Che cos'è l'Adorazione Eucaristica

Che cos'è l'Adorazione Eucaristica

Segreteria Parrocchia Botricello

L'Adorazione è un appuntamento d'amore con Gesù

L’Adorazione è una forma di preghiera della Chiesa cattolica, durante la quale il pane consacrato nell’Eucaristia viene esposto ai fedeli, mediante l’uso dell’ostensorio, ed adorato.

E’ l’atto più alto di una creatura nei confronti del suo Creatore, mettersi ai suoi piedi in atteggiamento di filiale ascolto e di lode, reverenza e accoglienza di tutto quanto proviene da Lui, nella consapevolezza che solo Lui basta e solo Lui conta.

L'Eucaristia è il più grande tesoro della Chiesa offerto a tutti affinché tutti possano ricevere attraverso essa abbondanti grazie e benedizioni. L'Eucaristia è il sacramento del sacrificio di Cristo, del quale facciamo memoria e che rendiamo attuale in ogni Santa Messa ed è anche la sua Presenza viva in mezzo a noi.

Adorare è entrare in relazione intima con il Signore presente nel Santissimo Sacramento.

Chi adora da testimonianza d' amore, dell'amore ricevuto e dell’ amore ricambiato, e molto di più da testimonianza della propria fede.

Davanti al mistero ineffabile non ci sono parole, solo silenzio adorante, solo presenza che parla ad un’altra presenza. Solo l’ essere creato davanti all’ Essere, davanti all’ unico Io sono, da dove viene la sua vita. È lo stupore di chi sa che Dio è qui! Veramente qui!

Cos ’è l ’Adorazione Eucaristica?

L’Adorazione Eucaristica è il tempo che si trascorre in meditazione e preghiera davanti al Sacramento dell’Eucaristia esposto solennemente in chiesa.

L’Adorazione Eucaristica è soprattutto prestare attenzione. Dobbiamo metterci in ascolto e riposare perché questo è il momento in cui abbandoniamo tutto quello che fa parte del nostro mondo e accettiamo la pace che Gesù ci dona attraverso il Suo abbraccio, in questo mistero grandioso che è la Sua presenza, la reale presenza di Colui che è il nostro Dio.

Gesù è la fonte dell’amore e durante l’Adorazione è possibile provare pace, sollievo, ottenere le risposte che cerchiamo, avere una benedizione davvero straordinaria e trovare la forza per amare, per vivere nella pace e nella serenità che Lui tanto desidera per noi.

Possiamo offrire a Gesù tutto quello che ci tormenta e che Lui accetterà prendendosene carico totalmente. L’Adorazione Eucaristica, per un cristiano, è la devozione per eccellenza. In questo mondo tormentato, colmo di cose che non comprendiamo, è importante trovare il tempo di fermarci, di rifugiarci da un Caro Amico che è sempre pronto a consolarci e che ci ama come nessun’altro.

  • L’Adorazione Eucaristica è anche questo!
    Per accostarci a questa pratica di devozione, per prepararci a questo grande incontro, per prima cosa è necessario diventare umili, perché non sempre ci troviamo al cospetto di Gesù con una disposizione adeguata, in questo modo l’essere umili davanti al Santissimo Sacramento, ci aiuterà a metterci in “L’adorazione del Dio, tre volte Santo e sommamente amabile, ci colma di umiltà e dà sicurezza alle nostre suppliche.
    Adorare Dio è riconoscere, nel rispetto e nella sottomissione assoluta, il «nulla della creatura», la quale non esiste che da Dio.” (Catechismo della Chiesa Cattolica).
    Preghiamo anche con il corpo, inginocchiandoci davanti a Lui, perché così il nostro dialogo con Gesù potrà essere più rispettoso e più attento.

• Poi c’è il silenzio… necessario per mettere a tacere ogni inutile confusione in noi. Il silenzio dell’Adorazione ci permetterà di fermare il brusio che riempie la nostra mente, perché là fuori, nel mondo esterno, il silenzio non esiste e non è sempre facile crearlo in noi.
• Un’altra cosa che non dobbiamo dimenticare mai è di ringraziare e benedire il Signore per tutto quello che ci dona, cominciando dalla nostra stessa vita.

• Ed in fine chiedere perdono per la nostra estrema fragilità, per tutte quelle volte che ci siamo dimenticati di essere cristiani, per ogni attimo in cui ci siamo allontanati da Lui.

Capita di trovarci davanti a Gesù con animo distante e distratto, ma Lui conosce il nostro essere e sa che se siamo lì, davanti a Lui, è perché lo amiamo e sappiamo che la Sua presenza è la cosa più importante; Lui, con il suo immenso amore, guarirà le nostre ferite e quella nostra piccola anima così debole.

Non dobbiamo dimenticare che Gesù Cristo, la sua Divina Persona, è realmente presente nell’Eucaristia, perché non è solo un pezzo di pane, ma è proprio Gesù!

E’ bello intrattenersi con Cristo e, chinati sul petto di Gesù come il discepolo prediletto, possiamo essere toccati dall’amore infinito del suo cuore. Impariamo a conoscere più a fondo colui che si è donato totalmente, nei diversi misteri della sua vita divina e umana, per diventare discepoli e per entrare, a nostra volta, in quel grande slancio di dono, per la gloria di Dio e la salvezza del mondo.
(Lettera sull’Adorazione Eucaristica di San Giovanni Paolo II).


I fedeli, quando venerano Cristo presente nel Sacramento, ricordino che questa presenza deriva dal sacrificio e tende alla comunione, sacramentale e spirituale.

La pietà, dunque, che spinge i fedeli a prostrarsi in adorazione dinanzi alla santa Eucaristia, li attrae a partecipare più profondamente al mistero pasquale e a rispondere con gratitudine al dono di colui che con la sua umanità infonde incessantemente la vita divina nelle membra del suo Corpo.

Trattenendosi presso Cristo Signore, essi godono della sua intima familiarità e dinanzi a lui aprono il loro cuore per se stessi e per tutti i loro cari e pregano per lapace e la salvezza del mondo.
Offrendo tutta la loro vita con Cristo al Padre nello Spirito Santo, attingono da questo mirabile scambio un aumento di fede, di speranza e di carità.
Essi intensificano così le disposizioni necessarie per celebrare con la debita devozione il memoriale del Signore e ricevere frequentemente quel pane che ci è dato dal Padre.

Cerchino, dunque, i fedeli, secondo il loro particolare stato di vita, di prestar il debito culto a Cristo Signore nel Sacramento. Ricordino inoltre i fedeli che con questa orazione dinanzi a Cristo Signore presente nel Sacramento, essi prolungano l'intima unione raggiunta con lui nella comunione e rinnovano quell'alleanza che li spinge a esprimere nella vita ciò che nella celebrazione dell'Eucaristia hanno ricevuto con la fede il sacramento»

(Rito della Comunione fuori della Messa e Culto Eucaristico,n88-89) (Cathopedia)


Solo Dio si adora

Il silenzio nell'Adorazione Eucaristica

Il silenzio ha un grandissimo valore perché solo nel silenzio è possibile ascoltare Dio. Dio abita nel silenzio. Perciò dobbiamo custodire il silenzio, custodire la grazia di avere un luogo sacro dove si adora solo in quel silenzio che favorisce l’incontro con il nostro Creatore e Salvatore. Quando così adoriamo il Santissimo, è Lui, il Signore, che dalla sua Presenza eucaristica parla al nostro silenzio.

 Il diritto al silenzio viene dal dovere di ascoltare Dio e dal bisogno di guarire da tanto rumore malsano che trascina e inquina le nostre anime. Infatti, abbiamo l’urgente necessità di avere il nostro deserto perché Dio ci chiama al silenzio del deserto:

“Io la sedurrò (l’anima), la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” (Os 2:16).

I profeti Mosè, Elìa, Giovanni il Battista, si incontrano con Dio nel silenzio del deserto. Nostro Signore si allontanava per pregare ed adorare il Padre nel silenzio e passava notte intere in adorazione.

Nella Santa Messa si deve rispettare il sacro silenzio dopo la comunione sacramentale per approfondire quell’intimo incontro personale. Lo stesso accade durante l’adorazione silenziosa, perché è questo proprio stesso sacro silenzio che permette in modo eccelso quella comunione, quel

“rimanere in Lui e Lui in noi che porta molto frutto” (Cf. Gv 15:5).

Quando lasciamo che in quei momenti di apparente inazione, di silenziosa quiete è Lui che agisce e ci trasforma, sono i momenti in cui meglio accogliamo le sue grazie e intensifichiamo il nostro rapporto di amore e di fede col Signore. Perciò il silenzio è essenziale alla nostra crescita spirituale.

 Il silenzio di cui vi parlo è il silenzio sacro dove lasciamo tutto lo spazio al Signore. Si tratta di quel silenzio esteriore che aiuta il necessario silenzio interiore. Per esperienza propria sappiamo che quando si arriva alla cappella di adorazione si porta con sé il rumore del mondo e la risonanza di quel rumore nei nostri cuori, e in più tutto ciò che noi stessi generiamo e che ci allontana da Dio.
Quante volte dobbiamo passare forse mezz’ora o di più, prima di tranquillizzare il nostro animo, acquietare i nostri pensieri!

Il silenzio non ci isola dagli altri ma fa sì che tutti rimaniamo centrati nel Signore che adoriamo. Il Silenzio è anche rispetto per l’altro. E’ permettere a ciascuno di avere il suo proprio rapporto con Dio.

Mentre uno, magari recita silenziosamente il suo Rosario, un’altro medita la Parola, un altro è coinvolto nelle sue preghiere di intercessione, oppure si lascia abbracciare dal Signore. E tutto avviene in quel silenzio eloquente che ci permette di penetrare nel più profondo del suo amore, come la colomba nascosta nelle fenditure della roccia. Così l’anima si fonde silenziosamente in Dio, nel cuore di Cristo trafitto per amore e viene sigillata con la pace.

 Il Silenzio accoglie chi è lontano da Dio e arriva alla cappella perché il Signore lo ha chiamato (e lui non lo sa). Questa persona niente sa di preghiera ma percepisce (questa è l’unanime testimonianza che raccogliamo da tutte le cappelle) la pace che viene da quell’atmosfera silenziosa ma piena della presenza di Dio. Entra e rimane lì e desidera tornare per ritrovare quella pace, quel silenzio tanto accogliente in cui la grazia di Dio può agire senza interferenze.
 
Ciononostante il Signore agisca sempre e in ogni circostanza, la presenza del Signore che viene adorato nel Santissimo Sacramento in silenzio dimostra come in questo ambito si fa presente con tanta maggior efficacia il Suo potere di attrazione da Cuore a cuore. Nel silenzio adorante avvengono la nascita della vita interiore e la costante crescita spirituale. Per questo non dobbiamo avere paura del silenzio.

Non abbiamo paura di fare silenzio fuori e dentro di noi, se vogliamo essere capaci non solo di percepire la voce di Dio, ma anche quella di chi ci sta accanto, degli altri.
(Papa Benedetto XVI. 4 luglio 2010)

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