Botros 3 -  Libro in vacanza

Botros 3 -  Libro in vacanza

Giovanna Moscato (https://t.me/BotrosGiornale) [Art. 7 agosto 2022]

Il clima vacanziero è quello che caratterizza lo sfondo dei romanzi del compianto scrittore siciliano Andrea Camilleri,

il quale ha fatto della piccola città di Vigata lo scenario entro il quale si dipanano le vicende del Commissario Montalbano. Vigata è una cittadina siciliana che si affaccia sul mare e il mare con le sue onde e le sue intemperanze esercita sui personaggi e sul lettore un fascino ancestrale.

Vigata è il luogo del cuore, ma è anche il luogo in cui avvengono strani omicidi e fatti di sangue su cui indaga Montalbano nella sua stazione di polizia.  Il commissario è un uomo di grande intuito e umanità, testardo e schietto, a volte un po’ sopra le righe soprattutto nei confronti del potere costituito che lo vuole ingessare in atteggiamenti stereotipati. Da sempre innamorato di Livia, il commissario vive con lei una storia d’amore a distanza, infatti Livia lavora in Liguria e di tanto in tanto lo raggiunge a Vigata.

Salvo ama la cucina siciliana in un modo assoluto, durante i pranzi che egli consuma,la descrizione che ne viene fatta dall’autore è talmente realistica che sembra quasi di avvertirne il sapore e l’odore.


A volte ho come un’impressione, che nasce dai romanzi che ho letto nel corso della mia vita, che gli autori del Sud del mondo siano quelli che maggiormente si soffermano nella descrizione dei cibi e su di essi o intorno ad essi delineano quasi un’ode, un inno al sapore.

Montalbano è affiancato dall’Ispettore Fazio e dal vice Mimì Augello, suo amico di sempre, uomo affascinante e, nei primi romanzi, don Giovanni incallito. Ma il personaggio che si caratterizza per la sua unicità è l’agente Catarella, che anche nel romanzo si esprime in un italiano storpiato dal dialetto siciliano.

Ed è proprio il dialetto siciliano l’altro protagonista dei romanzi di Camilleri, l’italiano è farcito di vocaboli siculi, ed è però possibile per il lettore italiano comprendere l’area semantica cui appartiene un determinato vocabolo, così come il contesto nel quale viene usato il termine dà la possibilità di comprenderne il significato.

L’ironia è lo strumento attraverso il quale l’autore guarda in modo distaccato ma non troppo ai personaggi e alle storie che racconta, un’ironia accompagnata da una giusta dose di umorismo che rende la narrazione piacevole e a tratti divertente pur trattando temi seri quali ad esempio la mafia, come accade in uno dei primi romanzi  del ciclo del commissario Montalbano: “Il cane di terracotta”.

Tutto il romanzo ruota intorno ad una misteriosa caverna che custodisce un segreto del passato. Montalbano, nonostante il suo ruolo di custode della giustizia, è amico di Gegè, un protettore di prostitute ma amico di infanzia di Salvo. Gegè e Salvo si incontrano in un luogo che conoscono solo loro due dai tempi della loro infanzia.

E qui Gegè gli comunica che il mafioso Tanu vuole consegnarsi alla polizia perché non vuole più far parte di un mondo che non gli appartiene più ma vuole che venga arrestato con un grande colpo di teatro. I mafiosi però non ci cascano e, durante il trasferimento in carcere, uccidono gli agenti di scorta e feriscono Tano mortalmente. Tano prima di esalare l’ultimo respiro confida a Salvo che c’è un grosso traffico di armi che vengono depositate all’interno di una caverna talmente ben mimetizzata che è difficile da individuare.

Il preside Burgio, ormai in pensione e amico di Montalbano, gli racconta di una storia legata alla caverna appena scoperta. Salvo indagando riesce a trovare nella grotta una finta parete dietro la quale si celano i resti di due persone sorvegliate da un cane di terracotta con accanto una ciotola di monete. Dopo alcune indagini Salvo scopre che si tratta dei corpi di due giovani amanti: Elisa Moscato e Mario Cunich che sono stati uccisi dal padre di lei per gelosia verso la figlia.Gli eventi si sono verificati nei primi anni quaranta, durante la seconda guerra mondiale.

Il commissario, che è un uomo curioso, si fa domande e si tormenta fino a quando non ha delle risposte, cerca di decrittare il mistero dei due corpi e del cane di terracotta . A far luce sulla vicenda lo aiuteranno gli anziani del paese che gli consentiranno di mettere a posto i tasselli di questo mosaico. Documentandosi sui rituali funebri antichi Montalbano scopre delle affinità tra la macabra messa in scena della grotta e il mito della grotta di Efesto. Secondo il mito sette giovani cristiani di Efesto rifiutarono di abiurare alla loro fede e furono condannati a morte. Però successivamente furono lasciati liberi e per evitare un nuovo arresto si nascosero in una grotta.

Scoperti dall’autorità che li stava cercando vennero murati vivi dentro la grotta. I sette giovani si addormentarono in attesa della morte, invece miracolosamente sopravvissero per 200 anni fino a quando non vennero trovati da dei pastori. Il cane, rappresenta un moderno Cerbero, il custode dell’ultimo viaggio dei due giovani innamorati, e chi ha posto lì quel cane avrebbe voluto per loro una futura rinascita. Si tratta di Lillo, cugino di Lisetta che ha assistito suo malgrado all’uccisione dei due innamorati da parte di un sicario inviato dal padre di lei e per pietà nei loro confronti li ha deposti nella caverna con il cane di terracotta a fare da custode.

Amore e morte, Eros e Thanatos, sono i due temi della mitologia classica che si intrecciano e commuovono. Anche Montalbano, un uomo apparentemente ruvido, si lascia coinvolgere da una vicenda lontana nel tempo ma pur sempre triste e affascinante. 

La grandezza dell’autore consiste nell’essere riuscito a creare una storia nella storia in un passaggio continuo tra passato e presente, in un eterno intreccio di temi e sentimenti universali.

 

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