Comprendete il Principio dell'Unità

Comprendete il Principio dell'Unità


Pensiero del Giorno


L'essere umano dovrebbe conoscere la sua natura vera


I nostri antichi saggi intrapresero un’indagine approfondita allo scopo di comprendere la Divinità. Alla fine, essi dichiararono: “Noi abbiamo avuto la visione dell’Essere Supremo che risplende come un miliardo di soli ed è al di là di Tamas, l’oscurità dell’ignoranza.” Essi esortarono l’umanità a sforzarsi di ottenere la visione della Divinità. Da allora, l’uomo cominciò a credere in Dio, ma, col passare del tempo, la sua fede andò diminuendo. Le persone sono soggette al dolore a causa della mancanza di fede in Dio. Dio è Uno, ma ha molti nomi. Molte religioni sono nate e tutte conducono alla stessa Divinità.


Seguite il principio di unità per diventare Uno con Dio

Gesù era un’anima nobile. Egli dichiarò di essere figlio di Dio; non disse mai di essere Dio. Quando nacque, tre re saggi provenienti dall’Oriente furono guidati da una stella a Betlemme in una stalla dove il bambino Gesù giaceva in una mangiatoia. Egli irradiava splendore divino. Il primo dei re disse: “Questo bambino amerà Dio”. Il secondo affermò: “Egli sarà amato da Dio”, e il terzo continuò: “Egli amerà tutti; non è diverso da Dio.

Chi ama Dio è il messaggero di Dio; chi è amato da Dio è il figlio di Dio; chi comprende il principio di unità diventa Uno con Dio. Questo è il profondo significato delle affermazioni riferite dalla Bibbia.

Gesù instillò la fede nelle persone comuni

Un giorno, il giovane Gesù salì su una collina solitaria. Sua madre era molto preoccupata, anzi affranta a causa dell’assenza del figlio. Gesù sedette e meditò su Dio per tutto il tempo; quando tornò, incontrò un gruppo di uomini preoccupati sulla costa del mare di Galilea, chiese loro quale fosse la causa della loro preoccupazione e quelli risposero di essere dei pescatori che da qualche tempo non riuscivano a catturare alcun pesce. Allora Gesù disse: “Seguitemi: esistono acque in cui non ci siano pesci?” Egli andò con loro sulla barca in mezzo al mare e volle che gettassero le reti in un punto particolare. Attoniti e pieni di gioia, i pescatori ritirarono le reti piene di pesci. Questo fatto generò molta fede nelle loro menti. Gesù poté instillare una fede così grande in quelle persone.

Uno di quei pescatori, che Gesù chiamò Pietro, maturò una fede e un amore grandissimi per Lui; da allora, quegli uomini portarono sempre Gesù con sé durante la pesca. La sera, al ritorno, Egli li ammaestrava sugli argomenti spirituali. Quando il padre di Pietro venne a mancare, la moglie si addolorò molto, ma Gesù la consolò dicendo: “La morte è soltanto un vestito della vita; perché piangi? Morire è come cambiarsi l’abito; quindi smetti di lamentarti. Questi corpi fisici vanno e vengono; non sprecare i pensieri per queste cose effimere. L’Abitante che vive in questo corpo è la vera Divinità.” Gesù predicò in questo modo e instillò la fede nelle persone all’intorno. La fede è indispensabile per l’umanità. Così, la comunità dei pescatori passava il tempo felicemente in compagnia di Gesù.

In quel periodo, un certo Matteo, esattore per i Romani, soleva far loro visita per la riscossione delle tasse e, con l’occasione, ascoltava Gesù e prendeva nota dei Suoi insegnamenti; alla fine, divenne un discepolo.

Dopo un certo tempo, Gesù cominciò a trovare ostacoli e opposizioni alla Sua predicazione. Nessuno che prenda un corpo fisico può evitare tali vicissitudini; l’essere umano non può esistere senza difficoltà. La morte segue la nascita; con la stessa certezza la sofferenza segue alla felicità. Si dovrebbe rimanere equanimi nella felicità come nel dolore, nel guadagno e nella perdita, nella vittoria e nella sconfitta. Il piacere è un intervallo tra due dolori. La vita umana ha lo scopo di cercare la Realtà Suprema, non soltanto quello di mangiare, bere e procreare. Ogni essere umano deve impegnarsi a fondo a conoscere la sua natura interiore e comprendere la sua vera identità. Gesù predicava queste sacre verità, per cui divenne molto popolare tra i contemporanei. Diventare popolari nel mondo suscita automaticamente negli altri gelosia e invidia. La gelosia, la vanagloria e l’egoismo sono tratti malvagi che portano infine alla rovina. Nessuno perdonerà le persone che hanno queste caratteristiche.


Estratto del Discorso di Natale di Bhagavan, tenuto il 25 dicembre 2002.
Da “Sanatana Sarathi”, dicembre 2019




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