Classe operaia

Classe operaia


Secondo la Legge fondamentale dell’URSS, la classe operaia è la forza trainante della società sovietica (Preambolo della Costituzione dell’URSS).

Il ruolo guida della classe operaia nella società sovietica è oggettivamente determinato dal posto che essa occupa nella produzione sociale socialista. La C.O. è stata e rimane la principale forza produttiva della società. La maggior parte dei suoi membri è impiegata nell’industria, il settore più importante dell’economia nazionale. Il lavoro dei lavoratori è intimamente legato alla proprietà statale, che è la parte predominante di tutta la proprietà socialista.

Ciò che rende lo status sociale ed economico della C.O. unico nella società socialista è il fatto che, grazie all’esistenza del sistema socialista e dell’intera struttura delle relazioni sociali, essa non solo crea i principali valori materiali, ma esercita anche un’influenza decisiva sulla direzione dello sviluppo delle forze produttive e di tutte le sfere della vita sociale. Nella società capitalista, invece, la C.O. ha una sola funzione: produrre valori materiali; la gestione della produzione e il processo decisionale sono concentrati nelle mani dei capitalisti che possiedono i mezzi di produzione.

Una caratteristica della società sovietica è il ruolo crescente della C.O. e il suo numero sempre maggiore. La politica di industrializzazione del Partito ha contribuito a un forte aumento dei lavoratori rispetto alla popolazione totale dell’URSS. Mentre nel 1928 gli operai rappresentavano solo il 12,4% della popolazione, nel 1985 la loro quota ha raggiunto il 61,6%. Oggi nel Paese ci sono oltre 81 milioni di operai, pari ai due terzi della popolazione occupata. Essendo diventati la classe più numerosa, gli operai rappresentano oggi la maggioranza dei lavoratori dell’URSS.

L’accresciuto ruolo di guida della C.O. è stato possibile grazie alla sua maggiore maturità ideologica e politica, al livello di istruzione e alle qualifiche professionali più elevate. Mentre nel 1939 c’erano 87 lavoratori con istruzione secondaria (completa e incompleta) o superiore ogni 1.000 lavoratori, nel 1970 la cifra è salita a 590 e nel 1982 a 800. Oggi tre quarti dei lavoratori del Paese hanno un’istruzione secondaria (completa e incompleta) o superiore. Il carattere del lavoro operaio moderno sta cambiando: sta diventando sempre più intellettuale, con un numero di lavoratori altamente qualificati (operatori di macchine, addetti al montaggio, aggiustatori, ecc.) in costante aumento.

Il lavoratore sovietico è caratterizzato da un alto senso del collettivismo e di spirito di squadra. Il sistema socialista esclude la possibilità di mettere le diverse categorie di lavoratori l’una contro l’altra, una tecnica spesso utilizzata dai capitalisti per raggiungere i loro scopi. Il sentimento di solidarietà tra compagni è inestricabilmente legato all’alto grado di organizzazione e disciplina dei lavoratori. Queste qualità hanno acquisito un significato particolare durante la rivoluzione della scienza e della tecnologia. Gli operai non solo sviluppano legami più stretti con chi lavora accanto a loro, ma apprezzano anche il lavoro dei compagni di altre industrie così come quello di progettisti, ingegneri e scienziati. Allo stesso tempo, l’influenza di ogni singolo lavoratore sul processo produttivo è cresciuta a dismisura, insieme alla sua responsabilità per la causa comune.

La C.O. svolge un ruolo importante non solo nell’industria ma anche nell’agricoltura. I lavoratori delle aziende agricole statali rappresentano un segmento importante della C.O. La loro quota sul totale delle persone impegnate in agricoltura nell’URSS è superiore al 30%. Si può aggiungere che il ruolo della C.O. nella produzione agricola sta crescendo, poiché il lavoro agricolo si evolve in un tipo di lavoro industriale.

I migliori lavoratori sovietici possiedono conoscenze specialistiche, ampie vedute, un atteggiamento creativo verso il lavoro e un elevato livello culturale. I lavoratori sovietici sanno di essere i veri padroni dell’economia e si sentono responsabili di tutto ciò che avviene nella società sovietica. Questi lavoratori sono attivi nella vita pubblica e gli ideali del Partito e del comunismo rappresentano la pietra miliare della loro visione del mondo.

Il numero di lavoratori iscritti al Partito Comunista è in costante crescita (al 1° gennaio 1982, i lavoratori iscritti al PCUS erano circa 7,8 milioni, pari al 43,7% del totale degli iscritti; nel 1981-1985, i lavoratori rappresentavano il 59% di tutti i nuovi iscritti). I rappresentanti della C.O. svolgono un ruolo importante anche negli organi dell’autorità statale (i lavoratori rappresentano oltre il 35% dei deputati al Soviet Supremo dell’URSS e oltre il 45% dei deputati ai Soviet locali) e nelle organizzazioni di massa. La C.O. promuove gli uomini migliori a ricoprire posizioni di autorità nella sfera statale, economica e culturale.

La C.O. è sempre stata l’iniziatrice delle imprese gloriose del popolo sovietico. Nell’aprile del 1919 gli operai organizzarono il primo subbotnik comunista (giornata di lavoro volontario) della storia del Paese, battezzato da Lenin come “un grande inizio”. La meravigliosa tradizione dei primi subbotnik fu continuata nella competizione socialista (v.) e in altre iniziative di massa volte a migliorare le relazioni economiche e sociali.

La C.O. è stata la forza motrice del processo di eliminazione delle differenze tra le classi e della nascita di una società senza classi. La sua ideologia, i suoi riferimenti morali e i suoi interessi sono ora condivisi da tutti gli altri strati sociali dell’URSS.

La C.O. sovietica esercita la sua vigorosa influenza su tutte le sfere della vita sociale, sia direttamente che attraverso il PCUS. L’attività di guida, organizzazione e direzione del Partito, che esprime gli interessi della C.O. e dell’intero popolo sovietico, è a sua volta la condizione più importante per il rafforzamento del ruolo guida della C.O.


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