Botros 22 - Comunicazione: primordiale esigenza

Botros 22 - Comunicazione: primordiale esigenza

Angelins (https://t.me/BotrosGiornale) [Art. 6 Marzo 2024

Breve storia

Fin dalla sua comparsa sulla terra, l’uomo ha sentito l’esigenza di comunicare, di esprimersi, di farsi comprendere.

Probabilmente, in un primo momento ha tentato di comunicare con gli animali, imitando ed articolando suoni incomprensibili, accompagnandoli con gesti, per rendere più chiaro il suo muto dire, che articolato in modo diverso assumeva significati vari, come è dimostrato, dal linguaggio dei sordomuti.

D’altra parte, anche oggi, pur usando la voce, esprimendo concetti, cantando, si continua ad accompagnare il tutto con gesti eloquenti.

Nella preistoria era necessario comunicare per poter lavorare, vivere insieme, concordare come andare a caccia e così via.
Così i primitivi, per rafforzare la capacità di comprendersi tra di loro, cominciarono a tracciare segni sul terreno, poi sulle pareti delle caverne, e pensarono di sfruttare mezzi naturali come segnali di fumo, conchiglie e corni di animali, per trasmettere messaggi.

Ad un certo punto l’uomo ha avvertito l’esigenza di trovare un modo che lo aiutasse a non dimenticare procedimenti acquisiti con l’esperienza, e a numerare oggetti anche durante i primi scambi commerciali. 


Il periodo preistorico (da 50.000 a 10.000 anni a.C.) ci ha lasciato numerose testimonianze di comunicazione del genere (graffiti e pitture rupestri) realizzate con strumenti come cortecce o utensili di osso.

Da alcuni studiosi graffiti e ideogrammi sono definiti gli antenati dei medium, perché erano dei veri e propri mezzi - i più antichi - per trasmettere conoscenze e per conservarle come memoria nel tempo.

Prima della scoperta della scrittura, i nostri antenati utilizzavano quelli che noi definiamo ‘ideogrammi’, ovvero dei segni convenzionali, che servivano a comunicare qualcosa, un concetto, un sentimento.

Gli ideogrammi, in ogni caso segnarono la fine della fase orale della comunicazione.

Il primo sistema di scrittura con gli ideogrammi fu elaborato in Mesopotamia attorno al 3500 a.C.  Sono stati rinvenuti mattoni su cui appaiono segni convenzionali, con cui evidentemente comunicavano. 


Gli Incas del Perù, usavano un altro sistema, per conservare o diffondere le informazioni: il quipu, una serie di corde di diversa lunghezza, spessore e colore, intrecciate tra di loro ed utilizzate, per conteggiare e fare memoria della produzione di cereali, delle tasse, e di molte altre cose.

Essendo le corde leggere e facilmente trasportabili, il quipu era ideale, per essere spostato o gestito a distanza.


Comunicazione grafica
Nel periodo compreso tra i 12.000 e i 4000 anni a.C. fioriscono la civiltà dei Sumeri e degli Egiziani, ritenuti gli inventori della scrittura, la quale segna una tappa fondamentale nella storia della comunicazione, favorita soprattutto dalla scoperta della pietra, che aiutava ad incidere su vari materiali i primi tentativi di scritti di comunicazione.


Basta pensare ai geroglifici degli egiziani, presso i quali la pietra fu sostituita, quando scoprirono un nuovo “medium”, il papiro
.


Più tardi nel tempo, in luoghi come l’antico Egitto e Babilonia, il geroglifico o il carattere cuneiforme erano usati per indicare non tanto l’oggetto rappresentato, quanto il suono emesso nel pronunciare il nome dell’oggetto.

Attorno alla fine del 1500 a.C. si sviluppò l’alfabeto fenicio, composto da 22 caratteri, ciascuno dei quali rappresentava un suono.


Quando i Fenici (popolo di marinai) cominciarono a commerciare con i Greci dell’Asia Minore, all’alfabeto vennero aggiunte le vocali.

La scrittura cominciò a farsi più complessa.        
Ovviamente accanto ai primi tentativi di scrittura, la comunicazione antica si avvaleva di messaggeri e di piccioni viaggiatori, che trasportavano messaggi.

I piccioni venivano chiamati Postini del cielo ed erano addestrati, per svolgere questo servizio postale rudimentale.
Inoltre i piccioni, dotati dell’istinto che li spinge a ritornare nel luogo dal quale si parte, consentivano di portare al mittente anche la risposta al messaggio trasmesso.
I messaggeri – persone - in un primo momento si spostavano a piedi e più tardi con i cavalli.


Nel Medioevo
L’alfabetizzazione era appannaggio della Chiesa, che organizzava scuole e produceva documenti, che venivano scritti in latino dagli amanuensi, su fogli di pergamena.


I monasteri divennero i centri culturali più importanti.

Solo nel sec. XIII cominciarono ad apparire i primi documenti scritti in volgare, favoriti dall’introduzione della carta, molto meno costosa della pergamena.


Con l’arrivo della più potente delle rivoluzioni tecnologiche - l’invenzione della stampa a caratteri mobili - la possibilità comunicativa e di diffusione della cultura, fece passi da gigante.

L’invenzione dei caratteri tipografici segnò un altro grande passo in avanti: si trattava di tasselli metallici, con in rilievo un carattere.
I caratteri mobili esistevano da secoli in Cina (non più tardi del XII secolo) ed in Corea (XIII secolo), dove i caratteri tipografici vennero realizzati prima in argilla, poi in legno e, molto più tardi, in bronzo. 

Assemblati su di un’intelaiatura, questi caratteri tipografici andavano a comporre le pagine di un libro: non c’era più bisogno di trascrivere oppure incidere intere pagine, ed il costo di riproduzione di ogni libro divenne più economico.


In Occidente la stampa a caratteri mobili in 
metallo, fu inventata dall'orafo tedesco Johannes Gutenberg a Magonza.  

Il primo libro stampato da Gutenberg con la nuova tecnica fu la «Bibbia a 42 linee» (1453-55); il testo utilizzato fu quello della Vulgata, la Bibbia latina tradotta dal greco da san Gerolamo nel V secolo. In tre anni ne furono prodotte 180 copie, 48 delle quali sono arrivate fino a noi.          

James Burke e altri studiosi ritengono che la stampa a caratteri mobili sia stata la più grande trasformazione tecnologico-culturale nella storia dell’Europa, perché ha dato grande impulso alla diffusione della comunicazione e dell’informazione.

L’invenzione della stampa segnò la fine del Medioevo e l’inizio dell’Era moderna.

La stampa favorì il fiorire di altre caratteristiche comunicative: la nascita del volgare accanto al latino, l’introduzione della carta al posto della pergamena e l’adozione dei numeri arabi al posto del sistema numerico romano.


Tutto questo, anche se per molto tempo ancora si continuò ad usare piccioni viaggiatori e messaggeri a cavallo, diede un input importante al fenomeno della comunicazione, che andava diffondendosi sempre più a macchia d’olio.


Giornali vocali: i banditori
Nel Medioevo, dato che pochissimi sapevano leggere, la comunicazione delle informazioni era affidata soprattutto ai banditori, incaricati di gridare agli angoli delle strade, il testo di particolari avvenimenti e regole, e soltanto l’invenzione della stampa a caratteri mobili da parte del tedesco Johann Gutenberg (1450) porterà alla nascita di notiziari, fogli economici e avvisi senza alcuna periodicità, ma stampati ogni volta che si voleva far conoscere qualche notizia importante.





Il primo quotidiano impostato in modo relativamente moderno è nato a Lipsia il primo luglio 1650: era pubblicato da Timotheus Ritzsch e si il quotidiano più antico d'Italia è la Gazzetta di Mantova: il primo numero risale al 1664.


Comunicazione elettrica
Il telegrafo, il telefono e l’elettricità rappresentarono, una rivoluzione nel sistema delle comunicazioni.
I libri, una volta stampati, contribuirono molto alla diffusione culturale e costituirono mezzi di comunicazione facili da utilizzare.

La lettura prese sempre più piede, ma la comunicazione si incrementò molto con l’avvento del telegrafo (800), grazie al quale i messaggi potevano viaggiare anche più velocemente del messaggero.

La comunicazione a distanza non dipendeva più dal mezzo di trasporto utilizzato.
Nel passato, il telegrafo rappresentò una svolta epocale, consentendo la trasmissione di messaggi a distanza, ma l’invenzione del telefono ha aperto la strada ad una comunicazione più rapida e diretta.

Nel 1871 venne inventato il primo telefono da Antonio Meucci, e negli anni seguenti perfezionato da Alexander Graham Bell.

Anche Thomas Edison, al quale dobbiamo tante altre invenzioni tra cui quella della lampadina, contribuì al perfezionamento del telefono grazie all’invenzione dei primi sistemi per la registrazione e riproduzione del suono come il fonografo e il grammofono.

Si passò dal trasporto di una notizia – attraverso i messaggeri, i piccioni - alla trasmissione di un messaggio molto più veloce e comprensibile di quello che potevano assicurare i primordiali segnali di fumo, tamburi battenti e dell’uso di metalli levigati per direzionare i raggi del sole.

Fece la comparsa la radio, che presto divenne un medium di massa.

Grazie agli studi sulle onde hertziane, Guglielmo Marconi e Nikola Tesla riuscirono ad elaborare il sistema di trasmissione senza fili, garantendo la trasmissione di informazioni a grandi distanze.

Negli anni seguenti, la radio ebbe un grande successo diffondendosi in tutto il mondo.
Nacquero nei primi anni Venti le prime grandi emittenti radiofoniche, che offrirono programmi regolari ed aprirono la parta alle comunicazioni internazionali: alla fine del decennio molte famiglie possedevano un apparecchio radiofonico.


Con l’avvento della televisione, il primato della radio come medium di massa perse un po’ del suo smalto. La prima trasmissione televisiva commerciale ebbe luogo in Nord America nel 1939, ma solo dopo la seconda guerra mondiale, la televisione cominciò ad affermarsi come medium di massa.

Il pubblico, che si entusiasmava per la radio o per il cinema negli anni Trenta, negli anni Cinquanta era pronto a passare alla televisione, che divenne prestissimo un mezzo comunicativo molto desiderato.

L’intrattenimento arrivò direttamente, prima nelle case degli americani, poi rapidamente in tutto il mondo.

Gli sviluppi tecnologici successivi, dalla televisione a colori, a quella via cavo e via satellite, hanno definitivamente consacrato la televisione come principale medium di massa.



Lo sviluppo del mezzo televisivo nel tempo:

  • Era digitale


Nel 1939 il Dr. John Vincent Atanasoff e Clifford E. Berry dell'Iowa State University costruiscono l'Atanasoff Berry Computer (conosciuto come ABC), il primo computer digitale totalmente elettronico;

Il computer era considerato una specie di grande calcolatrice per fare i conti molto velocemente.

Questi primi calcolatori erano molto lenti, ed era normale che il risultato del calcolo venisse presentato dopo varie ore, se non giorni, più tardi.
Tra un input e l'altro, inoltre, il computer rimaneva inattivo, proprio come una macchina.

L’evoluzione del computer ha influenzato profondamente tutte le altre tecnologie della comunicazione.
All’inizio sembrava uno strumento riservato alle grandi organizzazioni e amministrazioni, alla ricerca scientifica e ai comandi militari; la rapida espansione della Rete ha invece trasformato il computer in una macchina accessibile a tutti, proprio come un qualsiasi altro elettrodomestico.

Se la stampa ha consentito un uso diverso della memoria, il computer dotato di una vasta capacità di gestione dei dati, si è rivelato presto un aiuto fondamentale in ogni campo.


Oggi il pc è in grado di elaborare in forma digitale il linguaggio di tutti gli altri media, pertanto è diventato il medium per eccellenza del XXI secolo.

In particolare è uno strumento di scrittura, che sta mettendo in ombra l’uso della penna: giornalisti, scrittori, scienziati, ingegneri, poeti e artisti trovano più comodo usare la tastiera del pc o, meglio ancora la digitazione vocale, per produrre relazioni, programmi, ricerche e quant’altro.


Tutto questo ha sicuramente influito sull’evoluzione del giornale come prodotto culturale; quanto al libro, la sua trasformazione elettronica (E-book) e, dunque, la sua ‘compatibilità’ con Internet, ha favorito la diffusione della lettura gratuita online.

La rete internet ha favorito lo sviluppo dei social network, nuove categorie di sistemi di comunicazione in tempo reale, che hanno provocato una vera e propria rivoluzione dal punto di vista delle relazioni sociali.


Con l’avvento del digitale, la comunicazione è diventata immediata e globale, grazie all’utilizzo di internet e dei dispositivi mobili.

Questo cambiamento delle modalità di comunicazione, ha aperto nuovi orizzonti e sfide per il futuro.

Il cambiamento dei cellulari nel tempo:

Il cellulare 
Negli anni Settanta nasce il cellulare, destinato a rivoluzionare la comunicazione, in quanto il telefono diventa un oggetto, che può essere trasporto ed usato ovunque.
Il primo telefonino fu realizzato in America dall’ingegnere Martin Cooper, dell’azienda Motorola, che effettuò la prima chiamata il 3 aprile 1973 da New York.

Il cellulare in questione era grande quanto un citofono, pesava più di 1 kg e si ricaricava in 10 ore, scaricandosi dopo appena mezz’ora di utilizzo.
Il primo telefonino andò in commercio il 6 marzo del 1983!

  • Anni '90: cellulari tascabili
    Con l’arrivo degli anni Novanta, grazie alla solita Motorola e ad altre grandi società, come la Nokia, giunsero sul mercato i primi telefonini dalle dimensioni
    “tascabili”, inclusi i primi esemplari “a conchiglia”, ossia con lo sportelletto apribile.
    I nuovi modelli erano finalmente accessibili a quasi tutte le tasche e avevano parecchie ore di autonomia. Solo che, a differenza dei cellulari di oggi, servivano ancora “soltanto” per telefonare.
    Pian piano, alle telefonate si aggiunsero altre funzioni, a partire dagli sms, i rivoluzionari messaggini rimpiazzati negli ultimi anni dall’avvento di WhatsApp. Il primo in assoluto fu inviato il 3 dicembre 1992 da un PC e il testo era un semplice
     “Merry Christmas”, “Buon Natale”.
    Un mese dopo vi fu invece il primo invio di un sms da telefonino a telefonino.
    Nel corso degli anni Novanta aumentarono quindi i modelli in grado di mandare tali messaggini e dotati di varie utilità come la calcolatrice e la sveglia e di giochi per passare il tempo: divenne celebre il successo di Snake, serpentello che andava guidato sullo schermo.
  • Cellulari smart
    Tra gli anni Novanta e l’inizio dei Duemila c’è stata la diffusione dei primi telefonini in grado di connettersi a internet, peraltro ancora su
     schermi molto piccoli e solo in rari casi a colori e tramite browser con cui era parecchio scomodo interagire.
    Erano comunque state gettate le basi per la nascita dei moderni smartphone, espressione in cui
    smart sta per “intelligente”. I primi vennero prodotti dalla società BlackBerry e con essi si potevano inviare mail e gestire vari programmi attraverso una piccolissima tastiera, molto simile a quella di un PC.
  • La leggendaria rivoluzione di Steve Jobs
    Nel corso del nuovo millennio si sono cominciati a diffondere anche cellulari con fotocamera, radio e lettore mp3 (strumenti elettronici oggi in gran parte sostituiti proprio dai telefonini), e 
    tra il 2005 e il 2006 apparvero i primi apparecchi con connessione Wi-Fi.
    Dopodiché il mondo degli smartphone cambiò per sempre grazie alla rivoluzione intrapresa da Steve Jobs, leader della Apple che nell’estate 2007 lanciò il primo
     iPhonericchissimo di applicazioni e, soprattutto, dotato di un avveniristico schermo “multi-touch”.
    Da quel momento, il touchscreen caratterizzerà praticamente ogni smarthone, così come la possibilità di accedere a una serie infinita di
    “app”, social in primis, da gestire su schermi sempre più grandi, sottili e ad alta risoluzione, in cui godersi anche filmati e videogiochi. (da Focus)


Attualmente gli iPhone sono dispositivi completi, con funzioni e potenzialità molto simili ai computer. 


Nell’epoca attuale si registra un’infinità di strumenti di informazione; i mezzi di comunicazione di massa hanno imposto la loro presenza nella società, trasmettendo e diffondendo, notizie e informazioni relative alla cultura e agli eventi di tutto il mondo.

Allo stesso tempo però, i mezzi di comunicazione di massa, aprono la strada al rischio di diffusione della cattiva informazione e della manipolazione della stessa.

Infatti, sono numerose le strategie per influenzare le idee ed i comportamenti dei destinatari, come spesso accade nella comunicazione politica o pubblicitaria.

I media hanno un forte impatto sul modo di vivere delle persone ed è molto difficile sottrarsi al loro condizionamento.

Inoltre spesso sono usati da persone  sono molto abili nel manipolare la realtà e  nel rendere più affascinanti e coinvolgenti immagini, nonché suoni e spot strabilianti, che catturano la fantasia e la capacità ricettiva degli utenti, che faticano a mantenere un distacco critico.

La continua diffusione di notizie ed immagini false, il proliferare di imbrogli online, gravi episodi di cyberbullismo ed altri misfatti, destano preoccupazione e rendono urgente una regolamentazione severa dell’uso dei social.

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