Botros 4 - Il lavoro per la psiche

Botros 4 - Il lavoro per la psiche

Caterina Scavo (https://t.me/BotrosGiornale) [Art. 4 settembre 2022]

Il lavoro per la psiche:

Il macro-argomento “lavoro” in psicologia clinica si sviluppa principalmente su due poli:

1. la soddisfazione lavorativa, che ne rappresenta il polo positivo
2. il disagio lavorativo, che ne rappresenta il polo negativo, psicopatologico.

I rischi psicosociali nell’ambiente di lavoro derivano nella maggior parte dei casi da inadeguate modalità di progettazione, organizzazione e gestione del lavoro e da un contesto lavorativo socialmente mediocre; è importante porre attenzione su questi rischi perché possono avere serie conseguenze psicologiche, fisiche e sociali, come stress, “esaurimento nervoso”, ipertensione arteriosa, attacchi di panico e depressione maggiore.

Alcuni esempi di condizioni di lavoro che comportano rischi psicosociali possono essere:

  • o  carichi di lavoro eccessivi
  • o  richieste contrastanti e mancanza di chiarezza sui ruoli
  • o  scarso coinvolgimento nei processi decisionali che riguardano i lavoratori
  • o  gestione inadeguata dei cambiamenti organizzativi, precarietà del lavoro
  • o  comunicazione inefficace, mancanza di sostegno da parte dei colleghi o dei superiori
  • o  molestie psicologiche e sessuali, violenza da parte di terzi.

 Lo stress “lavoro-correlato” rappresenta una delle sfide principali con cui è necessario confrontarsi nel campo della salute e sicurezza sul lavoro, in quanto ha pesanti ripercussioni sul benessere delle singole persone e delle aziende in generale; è un tipo di stress che causa basso rendimento, perdite economiche, apatia (stato di disinteresse generale), abulia (inerzia, mancanza di volontà), insorgenza di fobie e paranoie insolite per il soggetto, stanchezza cronica e, nei casi più gravi, pensieri suicidari.

Nei vari settori del lavoro, la consapevolezza che frequenti esperienze di stress incidano negativamente non solo sulla salute di un determinato soggetto, ma sull’intero gruppo sociale che lo circonda, è in continua crescita e una maggiore sensibilità sull’argomento ha portato a rendere obbligatoria per le aziende la valutazione del rischio stress “lavoro-correlato” (D.Lgs. 81 del 9 aprile 2008).

Immaginate di guidare una macchina che ha delle ruote deteriorate, sgonfie, bucate, che hanno fatto troppi chilometri per continuare a girare… ecco, così si sente un individuo che sta sperimentando le conseguenze del “burnout”.

Parliamo di una sindrome specifica dello stress lavorativo che, negli anni, ha causato tante diagnosi sbagliate: il termine si traduce letteralmente in “bruciato” ed indica un processo “stressogeno” progressivo che, nella prima fase, comporta una perdita di motivazione nello svolgere mansioni o nel portare a termine determinati obbiettivi, causando un lento logoramento psicofisico dovuto alla mancanza di energie e all’incapacità di smaltire il carico di stress accumulato nel tempo.

I sintomi più comuni sono:

  • Resistenza a recarsi al lavoro, stanchezza cronica
  • Isolamento e demotivazione
  • Conflitti con gli amici e i parenti
  • Possibile abuso delle sigarette, dell’alcool o abuso di farmaci
  • Mal di testa, alla schiena o dolori gastro-intestinali
  • Vertigini, dolori al petto, inappetenza
  • Rabbia e nervosismo
  • Frustrazione e depressione, depersonalizzazione
  • Apatia e assenza di emozioni, umore tendente al depresso
  • Tensione e ansia

Questi sintomi non sono assolutamente da sottovalutare o ignorare; alcuni, come l’ipertensione arteriosa, l’abuso di sostanze, la costante rabbia ed il nervosismo e l’umore tendente al depresso possono tutti evolversi in gravi condizioni psicosomatiche e organiche.

Non a caso chi “convive” con forti stati di pressione psicologica ha molte probabilità di soffrire di problemi cardiocircolatori (tra i più frequenti l’infarto del miocardio e l’ictus cerebrale), ma anche problemi digestivi (Gastrite nervosa, ulcere gastriche), disfunzioni alla tiroide, problemi alla vista e disturbi della memoria.


Ma esattamente, cosa scatena in noi l’insorgere di questa sindrome così frequente?

Il sistema del nostro organismo che gestisce lo stress è l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, che quando rileva informazioni di un pericolo innesca una cascata di risposte ormonali che termina con il rilascio di glucocorticoidi per mezzo delle ghiandole surrenali: sono loro a modulare il metabolismo, la risposta immunitaria ed il cervello, che risponderà nel modo più adattivo possibile allo stimolo stressogeno.

La contraddizione interna di questo sistema consiste nella differenza tra gli effetti a breve e lungo termine dei glucocorticoidi, che quando secreti in modo transitorio, aiutano la sopravvivenza poiché mobilizzano l’energia e potenziano l’attività immunitaria, ma l’esposizione elevata ai glucocorticoidi ha effetti negativi sui neuroni dell’ippocampo; per rendere l’idea, ne spezza i collegamenti provocandone la morte, aumentando il rischio di insorgenza di malattie neurodegenerative (Malattia di Alzheimer, Morbo di Parkinson…) e compromettendo il sistema di controllo dello stress dell’asse stesso.  

Una volta presa coscienza del problema, la psicoterapia potrà aiutare a trattare il burnout con un lavoro su sé stessi: è importante capire quali sono le cause che hanno portato al crollo nervoso, se sono stati dei pensieri precisi, determinate situazioni, il rimuginio, la mole di lavoro o gli orari, così da per poterli modificare. Il professionista che ha in carico questi pazienti, deve valutare anche la possibilità di integrare la psicoterapia con cure farmacologiche, prescrivendo farmaci specifici per lo stress, l’ansia e l’umore depresso, qualora lo ritenga.

Certo è che nell’esaurimento nervoso da lavoro deve essere anche l’azienda a partecipare nella cura e prevenzione, per questo come già citato sopra, dal 2011 è obbligatorio per le aziende realizzare periodicamente una valutazione di rischio da stress correlato, per prevenire delle possibili cause di burnout.

 «Sono esausto, non ce la faccio più. Mi stressa già solo il fatto che mi chiedano come sto».

Gentile lettore, hai mai provato questa terribile sensazione?

Se nella lettura hai riconosciuto uno o più sintomi riconducibili alla sindrome da stress da lavoro, non sottovalutare ciò che provi e contatta il centro psicologico più vicino a te: la salute mentale è parte integrante della salute e del benessere dell’individuo ed è importante prendersene cura. 

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