Conclusione

Conclusione


La storia del secondo fronte occupa un posto particolare tra gli eventi della Seconda guerra mondiale. Riflette la lotta tra due diverse politiche all'interno della coalizione anti-hitleriana: quella sovietica, che mirava coerentemente a sconfiggere, attraverso sforzi congiunti, il blocco fascista-militarista nel più breve tempo possibile, e la politica degli alleati occidentali, che cercavano di assoggettare il corso della guerra e la soluzione dei problemi postbellici ai loro interessi imperialistici.

Il paragone tra queste due politiche viene naturale. Gli obiettivi politici dell'URSS, la principale forza della coalizione di Stati e popoli che combattevano contro gli aggressori fascisti, e l'entità del suo contributo reale alla sconfitta degli aggressori differivano in molti modi dagli obiettivi politici e dall'entità del contributo degli altri membri della coalizione anti-Hitler. Tuttavia, e questo è di estrema importanza, i tentativi della leadership nazista di dividere le forze antifasciste e di vanificare le loro azioni concordate si conclusero con un fallimento.

L'alleato naturale della coalizione anti-Hitler fu il movimento di resistenza contro le forze di occupazione germaniche, italiane e giapponesi. Basti pensare che nell'estate del 1944 2,2 milioni di persone partecipavano alla guerra di liberazione popolare in Jugoslavia e al movimento di resistenza in Polonia, Cecoslovacchia, Grecia, Francia e Italia.

La storia della coalizione anti-Hitler ha dimostrato che la cooperazione tra Stati con sistemi sociali diversi offre grandi possibilità di raggiungere obiettivi comuni. Anche in questo momento l'uomo ha obiettivi comuni, il principale dei quali è prevenire una guerra nucleare mondiale. Questo obiettivo può essere raggiunto solo attraverso gli sforzi congiunti di tutti gli Stati e i popoli.

“Come grande potenza socialista, l'Unione Sovietica è pienamente consapevole della sua responsabilità nei confronti dei popoli per preservare e rafforzare la pace”, ha dichiarato Konstantin Černenko, Segretario Generale del Comitato Centrale del PCUS, Presidente del Presidium del Soviet Supremo dell'URSS. “Siamo aperti alla cooperazione pacifica e reciprocamente vantaggiosa con gli Stati di tutti i continenti. Siamo per la soluzione pacifica di tutti i problemi internazionali controversi attraverso colloqui seri, paritari e costruttivi. L'URSS collaborerà pienamente con tutti gli Stati disposti ad agire concretamente per contribuire a diminuire le tensioni internazionali e a creare un'atmosfera di fiducia nel mondo”.

L'Unione Sovietica è ferma e coerente nel perseguire questa politica.


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