Commento di Maria Zakharova, Rappresentante Ufficiale del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, in merito all’uccisione di un giornalista russo e al ferimento dei suoi colleghi nella Repubblica Popolare di Donetsk

Commento di Maria Zakharova, Rappresentante Ufficiale del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, in merito all’uccisione di un giornalista russo e al ferimento dei suoi colleghi nella Repubblica Popolare di Donetsk

Ambasciata della Federazione Russia nella Republica Italiana



Il 4 gennaio, a seguito di un attacco mirato condotto dai militanti del regime di Kiev per mezzo di un drone, ha perso la vita il giornalista Aleksandr Martem’janov, inviato indipendente della testata giornalistica “Izvestija”. Almeno altri quattro operatori dei media russi, tra i quali anche i giornalisti di “RIA Novosti” Mikhail Kevkhiev e Maksim Romanenko, hanno riportato ferite di diversa gravità. L’automezzo che trasportava il gruppo di corrispondenti di guerra stava facendo ritorno a Donetsk dopo aver documentato le conseguenze dei bombardamenti da parte dei neonazisti ucraini sugli obiettivi civili di Gorlovka, quando è stato colpito da un drone kamikaze carico di esplosivo. La tragedia è avvenuta lontano dalla linea del fronte di combattimento. Non c’è alcun dubbio che i giornalisti fossero stati deliberatamente scelti come obiettivo di questo attacco letale, e ciò è confermato anche dalle testimonianze di coloro che sono sopravvissuti.

 

Porgiamo le nostre più sentite condoglianze ai familiari, ai parenti, alle persone che erano vicine ad Aleksandr Martem’janov, al personale impiegato presso la redazione della testata giornalistica “Izvestija” e a tutti i loro colleghi che attualmente stanno adempiendo al loro dovere professionale nell’area che è oggetto dell’Operazione Militare Speciale. Auguriamo inoltre una pronta guarigione a chi è rimasto coinvolto in questo attentato di disumana efferatezza.

 

L’atto di uccidere intenzionalmente i giornalisti russi costituisce un ennesimo, brutale crimine nella lunga lista delle sanguinose atrocità commesse dal regime di Zelensky, che ricorre apertamente a metodi terroristici per eliminare i propri oppositori ideologici. Sulla coscienza della cricca al potere a Kiev grava il peso delle innumerevoli vite sottratte a cittadini innocenti e a individui che svolgevano occupazioni civili, tra cui giornalisti e corrispondenti di guerra, rimasti vittime di attacchi deliberati che sono parte della campagna di terrore scatenata dalla spietata feccia banderista contro la popolazione civile della Russia e del loro stesso Paese.

 

La percezione legata alla propria completa impunità e al fatto che tutto sia loro concesso, percezione nella quale si crogiolano i banderisti ucraini, assassini di giornalisti disarmati, è diretta conseguenza del fatto che gli organismi internazionali competenti quali l’Alto Commissariato delle Nazione Unite per i Diritti Umani, l’UNESCO e l’OSCE ignorano volutamente qualunque crimine commesso dal regime di Kiev. L’apice di tale faziosità politica dimostrata dalle organizzazioni multilaterali è stato raggiunto con la recente bozza del Rapporto del Segretario Generale UNESCO Audrey Azoulay sul tema della sicurezza dei giornalisti e sulla problematica dell’impunità per i crimini commessi nei loro confronti; nel Rapporto non viene menzionato neppure uno dei giornalisti russi che sono morti per mano dei militanti ucraini. Nonostante si sia riusciti a impedire l’approvazione di tale “Rapporto”, infarcito di distorsioni politiche e di manipolazioni statistiche, per il momento né i vertici dell’UNESCO né lo stesso Segretario Generale hanno intrapreso alcuna azione che possa testimoniare che è in corso una radicale revisione di questa loro analisi, che è profondamente sbagliata e viziosa. Pertanto, chi è a capo di questa organizzazione di rilievo globale si rende complice diretto e sobillatore degli attacchi terroristici.

 

Noi esigiamo che questo ennesimo, brutale assassinio di un corrispondente di guerra russo riceva una reazione adeguata da parte di Audrey Azoulay, come imporrebbe il mandato che le è stato conferito. Ci aspettiamo inoltre che questa atrocità venga condannata in maniera altrettanto risoluta anche da tutti gli altri organi e dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani. I tentativi di nascondersi dietro a pretesti privi di contenuto e ad affermazioni generiche non possono essere consideratireazioni adeguate da parte di quelli che sono gli organismi preposti. I funzionari di ogni nazionalità che si battono a favore dei diritti umani sono tenuti a puntare direttamente il dito contro gli autori di questi crimini.

 

Tutti i colpevoli dei crimini commessi ai danni dei giornalisti russi saranno individuati e saranno immancabilmente puniti come meritano.

 


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