Botros 8 - Un libro sulla Speranza

Botros 8 - Un libro sulla Speranza

Giovanna Moscato (https://t.me/BotrosGiornale) [Art. 1 Gennaio 2023]

Venuto al mondo

Una scrittrice che mi affascina notevolmente per i temi che tratta nei suoi romanzi è Margaret Mazzantini. La Mazzantini è una donna del nostro tempo che riesce, con mirabile maestria e con crudo realismo, a raccontare avvenimenti toccanti ed attuali.

La Mazzantini, nonostante le storie siano a volte crudeli e faticose, riesce a infondere la speranza in chi legge, una speranza che non è intrisa di facile ottimismo ma che risiede nella possibilità di un futuro migliore in cui i protagonisti potranno realizzare se stessi e vivere, piuttosto che lasciarsi vivere.

Un libro in cui la speranza riesce a prendere il sopravvento è “Venuto al mondo”, vincitore del Premio Campiello 2009. La storia è ambientata negli anni 2000 con continue incursioni nel passato, e i protagonisti si muovono tra due realtà diverse : Roma e Sarajevo, due città con due diverse ambientazioni, a Roma si respira un clima di pace, la vita scorre tra problematiche quotidiane mentre a Sarajevo la guerra sconquassa l’esistenza delle persone, le stravolge e le fa precipitare in un orrore senza fine.


Gemma
, nonostante sia passato molto tempo dal suo ritorno da Sarajevo, decide di partire con il figlio, dopo la telefonata di Gojco, suo vecchio amico . Il viaggio verso Sarajevo è soprattutto un viaggio dell’anima e dentro i ricordi che sveleranno a Gemma una verità ignorata. Attraverso salti spazio-temporali molto ben realizzati e facendo entrare il lettore nella mente della donna, la Mazzantini ci apre le porte di un universo di emozioni, tutte descritte a tinte molto forti.

Ma “Venuto al mondo” non è soltanto la descrizione di un amore passionale, intimo e imperfetto, come lo sono i sentimenti che si provano verso chi desideriamo al nostro fianco. Il libro racconta anche la storia di una maternità voluta, cercata, persa e ritrovata.

Una mattina Gemma sale su un aereo, trascinandosi dietro un figlio di oggi, Pietro, un ragazzo di sedici anni. Destinazione Sarajevo, città-confine tra Occidente e Oriente, ferita da un passato ancora vicino.
Ad attenderla all'aeroporto, Gojko, poeta bosniaco, amico, che ai tempi festosi delle Olimpiadi invernali del 1984 traghettò Gemma verso l'amore della sua vita, Diego, il fotografo di pozzanghere. Sarajevo, dopo sedici anni, ha ancora le cicatrici della guerra. Gojko invita Gemma ad assistere ad una mostra di fotografie realizzate da Diego.
Gemma vuole che Pietro conosca la città martoriata da una lunga guerra civile, che è anche la città che ha visto nascere l’amore con Diego, suo padre.

Inizia un lungo flashback durante il quale Gemma ripercorre la sua storia d’amore.
Dopo le Olimpiade disputate a Sarajevo Gemma, tornata in Italia si è accorta di aspettare un figlio da Diego, ma con suo grande dolore lo perde.

Dopo una lunga separazione, ritorna da Diego. Ma alla loro storia manca qualcosa che Gemma desidera ardentemente: un figlio che però non riescono ad avere.

Trovano una soluzione alternativa, non praticabile in Italia: rivolgersi ad una madre surrogata, pertanto decidono di tornare a Sarajevo. Proprio in questa città martoriata da una guerra fratricida incontrano Aska, una giovane musicista che si offre di generare per loro un figlio in cambio di soldi. Da questo momento nasceranno dei fraintendimenti che porteranno Gemma ad allontanarsi da Diego.

Dopo la nascita del bimbo decidono di rientrare in Italia, ma poco prima di partire, Diego comunica di voler rimanere a Sarajevo. Così le loro strade si dividono per sempre e Gemma dopo un po' di tempo, disperata per aver appreso della morte di Diego, si sposa con Giuliano che si prende cura di lei e del suo bambino. Il ritorno a Sarayevo consente a Gemma di riallacciare le fila del suo passato e di comprendere quanto grande sia stato l’amore di Diego per lei.

Tutta la descrizione degli eventi di guerra è impietosa, mentre si assiste alla fine della Yugoslavia, una terra considerata un crogiuolo di razze e un luogo multiculturale. I personaggi descritti sono l’espressione dei valori più alti della vita: l’amicizia, l’amore, la brama di vivere.
Di Diego colpisce il suo modo di amare, la sua sensibilità e la sua determinazione.

Infatti, durante l’assedio a Sarajevo, lascia il lavoro di fotografo pubblicitario per diventare corrispondente di guerra e sembra quasi essere l’alter ego di Gemma, lui è dinoccolato e fuori dagli schemi mentre lei è più rigida e formale. Apparentemente è una coppia male assortita ma in realtà il loro legame è così forte da superare ogni limite.

“Venuto al mondo” è un romanzo ricco di colpi di scena, in cui niente è come appare, lasciando il lettore sorpreso per la svolta finale. La struttura del romanzo è complessa, caratterizzata da continui flashback, in un alternarsi di passato, presente e futuro.

Nel modo duro di raccontare i fatti risiede la grandezza di un’autrice che consente ai lettori di assistere a ciò che accade, partecipando emotivamente alle passioni dei protagonisti, diventando essi stessi parte dell’affresco.


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