Botros 9 - Ripartendo da Bauman

Botros 9 - Ripartendo da Bauman

Francesco Caliò (https://t.me/BotrosGiornale) [Art. 5 Febbraio 2023]
L’amore nel XXI secolo vive nel mondo virtuale dei social network. Facebook, mostra la necessità di rendere pubblico ogni momento di coppia, di avere un “like” o un “commento” esterno, per legittimare la relazione. L’approvazione esterna (anche da parte di uno sconosciuto) è diventata più importante della relazione stessa, portando ad un concetto più superficiale ed effimero di “amore”.
Z. Bauman[1]

 La solitudine genera incertezza, insicurezza, fragilità, fratture sociali[2] ricomponibili e non, ma stessa cosa avviene nella relazione sentimentale/sociale sia essa vissuta o semplicemente incompiuta (il ciò che poteva essere e non è stato). In realtà, cambia solo il nome che viene dato all’ansia, la spinta motivazionale che sta alla base del processo.

Follia e amore o forse sarebbe meglio dire follia ai tempi dei social, relazioni evaporanti, l’ossessiva ricerca di mostrare ad ogni costo un modo di essere completamente avulso dalla realtà, immagini filtrate, visi svecchiati, e la continua ricerca di un qualche “placet” esterno, endogeno, che possa affrancare quella bramosia di apparire, quasi come se l’importanza della relazione sociale poggiasse solo ed esclusivamente su un like.

Diceva bene Bauman quando affermava..

che amarezza osservare questa continua ricerca del nulla”.



Il nulla era ed è rappresentato da quella continua e persistente involuzione umana prodotta dai e nei social o nei reality.
Osservava semplicemente con occhio attento, come da una banalissima ed innocua espressione letterale di un singolo attore/membro della comunity, si scatenasse una cascata indefinita di inutili e destrutturati inserimenti/interventi futili ed abbietti, spesso diametralmente opposti.

Provate semplicemente ad osservare cosa accade quando un qualsiasi individuo produce un post, la didascalia che ne viene fuori è abominevole, senza senso, senza anima, e soprattutto inumana (gli hater ne sono un esempio). Persino la morte è diventata social (si parla di spettacolarizzazione), ricordate la madre che informava/comunicava in tempo reale sui social la morte della figlia deceduta in piscina? E quindi di follia o di amore si tratta?[3]


Ma le radici socioculturali dell’amore vanno contestualizzate anche geograficamente oltre che storicamente. Diverse concezioni per quanto possa apparire banale, fotografano rappresentazioni sociali e antropologiche spesso antitetiche. Soprattutto nella modernità avanzata, come processo di costruzione di identità sociale e individuale[4].

Oggi, nella modernità liquida il termine “relazioni” è stato sostituito con “connessioni”. L’idea stessa di «relazione» accresce la confusione, questo concetto resiste ai tentativi di epurarlo di tutte le sue connotazioni negative o preoccupanti; continua a evocare vaghe minacce e foschi presagi, oscuri ed inquietanti fantasmi; Di ciò Bauman dice;

emana in un solo alito il piacere dello stare insieme e l’orrore del cadere in trappola

Probabilmente questo è il motivo per cui, anziché esporre la propria esperienza e le proprie prospettive in termini di «rapporti» e «relazioni», uomini e donne parlano sempre più spesso (aiutati da esperti consulenti) di connessioni, di «connettersi» o di «essere connessi». Anziché parlare di partner, preferiscono parlare di «reti» (di networks).  Il termine rete indica un campo dove si può entrare ed uscire. In una rete, il connettersi e il disconnettersi sono azioni legittime, hanno lo stesso status e la stessa rilevanza.

di Gina Gigliotti


Un rapporto «indesiderato ma indissolubile» è esattamente ciò che rende il termine «rapporto/relazione» così ingannevole. Una connessione indesiderata, per contro, è infatti un ossimoro: le connessioni infatti possono essere e sono interrotte ben prima che inizino a diventare invise. In un certo senso, e come se già in fase preliminare essa contenessero uno “shot down” tecnico tale da consentire di disinnescare il progredire del rapporto/relazione.
Le connessioni sono quindi relazioni virtuali, facili da instaurare e da interrompere, essa ci appaiono leggere, frizzanti, simpatiche e mai noiose o pesanti
.

Sono il prodotto di uno scenario liquido moderno[5]. Chi non ricorda i personaggi/abitanti di Leonia di una delle città invisibili Calvino[6], essi ogni giorno indossavano abiti nuovi e mai usati o altra mercanzia ancora intatta. Il giorno successivo però gli abitanti e tutta la città attendevano il carro dello “spazzaturaio”, pronti a disfarsi di ciò che avevano usato il giorno precedente.

Un po’ come i residenti del mondo liquido-moderno. Bruciare tutto e subito senza sosta, senza una visione sociale e collettiva ma fortemente individualistica, frutto ovviamente del capitalismo consumistico che ha ormai pervaso e pervade i sistemi sociali.


Questa dicotomia o forse antinomia (follia/amore o amore/follia), sarebbe il caso di invertire i fattori a seconda del livello di importanza da attribuire ad essi, poiché essi hanno una declinazione difficile da decifrare. Tutto ciò che afferisce alla sfera comportamentale dell’individuo è necessariamente influenzata dagli stimoli esterni, ambientali direbbe la “sociologia dell’organizzazione”.

Nelle relazioni/rapporti o meglio “connessioni”, il peso degli stimoli endogeni e minore rispetto a quelli esogeni, questi ultimi cedono il passo ai primi. Basta guardare cosa succede intorno a noi… persone costantemente con il mento chinato verso lo smartphone, con un utilizzo ossessivo di pollice e indice, senza sosta.

Jobs era un genio, ci ha fornito una tecnologia isomorfa, a misura umana, ma la società si è come assuefatta all’idea che tutto ruota sui like.., sui placet, sul numero di followers... è un effetto collaterale direbbero i ricercatori.
C’è un costo sociale in tutto questo, si chiamaanalfabetismo emozionale[7], infatti il nostro è un tempo senza memoria e Pasolini lo aveva capito[8]. E’ in un certo senso un “costo della modernità”, un esempio è la crescita della depressione come fattore sociale.
O se pensiamo all’isolamento volontario dai contesti sociali (Hikikomori - letteralmente stare in disparte), rifiuto delle relazioni sociali sia allargate e persino familiari a beneficio di una vita totalmente isolata e lontano da contatti fisici, da relazioni umane. Solo relazioni e rapporti virtuali. 


La nostra recente storia e la deriva consumistica che ha impattato a livello sociale, con la presunta follia d’amore o di “possesso erotico” di un politico in quanto figura di governo, dipinge una triste istantanea sociale di un periodo storico del nostro Stato, immagine per nulla accattivante; chi non ricorda il gesto mimico del rapporto sessuale ai danni di una vigilessa in pieno centro città mentre svolgeva il suo servizio di ordine pubblico.

Eppure, invece che provocare indignazione, generò un compiacimento diffuso, anche tra i media o tra le testate giornalistiche controllate, quasi a dire ..”ma noi italiani siamo questo, siamo con lui, ci rispecchiamo”…! (Rimando in nota per chi volesse approfondire ad un illuminante testo di Massimo Recalcati che fa una analisi socio-antropologica prima ancora che di tipo psicoanalitico (Lacaniana dice l’autore)[9] del personaggio e dell’impatto deleterio cha ha avuto sul contesto sociale dell’epoca e che ancora oggi resiste, anche se a ranghi minori).

Una non novazione, una non evoluzione, una stratificazione sociale a ritroso potremmo dire, classista, demolitiva e destroide. Quasi a legittimare qualsiasi tipo di comportamento posto in sfregio alle più basilari regole della convivenza civile e del rispetto dell’altro genere (la donna intesa e raffigurata come giocattolo da utilizzare a tempo e senza reclami, un pò come la merce senza garanzie e priva di tutela).
Mercificazione del corpo. Potremmo dire, che è l’epoca “dell’individualismo affettivo”[10], frutto della visione consumistica e capitalistica sfrenata, senza regole, senza difese. Solamente garantendo la democratizzazione della coppia, ripulendo i detriti storici sulle gerarchie dei generi, eliminando  la sabbia dagli ingranaggi del motore, sarà possibile percorrere la strada dell’abbattimento delle discriminazioni che sono causa di una delle violazioni peggiori dei diritti umani, la violenza sulle donne.


Per non parlare poi delle tendenze discriminatorie omofobe e xenofobe, altra piaga vergognosa della società moderna, che invece di evolversi verso paradigmi evolutivi si riavvolge su se stessa, con esplosioni di intolleranza e di ultranazionalismi. Non è un caso che Papa Bergoglio ha sentito la necessità di intervenire direttamente con la sua voce, sostenendo e affermando autorevolmente che l’omosessualità non è un crimine, confermando così che il livello della “temperatura” discriminatoria sta raggiungendo punti critici.

Il vuoto della modernità fa nesso con la precarietà, con l’incertezza e la fragilità economica, sociale, lavorativa. Tutto liquido, poco aggredibile ma abilmente orchestrato e diretto da sistemi multinazionali e lobbistici che impattano non solo a livello macro ma anche a livello micro sociale.

Vi è poi da considerare che quando si parla di relazioni (intese in senso largo) anche il corpo ne trasmette le caratteristiche, e come se le emozioni da esse provocate (siano esse individuali o collettive) si trasferissero sull’immagine del proprio corpo, modellandolo (rabbia, incertezza, paura, tristezza, calma, amore, tensione, stress etc. etc..), e questa trasposizione sembra essere universale, al di la delle latitudini[11], ed è ovvio che questo meccanismo si espande, non termina il suo ciclo di vita sul singolo individuo, ma, ne trasferisce l’effetto anche sulla massa, ha un effetto diffusivo.  

Alberoni descrive la follia d’amore in chiave sociologica[12], la inquadra come uno stato nascente di un movimento collettivo a due. Esso viene equiparato ad un moto rivoluzionario, e riprendendo Durkheim, nel movimento collettivo l'uomo in quanto essere sociale si abbandona alla dipendenza di forze esterne che lo portano a coniugare a pieno una causa, disinteressandosi di se stesso (dall’io al noi).

Questo processo però ha delle fasi, ha un tempo o tempi, a volte lineari altre volte confuse o promiscue o addirittura sovrapposte. Nei fatti si afferma la ricostruzione in periodi o fasi della relazione o rapporto, dall’emotività dei primi mesi, al consolidamento della coppia mediante un progetto condiviso, ma anche alla cd pietrificazione in seguito a rinunce continue pur di mandare avanti il rapporto. La sociologia ha infatti elaborato la distinzione tra “tempo fisico e tempo sociale” e la metafora degli orologi molli di Dalì ne è una rappresentazione pittorica realistica, con immagini che prendono la forma deformata degli oggetti sottostanti e una invece che rimane fissa, costante.


Nel corso dei secoli, tra dibattiti appassionati e speranze deluse, l'amore ha sognato di guidare il mondo. Ogni tentativo si è rivelato un insuccesso. Così 'amore ha ripiegato sulla vita privata. Ha lasciato che l'economia e il capitalismo prendessero il potere, accontentandosi di costruire un universo consolatorio e carezzevole, contrapposto alla durezza del mondo.[13] [14]   
Jean-Claude Kaufmann

[1] Z. Bauman – Amore liquido – sulla fragilità dei legami affettivi – Laterza 2018
[2] S. Rokkan – Teoria dei Cleavages – Treccani - a cura di G. Pasquino – La teoria invero afferisce alla sociologia politica.
[3] Umberto Eco – Con i social la parola a legioni di imbecilli (Nei social, gli imbecilli che prima venivano zittiti nei bar ora hanno lo stesso peso di un premio Nobel) Intervista su La Stampa del 11/06/2015 - https://www.lastampa.it/cultura/2015/06/11/news/umberto-eco-con-i-social-parola-a-legioni-di-imbecilli-1.35250428/
[4] Chiara Piazzesi – Grammatiche dell’amore – Franco Angeli 2019 (collana sociologia)[5] Z. Bauman – Modernità liquida – Laterza 2011
[6] Italo Calvino – Le città invisibili – Mondadori 2016
[7] Daniel Goleman- Intelligenza emotiva - Rizzoli 2015
[8] M. Recalcati - https://www.vita.it/it/article/2017/06/07/recalcati-il-nostro-e-un-tempo-senza-memoria-pasolini-lo-aveva-capito/143650/
[9] Massimo Recalcati – Ritratti del desiderio – il desiderio del niente pag.68 – Raffaello Cortina 2018
[10] Rita Biancheri – L’epoca dell’individualismo affettivo – ETS 2019
[11] Paul Ekman – Te lo leggo in faccia – Amrita ed. 2008
[12] Francesco Alberoni – Innamoramento e amore –tra sociologia e self-punishment – Rizzoli 2014
[13] Jean Claude Kaufmann – Per una storia politica e sociale dell’amore – Mimes 2015
[14] D. Fusaro – Bentornato Marx – Bompiani 2019




Il tuo parere...

Clicca qui per scrivere le tue osservazioni

https://forms.gle/QtZ44VXUBNGq2EbX6




Report Page