Botros 22 - I ragazzi e la comunicazione

Botros 22 - I ragazzi e la comunicazione

Francesco Viscomi (https://t.me/francesco_vis) [Art. 6 Marzo 2024]

La comunicazione è un aspetto di radicale importanza per la specie umana, ma come comunicano i ragazzi del XXI secolo?


Se la rivoluzione digitale ha comportato un cambiamento non indifferente nei modi di comunicare di tutti, ha invece plasmato quelli dei giovani (soprattutto della generazione Z) nati e cresciuti durante l’avvento dei social, della tecnologia e, in generale, dei nuovi modi di comunicare.

È da sottolineare però che i nuovi mezzi di comunicazione non hanno totalmente rimpiazzato i modi di comunicare “tradizionali”.


Questi ultimi, infatti, sono sicuramente ancora utilizzati e, a mio parere, non in pericolo di estinzione. Lo scambio di parole faccia a faccia o la stretta di mano, per fare degli esempi, sono ancora utilizzati (e non poco).

I social network rappresentano per gli adolescenti un ulteriore metodo per comunicare con il mondo, per restare connessi e relazionarsi con altre persone.


Essi offrono diverse possibilità: mantenere un contatto stretto con amici o familiari in caso di necessità, per organizzare un’uscita ecc. o conoscere nuove persone con cui si condivide qualche interesse sono solo alcune di queste.


I social prediletti dai ragazzi sono:

  • Instagram, lanciato nel 2010 e attualmente di proprietà di Meta Inc., utilizzatissimo dai giovani, permette di condividere contenuti multimediali attraverso post, storie, reel (video di breve durata) e dirette, e di comunicare attraverso i DM con altri utenti (direct messages)
  • YouTube (non a scopo comunicativo), lanciato nel 2005 e attualmente di proprietà di Google LLC, permette di fruire di video, post e dirette di vario genere
  •  TikTok (poco a scopo comunicativo), lanciato nel 2016 e attualmente di proprietà di ByteDance, viene usato principalmente per guardare video di breve durata, post e dirette, ma anche per comunicare attraverso una sezione dedicata ai messaggi
  • Discord, lanciato nel 2015 e attualmente di proprietà di Discord Inc., permette di comunicare con chat private o attraverso server (gruppi) che possono ospitare chat scritte e/o vocali
  • WhatsApp, lanciato nel 2009 e attualmente di proprietà di Meta Inc., principale app di messaggistica, permette di comunicare con chat private o gruppi, di leggere post in canali di vario genere e di pubblicare “stati”

Una degenerazione dovuta alla crescente diffusione dei social e di Internet è il fenomeno degli “hikikomori”, nato in Giappone e arrivato anche in Italia.

La parola giapponese significa letteralmente “staccarsi”, “stare in disparte”. In Italia, secondo stime ufficiali gli hikikomori sono circa centomila.

Essi sono prevalentemente adolescenti, che vivono in uno stato di isolamento quasi totale o totale, e che passano le loro ore chiusi in casa o in camera (escono raramente o mai) a navigare su internet, giocare ai videogiochi, leggere manga (fumetti tipici del Giappone) o guardare film.

Sappiamo dunque che i modi di comunicare (per ragazzi e non) sono cambiati, anche se non del tutto. Questo ha degli aspetti sia positivi sia negativi. Da un lato possiamo affermare che i social e Internet offrono enormi possibilità e sono uno strumento potentissimo e utile a rendere più facile la comunicazione; dall’altro bisogna essere coscienti del fatto che un loro uso eccessivo può portare a conseguenze negative.


La comunicazione, per giovani e per adulti, non può mancare. Che si comunichi attraverso uno schermo o dal vivo, che lo si faccia con un ragazzo o con un anziano, non si può vivere senza comunicare, è poco ma sicuro.

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