Come essere resilienti (Luca 10:39)

Come essere resilienti (Luca 10:39)

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Gajus Glockentin

Maria si mise ad ascoltare quello che Gesù diceva. Senz’altro da ammirare! Stabilì le giuste priorità e per questo è un ottimo esempio da seguire. Sua sorella Marta, invece, ricevette l’amorevole correzione di Gesù, come dice il commento di oggi. Adesso proviamo per un momento a metterci nei panni di Marta. Marta si dava da fare per sostenere Gesù, per dargli un posto dove stare mentre predicava nel difficile territorio della Giudea. In questa occasione probabilmente Maria e Marta stavano lavorando insieme per preparare qualcosa per Gesù. Ma quando arrivò Gesù Maria smise di aiutare, come si capisce dal versetto. Come si sarà sentita Marta? All’improvviso si ritrova a dover fare tutto da sola. Forse riusciamo a immaginarcela mentre si innervosisce sempre di più. Lei è tutta indaffarata e intanto sua sorella se ne sta lì ad ascoltare Gesù. Così chiede a Gesù di riprendere Maria, di dirle di darsi da fare, di aiutarla. Ma sorprendentemente è proprio Marta quella che riceve un consiglio da Gesù. Come ci sentiremmo in una situazione simile? Stiamo facendo qualcosa con tutte le buone intenzioni e invece di una lode riceviamo un consiglio. Magari iniziamo a sentire un nodo alla gola, ci viene da piangere, sentiamo un peso sullo stomaco. Ve la immaginate Marta che ci pensa un momento e risponde a Gesù: “Non è mica giusto. Sto facendo di tutto per darti una mano e mi dai pure consigli. Sai cosa? Adesso mi siedo anche io ad ascoltare. Voglio proprio vedere chi ti prepara da mangiare”. Naturalmente non sappiamo cosa disse o pensò Marta, ma quello che sappiamo, come dice il commento di oggi, è che fece tesoro dell’amorevole correzione di Gesù. Cosa può aiutarci a superare i momenti dolorosi e imparare anche qualcosa? Il termine che viene spesso usato in questo caso è “resilienza”. Una persona che è resiliente è in grado di riprendersi facilmente e velocemente da un’esperienza spiacevole o dolorosa. È un po’ come la capacità che ha questa molla che vedete di sopportare la pressione e poi di ritornare alla sua forma originale. Parliamo brevemente di 3 cose che possono aiutarci a essere resilienti e a non arrenderci facilmente. La prima cosa che ci può aiutare è accettare la realtà, esaminare con onestà i fatti. Prendiamo insieme la Bibbia in Proverbi capitolo 28. La domanda che ci vogliamo fare quando affrontiamo un momento difficile è: “Capisco e accetto veramente la realtà della mia situazione?” Proverbi 28:26 comincia dicendo: “Chi confida nel proprio cuore è stupido”. Potremmo avere la tendenza a mettere i paraocchi in senso emotivo, a vedere solo quello che vogliamo vedere. Molte persone, come meccanismo di difesa, cadono nella trappola di negare la realtà. Ma la seconda parte di questo versetto continua dicendo: “Ma chi cammina nella sapienza scamperà”. Noi vogliamo vedere le cose per quello che sono, vogliamo accettare la realtà. Certo, accettare la realtà non è per niente facile. Può essere una cosa spiacevole e spesso emotivamente dolorosa. L’apostolo Pietro fece proprio questo quando Gesù lo guardò dopo che lui l’aveva rinnegato 3 volte. Pietro accettò la realtà, andò fuori e scoppiò a piangere. Pianse amaramente. Di certo in quell’occasione non si mise ad accampare scuse. Questo e altri episodi in cui Pietro ricevette dei consigli lo aiutarono a imparare qualcosa e ad assolvere i suoi incarichi sempre meglio. Il secondo aspetto è trarre il meglio da ogni situazione. Magari conosciamo persone che, quando affrontano un problema, in preda allo sconforto dicono: “Ma perché questa cosa è successa proprio a me?” Queste persone si sentono delle vittime e non riescono a imparare nulla dalle situazioni difficili che affrontano. Invece noi, che conosciamo la Bibbia, sappiamo perché a volte non possiamo evitare difficoltà e situazioni problematiche. Avere il quadro generale ci può aiutare. Se siamo resilienti non ci limiteremo a sopportare una situazione spiacevole o una circostanza nuova, ma riusciremo a vedere quello che sembra un ostacolo come un’opportunità per imparare qualcosa. Lo sappiamo bene, nessuno di noi è perfetto. Tutti sbagliamo, tutti facciamo degli errori prima o poi. Ma quello che possiamo fare è scegliere come reagire, cercare davvero di trarre il meglio da quella situazione, guardare avanti invece che guardare indietro e porci degli obiettivi che non abbiamo ancora raggiunto. Forse ricorderete come si dimostrò resiliente il fratello Harold King. Quando si trovò in isolamento, come sfruttò questa situazione difficile per imparare qualcosa, per trarne beneficio? Lui disse: “Predisposi un programma di attività di predicazione. Ma a chi predica colui che è in isolamento? Decisi di preparare alcuni appropriati sermoni biblici in base alle cose che ricordavo e di predicare a personaggi immaginari”. Ecco che cosa fece. In questo tipo di situazioni, possiamo dire che trarre il meglio è come costruire un ponte tra le difficoltà che affrontiamo oggi e un futuro migliore. Grazie a questo ponte riusciamo a gestire meglio una situazione complicata e smettiamo di sentirci schiacciati da quel problema. Ora parliamo del terzo aspetto, avere un’opinione equilibrata di noi stessi. All’inizio abbiamo detto che dobbiamo accettare la realtà, il che può significare sentirsi tristi o delusi. Ma se siamo persone resilienti, non ci sentiremo dei falliti quando facciamo degli sbagli o quando qualcosa va storto. Prendiamo insieme la Bibbia in Romani al capitolo 7 e vediamo come l’esempio dell’apostolo Paolo può aiutarci a capire questo aspetto. A Paolo capitò di sentirsi scoraggiato a causa delle sue debolezze. Qui al capitolo 7 descrisse come la sua coscienza lo accusava. Soffriva perché si sentiva schiavo del peccato. Infatti qui al versetto 24 percepiamo chiaramente il suo stato d’animo. Paolo disse: “Povero me!” Ma poi, a quanto pare, Paolo capì che la sua imperfezione non definiva chi fosse veramente. Infatti, 9 anni dopo, nella seconda lettera che scrisse al suo amico Timoteo poco prima di morire, fece capire chiaramente cosa pensava al riguardo. Prendiamo insieme 2 Timoteo capitolo 4, leggeremo il versetto 7: “Ho combattuto l’eccellente combattimento, ho corso la corsa sino alla fine, ho osservato la fede”. I suoi problemi non sparirono miracolosamente. Doveva ancora combattere contro la sua imperfezione, ma non permise a quei problemi di impedirgli di servire Geova in modo straordinario. Quindi vogliamo evitare di abbatterci, essendo troppo duri con noi stessi pensando: “Sono un fallimento”, oppure: “Sono inutile”. Riflettiamo sugli aspetti positivi della nostra vita, riflettiamo sui nostri punti di forza. Fare questo ci aiuterà ad avere un’opinione equilibrata di noi stessi. Quindi in conclusione, l’esempio di Marta ci ricorda quanto è importante imparare a essere resilienti nella nostra vita. E per fare questo dobbiamo accettare la realtà, trarre il meglio dalle situazioni e avere un punto di vista equilibrato di noi stessi.

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