Guadalcanal. Mi piacerebbe tornare da loro a Ulawa. Se mi chiedessero di servire a Ulawa ne sarei veramente felice. Sorelle e fratelli coraggiosi continuano a rispondere all’invito di cercare i meritevoli in questo vasto territorio in mezzo all’oceano.

Ma è bellissimo! Vi sarebbe utile un po’ di aiuto extra? Sì! Hai ragione, è un posto bellissimo. Ma la cosa più straordinaria sono le persone sincere che desiderano conoscere il messaggio del Regno. Come hai visto, c’è bisogno di tanti altri proclamatori che abbiano spirito d’avventura e determinazione. Siamo sicuri che Geova ascolterà le nostre preghiere e ci darà ciò che serve per completare l’opera. Grazie Brad e grazie Hilda per averci raccontato la vostra bella avventura! Ora spostiamoci in un altro luogo. Andremo in un posto in cui la situazione è molto diversa da quella delle Isole Salomone. Diamo il benvenuto al prossimo ospite, il fratello Vasyl’ Kobel’, che ci parlerà della Transcarpazia.

Vasyl’, grazie di essere qui con noi oggi. - È un piacere. - Accomodati. Allora, Vasyl’, dov’è la Transcarpazia? Descrivicela un po’. È una zona bellissima a sud dei Carpazi, nell’Ucraina occidentale. Lì si possono ammirare montagne, fitte foreste, pascoli alpini e colline con tante piccole fattorie. Che bello! Ma dicci, tu ora servi alla filiale dell’Ucraina. Ci racconteresti in cosa consiste il tuo incarico? Io lavoro al Reparto Servizio, nello specifico aiuto a organizzare le circoscrizioni di lingua romena e ungherese in Ucraina. Queste si trovano vicino al confine con la Romania e l’Ungheria, in Transcarpazia. E la predicazione come va? Ci sono buoni risultati? Oh, sì. Al punto che si presentano sfide singolari, uniche direi. In che senso singolari? Cosa intendi? Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, a metà degli anni ’90, in Ucraina abbiamo assistito a un aumento improvviso del numero di proclamatori. E grazie a questo, in alcune zone, ora ci sono moltissimi Testimoni di Geova, soprattutto in Transcarpazia. Nel paesino di Nyžnja Apša ad esempio, circa il 25% della popolazione è composto da Testimoni, 1 ogni 4 abitanti. Mentre nel paesino di Hlybokyj Potik la percentuale è di circa 1 Testimone ogni 3 abitanti, cioè quasi il 30%. Quindi vuoi dire che, in genere, ogni 3 o 4 case incontri uno dei nostri fratelli e sorelle. Esatto. C’è un sorvegliante viaggiante in Transcarpazia che serve in una circoscrizione composta da 19 congregazioni; e sono tutte in un solo paesino. - Non deve viaggiare molto, allora? - Infatti! Deve essere una benedizione essere circondati da così tanti fratelli e sorelle! È vero. Come dice Deuteronomio 28:2, ‘le benedizioni ci hanno davvero raggiunto’. In alcune zone ci sono così tanti Testimoni che non è semplice trovare qualcuno a cui predicare. Sarà complicato avere un territorio personale in cui predicare allora. Sì. Un sorvegliante di circoscrizione una volta ha chiesto un territorio in cui poter predicare e i fratelli avevano allegato una nota che diceva: “Deceduto”. Il sorvegliante ha chiesto cosa significasse quella nota e loro gli hanno risposto che lì c’era una sola casa e che l’unica persona che viveva in quella casa purtroppo era morta. Ma davvero?! Quindi vuoi dire che avete territori composti veramente solo da una casa? Sì esatto. E magari in quella casa ci vivono solo poche persone, o anche solo una. Questo sì che è “coprire bene un territorio”. Facciamo del nostro meglio. E i fratelli pensano forse che lì non ci sia più molto da fare nel ministero? No. Anzi, si danno molto da fare. Hanno più zelo che mai. “Più zelo che mai”, interessante. Cosa intendi? L’amore che hanno per Geova e per le persone che vivono lì spinge i fratelli e le sorelle a cercare modi nuovi per dare testimonianza. Ci faresti un esempio di quello che stai raccontando? Ok. Per esempio la congregazione di Nyžnja Apša-Livada è composta da 132 proclamatori, e nel territorio della congregazione solo 70 persone non sono Testimoni. E questo smorza l’entusiasmo dei fratelli? No. Nel marzo 2018, 25 proclamatori hanno svolto il servizio di pioniere ausiliario. E dove si predica? Beh, alcuni proclamatori di lingua romena stanno cercando di imparare meglio il russo e l’ucraino per poi andare a predicare in zone un po’ più lontane da casa. E se predicando in una certa zona trovano persone che mostrano interesse, allora chiedono ad altri proclamatori della loro congregazione di accompagnarli quando torneranno in quel territorio. Quindi alcuni vanno in avanscoperta alla ricerca di territori in cui le persone sono disposte ad ascoltare. - Letteralmente “pionieri”! - Eh sì. Vorrei farti vedere un video che parla della predicazione in Transcarpazia, so che ti piacerà! Sicuramente. Guardiamolo.

C’è un territorio davvero unico nella zona occidentale dell’Ucraina. Qui, in 6 piccoli paesi in cui si parla romeno, il numero dei Testimoni di Geova è insolitamente alto. Per esempio, nel paesino di Hlybokyj Potik ci sono 8 Sale del Regno e 17 congregazioni. Quasi un terzo degli abitanti è Testimone di Geova. Nella mia classe ci sono 21 bambini e di questi 15 sono figli di Testimoni di Geova. Ci vuole inventiva per predicare nel nostro territorio. È importante avvicinare ogni singolo individuo pensando ai suoi bisogni. Ho notato che nel nostro sito e nei vari video si trovano molte informazioni che interessano alle persone. Sono molto contenta perché ora in paese conduco 19 studi biblici. Tutti in paese ti conoscono e osservano quello che fai e come ti comporti nei loro confronti. È molto importante saper ascoltare, perché alle persone piace vedere che ci interessiamo delle loro opinioni. Tutte le mattine con mamma e papà facciamo una preghiera a Geova perché mi aiuti a parlare di lui e a superare le mie paure. Per essere più brava nel parlare con le persone, mi esercito con le mie bambole. E per incuriosire i miei compagni di scuola, preparo per loro dei biglietti con domande interessanti sulla Bibbia. La gente ci osserva mentre predichiamo. Se vedono un bel sorriso capiscono che quello che stai facendo ti rende felice e vogliono essere felici anche loro. Così sono interessati a saperne di più. Per trovare più persone a cui predicare questi fratelli e sorelle vanno in paesini vicini, in zone remote che si trovano a centinaia di chilometri di distanza e, a volte, si spostano anche nella vicina Romania. L’impegno dei fratelli e delle sorelle ha avuto ottimi risultati. Lo scorso anno a Hlybokyj Potik quasi il 60% degli abitanti ha partecipato alla Commemorazione. Ogni anno si battezzano circa 160 persone che vivono in questi sei paesini. Gli zelanti proclamatori di questo territorio si impegnano nel ministero usando tutti i metodi a disposizione e continueranno a essere raggiunti dalle benedizioni di Geova. Davvero meraviglioso. È bello che anche i giovani riescano a vedere i frutti del loro grande impegno. È vero. In genere in Transcarpazia i legami tra familiari sono molto forti. Ma i genitori sanno che il miglior modo di dimostrare riconoscenza a Geova è aiutare i propri figli a porsi mete come il servizio di pioniere o la Scuola per evangelizzatori del Regno, anche se questo potrebbe portare i figli a trasferirsi dove il bisogno di proclamatori è maggiore. Beh, i fratelli e le sorelle della Transcarpazia, sia giovani che anziani, meritano di essere lodati per lo spirito e il grande zelo che mostrano. Grazie Vasyl’ per averci incoraggiato con il tuo racconto. Grazie a te. Ora diamo il benvenuto ai nostri ultimi ospiti: il fratello Marcos e la sorella Nanci Morel, che servono alla filiale del Paraguay.

- Ciao, fratello Stovall. - Ciao! - Ciao, Marcos. - Ciao, come stai? - Bene, e tu? - Molto bene, grazie. Abbiamo una piccola sorpresa per te. Cos’è, un tè? Molto meglio, questo è il tereré. È una bevanda tipica paraguaiana che si gusta in compagnia degli amici più cari. E della famiglia. Buonissimo! Che onore! Grazie mille. Allora, vorrei iniziare parlando un po’ della lingua guaraní. Se ho capito bene, entrambi parlate guaraní sin da piccoli. Non parlavate spagnolo a casa. Sì, anche se non sapevamo né leggere né scrivere in guaraní. A scuola abbiamo imparato a leggere e scrivere in spagnolo. In Paraguay almeno il 70% della popolazione preferisce parlare guaraní. Per cui, anche se sono 2 le lingue ufficiali del paese, spagnolo e guaraní, la maggioranza delle persone parla guaraní. E circa un terzo non parla proprio spagnolo. Questo è interessante. Ma, se la maggior parte delle persone parla guaraní, perché ci sono 2 lingue ufficiali? Perché un governo in carica in passato considerava il guaraní una lingua secondaria e così stabilì che la lingua ufficiale del Paraguay sarebbe stata lo spagnolo. Per molti anni è stato proibito insegnare guaraní nelle scuole pubbliche. Pensa che potevamo persino essere puniti se ci sentivano parlare guaraní a scuola. Davvero?! E quando sono cambiate le cose? Nel 1992, quando a scuola si è cominciato a insegnare guaraní. Nello stesso anno è anche diventato lingua ufficiale insieme allo spagnolo. E tutta questa situazione ha influito sulle adunanze e sul ministero? Sì, dato che lo spagnolo è stata l’unica lingua ufficiale per molti anni, si predicava e si tenevano le adunanze solo in quella lingua. Ma in questo modo la verità non raggiungeva il cuore delle persone sincere come invece faceva il guaraní. Ci faresti un esempio per spiegarci cosa intendi? Certo. Ad esempio quando leggevamo un versetto dalla Bibbia in spagnolo a una persona nel ministero, spesso dovevamo poi tradurlo in guaraní per aiutarla a capirne il significato. E per quanto riguarda lo studio personale? Come andavano le cose? A essere sinceri molti fratelli e sorelle facevano fatica a studiare. Non riuscivano a capire bene quello che leggevano, dato che le pubblicazioni erano in spagnolo. Per molto tempo non ci sono state pubblicazioni in guaraní. E poi cos’è successo? Ce lo racconteresti, Nanci? Sì. Nel 2002 sono stata invitata a servire alla Betel per un incarico temporaneo, o almeno così credevo. Ma mi hanno imbrogliato. Ti hanno imbrogliato?! Sì. Poi arrivata alla Betel mi hanno chiesto di restare e sono stata nominata betelita. Con un piccolo team di 3 persone avremmo lavorato alla traduzione di alcuni volantini in guaraní. È stato un grande privilegio essere parte del primissimo team di traduzione in guaraní del Paraguay. Ah, che bello. Ma in quel momento era stata approvata la traduzione solo di qualche volantino. Che progressi ci sono stati da allora? Il nostro piccolo team desiderava tradurre altre pubblicazioni in guaraní; vedevamo quanto bisogno c’era. E poi il fratello Lösch sarebbe venuto da noi in qualità di rappresentante della sede mondiale. E cosa avete fatto? Il nostro sorvegliante, il fratello Gordon Hansen, missionario diplomato a Galaad, saggiamente ci ha suggerito di non assalire il fratello Lösch per spiegargli il nostro punto di vista. Piuttosto dovevamo pregare e lasciare le cose nelle mani di Geova. Mi sembra un ottimo suggerimento, e cos’è successo quindi? Abbiamo pregato, e con nostra sorpresa, una delle prime cose che ha fatto il fratello Lösch quando è arrivato è stata passare dal nostro piccolo reparto per conoscere i progressi che stavamo facendo. Qualcuno gli ha detto che sono state le vostre preghiere a portarlo lì? Sì. Allora poi come sono andate le cose? Beh, nel 2003 è stata approvata la traduzione di altre pubblicazioni in guaraní e l’anno successivo la filiale ha formato la prima congregazione di lingua guaraní. Wow. E oggi ci sono 7 circoscrizioni guaraní, composte circa 120 congregazioni e diversi gruppi. Abbiamo visto la guida di Geova a ogni passo. Quando Geova vuole che qualcosa accada, niente può impedirlo. È sicuramente così. Ma quando i fratelli hanno iniziato a usare la loro lingua del cuore, il guaraní, cosa hanno provato? Speravamo che ce lo chiedessi. Ti va di vedere un video che lo spiega bene? Ok.

Molti in Paraguay parlano la lingua guaraní sin dall’infanzia. In passato a scuola si imparava a leggere e scrivere solo in spagnolo. Ma perché le verità della Bibbia toccassero il loro cuore, le persone avevano bisogno di ascoltarle nella loro lingua, il guaraní. Per noi era molto difficile capire le pubblicazioni in spagnolo. Ci rimanevo male perché leggevo e rileggevo La Torre di Guardia ma non riuscivo a capirla. A volte, dopo vari tentativi, semplicemente ci rinunciavo. Dissi a Geova che desideravo tanto avere le pubblicazioni in guaraní. Geova ha risposto alle loro preghiere quando la sua organizzazione ha iniziato a tradurre le pubblicazioni in guaraní. Dovevo esercitarmi ogni giorno per riuscire a leggere e scrivere bene in guaraní. Molti sono cresciuti parlando guaraní, ma ora hanno dovuto imparare anche a leggere in questa lingua. Per alcuni è stato molto difficile. Ma questa non è stata l’unica sfida. Alcune persone dicevano che dovevo smettere di parlare il guaraní, perché è la lingua delle persone non istruite. Ma io voglio imitare Geova: per lui tutte le lingue sono uguali. Perciò prego sempre Geova e chiedo il suo aiuto. Tradurre le pubblicazioni in guaraní ha permesso a molti di capire le profonde verità della Bibbia per la prima volta. Ho provato una gioia immensa quando abbiamo ricevuto le pubblicazioni in guaraní. È una cosa che mi ha toccato profondamente. Mi ha aiutato a essere più gentile con mia moglie, la mia famiglia e tutti i fratelli. Poter leggere i pensieri di Geova nella nostra lingua del cuore è un dono prezioso. Ci permette di avvicinarci di più a lui, in modi che non avremmo neanche immaginato. Molto emozionante! Però vorrei chiedervi, a livello personale, nella vostra vita, avete visto dei benefìci da quando si è cominciato a tradurre in guaraní? Sì. Quando io e mia madre abbiamo accettato la verità, mio padre non ne è stato molto felice. Ma quando è venuto da noi un sorvegliante di circoscrizione che parlava guaraní, ha fatto qualcosa che ci ha sorpreso molto. Ah sì?! E cos’ha fatto? Mia madre ha invitato il sorvegliante a mangiare qualcosa a casa nostra e quando mio padre l’ha sentito parlare guaraní si è seduto anche lui a tavola. Non l’aveva mai fatto quando venivano sorveglianti che parlavano spagnolo. E non si è solo seduto a tavola, gli ha anche offerto il tereré. Davvero? Come si fa con un caro amico! Sì, e quando abbiamo ricevuto altre pubblicazioni in guaraní ho visto la verità toccare il cuore di mio padre. Vent’anni dopo che io e mia madre ci eravamo battezzate, è stato meraviglioso vedere mio padre dedicare la propria vita a Geova. Davvero un lieto fine. Marcos, Nanci, grazie di averci parlato di voi, è stato bello ascoltarvi.

È stato proprio incoraggiante capire come Geova si preoccupa per ognuno di noi a prescindere dalla lingua che parliamo. E ha rafforzato di certo la nostra fede vedere che in tutto il mondo fratelli e sorelle riescono a non perdere l’entusiasmo nonostante le difficoltà. Indipendentemente da quali difficoltà stiate affrontando voi, siamo certi che Geova continuerà a benedirvi. Ci rivediamo alla prossima puntata di The Inside Story.

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