Cerchiamo l’interesse degli altri (1 Cor. 10:23)

Cerchiamo l’interesse degli altri (1 Cor. 10:23)

Mark Sanderson

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1 Corinti 10:23

Tutto è lecito, ma non tutto è vantaggioso. Tutto è lecito, ma non tutto edifica.


Fratelli, apriamo la Bibbia e leggiamo di nuovo il versetto di oggi, che si trova in 1 Corinti 10:23. Qui leggiamo: “Tutto è lecito, ma non tutto è vantaggioso”. E poi notate cosa aggiunge: “Tutto è lecito, ma non tutto edifica”. E poi conclude: “Nessuno cerchi il proprio interesse, ma quello degli altri”. Ora, cosa sta cercando di dirci l’apostolo Paolo? Un articolo della Torre di Guardia del 1975 commentava i 2 versetti in questo modo: “La legge cristiana consente un’ampia libertà d’azione e il cristiano deve decidere molte questioni secondo la sua coscienza cristiana. Ma deve anche considerare la coscienza degli altri. Non tutte le cose edificano lui o altri”. Qual è il punto? Ci sono tantissime circostanze nella vita in cui non esiste una legge specifica che indichi a un cristiano cosa fare. Geova Dio ci ha dato i princìpi biblici e lo splendido dono della coscienza e dobbiamo usarli entrambi. Molto spesso tendiamo a pensare alla coscienza come a qualcosa che è dentro di noi e che ci impedisce di fare ciò che è sbagliato. Forse pensando alla coscienza, ci viene in mente l’allarme antincendio. Infatti basta solo una minima presenza di fumo e scatta l’allarme. Quell’allarme è una protezione per noi e ci segnala che qualcosa non va e che dobbiamo agire. Beh in effetti, una coscienza educata nel modo giusto può avvisarci quando stiamo per fare qualcosa che potrebbe metterci in pericolo. Ma se ci siamo sforzati davvero di educare la nostra coscienza in base al modo di pensare del nostro Padre celeste, Geova, la coscienza sarà in grado di fare molto più di questo. A cosa mi riferisco? Pensiamo a un esempio della Bibbia, quello del re Davide. Vi ricordate quando dovette fuggire da Gerusalemme a causa della rivolta di Absalom? Leggiamo insieme 2 Samuele capitolo 17. Mentre lo cercate, 2 Samuele capitolo 17, noterete che qui al versetto 27 si parla di 3 uomini fedeli che vennero a sapere che Davide e alcuni dei suoi uomini erano nel deserto. Cosa decisero di fare? Il versetto dice: “Non appena Davide fu a Maanàim, arrivarono Sobi figlio di Naàs di Rabba degli ammoniti, Machìr, figlio di Ammièl di Lo-Debàr e Barzillài il galaadita di Roghelìm, portando letti, catini, vasellame, frumento, orzo, farina, grano arrostito, fave, lenticchie, grano tostato, miele, burro, pecore e formaggio. Procurarono tutte queste cose a Davide e ai suoi perché si erano detti [notate]: ‘Questa gente ha sofferto stanchezza, fame e sete nel deserto’”. Questo ci insegna qualcosa. Che effetto ebbe su queste persone sapere che Davide e i suoi uomini si trovavano là, in mezzo al deserto, senza più alcuna provvista? Entrò in azione la loro coscienza e li spinse a fare qualcosa per aiutare quegli uomini. E da quel lungo elenco che abbiamo letto, è chiaro che non mandarono giusto una o 2 cose. Piuttosto, la loro coscienza li spinse a fare qualcosa di premuroso, a mostrare grande generosità, a fare qualcosa di buono per loro. Pensiamo anche al fatto che aiutare Davide era pericoloso perché Absalom era determinato a uccidere chiunque avesse aiutato Davide. Quindi questi uomini rischiarono perfino la loro vita. Nonostante questo, la loro coscienza li spinse a fare la cosa giusta, qualcosa di buono, di generoso. Cosa impariamo da questo? Una coscienza educata nel modo giusto non solo ci impedisce di fare ciò che è sbagliato, ma ha anche il potere di spingerci a fare ciò che è giusto, qualcosa di premuroso, di generoso e a mostrare lealtà ai nostri fratelli e a Geova. Questa è una cosa che ci ha insegnato anche Gesù. Esamineremo una sua parabola che conosciamo molto bene: quella del buon samaritano che troviamo in Luca capitolo 10. È una parabola che ha davvero molto da insegnare su come trattare il prossimo. Luca capitolo 10. Scorrendo questi versetti, ripasseremo alcuni dettagli di questo racconto. Il primo lo troviamo al versetto 30; ci dice che “[quest’]uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico [e] cadde vittima di briganti. Questi lo spogliarono, lo picchiarono e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto”. Adesso guardate il versetto 31; dice che un sacerdote scendeva per quella stessa via e vide quell’uomo lasciato per strada mezzo morto. Allora cosa fece? Si legge che non si fermò, ma passò oltre. Per evitarlo attraversò la strada, passò dal lato opposto, come se lì non ci fosse nessun uomo. Ma ora guardiamo il versetto 32. Arriva un levita. Anche lui vede quest’uomo a terra, e cosa fa? Esattamente la stessa cosa. Attraversa la strada e passa oltre per evitare anche solo di vedere quell’uomo ridotto così male. Cosa capiamo da questi 2 uomini? Che la loro coscienza non funzionava per niente. Cosa fa invece il samaritano? Il versetto 33 dice che quando arrivò in quel punto lo vide e si impietosì. “Allora”, come leggiamo al 34, “andò da lui e fasciò le sue ferite, versando sopra olio e vino. Poi lo mise sulla sua bestia da soma, lo portò in una locanda e si prese cura di lui”. Poi prese dei soldi e li diede al locandiere dicendo: “Abbi cura di lui e se spenderai di più non ti preoccupare, tornerò e ti darò il resto. Ti pagherò”. Cosa impariamo da come si comportò quest’uomo samaritano? È chiaro che la sua coscienza funzionava bene e gli indicò qual era la cosa giusta da fare, come essere premuroso, generoso, e lo spinse ad aiutare quell’uomo in difficoltà. Da questo capiamo che se la coscienza funziona bene, perché è educata secondo i princìpi della Bibbia e secondo il modo di pensare del nostro Dio, Geova, farà molto di più che semplicemente impedirci di fare qualcosa di sbagliato. Ci spingerà a fare la cosa giusta, ad essere generosi, premurosi. In che modo ci è utile sapere questo, ora che siamo in piena pandemia da coronavirus? Beh, ovviamente in questo momento tutti noi siamo un po’ preoccupati e stressati per questa situazione che si protrae di settimana in settimana. Dobbiamo stare nelle camere, limitare i contatti e così via. Questo periodo non è facile per nessuno di noi. In un paese dell’Europa che è stato colpito molto duramente da questo virus, una sorella si trovava in ospedale per curare un cancro quando è iniziato il periodo di isolamento sociale. Sua figlia e suo genero servono alla Betel, che è molto vicina all'ospedale, ma a motivo della situazione non potevano andare a trovarla. Era il periodo della Commemorazione e questa cara sorella era davvero preoccupata per il fatto di doverla celebrare tutta sola in ospedale. Ma pensate a come dev'esservi sentita quando ha scoperto che una sorella che lavorava in quell’ospedale aveva deciso di partire da casa per andare da lei, anche se non era di turno, con il solo scopo di non farla sentire sola e di celebrare la Commemorazione insieme a lei. Ha indossato tutti gli indumenti protettivi ed è stata felice di assistere alla Commemorazione con la nostra sorella che era sola. Che bello! Da quello stesso paese ci è stato riferito di quello che ha fatto un fratello che lavora in un altro ospedale. Dato che in questo paese il virus ha colpito molte persone e alcuni fratelli e sorelle hanno perso la vita, questo caro fratello ha deciso di andare a trovare i fratelli e le sorelle che erano ricoverati in quell'ospedale in fin di vita per dare loro conforto. Questo perché i loro familiari non potevano andare in ospedale ed essere con loro in quel momento triste. Riuscite a immaginare il sollievo che avranno provato quei familiari, sapendo che questo fratello aveva preso l’iniziativa di stare con loro e di confortarli in un momento così difficile? Quindi, fratelli, che cosa abbiamo imparato? Viviamo in un periodo in cui stress e preoccupazioni aumentano sempre di più. Tutti noi abbiamo la possibilità di aiutare gli altri. Possiamo dimostrare generosità e amore, essendo premurosi e facendo loro del bene. Lasciamo che la nostra coscienza educata secondo la Bibbia ci spinga a essere altruisti, premurosi e generosi, mostrando così di imitare il nostro Padre celeste, Geova. Ci accorgeremo che questo ci farà sentire meglio, meno preoccupati e allo stesso tempo dimostreremo di essere felici di fare non solo ciò che è lecito, ma anche ciò che è vantaggioso.

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