Botros 8 - l'Editoriale

La Speranza Sperante

Ho letto una teoria interessante di uno psicoantropologo.

Sostiene che fin dalla nostra nascita, dentro di noi sono presenti in germe, tutte le potenzialità per affrontare la vita.

Fa un esempio interessantissimo rifacendosi al concetto di potenza di Aristotele.

Appena nati, siamo come un seme piccolissimo posto nel terreno.

C’è bisogno di tempo, perchè quel seme piccolissimo cresca, si sviluppi, si erga e si manifesti in tutta la sua altezza e bellezza, originalissima rispetto a tutti gli altri semi nati nel mondo.

L’essere umano è così: ha in sé una piccolezza davvero fragile, gracile, che col tempo si erge e diventa altera, abbagliante nella sua complessità e magnificenza.

E’ nel tempo che questa piccolezza diventa capace di imprese inaudite.

Una delle tante capacità immesse nell’uomo al momento in cui nasce, è la Speranza che viene posta nell’essere umano, per affrontare le difficoltà, le più disparate, che si porranno innanzi al cammino della vita di ogni creatura.

Durante la propria esistenza noi uomini ci scontriamo con ostacoli, che sembrano impedire la nostra crescita.

A volte piangiamo, rasentiamo la disperazione e l’angoscia ci invade il cuore.

Avvertiamo un senso di inutilità, che sembra intaccare la nostra vita e  la piena realizzazione.

Proprio a quel punto, come per miracolo, interviene una forza insospettabile, che sovrasta tutte le altre e che possiamo chiamare Speranza.

Che fa esattamente la speranza?

Ci dice, anzi ci ordina di non fermarci, di non arrenderci davanti alle difficoltà; ci incita ad asciugare le lacrime quando soffriamo, ci immette nel cuore un’audacia inaspettatamente grande, che ci spinge a combattere senza misure contro quegli impedimenti, che sembrano impossibili da sormontare.

Quando per la nostra fragilità tutto sembra perduto, la speranza si erge e si fa sentire fortemente dentro di noi; parla a gran voce e ci incita a non retrocedere, ma ad avanzare senza disperare.

La speranza è veramente una potenza stranissima, ma di un fascino indicibile; se ne sta nascosta e poi, tutto all’improvviso si manifesta con un vigore tale da travolgere ogni indugio e ogni resistenza dentro e fuori di noi.

Sono convinto che questa potenzialità sia stata messa dentro di noi da un grande Artista, che conosce la vita in tutte le sfumature e in tutte le sue articolazioni.

Dotandoci di questa potenzialità, ha pensato sicuramente di maggiorarne la forza, affinché, nel momento del bisogno, superasse tutte le altre capacità, fino a diventare invincibile, salda, insopprimibile, insostituibile.

[Aristotele concepisce la speranza come un atto della volontà che nasce da una abitudine virtuosa che in potenza tende al raggiungimento di un bene futuro difficile ma non impossibile da realizzare.
La speranza è l’apertura dell’uomo al futuro» scrive il filosofo Tischner.
La speranza fa diventare liberi, senza di essa l’uomo si trasforma in un prigioniero della situazione, del tempo e del luogo.
La speranza, invece serve ad alimentare la fiducia nelle proprie possibilità”].

Per farci comprendere questo concetto, l’Artista (il Creatore) ha trasmesso un temine apparentemente complesso, ma molto propositivo: ci ha detto che possiamo dilatare la speranza, fino a farla diventare 'Speranza Sperante', che ci consente di irrobustirci e di diventare capaci di resilienza e di opere meravigliose.

La Speranza Sperante può essere così inauditamente affascinante che, anche quando si presenta la morte, riesce a vincerla e a far trionfare la vita.

Questa è la Verità grandiosa e stupefacente della Speranza Sperante.

Lasciamoci affascinare da questa potenza, e quando finirà la nostra avventura terrena, lasciamo che si dilati fino a farci assaporare nell’ultima ora di umanità, l’Eternità, quella davanti alla quale ogni forza, ogni evento, ogni sforzo, sarà abbattuto dalla meraviglia della vita senza fine.

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