Come rinnovare l’entusiasmo per il ministero

Come rinnovare l’entusiasmo per il ministero

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Mark Sanderson

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Per preparare la strada alle esperienze che ascolteremo oggi, vorrei parlarvi per alcuni minuti di questo argomento: “Come rinnovare l’entusiasmo per il ministero”. Cari fratelli e sorelle, tutti voi state partecipando regolarmente all’opera di predicazione, e con grandi risultati. Pensate: ogni anno vengono dedicate quasi 2 miliardi di ore al ministero, si conducono milioni di studi biblici e si battezzano centinaia di migliaia di persone. Se sei un proclamatore, risultati come questi sono possibili anche grazie al tuo contributo. Però tutti corriamo un potenziale rischio. Con così tante cose che riempiono la nostra vita — il ministero ovviamente, ma anche il lavoro o le responsabilità familiari, o forse qualche problema di salute — rischiamo di diventare vittime dell’abitudine. Non è sempre facile accorgersene; in questa era tecnologica ci sembra di essere sempre impegnati. Ma quali cose assorbono maggiormente il nostro tempo? Guardate questo breve video, e cercate di capire in che modo un giovane fratello è diventato vittima dell’abitudine. Vediamo.

Direste che questo fratello ha una vita noiosa, che è vittima dell’abitudine? Beh, ha sempre qualcosa da fare, non ha mai un momento libero. Ma è come se la sua mente fosse assorbita dalle cose tecnologiche. Vi è mai successo di mettervi a leggere un’e-mail mentre qualcuno cercava di dirvi qualcosa? È imbarazzante accorgersi che una persona ci ha fatto una domanda e si aspetta una risposta, ma noi non abbiamo idea di cosa ci abbia chiesto. È imbarazzante, vero? Ma che dire se la persona che sta cercando di parlarci è Geova? Anche se non stiamo facendo nulla di sbagliato, le abitudini quotidiane potrebbero assorbirci così tanto che non riusciamo più ad ascoltare le incoraggianti parole di Geova. Una cosa simile potrebbe succedere a tutti noi. Potremmo iniziare a svolgere persino le attività spirituali in modo meccanico. A questo riguardo una sorella ha detto: “Uscivo in servizio, andavo alle adunanze, studiavo, pregavo: ma facevo tutto in modo automatico, senza provare nulla”. Vi siete mai sentiti così? Forse vedete la felicità dei servitori di Geova che raccontano le loro esperienze nel programma di JW Broadcasting e pensate: “Perché io non riesco a provare la stessa gioia e svolgo il mio ministero in modo quasi automatico?” O forse vi sentite come un trenino giocattolo che fa sempre lo stesso percorso: il solito territorio, il solito compagno di servizio, la solita presentazione a ogni porta. Non c’è nulla di male nell’avere un buon programma e seguirlo. Ma fare le cose in automatico, per abitudine, può logorarci e privarci della gioia che proviamo nel ministero; e potremmo cominciare a considerarlo addirittura una cosa noiosa. È ovvio che quando otteniamo buoni risultati ci sentiamo più motivati. Incontriamo una persona di casa in casa che mostra interesse, ci ricarica. O quando una persona inattiva si avvicina all’espositore perché vuole essere contattata dalla congregazione, proviamo una gioia ancora maggiore! O iniziamo uno studio biblico, facciamo i salti di gioia! Risultati come questi costituiscono ottimi motivi per essere felici. Il problema, però, è che non dipende sempre tutto da noi. La realtà è che potremmo passare una mattinata intera di casa in casa e non trovare nessuno interessato. Potremmo fare visite ulteriori per mesi e non iniziare neanche uno studio biblico. E così il nostro ministero potrebbe diventare più che altro un’abitudine. Chiariamo un attimo il punto. Non stiamo facendo qualcosa di sbagliato, ma ci stiamo perdendo la gioia che deriva dal fare ciò che è giusto. Satana sarebbe contentissimo di vedere che servire Geova è diventata per noi solo un’abitudine. Gli piacerebbe vederci perdere la gioia! Ma se perdiamo la gioia, perdiamo la speranza, ci sentiremo stanchi e potremmo pensare perfino di mollare tutto. La cosa importante è questa: cari fratelli e sorelle, se vi sembra che il vostro ministero sia diventato semplicemente un’abitudine non scoraggiatevi e non arrendetevi. C’è qualcosa che possiamo fare per rinnovare il nostro entusiasmo per il ministero e servire Geova con più gioia.

Vorrei farvi un esempio: forse è capitato anche a voi di rimanere chiusi a chiave fuori dalla porta. È un’esperienza frustrante! Ovviamente se avete la chiave con voi, aprire la porta è facile. Una porta chiusa può sembrare un ostacolo, ma non se avete la chiave. Lo stesso si può dire del rinnovare l’entusiasmo per il ministero. Se siete vittima dell’abitudine e avete perso la gioia che si prova nel servizio, ci sono molte chiavi che possono aiutarvi ad aprire la porta. Vediamone una. Aprite la Bibbia in 1 Corinti 16 versetti 8 e 9. In questi versetti, l’apostolo Paolo si trova di fronte a un’opportunità e, come con una chiave, apre quella porta. 1 Corinti 16:8, 9 dice:

(1 Corinti 16:8, 9) Tuttavia rimarrò a Efeso fino alla Pentecoste, 9 perché mi è stata aperta una grande porta che dà accesso a un’intensa attività, ma ci sono tanti oppositori.

La chiave che usa Paolo non richiedeva di spostarsi in un’altra zona. In questo caso la chiave consisteva nel rimanere dov’era e sfruttare al meglio l’opportunità che si presentava davanti a lui. A volte la chiave per riuscire a rompere la routine nel ministero è proprio sfruttare le opportunità che ci si presentano dove viviamo. Potreste pensare ad esempio al servizio di pioniere ausiliario o regolare. O forse potreste imparare una lingua straniera con l’obiettivo di aiutare una congregazione o un gruppo vicini. E quando aprite una porta, spesso si aprono altre opportunità di servizio davanti a voi. Ad esempio, un fratello che si chiama Jacob scrisse: "Quando avevo sette anni nella mia classe c'erano tanti bambini vietnamiti. Volevo parlare loro di Geova, così decisi che in futuro avrei studiato quella lingua. Imparai soprattutto confrontando l'edizione inglese della Torre di Guardia con quella vietnamita. Feci anche amicizia con alcuni della congregazione di lingua vietnamita della mia zona. A 18 anni cominciai il servizio di pioniere. Poi frequentai la Scuola biblica per fratelli non sposati. L'istruzione ricevuta mi è molto utile, dato che servo come pioniere e sono l'unico anziano in un gruppo di lingua vietnamita. Molti vietnamiti si meravigliano del fatto che io abbia imparato la loro lingua. Mi invitano a entrare e spesso inizio a studiare la Bibbia con loro. Alcuni si sono battezzati." Il punto è: il nostro servizio sarà positivo se noi saremo positivi. Se ci abbandoniamo alla semplice routine, col tempo ci annoieremo. Se invece usiamo le chiavi a nostra disposizione e cogliamo le opportunità, rinnoveremo il nostro entusiasmo per il ministero, che riacquisterà significato. Questo non implica necessariamente il predicare per più tempo. Ma potrebbe significare piuttosto ‘usare al meglio il nostro tempo’, come dice Efesini 5:16. Un po’ come dire: “Non stancarti di più, lavora in modo più intelligente”. Per riuscirci, forse potrebbe bastare cambiare un po’ le cose. Ad esempio, invece che uscire nel ministero sempre con lo stesso compagno, potremmo predicare con fratelli diversi. O potremmo provare una nuova presentazione, magari usando di più la Bibbia o i nostri video. O magari potremmo provare nuovi metodi di predicazione, come la testimonianza telefonica o con l’espositore. O potremmo usare meglio il tempo andando nel ministero quando è più probabile che le persone siano a casa. Ecco un’altra chiave che potrebbe rinnovare il nostro entusiasmo nel ministero. Aprite la Bibbia in Atti 16 versetti 9 e 10. In questo episodio Paolo si trova davanti a una porta che gli avrebbe dato grande gioia. Atti 16:9, 10 dice:

(Atti 16:9, 10) E durante la notte Paolo ebbe una visione. Gli stava davanti un uomo macedone che lo supplicava dicendo: “Vieni in Macedonia e aiutaci”. 10 Subito dopo quella visione cercammo di andare in Macedonia, avendo tratto la conclusione che Dio ci aveva chiamato a dichiarare loro la buona notizia.

Avete notato? Paolo non si mise a pensare a tutte le ragioni per cui non andare in Macedonia. Anzi, agì appena ne ebbe l’opportunità. Paolo aprì la porta, e questo rinnovò il suo entusiasmo. A volte pensiamo che solo i più giovani possano riuscire a fare i pionieri o servire dove il bisogno è maggiore. Ma non è sempre così. Anche voi che siete genitori potreste aprire molte porte; e cogliendo queste opportunità dareste ai vostri figli un esempio da imitare. È quello di cui si è resa conto una madre di nome Tara. Lei racconta: "Ho iniziato a fare la pioniera quando mia figlia più piccola frequentava le elementari. Incoraggiavo le mie figlie a prefiggersi delle mete, e quindi desideravo che mi vedessero impegnarmi al massimo nel servire Geova". Suo marito Anthony vide l’effetto che aveva sulla famiglia il servizio che lei svolgeva, e con il tempo iniziò anche lui a fare il pioniere. Anthony racconta: "Quando Tara diventò pioniera, questo ebbe subito un effetto sulla prima e la seconda figlia: iniziarono anche loro a fare le pioniere. Quando iniziai io, anche la terza e la quarta figlia cominciarono. Vorrei aver iniziato prima il servizio a tempo pieno, perché ha avuto un profondo effetto sulla spiritualità della nostra famiglia". Questa esperienza mi ricorda il buon esempio che mi diedero i miei genitori. Mia madre si battezzò nel 1940 in Canada all’età di 16 anni. Poco prima, in quel paese, l’opera dei Testimoni di Geova era stata vietata. Sua madre le faceva opposizione, mentre suo padre era morto. I fratelli avevano risorse economiche limitate, ma erano concentrati sulle cose spirituali. Incoraggiarono mia madre a fare lo stesso, e così iniziò a servire come pioniera nel 1942 mentre l’opera era ancora vietata. Poi, nel 1947, fu invitata a servire come pioniera speciale nella provincia del Québec. A quel tempo i pionieri speciali dovevano dedicare al ministero 200 ore ogni mese. Nonostante non avesse denaro e la famiglia non la sostenesse, accettò l’incarico. Questa è una fotografia di mia madre e la sua compagna di servizio mentre salgono sul treno per il Québec. Ogni volta che guardo questa foto mi ricordo del suo grande coraggio. Non ebbe paura di accettare un incarico difficile, perché si affidava completamente a Geova. Il suo spirito intrepido mi incoraggia tuttora. Mio padre ha lo stesso spirito. Nell’estate del ’76, quando avevo 11 anni, al congresso fu annunciato che chi lo desiderava ora poteva servire in un modo nuovo: come pioniere ausiliario. Il requisito per poter servire come pioniere ausiliario era dedicare al ministero 60 ore in un mese. Il mese di ottobre del 1976 aveva 5 fine settimana. Mio padre incoraggiò tutta la congregazione a provare il servizio di pioniere in quel mese. E così molti fratelli e sorelle decisero che per un mese avrebbero servito come pionieri. Anche io lo feci e fu un’esperienza indimenticabile. Genitori, l’esempio che date ai vostri figli li spingerà a fare proprio il ministero, e li aiuterà ad amarlo. Fratelli e sorelle, se vi sembra di fare le cose solo per abitudine, non datevi per vinti. Abbiamo esaminato vari modi in cui è possibile rinnovare l’entusiasmo per il ministero, e con l’aiuto di Geova possiamo riuscirci.

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