Botros 3 - Quando sono nate le vacanze

Botros 3 - Quando sono nate le vacanze

Angelins (https://t.me/BotrosGiornale) [Art. 7 agosto 2022]

Il miraggio dell’estate

Tutti aspettiamo con ansia l’estate, la stagione più bella che, oltre a regalare giornate di caldo e di sole, porta il tempo del riposo, del divertimento, della possibilità di dedicarsi ai propri hobby: in una parola libertà di vivere piacevolmente le proprie giornate.

Per tutto l’inverno ci si prepara a questo evento materialmente e mentalmente, con l’ansia di arrivare presto a godere pienamente di momenti di relax.

Il sogno della vacanza si allarga sempre più e anche viaggi nei posti più lontani, le crociere, i lidi più ambiti cominciano ad essere considerati alla portata di tutti.

Si risparmia l’inverno per regalarsi la vacanza.

Una volta la vacanza estiva era roba da ricchi, che avevano la possibilità di viaggiare, di pagarsi le vacanze in alberghi o di farsi costruire villette al mare, in montagna e sui laghi.

Nel tempo, la vacanza al mare, anche di soli pochi giorni, si diffuse in quasi tutte le famiglie di tutti i ceti (i poverissimi rimasero e forse rimangono ancora al caldo senza la possibilità di spostarsi in luoghi più freschi e salubri).

La vacanza al mare era la preferita perché i medici la consigliavano molto spesso per i benefici salutari prodotti dalle acque marine e dal sole.

Le persone meno abbienti, per veder il mare, dovevano arrivarci a piedi; chi possedeva cavalli e carretti, e più tardi un’automobile, risultava privilegiato, perché poteva raggiungere la spiaggia più vicina, per trascorrere una giornata sotto il sole.

Nessuno voleva più rinunciare al periodo di ferie: le spiagge soprattutto cominciarono ad essere affollate: le montagne e i laghi, i paesi esotici per lungo tempo rimasero un sogno per le persone normali

Anche il costume da bagno aveva un suo posto particolare nella stagione estiva e naturalmente la sua foggia, dipendeva, oltre che dalle regole morali vigenti, dal portafoglio.

Oggi, per fortuna, la vacanza è un diritto riconosciuto a tutti.
Per arrivare a questo punto, però, son dovuti trascorrere anni ed anni.

Ma chi riconobbe per primo questo diritto che sembrava appartenere solo ai ricchi e ai nobili?

I primi a riconoscere questo diritto ai loro impiegati furono le banche inglesi, ma ben presto questo riconoscimento si diffuse in altri numerosi paesi.

Nel 1936 la Francia decise che un periodo di ferie pagate spettava a tutti i lavoratori: era una grande conquista, tanto che il primo segretario del tempo libero, sempre francese, proclamò il 1938 Anno della Felicità.

Durante il regime fascista, la Carta del Lavoro (1927) riconobbe ai lavoratori il diritto ad un periodo di ferie retribuite dopo almeno un anno di lavoro continuato.

Tramite associazioni dopolavoristiche, venne facilitata a tutti la possibilità di godere di un breve periodo di ferie (brevi viaggi detti gite fuori città) a prezzi modici.

Il boom economico del dopoguerra fece scoppiare anche il boom della vacanza, perché si cominciò a godere di un minimo di benessere, che permise alla maggioranza di concepire e vivere un periodo di riposo.

I padroni delle fabbriche di solito davano ai lavoratori un regalo in denaro o in cibi (a fera d’agustu si fa ancora da noi, in alcune famiglie) per aiutarli godere delle ferie estive e i lavoratori, per evitare che i datori di lavoro dimenticassero di tener fede a questa usanza, ponevano un enorme e visibile ramo d’albero sulla parte più alta della fabbrica con borse appese (indicava l’albero della cuccagna per loro).

Le ferie e il Ferragosto

Tuttavia l’idea della vacanza nacque molto tempo prima, in tempi così lontani da destare in noi meraviglia e da far risultare pionieri di modernità popoli molto lontani nel tempo.

Per scoprire la nascita dell’idea della vacanza, bisogna risalire all’antichità, al tempo dell’imperatore Ottaviano Augusto,il quale nel 18 a.C., stabilì che il mese di agosto fosse riservato al riposo, all’astensione dal lavoro.

Il vocabolo Augusto deriva dalla Grande Madre Atargatis, ovvero la più grande dea, detta l’Augusta, che veniva rappresentata con una torre per corona e si innalzava su due leoni.

In epoca romana la vita ruotava intorno all’agricoltura e di conseguenza intorno ai lavori nei campi, che nel mese di luglio si concludevano con il raccolto.

In autunno poi, con i lavori di semina, i contadini riprendevano a lavorare a pieno ritmo.

Proprio per consentire ai contadini (la maggioranza della popolazione) di tornare all’opera con forze rigenerate e di conseguenza più produttive, Augusto volle riservare il mese di agosto per il riposo e per le feste religiose e ricreative.

Nel mese di agosto si svolgevano, infatti, numerosissimi festeggiamenti detti Augustali, in cui si celebravano i raccolti e tantissimi Dei tra cui Diana e la Grande Madre Atargatis.

La festa più importante si celebrava il 13 agosto in onore della Dea Diana, protettrice delle fasi della luna, della maternità e del legno.

Nell’occasione, Augusto regalava olio e grano soprattutto ai poveri, perché godessero senza preoccupazioni il riposo.

Dal 1° agosto, per volontà di Augusto iniziavano, quindi, le “feriae Augusti”, che corrispondono al nostro Ferragosto, e che comprendevano l’intero mese di agosto.

Anche allora, naturalmente si registravano grandi differenze tra ferie pleblee o ferie dei patrizi: questi ultimi sceglievano ville stupende (Ville Suburbane) luoghi bellissimi per il loro riposo in località lontane da Roma (Napoli,Ercolano,Stabia, Pompei …) lussuose terme. Le feriae Augusti prevedevano spettacoli, banchetti, danze, sacrifici nei templi: manifestazioni grandiose, che non avevano niente da invidiare a quelle attuali.

Anche da noi, attualmente, tutto il mese di agosto, è considerato tempo di sospensione del lavoro non solo agricolo ma del lavoro di ogni tipo e in ogni campo: chiudono negozi, ditte, ambulatori, studi medici e così via.

Le cosiddette ferie vengono di solito spalmate nei giorni di agosto, per consentire a tutti il giusto riposo senza dover completamente chiudere le fabbriche, ad esempio, o i tribunali.

La vacanza, finalmente, è considerata tempo utile per la rigenerazione della mente e del corpo. E’ nel periodo del tempo libero che si riflette sulla propria vita e sul proprio lavoro e spesso, durante le vacanza nascono nuove idee, si recuperano serenità e vigore, per tornare al lavoro con maggiore volontà e passione.

La festa di Ferragosto rimane importante riconosci mento di uno dei diritti del lavoratore, grazie all’ingegno di Ottaviano Augusto.

Il 15 agosto il nostro FERRAGOSTO

Con l’avvento del Cristianesimo le feste pagane furono progressivamente eliminate e gli Dei anche se con molta resistenza, furono abbandonati.

Al loro posto si iniziò a festeggiare, come si faceva da tempo in Oriente, la Dormitio Virginis con la sua assunzione in cielo.

Solo durante il Rinascimento la Dormitio (sonno di Maria non morte) diventò festa obbligatoria e in seguito, l’Assunzione fu dichiarata Dogma da Papa Pacelli Pio XII (1 Novembre 1950.

Anche oggi, come ai tempi dei romani, significato religioso e civile si intrecciano.

Il nostro Ferragosto affonda, quindi, le radici, in epoca antichissima: non è una invenzione moderna.

Approfondimento

https://www.raicultura.it/storia/articoli/2019/01/Gli-italiani-e-le-vacanze-87f59b98-2ce2-42e9-9cbc-5c6328935369.html


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