Capretta uccisa ad Anagni, il pm chiede l'archiviazione del caso. Gli animalisti: «Faremo opposizione»

Capretta uccisa ad Anagni, il pm chiede l'archiviazione del caso. Gli animalisti: «Faremo opposizione»

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diRedazione Animalia

La Procura orientata a chiedere di non procedere dopo che una perizia ha ipotizzato che l'animale fosse già morto quando i ragazzi accusati hanno infierito sul suo corpo

Due frame dai video circolati sui social

Colpirono una capretta con pugni e calci, poi la caricarono su una carriola e la scaricarono in un fosso. Ripresero il tutto con i loro telefonini. Ma potrebbero non subire conseguenze: la Procura di Frosinone, tra le proteste animaliste, ha chiesto l'archiviazione del caso che vedeva sei giovani accusati di «uccisione di animale» e di «istigazione a delinquere».

La decisione è arrivata dopo che la perizia affidata ad un veterinario ha ipotizzato che la capretta fosse già morta nel momento in cui veniva colpita. Per quanto violento sia stato il gesto, insomma, coloro che ne furono protagonisti non andranno a giudizio.

La decisione è contestata da diverse associazioni animaliste che in quei giorni rilanciarono il caso chiedendo l'applicazione delle norme sui maltrattamenti degli animali già presenti nel codice penale. L'Organizzazione internazionale per la protezione degli animali (Oipa), che a suo tempo aveva presentato una denuncia sull'accaduto, ha annunciato l'intenzione di fare opposizione alla richiesta di archiviazione, notificata all'associazione dalla stessa procura della Repubblica di Frosinone. «Non condividiamo la decisione del pubblico ministero - spiega l'avvocata Claudia Taccani, responsabile dell'ufficio legale di Oipa -, tanto più che vi sono prove documentali che testimoniano il reato. Per questo avevamo chiesto la massima mena per il reato di uccisione di animali aggravato da motivi abietti». Per gli attivisti «questo genere di delitti sono espressione di pericolosità sociale» ed è per questo, aggiungono, che il legislatore dovrebbe mettere mano alla riforma del Codice penale inasprendo le pene, oggi considerate troppo blande e senza un vero potere deterrente. Obiettivo insito nella proposta di legge presentata da Michela Vittoria Brambilla (Noi Moderati e da altri deputati di diverse forze politiche, ora al vaglio della Commissione Giustizia della Camera.

Nella vicenda è coinvolto anche un ragazzo minorenne e sarebbe stato proprio lui assieme ad un ventenne a colpire l'animale. Per il più giovane la questione è affidata alla procura dei minori. Il suo avvocato, Giampiero Vellucci, tramite l'Ansa invita però a «smorzare i toni» e a «consentire una decisione scevra da condizionamenti mediatici». Secondo il legale, «gli atti consentono una lettura diversa da quella delle associazioni animaliste».
I fatti risalgono all'agosto dello scorso anno, quando sui social network iniziarono a girare le immagini riprese durante una festa di compleanno in un agriturismo tra Anagni e Fiuggi, nella campagna romana.

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