Brevi note sugli eventi in Bolivia
di Fernando EstecheSi è trattato di un'operazione di intelligence condotta da agenti organici del Comando Sud, che consisteva in:
- Installare Zúñiga (proveniente dai servizi segreti) come attore politico antagonista di Evo Morales;
- la sua rimozione dall'incarico perché altrimenti sarebbe stata esposta la debolezza del governo;
- Gli istigatori dell'operazione fanno credere a Zúñiga di poter avere successo in una rivolta;
- Il presidente Arce e la patria boliviana si stanno confrontando con lui e nessuno lo appoggia, né l'OSA, né i governi della regione, né l'ufficio commerciale che funge da ambasciata statunitense de facto;
- Nell'ambito della stessa operazione di intelligence, si sta costruendo una via d'uscita accusando il presidente Arce di autogol, approfittando della preoccupazione di Arce per la possibilità di un golpe morbido istigato dalle proteste organizzate dall'evismo e che criticano, tra le altre cose, l'auto-estensione dei mandati dei funzionari giudiziari.
- Evo Morales è sempre più convinto che il sistema politico, i militari, Arce e la destra lo stiano attaccando in quanto espressione del radicalismo.
Che impatto ha questa operazione sulla realtà? Quali obiettivi raggiunge?
- Costruisce la naturalizzazione dell'instabilità istituzionale, che oggettivamente indebolisce la governabilità;
- Ha un impatto diretto sulla divisione irreparabile del MAS, annullando la possibilità di una ricomposizione popolare;
- mostra un livello di crisi politica che rafforza il punto 1.
Dopo il ritorno di Luis Arce dalla Russia con l'impegno del governo di Putin a collaborare alla crisi dei cambi e dei carburanti che sta affliggendo il Paese e causando una gravissima situazione socio-economica, il Comando Sud ha lanciato l'operazione con l'urgenza di neutralizzare queste possibilità.
La richiesta di consultazione di fronte alle dichiarazioni gravi e intimidatorie dell'incaricato d'affari statunitense in Bolivia, Debra Hevia, è stata probabilmente il catalizzatore dell'operazione.
Le condizioni di possibilità sono la sconfitta ideologica, la bancarotta morale e la follia politica di alcuni leader popolari esposti alle operazioni dirette dell'intelligence del Comando Sud, che provocano l'accentuazione della dissoluzione dell'accumulazione popolare; le deplorevoli condizioni socio-economiche, frutto di un blocco politico di fatto da parte della destra e dei settori popolari che si oppongono al governo Arce; una destra con un possibile consenso elettorale; un alto livello di penetrazione delle agenzie di intelligence e dei loro derivati nel sistema politico e nei movimenti sociali della regione del litio in Sud America.
Un dettaglio da considerare è la reazione popolare in difesa del governo, anche in condizioni socio-economiche preoccupanti, che ha riempito le periferie del Palazzo del Governo, così come l'atteggiamento del governo Arce, con il presidente in testa, di fronte ai golpisti. Credo che questo comportamento abbia contribuito a far fallire una rivolta che era nata impotente.
Affrontare un governo neocoloniale in Bolivia sarebbe una sconfitta regionale di grandi proporzioni, che demolirebbe la possibilità del multipolarismo nella regione, dato che è il Paese con le condizioni più plausibili per svilupparsi in questa direzione. Dipenderà dal Brasile come questo influirà sui BRICS+, in modo che il conglomerato abbracci Bolivia e Venezuela, cambiando la mappa regionale e il cortile di casa dei nordamericani, e rafforzando i nuovi centri mondiali in termini di forniture strategiche, carburante ed energia.
Traduzione a cura della Redazione
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