Botros 20 - Resilienza alla guerra: è un’utopia?

Botros 20 - Resilienza alla guerra: è un’utopia?

Angelins (https://t.me/BotrosGiornale) [Art. 7 Gennaio 2024]

Le guerre ci sono sempre state, perché gli uomini di ogni tempo si sono fatti guidare dall’odio e dalla sete del potere.

Non è mai esistita una guerra buona e una guerra cattiva; la guerra provoca sempre odio, sangue, morti, orfani, vedove, povertà, disperazione.

Una guerra è guerra: è distruzione della pace e della dignità umana.

La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità. (Papa Francesco)

Sorge una domanda speranzosa: ma è mai esistito un Paese che non ha fatto guerre e che è rimasto neutrale?

Sull’argomento esiste una letteratura infinita: si parte sempre con un elenco nutrito di Stati neutrali, che, però,… c’è sempre un però, che motiva l’inquinamento della neutralità dichiarata e sbandierata.


Ma che cos’è la neutralità?

E’ la non adesione a dichiarazioni di guerra ed è la non partecipazione ai combattimenti tra altri Stati.
Sulla neutralità non tutti la pensano allo stesso modo; per alcuni è un modo per costruire pace, per altri è vigliaccheria.

Certo se non si facesse guerra, non ci sarebbe motivo di scegliere tra belligeranza e neutralità.
Consideriamo la Seconda Guerra mondiale per capire i meccanismi, che immettono movimenti palesi o nascosti inquinanti il principio di neutralità.

Documentiamoci per capire qualcosa in più.
Innanzitutto prendiamo visione di alcune mappe, per renderci conto della differenza negli schieramenti dei Paesi tra Prima e Seconda Guerra mondiale.



Non c’è bisogno di sprecare parole: basta guardare le immagini, per dedurre che nella seconda guerra mondiale, rispetto alla prima, è aumentato il numero dei paesi neutrali.

In effetti, durante la seconda guerra mondiale, venti erano i Paesi, che si dichiaravano neutrali, ma solo otto nazioni europee riuscirono a mantenere, non del tutto, questo status per tutta la durata della guerra: IrlandaPortogalloSpagnaAndorraLiechtensteinCittà del VaticanoSan Marino e Svizzera.

Alla luce dei fatti, però,  i paesi elencati  non sono rimasti perfettamente neutrali; hanno parteggiato, come vedremo, per l’uno o l’altro schieramento, secondo gli interessi. 


La Svizzera
, che troviamo tra gli Stati neutrali in ambedue le cartine, viene considerata un po’ il simbolo della neutralità.

In effetti, esempi di neutralità nell'Antico Testamento, nell'antichità greca e romana, nel Medioevo e in epoca moderna si parlava di neutralità (rimanere estranei completamente alla guerra), di non belligeranza (non prendere parte ai combattimenti ma intrattenere rapporti di sostegni esterni).

Tuttavia la Svizzera, a livello mondiale, l'ha praticata di più anche se, come vedremo, non in modo del tutto disinteressato.
In piena Seconda Guerra Mondiale, la Svizzera presenta una posizione di non belligeranza più che di neutralità.


Innanzitutto, si preparò a non essere colta di sorpresa da eventuali attacchi: fortificò ed allargò una linea di difesa già esistente e situata posta sul territorio interno e montano della Svizzera, chiamato Ridotto nazionale.

Fece scavare cunicoli, gallerie e si predispose di far saltare in aria, in caso di bisogno, strade e ponti di collegamento.

Hitler avrebbe voluto invadere la Svizzera, ma poi ci ha ripensato: un po’ perchè la considerava parte integrante del popolo tedesco, un po’ per la sua posizione geografica – la Svizzera era avvantaggiata da una posizione più in alto rispetto alla Germania –

 In realtà la Svizzera faceva comodo come Stato neutrale: esportava munizioni e armamenti, soprattutto in Germania e in Italia e la Banca Centrale Svizzera acquistava oro dal Reich, senza fare domande sulla sua origine, anche se si sapeva fosse in parte sequestrato ai Paesi occupati e alle vittime dell’Olocausto. Molti gerarchi nazisti poi misero al sicuro le proprie finanze in Svizzera.

 Insomma, siamo di fronte ad un comportamento non molto limpido: chi partecipa fornendo armi non è proprio neutrale. Per questioni di interesse, ma anche di sopravvivenza si diceva – la Svizzera, che era circondata dai paese belligeranti  e dipendeva dalle importazioni proprio della Germania e dell'Italia –  collaborò dal punto di vista industriale ed economico con i regimi nazi-fascisti. Inoltre si rifiutò di accogliere profughi ebrei in fuga dalla Germania, anche se ne accolse molti altri.

La Svezia non prese parte alla Seconda Guerra Mondiale, dichiarandosi neutrale, ma è certo che offrì rifugio a molti degli ebrei che riuscirono a scappare dalla Danimarca, dalle repubbliche baltiche e dalla stessa Germania.

Inoltre garantì appoggio logistico alle truppe militari alleate.
Molti storici contestano il ruolo del paese scandinavo, denunciando un intenso traffico di acciaio e di macchinari da Stoccolma a Berlino.
Dopo le devastazioni della guerra, la Svezia fu una  delle poche nazioni che volle mantenere la sua neutralità.

Irlanda fu accusata di doppio gioco

La neutralità irlandese nella Seconda Guerra Mondiale fu scelta per non fare riaccendere la guerra civile, che aveva devastato il Paese.

Tuttavia gli irlandesi affermavano “eravamo neutrali, ma neutrali da parte degli alleati”. Con tale affermazione volevano far capire che comunque il Paese era schierato nonostante non partecipasse all’azione.

Restano, infatti, dei dubbi sul ruolo segreto e sulla “falsa neutralità dell’Irlanda durante la Seconda Guerra Mondiale”. “Gli irlandesi –scrive Ryle Dwyer – avrebbe cooperato con gli inglesi e successivamente con gli statunitensi nella guerra contro le potenze dell’Asse (Germania, l’Italia e Giappone).

Il ministro britannico in Irlanda, John Maffey, in alcune lettere del 1941, descriveva alcuni rapporti segreti dell’intelligence e sui vari spostamenti dei sottomarini nel Lough Foyle. 

L'Irlanda del Nord è stata una delle basi principali dei preparativi per lo sbarco in Normandia nel giugno 1944.


Groelnandia
La Germania occupò la Danimarca e la Groenlandia, che faceva parte del Regno della Danimarca, temendo un attacco, chiese aiuto alla Gran Bretagna, che si rifiutò di difenderla.

La Groenlandia, allora, fece una formale richiesta di protezione agli USA, che

assicurarono la loro protezione e nel 1941, quando gli Usa entrarono in guerra , la Groenlandia, essendo un protettorato statunitense, fu costretta a fare altrettanto:

Il governatore Eske Brun dichiarò lo stato di guerra l’11 dicembre 1941. Finì così la neutralità della Groenlandia.

Una pagina di storia: Il Caso particolare  della neutralità dell’Islanda nella Seconda guerra mondiale

 All'inizio della seconda guerra mondiale, l'Islanda era un regno sovrano in unione personale con la Danimarca, con il re Cristiano X come capo di stato. L'Islanda è rimasta ufficialmente neutrale durante la seconda guerra mondiale.

Tuttavia, gli inglesi invasero l'Islanda il 10 maggio 1940. Il 7 luglio 1941, la difesa dell'Islanda fu trasferita dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti, che era ancora un paese neutrale fino a cinque mesi dopo. Il 17 giugno 1944, l'Islanda sciolse la sua unione con la Danimarca e la monarchia danese e si dichiarò una repubblica, che rimane ancora oggi.

  • Sfondo
    L'interesse tedesco per l'Islanda negli anni '30 crebbe dal nulla alle proporzioni che il governo britannico trovò allarmanti. Le aperture del Terzo Reich sono iniziate con un'amichevole competizione tra squadre di calcio tedesche e islandesi. Quando iniziò la guerra, la Danimarca e l'Islanda dichiararono la neutralità e limitarono le visite sull'isola da parte di navi militari e aerei dei belligeranti.
  • Neutralità
    Durante l'occupazione tedesca della Danimarca, i contatti tra i paesi furono interrotti. Inizialmente, il Regno d'Islanda si dichiarò neutrale e limitò le visite di navi da guerra belligeranti e impose un divieto agli aerei belligeranti all'interno del territorio islandese.
    In seguito all'invasione della Danimarca, il 9 aprile 1940, l'Islanda aprì una legazione a New York City.
    L'Islanda, tuttavia, a differenza della Norvegia, non ha applicato da vicino le limitazioni nelle sue acque territoriali e ha persino tagliato i finanziamenti per la Guardia costiera islandese. Molte navi mercantili dell'Asse che cercavano riparo nelle acque neutre intorno all'Islanda furono affondate dalle navi da guerra alleate. Il capo delle forze di polizia di capitale, Agnar Kofoed-Hansen, iniziò ad addestrare le forze della difesa nazionale all'inizio del 1940.
  • Invasione
    Gli inglesi imposero severi controlli sulle esportazioni di merci islandesi, impedendo spedizioni redditizie in Germania, come parte del suo blocco navale. Londra offrì assistenza all'Islanda, cercando la cooperazione "come bellicosa e alleata", ma Reykjavik rifiutò e riaffermò la sua neutralità.
    La presenza diplomatica tedesca in Islanda, insieme all'importanza strategica dell'isola, allarmò gli inglesi. Dopo alcuni tentativi falliti di persuadere il governo islandese con mezzi diplomatici a unirsi agli Alleati e diventare un co-belligerante nella guerra contro le forze dell'Asse, gli inglesi invasero l'Islanda il 10 maggio 1940.
    La forza iniziale di 746 marine reali britanniche comandata dal colonnello Robert Sturges, sostituito il 17 maggio da due regolari brigate dell'esercito. A giugno i primi elementi della "Z" Force arrivarono dal Canada per alleviare gli inglesi, che immediatamente tornarono alla difesa del Regno Unito. Tre battaglioni canadesi - il Royal Regiment del Canada, i Cameron Highlanders e i Fusiliers Mont-Royal - presero l'isola fino a quando non furono ritirati per la difesa del Regno Unito nella primavera del 1941, e sostituiti dalle forze di guarnigione britanniche.
    Il 7 luglio 1941, la difesa dell'Islanda fu trasferita dalla Gran Bretagna negli Stati Uniti (ancora ufficialmente neutrali), di comune accordo con l'Islanda, e la prima brigata di marina provvisoria dei Marines statunitensi sostituì gli inglesi. La posizione strategica dell'Islanda lungo le rotte marittime del Nord Atlantico, perfetta per le basi aeree e navali, potrebbe dare nuova importanza all'isola.
    La 1a Brigata Marina, composta da circa 4.100 truppe, presidiò l'Islanda fino all'inizio del 1942, quando furono sostituite da truppe dell'esercito americano, in modo che potessero unirsi ai loro compagni Marines che combattevano nel Pacifico.
    L'Islanda collaborò con gli inglesi e poi gli americani, ma rimase ufficialmente neutrale durante la seconda guerra mondiale. Alcuni storici hanno sviluppato una "teoria dei rifugi" secondo cui l'Islanda, insieme ad altri piccoli paesi, accetta questo tipo di relazioni con i paesi più grandi per sperimentare i vantaggi di essere "protetto" da loro
  • La vita nell'Islanda occupata
    Arrivarono le truppe britanniche e molti rimasero nella città di Reykjavik, causando gravi disordini sociali tra i cittadini. Si pensava che donne e ragazze avessero avuto rapporti sessuali con i soldati britannici. I rapporti hanno anche mostrato un aumento della prostituzione.
    Tutto questo causò anche una certa ostilità tra i soldati e gli uomini islandesi.
    Molte donne islandesi sposarono i soldati alleati e successivamente diedero alla luce figli, molti dei quali portavano il patronimico Hansson ( hans traduce come "suo" in islandese), che veniva usato perché il padre era sconosciuto o aveva lasciato il paese.
    Durante la guerra, le mine alla deriva divennero un grave problema per gli islandesi e le forze alleate.
    Il primo personale islandese di smaltimento di ordigni esplosivi (EOD) fu addestrato nel 1942 dalla Royal Navy britannica per aiutare a risolvere il problema.
    Le forze britanniche hanno anche fornito alla Guardia costiera islandese armi e munizioni, come cariche di profondità contro le U-boat dell'Asse.
    Durante la guerra, le mine alla deriva e gli U-boat tedeschi danneggiarono e affondarono un certo numero di navi islandesi. La dipendenza dell'Islanda dal mare, per fornire nutrimento e per il commercio, ha provocato una significativa perdita di vite umane.
    Nel 1944, la British Naval Intelligence costruì un gruppo di cinque stazioni di ricerca della direzione wireless Marconi sulla costa a ovest di Reykjavík. Le stazioni facevano parte di un anello di gruppi simili situati intorno al Nord Atlantico per individuare trasmissioni wireless da U-boat.
    Il 10 febbraio 1944, il tedesco Focke-Wulf Fw 200 Condor della I./KG 40, di stanza in Norvegia, affondò la nave cisterna britannica SS El Grillo a Seyðisfjörður.
    Il 17 giugno 1944, l'Islanda sciolse la sua unione con la Danimarca e la monarchia danese e si dichiarò repubblica.
Da Wikiita.com


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