Botros 8 - I ragazzi e la Speranza

Botros 8 - I ragazzi e la Speranza

Francesco Viscomi (https://t.me/francesco_vis) [Art. 1 Gennaio 2023]

Oggi, 1 gennaio, con l’inizio dell’anno nuovo, Botros ha scelto come tema la speranza.

Non si discute molto di speranza tra ragazzi, o meglio non in maniera “diretta”. Mi spiego meglio: di solito a un ragazzo o a un bambino non si chiede “che cosa speri di essere”, ma si chiede “che cosa vuoi fare da grande”. Questa è la modalità più comune attraverso cui i ragazzi parlano di speranza, anche perché un ragazzo non dice mai di voler fare una cosa che non gli piace. I giovani, quindi, sperano di poter essere o di poter fare una determinata cosa in futuro.

Non tutti i ragazzi ambiscono a qualcosa, a un determinato traguardo o hanno un particolare obiettivo da raggiungere.
Solo alcuni hanno un ardore all’interno di se stessi, solo alcuni vogliono vivere la propria vita nel miglior dei modi e non in maniera “piatta” e quindi monotona. Alcuni poi, vivono “alla giornata”, senza sperare in niente e non preoccupandosi del proprio futuro.

di Gina Gigliotti


Pier Paolo Pasolini scrisse in un suo libro

“I ragazzi e i giovani sono in generale degli esseri adorabili, pieni di quella sostanza vergine dell'uomo che è la speranza, la buona volontà: mentre gli adulti sono in generale degli imbecilli, resi vili e ipocriti (alienati) dalle istituzioni sociali, in cui crescendo, sono venuti a poco a poco incastrandosi”.

L’autore, nato nel 1922 a Bologna, scrive questo libro (Le belle bandiere), negli anni 60’ del secolo scorso, e le cose sono in parte cambiate.


La “Generazione Z” infatti, non è più “piena di speranza”, come dice l’autore. I giovani d’oggi infatti, non “guardano” il futuro come un’avventura bellissima, anzi, non lo “guardano” quasi per niente.

Adesso gli adolescenti vivono in un mondo e in circostanze in cui sono “paralizzati”, anche per via dei social che non li spingono a guardare avanti ma che li fanno accontentare del presente senza uscire dalla propria zona di comfort.

I genitori dei ragazzi di oggi non hanno trasmesso loro quella voglia di sperare e di diventare “avventurieri del futuro”.

I ragazzi italiani più grandi, specialmente quelli universitari, sperano in un futuro migliore andando al di fuori della penisola.

Nel decennio 2011-2021, infatti, i giovani emigrati dall’Italia sono stati circa trecentocinquantamila e hanno costituito la parte più elevata degli “emigrati all’estero” nella nazione.


Le destinazioni preferite sono gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Germania. Molti emigrano per acquisire titoli e formarsi, ma molto spesso non tornano.

I giovani del sud, invece, emigrano sia all’estero sia verso il nord Italia.

La speranza dei giovani è parzialmente “diminuita” anche a causa dell’emergenza sanitaria causata dalla pandemia, che ha travolto il globo negli ultimi due anni. I ragazzi prima erano ottimisti davanti a quella che si è rivelata essere una “catastrofe”, oggi le cose sono cambiate.

Questa è l’esatta evoluzione della ricerca della speranza da parte dei ragazzi: prima infatti le mete che ho citato sopra, soprattutto la Germania, erano ambite non per la possibilità di formarsi bene e di specializzarsi ma, soprattutto negli anni 70’, per lavorare.

Inoltre la “fuga” dei giovani dal Paese interessa pressoché tutta la penisola, mentre prima interessava soprattutto le regioni del meridione.

Ogni giovane ha una sua speranza, una sua ambizione, un suo desiderio, che sia facilmente realizzabile o meno, non bisognerebbe mai smettere di sperare, nonostante le difficoltà e gli ostacoli, che sono solo una parte della “strada” che si percorre al fine di arrivare al traguardo: la realizzazione del proprio obiettivo.

Buon anno a tutti!


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