Capire le profezie ci spinge a dare il meglio (Riv. 7:9)

Capire le profezie ci spinge a dare il meglio (Riv. 7:9)

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Joel Dellinger

Stamattina vorrei invitarvi ad aprire la Bibbia con me in Rivelazione capitolo 7. Consideriamo alcuni punti importanti di questa profezia estremamente emozionante e vediamola nel suo contesto. In questo modo capiremo come ognuno di noi può rafforzare il proprio desiderio di dare il meglio a Geova negli incarichi che svolge tutti i giorni. Se diamo un’occhiata a Rivelazione 7:1-3 notiamo subito quello che l’apostolo Giovanni vide e udì. 4 angeli che trattenevano venti distruttivi perché non danneggiassero la terra e il mare. Cosa ci insegna questo? Proprio ora, anche se non riusciamo a vederlo, ci sono potenti angeli che stanno trattenendo i distruttivi venti della grande tribolazione. Cosa stanno aspettando? Il versetto 3 indica che stanno attendendo la conferma della ricompensa degli unti, cioè il momento in cui i componenti dei 144.000 ancora sulla terra riceveranno il sigillo finale per la loro ricompensa celeste. I versetti da 4 a 8 proseguono dandoci la garanzia che l’intero numero degli unti riceverà il sigillo. Pensateci. Presto tutti coloro che compongono il governo celeste inizieranno a regnare. A quel punto il vecchio sistema di Satana sarà solo un ricordo e finalmente il nuovo governo del Regno inizierà a dominare su tutta la terra. E quelli che hanno la speranza terrena che posto hanno nell’adempimento di questa profezia? Leggiamo insieme Rivelazione 7:9, 10: “Dopodiché vidi [e immaginiamo come deve essere stato emozionante per Giovanni vederla con i suoi occhi] una grande folla, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di lunghe vesti bianche, e tenevano in mano rami di palma”. E continuando a descrivere l’immagine aggiunge: “E gridano a gran voce: ‘La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello!’” La scrittura del giorno di oggi, il versetto 14, va avanti dicendo che “sono coloro che vengono dalla grande tribolazione”. Cosa ci ricorda questa profezia? Indica chiaramente che oggi una grande folla, cioè un innumerevole gruppo di persone di ogni lingua, di ogni nazione e di ogni tribù in tutto il mondo, viene riunita e sopravvivrà alla grande tribolazione. Una cosa che forse ricordiamo bene è che nel 1935 fu fatta chiarezza su come questa profezia si sarebbe adempiuta e nella mente dei fratelli e delle sorelle c’è sempre stata una domanda: quanto grande sarebbe stata la grande folla menzionata in questa profezia? Questa è tuttora una domanda molto interessante. Ad oggi, la grande folla conta più di 8 milioni di persone, ma continua a crescere di anno in anno. Sapevate che durante gli ultimi 5 anni di servizio, cioè dal 2016 al 2020, si sono battezzati più di 1.300.000 nuovi discepoli? Solo negli ultimi 5 anni di servizio. Vuol dire che in media si sono battezzati più di 750 nuovi discepoli al giorno! E abbiamo ricevuto alcune notizie all’inizio di quest’anno, l’anno di servizio 2021, che indicano che i campi continuano a essere decisamente “pronti per la mietitura”. Ho pensato che fosse incoraggiante condividere con voi 2 di queste notizie che il Comitato del Servizio ha ricevuto di recente. Nell’aprile 2021, la filiale di un paese con moltissimo territorio in cui non si è mai predicato e con la proporzione di 1 solo proclamatore su oltre 20.000 abitanti, ha inviato questo rapporto. Ve lo leggo: “Nonostante la pandemia, siamo davvero incoraggiati perché stiamo vedendo una continua e accelerata crescita. Abbiamo registrato continui massimi nel numero dei proclamatori per 27 mesi di fila, nonostante la nazione fosse in lockdown e chi era venuto qui per servire fosse dovuto ripartire”. Nell’anno di servizio 2020, la stessa filiale aveva registrato un aumento del 5% nel numero dei proclamatori. Ma il rapporto continua: “Ci sono sempre più persone che studiano la Bibbia e continua ad aumentare anche il numero delle persone che assistono alle adunanze. Nel 2021 hanno assistito alla Commemorazione molte più persone rispetto al 2020, più di 3 volte il numero dei proclamatori”. La filiale scrive che tra le persone che parlano una delle lingue principali del paese, nonostante l’estrema povertà, la malnutrizione, l’analfabetismo la mancanza di elettricità e di Internet, sta aumentando moltissimo l’interesse nei confronti della Bibbia. Pensiamo a quello che succede in una sola congregazione della zona. In questa congregazione composta da 30 proclamatori inclusi 4 pionieri speciali temporanei, si stanno conducendo 126 studi biblici. Ma questo numero da solo non ci dà un’idea completa. La filiale scrive che quando si parla di studio biblico, in questa congregazione si intende un gruppo che va dalle 8 alle 10 persone che studiano la Bibbia insieme. Oltre 300 persone assistono regolarmente alle adunanze e quest’anno alla Commemorazione questa congregazione di 30 proclamatori ha avuto più di 2.200 presenti. Pensate, ogni persona che studia la Bibbia sta conducendo decine di studi biblici e queste persone, a loro volta, stanno conducendo altri studi. Le persone di questa zona, riferisce la filiale, sono davvero affamate e assetate di verità spirituali. Che rapporto incoraggiante! Se come Gesù alziamo gli occhi e guardiamo i campi, cosa vediamo? Un incredibile potenziale di crescita perché la grande folla diventi ancora più grande. Fratelli, rapporti di questo tipo non provengono solo da paesi con territori in cui non si è mai predicato. Una delle più grandi filiali d’Europa di recente ha scritto che in occasione della Commemorazione di quest’anno c’è stato un massimo storico di presenti in 8 dei 12 paesi in cui soprintende l’opera. Nel paese in cui è situata questa filiale, l’ultima volta che c’era stato un massimo di presenti in occasione della Commemorazione era stato nel 1994, 27 anni fa! Oggi invece quella stessa filiale riferisce aumenti nei numeri dei proclamatori, dei pionieri, continua ad aumentare il numero dei proclamatori nuovamente attivi e diminuisce il numero dei proclamatori che diventano inattivi. Di nuovo chiediamoci, quando guardiamo i campi che cosa vediamo? Una domanda dobbiamo farcela. Ci saranno altre centinaia di migliaia, forse milioni, di persone che si uniranno a noi nella pura adorazione prima che venga la fine? Dovremo aspettare per saperlo. Ma cosa sappiamo oggi? Anche se l’apostolo Giovanni nella sua visione scrisse che nessuno poteva contare la grande folla, sappiamo che Geova e Gesù conoscono chi appartiene a loro. In un articolo del 2002, intitolato “Come udranno?”, lo schiavo fedele ci aiuta a fare chiarezza su questo punto. L’articolo diceva che ‘Geova dirige l’opera di testimonianza per mezzo dei suoi angeli’. “È lui che deve decidere fino a che punto occorre dare testimonianza a tutte le nazioni. Volendo, Geova potrebbe diffondere il messaggio del Regno in modi inimmaginabili, affinché molte altre persone possano ‘udire la parola della buona notizia e credere’”. Poi l’articolo conclude così: “Le sue azioni sono in piena armonia con ciò che egli è: un Dio amorevole, saggio e giusto”. Quando nel I secolo Gesù vide che le folle erano “disperse come pecore senza pastore”, la Bibbia dice che ne ebbe compassione, un sentimento molto intenso, un sentimento che lo spinse ad agire. In 2 occasioni, quando era sulla terra insieme ai suoi discepoli, disse: “La messe è grande, ma gli operai sono pochi”. E poi ci incoraggiò a ‘implorare il Signore della messe di mandare operai nella sua messe’. Come pensate che si sentano Geova e Gesù nel vedere l’opera di mietitura oggi? Vedono di cosa c’è bisogno e soddisfano quel bisogno attraverso il Corpo Direttivo e quello che fanno i Comitati di Filiale in tutto il mondo. In che modo questo ci incoraggia a fare la nostra parte per sostenerli? Le parole che Gesù disse ai suoi discepoli ricordano anche a noi di continuare a implorare il Signore della messe, Geova, perché mandi operai nella sua messe. Geova risponderà senz’altro alle preghiere con cui chiediamo che quest’opera venga compiuta esattamente come vuole lui. Ma c’è di più. Come Gesù, noi stessi possiamo essere la risposta a quella preghiera offrendoci come operai nella messe. È molto incoraggiante ed emozionante ricordarci che quello che facciamo, sia alla Betel che in altri contesti, è molto prezioso, cari fratelli e sorelle. Quindi consideriamo speciali le opportunità che abbiamo, l’opportunità di pregare di cuore, l’opportunità di predicare e insegnare l’opportunità di sostenere l’opera del Regno in vari modi. E se diamo tutto il nostro meglio in queste attività, contribuiremo a rendere la grande folla ancora più grande.

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