Botros 3 - Cosa dice la psicologia delle Vacanze? 

Botros 3 - Cosa dice la psicologia delle Vacanze? 

Caterina Scavo (https://t.me/BotrosGiornale) [Art. 7 agosto 2022]

Quanto fa bene la vacanza alla nostra psiche?

 Quante volte avete sentito dire che la miglior medicina è viaggiare?

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che in realtà è vero, la “vacanza” fa bene non solo al fisico, ma anche alla nostra mente.

Uno degli effetti più interessanti, per chi conduce una vita routinaria, è che la vacanza stimola la creatività: il nostro cervello è “bombardato” quotidianamente in modo inconsapevole (e consapevole) da centinaia di migliaia di informazioni.

Davanti a tante informazioni è normale che il cervello si saturi e perda la capacità di lavorare al meglio, pertanto, le vacanze ci permettono di staccare dal mondo e lasciare che una parte del nostro cervello divaghi. Il nostro “cervello destro”, incaricato di collegare idee apparentemente distanti tra loro e facilitarci l’intuizione, è proprio il luogo di nascita della creatività, ma non solo: la ricerca ha confermato che le persone più creative sono quelle nelle quali la rete neurale di default (quella rete neurale che si attiva quando la persona non è concentrata su un compito in particolare, quando è a riposo) rimane più attiva.


Le vacanze poi, sono il miglior antidoto allo stress.
Quando ci sentiamo “stressati” e percepiamo che l’ambiente che ci circonda non è sicuro, il nostro organismo inizia a rilasciare grandi quantità di cortisolo e adrenalina, degli ormoni che a lungo andare provocano una risposta infiammatoria importante che termina per causare malattie neurologiche croniche.

Prendersi una vacanza per allontanarsi dallo stress della routine quotidiana ci aiuta a rilassarci, riduce l’ansia ma permette anche all’organismo di riparare i danni e rigenerarsi. Infatti, non dobbiamo dimenticare che lo stress a lungo termine causa apoptosi neurale; i neuroni perdono i collegamenti che li tengono uniti fra di loro causando la morte della cellula e l’interruzione della via neurale.

Le persone che non vanno in vacanza regolarmente tendono a mostrare livelli di ansia e depressione tre volte maggiori rispetto a coloro che riescono a staccare di tanto in tanto e secondo i ricercatori, due settimane di vacanza sarebbero sufficienti per rilassarsi e sentirsi molto più felici, perché durante questo periodo la quantità di endorfine rilasciate dal nostro corpo sarebbero sufficienti a contrastare gli effetti nocivi degli ormoni dello stress.

Un altro dato interessante è quello relativo alla produttività, che non vuol dire necessariamente passare molto tempo lavorando, ma utilizzare quel tempo al massimo. È stato riscontrato che le imprese più produttive, e anche quelle nelle quali i lavoratori si ammalano meno, sono quelle in cui i dipendenti possono prendersi più giorni di vacanza. Infatti, la maggior parte delle persone riferiscono di sentirsi più soddisfatte del proprio lavoro quando hanno la possibilità di andare in vacanza con una certa regolarità.

Secondo il parere degli esperti, rinunciare alle vacanze nuocerebbe gravemente alla salute. Chi non va in ferie si esporrebbe a tutta una serie di problemi psicofisici, tra cui ansia, stress e aumento della pressione sanguigna, che sappiamo impattare in modo molto notevole sulla qualità di vita delle persone.

Nuffield Health, la maggiore onlus sanitaria del Regno Unito, ha condotto nel 2012 una ricerca insieme al tour operator Kuoni; l'indagine ha mostrato che le persone nel gruppo di ricerca che restavano a lavoro avevano una pressione sanguigna più alta, valori elevati di stress e una pessima qualità del sonno, mentre chi era andato in vacanza presentava numerosi benefici a livello psicofisico.

Recentemente, la ricerca ha dimostrato anche che la sola prospettiva della propria vacanza e di pianificarla è già di per sé piacevole: pensare al luogo in cui andremo, ai posti che visiteremo, a ciò che faremo ci permette di anticipare il piacere dell’esperienza stessa, cominciando già a sentirci bene; pensiamo ad esempio a tutti i piccoli gesti con i quali, giorno dopo giorno, mettiamo insieme i pezzi del nostro viaggio, dalla scelta della meta alla pianificazione dell’itinerario, all’acquisto dei biglietti, fino alla frenesia della partenza vera e propria.

In questo senso il viaggio è anche un’opportunità per migliorare la nostra capacità di problem solving, ed è un’incredibile palestra per il cervello, il quale è indotto ad adattarsi rapidamente alla lingua e ai costumi del Paese che visitiamo, stimolando come detto prima il pensiero creativo.

Nel 2010 (studio pubblicato su Applied Research in Quality of Life), infatti, un gruppo di ricercatori olandesi ha provato a misurare l’effetto che le vacanze hanno sull’umore e sulle emozioni e in particolare sulla felicità. Questi ricercatori hanno dimostrato che i livelli di felicità nelle persone aumentano già nel momento in cui si pianifica una vacanza e addirittura possono avere degli effetti positivi già due mesi prima della partenza.

Ancora più interessante, per noi cittadini botricellesi, è che gli studi hanno dimostrato addirittura che ci sarebbero differenti benefici in base alla meta della vacanza.

Avete già avuto l’illuminazione?

Ebbene sì, “la vacanza al mare” sembrerebbe avere benefici maggiori rispetto ad altre mete, come riscontrato da diversi psicologi delle università del Minnesota e di Stanford.

Una delle conclusioni a cui sono giunti è che il senso di immensità che proietta il mare provoca uno stato particolare di stupore nella nostra psiche, una sensazione di benessere che stimola cambiamenti positivi nei nostri schemi mentali ed è capace di “rilassare” la zona prefrontale del nostro cervello, ed è così che la creatività e la fantasia riescono a fluire in modo più libero. Questo ci permette di lasciare da parte le nostre preoccupazioni, l’endorfina viene rilasciata, si abbassano i livelli di ansia e di stress e aumenta la qualità di vita.

 Una scusa in più per scegliere il nostro paese per le vacanze estive…


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