Botros 2 - L'educazione Civica

Botros 2 - L'educazione Civica

Merida

Vediamo un po' gli argomenti e le tematiche che include, la conoscenza dell’Educazione civica, dedicate allo sviluppo delle competenze cognitive, fondamentali per l'aquisizione della coscienza civica di ciascun cittadino e dei suoi diritti:

-la Costituzione
-la discriminazione di genere
-il diritto di famiglia
-l’Agenda 2030
-la lotta al bullismo
-il diritto del lavoro
-la tutela dei diritti umani
-l’educazione alla legalità
-la sostenibilità ambientale
-la lotta al razzismo
-il contrasto alle mafie
-i nuovi modelli di sviluppo
-la difesa e la valorizzazione del patrimonio culturale
-l’uso consapevole dei social e delle fonti di informazione sul Web
-le forme di cyberbullismo
-l’educazione alla salute
-la promozione di corretti stili di vita
-l’educazione stradale
- la formazione di base in materia di protezione civile


Bene visto che il tema trattato questo mese "La Verità " Iniziamo così......


Decantata, voluta, inseguita, urlata da tanti, che in pochi però accettano.
La verità in amore, in famiglia, in politica, a lavoro, la verità scientifica, giuridica, la verità ovunque, eppure il problema sorge, in quanto, non sempre si può dire la verità, non sempre conviene dire la verità e poi, lo sappiamo bene tutti, ognuno ha la sua verità.

La verità ha un valore assoluto, è una rarità, dobbiamo ricordarci che nella vita la verità “paga sempre”, è un bene prezioso, non esiste la mia verità, ma esiste la verità. Spesso non diciamo la verità solamente perchè può “danneggiarci” o mostrare le nostre debolezze.

Manipolare la verità è uno dei più grandi spregi che si può fare alla società e al suo futuro. La verità è parente stretta dell’onestà e nemica della menzogna. Il vocabolario ce la spiega come “rispondenza piena e assoluta con la realtà”.

E’ proprio sulla verità e sulla menzogna che vi voglio riportare una leggenda del XIX secolo, secondo la quale:


“...La Menzogna disse alla Verità, Facciamo un bagno insieme, l'acqua del pozzo è molto bella'. La Verità, ancora sospettosa, provò l'acqua e scoprì che era davvero bella. A quel punto si spogliarono e fecero il bagno. Ma improvvisamente la Menzogna uscì dall'acqua e fuggì, indossando i vestiti della Verità. La Verità, furiosa, uscì dal pozzo per riprendersi i vestiti. Ma il mondo, vedendo la Verità nuda, distolse lo sguardo, con rabbia e disprezzo. La povera Verità tornò al pozzo e scomparve per sempre, nascondendo la sua vergogna. Da allora, la Menzogna gira per il mondo, vestita come la Verità, soddisfacendo i bisogni della società... Poiché il mondo non nutre alcun desiderio di incontrare la Verità nuda”.

Non è sempre facile dire la verità, specialmente quando si deve essere brevi, però scherzando, si può dire tutto, anche la verità… diceva Sigmund Freud.

Non c'è chi non veda come l’epoca contemporanea abbia smarrito da tempo il senso etico e civile della verità, il cui perenne valore problematico per la filosofia riaffiora oggi nella società, nella politica, nell’economia, nel diritto.

Ripensare l’inevitabile importanza del vero, oltre che del bello e del bene, nella cultura dell’occasione contingente, tipica della società liquida dell’età digitale, è affar serio e riguarda la formazione di un pensiero critico e responsabile soprattutto dei giovani, che la tradizione affida da tempo alle scuole e alle università.


Aristotele dice che:

«ogni cosa possiede tanto di verità quanto possiede di essere» e che «l’essere si dice in molti sensi, ma sempre in riferimento ad un unico principio»

con la conseguenza che la verità riguarda la molteplicità del reale e si manifesta nella pluralità e nella differenza, ma si riferisce a un principio universale che la rende senza alternative:

come dice Socrate:

«la verità non si confuta mai!».

Occorre dunque una formazione aperta e inclusiva al senso polivoco e nello stesso tempo unitario della verità nell’esperienza relazionale, in cui si gioca l’esistenza individuale e il ruolo sociale di chiunque.

Educazione alla verità come educazione civica diventa così non tanto un insieme di precetti o di criteri apodittici da insegnare o applicare, ma una proposta di riflessione su tre esempi che tematizzano la questione, tratti dall’epoca odierna con il metodo empirico dell’osservazione disincantata del filosofo, prima che dell’analisi dello scienziato sociale, che sono anche tre modi di interpretare il vero e il falso in altrettanti ambiti emergenti del mondo odierno, ai quali saranno dedicati i webinar del presente ciclo:

1. Verità e disinformazione: il problema delle fake news

2. Verità e processo: il metodo di Socrate avvocato

3. Verità e lealtà sportiva: il principio etico del fair play

Partendo dall uso consapevole dei social e delle fonti di informazione sul web, ci sarebbe da dire tanto, ma in questo caso ci soffermiamo sulle fake new.


Fake news, teorie del complotto, convinzioni stravaganti ma senza fondamenta che ampi gruppi di persone difendono ricorrendo anche alla violenza. Fenomeni sempre più diffusi, ma che sarebbe fuorviante ritenere peculiari dell’epoca contemporanea. La manipolazione del reale ha origini antiche ed è spesso frutto di motivazioni opportunistiche in precisi contesti storico-politici.
A caratterizzare la nostra epoca è piuttosto la rapidità, se non simultaneità, dei processi comunicativi, la molteplicità dei soggetti coinvolti, la quantità di materiali a disposizione e una tecnologia che trasforma chiunque in generatore diretto di informazione e in cassa di risonanza. 

“Mercenari di parole”. Persuasione e verità nella Grecia antica.

Agli albori della democrazia occidentale, nell’Atene di Pericle del V secolo a.C. nasce e si afferma la tradizione sofistica. È un’epoca di profondi cambiamenti culturali, di novità e di incertezze, di cui i Sofisti si fanno perfetti interpreti: le leggi della città non sono più considerate emanazione di una volontà superiore, ma sono i cittadini a definirle attraverso la discussione e il confronto.

L’arte dell’uso del linguaggio diventa essenziale. Le nuove “armi” sono la logica e la retorica, strumenti con cui persuadere la controparte, a prescindere dal contenuto delle proprie idee: forma e sostanza del linguaggio si separano.

Campioni della «tecnica del parlare» (rhetoriké téchne) sono oratori come Protagora, Gorgia e Trasimaco, protagonisti di molti Dialoghi platonici, che in tono dispregiativo vengono anche chiamati “eristici” (da eristiké téchne, «tecnica del disputare»), ovvero “mercenari di parole”: divenuti talmente abili nell’arte della controversia, dimostrano infatti come qualsiasi posizione, se ben argomentata, possa infine affermarsi.
È indicativo che parole derivate da questa tradizione mantengano tuttora un’accezione negativa che rimandano a un’idea di falsità, imbroglio, insidia. Si pensi, ad esempio, al termine “sofisma” con cui indichiamo un ragionamento capzioso, valido solo in apparenza e utilizzato per ingannare; o, ancora, all’aggettivo “sofisticato” con cui ci riferiamo a persone non spontanee e a oggetti alterati e contraffatti. 

Fake news di regime. Hannah Arendt e la propaganda nel Novecento

Nel Novecento i regimi dittatoriali si sono serviti della creazione e manipolazione delle informazioni per creare consenso e rafforzare il proprio controllo sulle masse. La propaganda consiste in un insieme di fake news istituzionalizzate, costruite come verità assolute, che dal centro del potere politico sono sapientemente dirette verso la periferia.

L’epoca della post-verità in cui siamo immersi mostra quanto sia sottile il confine tra pluralismo democratico e abbandono di ogni criterio di legittimazione. A questo si aggiunge la natura critica del concetto di “verità”: da un lato, nozione necessaria per supportare la validità delle nostre posizioni contro false notizie e impostori, ma dall’altro sempre pronta a trasformarsi nel fondamento indiscutibile di pericolosi.


Quella in cui viviamo è un’epoca in cui i social media sono diventati il mezzo probabilmente più popolare, o almeno tra i più popolari, per la ricerca e il consumo di informazione.

È anche un’epoca in cui gli strumenti e gli applicativi digitali stanno raggiungendo una facilità di uso e una necessità di abilità pregresse fino a pochi anni fa inimmaginabile. Dal combinato di diffusione di dispositivi mobili e social a basso carico cognitivo e di tariffe per la connessione illimitata si viene a determinare un terreno ideale per la diffusione di informazioni e contenuti personali. Prodotti comunicativi, questi, complessivamente intesi, che si possono prestare a facili manipolazioni, parziali o totali, finalizzate a scopi differenti, tutti, però, monetizzabili, seppure in modo diverso.

Fake-news costituisce il termine con cui ci si riferisce alle notizie parzialmente vere – e quindi parzialmente false – o del tutto infondate al cospetto delle quali non si diffida, o non si diffida abbastanza, perché si tratta di testi che per lo più dicono ciò che vogliamo sentirci dire. Notizie che parlano la nostra stessa lingua e per proteggersi dalle quali occorre mettere in atto una strategia cognitiva fondata sul dubbio e sulla ricerca di fondatezza.

Pubblicazione e diffusione di notizie false, capaci di danneggiare gravemente privati e aziende, influenzare l’opinione pubblica su temi importanti come la salute e la sicurezza, condizionare la politica, distruggere la reputazione di figure pubbliche e non solo.


Si tratta dunque di un tema di cruciale attualità, che riguarda tutti i cittadini e che tocca un principio cardine delle nostre società democratiche: il diritto a una corretta informazione.

A te ad esempio, non è mai capitato di sentire il bisogno irresistibile di inoltrare agli amici o di condividere sui social network una notizia che ti è piaciuta o ti ha fatto indignare soltanto perché ne hai letto il titolo?

Capita a tutti: è un effetto naturale del pregiudizio di conferma (o bias di conferma), cioè la tendenza comune a credere che sia vero quello che vogliamo che sia vero (anche quando non lo è!).

Se una notizia conferma una nostra opinione, la accettiamo (e la inoltriamo) senza dubitare.

Per queste ragioni, durante il World Economic Forum di Davos, meeting tra istituzioni e dirigenti delle principali piattaforme social, si è pensato di prendere seri provvedimenti per contrastare il fenomeno delle bufale social!


Come sconfiggere le fake news

Per limitare la diffusione delle fake news, ti forniamo alcuni suggerimenti che ti aiuteranno a capire a cosa fare attenzione:

1. Non ti fidare dei titoli: le notizie false spesso hanno titoli altisonanti scritti tutti in maiuscolo e con ampio uso di punti esclamativi. Se le affermazioni contenute in un titolo ti sembrano esagerate, probabilmente sono false.

2. Guarda bene l’URL: un URL fasullo o molto simile a quello di una fonte attendibile potrebbe indicare che la notizia è falsa. Molti siti di notizie false si fingono siti autentici effettuando cambiamenti minimi agli URL di questi siti. Puoi accedere al sito per confrontare l’URL con quello della fonte attendibile.

3. Fai ricerche sulla fonte: assicurati che la notizia sia scritta da una fonte di cui ti fidi e che ha la reputazione di essere attendibile. Se la notizia proviene da un’organizzazione che non conosci, controlla la sezione “Informazioni” della sua Pagina per scoprire di più.

4. Fai attenzione alla formattazione: su molti siti di notizie false, l’impaginazione è strana o il testo contiene errori di battitura. Se vedi che ha queste caratteristiche, leggi la notizia con prudenza.

5. Fai attenzione alle foto: le notizie false spesso contengono immagini e video ritoccati. A volte, le immagini potrebbero essere autentiche, ma prese fuori contesto. Puoi fare una ricerca dell’immagine o della foto per verificarne l’origine.

6. Controlla le date: le date degli avvenimenti contenuti nelle notizie false potrebbero essere errate e la loro cronologia potrebbe non avere senso.integralismi.

7. Verifica le testimonianze: controlla le fonti dell’autore per assicurarti che siano attendibili. La mancanza di prove o il riferimento a esperti di cui non viene fatto il nome potrebbe indicare che la notizia è falsa.

8. Controlla se altre fonti hanno riportato la stessa notizia: se gli stessi avvenimenti non vengono riportati da nessun’altra fonte, la notizia potrebbe essere falsa. Se la notizia viene proposta da fonti che ritieni attendibili, è più probabile che sia vera.

9. La notizia potrebbe essere uno scherzo: a volte può essere difficile distinguere le notizie false da quelle satiriche o scritte per divertire. Controlla se la fonte è nota per le sue parodie e se i dettagli e il tono della notizia ne rivelano lo scopo umoristico.

10. Alcune notizie sono intenzionalmente false: usa le tue capacità critiche quando leggi le notizie online e condividile solo se non hai dubbi sulla loro veridicità.

Condividere è un gesto importante: non farlo con leggerezza e contribuisci anche tu ad una rete migliore!

Piccole riflessioni, a voi le conclusioni..







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