Botros 9 - Amori Amari

Botros 9 - Amori Amari

Caterina Scavo (https://t.me/CaterinaScavo) [Art. 5 Febbraio 2023]

AMORI AMARI: le relazioni tossiche

Nonostante la definizione di tossicità appartenga all’ambito della medicina, questo termine viene ampiamente utilizzato anche in ambito psicologico: nello specifico, rispetto alle relazioni tossiche, viene usato per descrivere un rapporto d’amore che può far male tanto da sentirsi “intossicati”.

Sempre più spesso sentiamo parlare di relazioni tossiche, ma cosa si intende nello specifico?

Per definizione è una relazione (amorosa, familiare, di amicizia) in cui ci si ritrova a pensare di non essere supportati, rispettati, si viene attaccati verbalmente e (nei casi più sfortunati) anche fisicamente. Eppure, “l’amore” per l’altro riesce a costringerci a restare con questa persona e a scendere a compromessi.

Le relazioni si evolvono, cambiano e crescono, si consumano, si possono logorare e ristabilire, ma la relazione tossica è un tipo di relazione estremamente pericolosa e “attraente” allo stesso tempo, per cui diventa un elemento doloroso della propria vita da cui si ritiene necessario disintossicarsi, ma dalla quale, comunque, non ci si vuole distaccare a pieno per via dell’affetto nei confronti del partner.

Mentre ogni rapporto passa attraverso alti e bassi, sfociando talvolta anche in crisi di coppia, una relazione tossica è costantemente spiacevole e prosciugante mentalmente, emotivamente e fisicamente per le persone coinvolte, al punto che i momenti di coppia negativi superano quelli positivi.


Come riconoscere una relazione tossica?

La tossicità inizia a formarsi quando la relazione diventa disfunzionale e può manifestarsi in molti modi diversi: il primo segnale d’allarme è sicuramente l’infelicità persistente, col rischio di diventare un partner depresso. Se una relazione amorosa smette di portare gioia e serenità e al contrario ci fa sentire costantemente tristi, arrabbiati, ansiosi o “come se ci sentissimo esauriti”, potremmo parlare di un amore tossico.

Altro segnale di un rapporto tossico potrebbe essere la mancanza di supporto del proprio partner, per cui ogni risultato dell’altro diventa una competizione, se il partner spesso è assente o irraggiungibile da questo punto di vista, si sviluppa l’impressione di stare ad “accontentarsi delle briciole”.


Altri due punti di fondamentale importanza sono la comunicazione tossica ed i comportamenti di controllo, dal momento che, nonostante non siano tra i primi campanelli d’allarme, sono sicuramente tra i sintomi più dolorosi per l’altro: invece di trattarsi con gentilezza, la maggior parte delle conversazioni in una relazione tossica sono piene di sarcasmo, di critiche (talvolta anche pesanti o offensive) o di aperta ostilità, mentre in altri casi la comunicazione può diventare ambigua, sfociando nel “gaslighting”, una forma di manipolazione psicologica per far dubitare della propria memoria o percezione, con lo scopo di prevalere sull’altro.

Per quanto riguarda i comportamenti di controllo, sebbene sia normale provare gelosia di tanto in tanto, può diventare un problema quando si presentano segni di una mania di controllo (ad esempio chiedere sempre dove si trova il partner o arrabbiarsi eccessivamente quando non risponde immediatamente ai messaggi o alle chiamate), o peggio ancora quando il controllo si esprime attraverso la manipolazione affettiva, quando uno dei due partner controlla attraverso ricatti emotivi l’altro (“se mi amassi davvero, non avresti…”).


Altre costanti di una relazione tossica sono il risentimento, per cui ci si aggrappa ai rancori, all’acredine e alla frustrazione legati ai ricordi dolorosi, che possono accumularsi e rendere un piccolo baratro molto più grande di quanto sia in realtà, ma anche la disonestà e lo stress costante, che nelle relazioni violente può sfociare in un vero e proprio disturbo post-traumatico da stress e anche innescare disturbi dell’umore e disturbi del comportamento alimentare.

Spesso si verificano anche situazioni in cui sono gli stessi familiari e conoscenti della coppia a notare lo “switch” nel benessere dei due, sottolineando ad esempio come i partner smettano gradualmente di passare tempo con i propri amici e familiari per concentrare tutte le attenzioni esclusivamente sull’altro, o ancora come spesso soggetti con personalità forti all’improvviso diventino totalmente accondiscendenti nei confronti delle richieste del partner, anche a costo di ignorare i propri bisogni e desideri.


“Mia figlia aveva la fame di carriera negli occhi, quando parlava del suo lavoro le brillavano gli occhi… era tutto ciò che desiderava, fare carriera e andare a vivere in un grande grattacielo a New York…
L’ultima volta che l’ho sentita al telefono piangeva come un neonato… ha dovuto lasciare il suo lavoro…
Non la riconosco più…”
B., padre di G., soffocata a 27 anni dal partner ossessivo, quando ha scoperto della sua promozione oltreoceano.



Sono intrappolata/o in una relazione tossica?

Il primo passo per prendere coscienza di una relazione tossica è quello di porsi alcune domande, come:

  • Sono in grado di riconoscere una relazione tossica?
  • Perché mi ritrovo sempre in relazioni tossiche?
  • Perché devo sempre stare male?
  • Cosa rende la relazione che sto vivendo “tossica”?
  • Che persona mi fa essere questa relazione?
  • Sarei diverso/a se vivessi un altro tipo di relazione?

A volte, però, porsi domande come queste potrebbe innescare un meccanismo di causa-colpa-giustificazione, che non permetterebbe di immaginare nuove soluzioni anzi, ci spingerebbe a trovare compromessi per ritornare nella relazione.


Come “uscire” da una relazione tossica?

Caro lettore, avrai notato sicuramente come il termine < uscire > sia stato posto tra virgolette, non per essere pessimisti, ma perché, sicuramente per quanto riguarda le relazioni amorose, uscire da una relazione tossica è davvero difficile: interrompere un circolo vizioso di rabbia, colpevolizzazione, sottomissione e risentimento non è facile già per un solo soggetto, possiamo immaginare quanto possa diventare difficile da attuare in due soggetti, legati dall’amore.

Proprio per questo motivo molte coppie, anche se affiancate da uno psicologo o da un esperto in relazioni di coppia, convengono sul fatto che, seppur sia doloroso, è meglio terminare la relazione per poter lavorare su sé stessi e cercare di iniziare qualcosa di nuovo, piuttosto che imprigionarsi nella speranza dell’impossibile. Tuttavia, questo è lo scenario che potrebbe verificarsi quando abbiamo due soggetti consapevoli, impegnati e volenterosi nel cambiamento.

La situazione si complica quando ci ritroviamo in una coppia dove uno dei due è determinato a chiudere la relazione ma l’altro non riesce ad accettare questa scelta (Attenzione!).

Se si ha trovato la forza di porre fine alla propria relazione tossica, oltre che chiedere aiuto ad uno specialista, è fondamentale mettere in atto una serie di comportamenti che non facciano ricadere nella relazione e, nei casi estremi, comportamenti che potrebbero letteralmente salvare la vita:

  • Contatto zero: la prima cosa da fare è interrompere ogni comunicazione, sia dal vivo che tramite messaggi, chiamate e interazioni sui social network.
  • Circondarsi di positività: trascorrere del tempo con gli amici, la propria famiglia e le persone che si amano è di fondamentale importanza quando si chiude una relazione tossica perché permette di effettuare un confronto tra le emozioni provate nella relazione e quelle nell’ambiente esterno.
  • Mantenersi fermi nella decisione: dimenticare un amore tossico è faticoso, specialmente se con questa persona si ha dei figli in comune, se si abita nello stesso quartiere o se l’altro ancora spinge per poter ricucire il rapporto, per questo è importante lavorare su sé stessi ed essere consapevoli che si è arrivati a questa decisione per migliorare la propria vita dopo tanta sofferenza.


Negli ultimi anni la psicologia si sta muovendo molto sul campo della prevenzione in questo senso, cercando di insegnare a porre l’attenzione sulle RED FLAGS (letteralmente “bandiere rosse”, i campanelli d’allarme) nei giovani ragazzi che si addentrano nel mondo delle relazioni amorose per la prima volta e che potrebbero erroneamente pensare che determinati comportamenti (come la gelosia ed il controllo ossessivo) siano normali in amore.

Questa è l’educazione sentimentale, ma ne parleremo prossimamente… 

Esistono numerose ragioni per cui potresti finire in una relazione tossica. A volte la tossicità cresce e ti acceca e quando te ne rendi conto, è troppo tardi. Vivere un amore tossico può influire negativamente sulla tua salute mentale. Puoi dubitare di te stesso, convincerti che te lo meriti e provare senso di colpa verso il proprio partner o verso di te.

Se nella lettura hai riconosciuto uno o più sintomi riconducibili all’amore tossico, non sottovalutare ciò che provi e contatta il centro psicologico più vicino a te: la salute mentale è parte integrante della salute e del benessere dell’individuo ed è importante prendersene cura.



Il tuo parere...

Clicca qui per scrivere le tue osservazioni
https://forms.gle/QtZ44VXUBNGq2EbX6






Report Page