Botros 5 - Un libro sulla scuola

Botros 5 - Un libro sulla scuola

Giovanna Moscato (https://t.me/BotrosGiornale) [Art. 2 ottobre 2022]
I tuoi libri son le tue armi,
la tua classe è la tua squadra,
il campo di battaglia è la terra intera,
e la vittoria è la civiltà umana
.
"Cuore", Edmondo de Amicis

La scuola è l’agenzia educativa per eccellenza è il luogo in cui i docenti come demiurghi plasmano, modellano le giovani generazioni, fornendo loro la chiave di interpretazione della realtà.

La scuola è intesa non più come luogo in cui si trasmettono aridi saperi, ma è la sede in cui si formano le coscienza civiche e sociali oltre che le competenze dei giovani del futuro. E’ a scuola che si impara a relazionarsi con i coetanei e con gli adulti, nella condivisione di norme di comportamento che sono alla base del vivere civile.

Ogni docente rappresenta, o meglio deve rappresentare, un punto di riferimento, un modello di comportamento a cui guardare nella formazione della propria personalità. Ogni alunno è chiamato ad acquisire non semplici conoscenze o contenuti ma competenze che si sostanziano nel sapere di sapere, nella consapevolezza di saper usare tutti gli strumenti necessari per decodificare la realtà. 

Ma la scuola è anche il luogo della spensieratezza, in cui si scopre la voglia di stare insieme, e si arriva a comprendere che la cultura è un mezzo per affermare la propria libertà, perché l’ignoranza rende schiavi. Quando poi a distanza di anni si guarda alla propria esperienza scolastica, i toni diventano nostalgici, e il ricordo struggente dei compagni di classe si riveste di rimpianto

Un libro che ho letto proprio a scuola da bambina e che parla di scuola intesa come sistema di valori è l’intramontabile libro “Cuore” di Edmondo De Amiciis, può sembrare anacronistico per i temi che affronta, temi lontani dal mondo odierno, ma i valori che il testo trasmette sono universali, quali l’amore per la famiglia e per la patria, l’affetto per gli amici.

L’autore ha vissuto pienamente gli anni del Risorgimento, quelli in cui il popolo italiano ha lottato per l’indipendenza dallo straniero che lo opprimeva rendendolo schiavo. Tutto il popolo credeva in un’identità nazionale che doveva essere supportata dalla costituzione di uno Stato nazionale. Il romanzo rende testimonianza ad un’epoca ormai passata, ci permette di capire come vivevano le persone che appartenevano a ceti sociali di estrema povertà.

La forma letteraria è quella del diario scritto da uno studente che narra in prima persona gli eventi che caratterizzano il tempo scolastico.

Ci troviamo a Torino nell’anno scolastico tra il 1881 e il 1882. Il protagonista Enrico Bottini racconta le vicende vissute da lui e dai suoi compagni della terza elementare, mese dopo mese per l’intero anno scolastico che va da ottobre a luglio.

A queste vicende si aggiungono quelli noti come i “racconti mensili”, quei racconti cioè che ogni mese il maestro racconta agli studenti e che hanno per protagonisti studenti italiani provenienti da varie regioni d’Italia, è in questa modalità che si narrano vicende legate all’immigrazione di uomini e donne giunti a Torino per trovare lavoro,ci sono proletari, operai, emigrati, piccolo borghesi, ricchi...

Tutti questi personaggi hanno caratteristiche molto stereotipate, cioè non hanno una vera connotazione psicologica, ma si muovono secondo la classe sociale che rappresentano e anche secondo una precisa connotazione morale: c'è il buono, il cattivo, il superbo...

Questi racconti hanno una funzione molto importante all’interno del romanzo perché il maestro cerca, attraverso i racconti esemplari di ragazzi  con cui i suoi alunni possono facilmente identificarsi, di istruire i suoi studenti secondo quelli che sono gli ideali del suo tempo.

Tra i tanti personaggi che si avvicendano nella narrazione si ricordano Garrone, un bambino alto e robusto, figlio di un ferroviere. Garrone è un bambino buono e generoso pronto a difendere gli altri dai soprusi subiti. Nel corso dell’anno vive il grande dolore dovuto alla perdita della madre.Poi ci sono Derossi e Franti, il primo appartiene ad una famiglia benestante, mentre il secondo proviene da una famiglia molto povera e si distungue per il suo carattere violento che determinerà la sua cacciata da scuola. Centrale è la figura di due maestri: la signorina della Penna Rossa, dolce e gentile con i suoi alunni, e il maestro Perboni che vive da solo e considera i suoi alunni come una seconda famiglia.

Sono tante e commoventi le storie che vengono narrate dal maestro.

Come dimenticare La piccola vedetta lombarda, la storia di un ragazzo che durante i moti insurrezionali spia le mosse del nemico dall’alto di un albero, finché una pallottola lo colpisce e lo lascia esanime sul terreno .

O ancora Il piccolo scrivano fiorentino, in questo racconto un bambino si affatica la notte a copiare delle carte per il padre, il quale ignora il sacrificio del figlio e lo rimprovera duramente. Fino alla notte in cui, risvegliandosi casualmente, lo trova intento a scrivere al posto suo. Commosso, lo abbraccia chiedendogli perdono per i rimproveri immeritati e lo manda a dormire.

Dagli Appennini alle Ande è la storia di un bambino che da Genova si imbarca per l'Argentina in cerca della madre emigrata per lavoro. Dopo una lunga peregrinazione il piccolo trova la madre gravemente malata. La donna quando scopre che il figlio l'ha raggiunta decide di sottoporsi a un intervento chirurgico e si salva.

Ogni storia narrata ha una morale, una funzione didascalica che serve a fornire alle giovani generazioni un esempio da emulare, in ogni eroe si individua una virtù su cui si deve fondare la patria che sta per nascere.

E’ trascorso più di un secolo da quando il libro ha visto la luce, eppure continua a suscitare interesse e commozione in chi lo legge, questo dimostra che alcuni valori sono universali, non tramontano mai, anche merito di uno scrittore come De Amicis che racconta con chiarezza espositiva e con un uso sapiente della parola avvenimenti e situazioni che toccano le corde dell’anima.

E’ questo il senso della scrittura: cristallizzare un attimo per l’eternità.

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