Botros 2 - Le grandi verità

Botros 2 - Le grandi verità

Angelins

Fin da quando nasce, l’uomo ha in sé l’istinto del ricercatore.
I primi balbettii sono segnali del suo tentativo di interagire con quello che lo circonda.
Appena il bambino comincia a sviluppare la capacità di esprimersi con il linguaggio verbale, di continuo pone dei perchè.

Per lui ogni cosa è nuova; ogni oggetto, colore, profumo, persona, sono da scoprire.


Per tale motivo rivolge mille “perché” agli adulti; con le sue domande riesce a metterli in imbarazzo, tanto che i genitori, a volte non sanno spiegare o meglio hanno difficoltà a trovare le parole appropriate, per rendere comprensibile un Concetto o spiegare come funziona un giocattolo o un qualsiasi oggetto, che attiri l’attenzione del piccolo.

Quel suo rompere il giocattolo per scoprirne l’interno, rivela che ogni essere umano, possiede la scintilla del ricercatore, che inconsapevolmente sviluppa sempre di più.

Con l’età le domande si fanno più profonde e diventa più difficile aver risposte esaustive. Man mano che cresce, il bambino è catturato sempre più dalla curiosità di sapere.

Comprende che l’adulto non è poi così bravo nel soddisfare i suoi perché e comincia a cercare spiegazioni da solo, tramite libri, film, racconti, l’ascolto inosservato delle chiacchiere dei grandi.

Impara a guardare con attenzione, a riflettere, a ricercare con maggiore impegno e curiosità.
Le domande, non riguardano più solo il mondo materiale; le rivolge a se stesso, alla sua mente, alla sua ragione, al suo cuore: chi ha fatto il meraviglioso universo che mi circonda? Io chi sono? Perché son qui? Che significato ha la mia vita? Dove vado? Cosa mi accadrà dopo la morte?

Ecco i perchè fondamentali che distinguono un uomo dall’animale.
Sembrerebbe facile darsi risposte. 
Molti si rispondono: “Nome e il cognome bastano per definire una persona. Siamo al mondo per vivere, per lavorare, creare una famiglia, per conquistare il benessere.

Basta scegliere un posto che più aggrada per abitarci, e fare di tutto per diventare famoso, ricco, importante.”
Altri si rispondono sbrigativamente “Tiro a campare”, “Faccio come fanno tutti”.

Che tristezza queste frasi! Queste sono le motivazioni giuste della nostra presenza sulla terra? E’ cosi semplice e facile rinunciare alla nostra originalità, irrepetibilità per adeguarci al sistema andante?

Rischiamo di passare in questo mondo senza lasciare traccia!

Eppure dentro il nostro profondo c’è un disagio che spinge anche i più semplici, a tornare sulle domande esistenziali, che sono valevoli per tutti gli uomini di tutti i tempi e che stimolano a trovare un senso al vivere, per rivestire i giorni di colori dignificativi.

Chi siamo? Perché viviamo? Dove andiamo? Esiste veramente Dio? Tutto finirà con la nostra morte? Che senso ha la vita se poi tutto finisce? Perché nasciamo, solo per soffrire, per conoscere il dolore?

Molti pensatori ritengono che non esiste una verità assoluta, la verità dalle verità, che possa consegnare risposte certe a tutti gli interrogativi e dare un senso vero all’esistenza umana.

L’uomo non arriverà mai a possedere la Verità assoluta, affermano e si disserta su vari tipi di verità che, in ogni caso, aiutano a prendere coscienza di una realtà, che presenta molte facce a secondo da quale punto di vista si prende in considerazione.


All’unanimità si sostiene che la ricerca deve essere personale e che, anche se l’uomo non riuscirà mai a possedere la Verità per intero, l’esplorazione deve continuare come unico mezzo, per crescere nella conoscenza di se stessi.

Socrate insegnava il metodo della maieutica, cioè quello di trarre da se stesso almeno la verità di non sapere tutto (Conosci te stesso).

E’ fondamentale scavare dentro di sé, per acquistare la consapevolezza di dover continuare all’infinito a porsi interrogativi, per prendere coscienza almeno di quelle verità parziali, che promuovono il miglioramento di se stessi e di conseguenza della società.

Cosa consente al metodo maieutico di realizzarsi? L’uomo è capace di pensare? Esiste realmente?

Cartesio dava una risposta certa almeno ad una domanda fondante: Esisto?
Si- concludeva- esisto in quanto penso, in quanto posso scrutare, cercare fino all’ultimo respiro.

La verità, dunque, è nell’uomo, non nella realtà esterna, nelle cose del mondo.
La natura, la scienza, la filosofia possono aiutare a riflettere, a scoprire le varie facce della verità: possono guidare ad allargare il patrimonio culturale, possono insegnare un metodo di ricerca.

Ogni teoria conduce a far prendere atto che in realtà, esistono verità relative, verità di ragione, verità di fatto, modi diversi di percepire la verità a secondo delle esperienze.


I risultati dipendono anche dal modo di approcciarsi alla realtà, dall’angolazione da cui si considera l’oggetto della ricerca, dalle capacità di attivare tutte le potenzialità avute in dotazione dalla natura.

La Verità assoluta è troppo vasta per essere pienamente compresa dalla nostra mente; possiamo comprendere le verità parziali, quelle con cui ci dobbiamo confrontare quotidianamente e che, in ogni caso, mutano nel tempo.

Risulta, pertanto, difficile anche la condivisione delle verità relative, perché il passare del tempo muta regole sociali, regole scientifiche e anche religiose.

Non è possibile avere la pretesa di ritenere giuste e accettabili una volta per tutte, le verità conquistate in precise circostanze, in limiti di tempo, e che queste siano in grado di dare risposte fisse alle domande fondamentali dell’uomo.

Anche in questi tempi in cui l’aspirazione più grande sembra essere la sopravvivenza e quindi il dio Denaro, l’uomo rimane cercatore di verità e continua a porsi domande esistenziali.

Esiste veramente Dio? Tutto finirà con la nostra morte? Che senso ha la vita se poi tutto finisce? Perché nasciamo, solo per soffrire, per conoscere, per essere devastati dal dolore?

Queste domande, che nascono soprattutto nei momenti di catastrofi, stragi, perdite di vite innocenti, ne fanno sorgere altre sulla giustizia, sulla società, sul bene comune, sull’esistenza di Dio, sui sentimenti, sulle relazioni con gli altri.

Quale verità sta alla base di tutte le domande fondamentali dell’esistenza?

La chiave che apre lo scrigno della vita, risulta ancora e sempre la ricerca della Verità, quella che non ha mai fine e che ha visto nel corso dei secoli impegnati nella ricerca di essa filosofi, teologi, scienziati.

Ognuno però ha dato soluzioni diverse, e l’umanità non soddisfatta da mezze verità, continua a faticare per trovare risposte, che soddisfino tutti e tutte le domande fondamentali.

Sembra proprio che ancora sia molto attuale la domanda di Pilato: Cosa è la verità?


Come allora, il problema rimane sospeso; quella domanda sembra non aspettare risposte perché ormai è convinzione comune, sostenuta da filosofi e pensatori orientali, che non ce ne siano.

Ciò che rende così difficile il percorso della ricerca per l’uomo ateo, per il filosofo, per lo scienziato, diventa però, più sostenibile per un uomo di fede.

Egli può essere illuminato dalla Verità Rivelata, che offre risposte a tutti gli interrogativi.

Questo mondo è frutto della Creazione divina; si nasce e si soffre per contribuire a ricreare l’armonia del creato.

La vita non finirà del tutto, continuerà ad esistere ma non per il fenomeno della metempsicosi, quanto per il riconoscimento totale della Rivelazione e della vita eterna.

In ogni caso numerosi rimangono i pensatori che negano la possibilità di rispondere in modo esauriente alle domande fondamentali dell’uomo: alcuni negano la vita ultraterrena, e conservano una visione pessimistica della vita che può essere migliorata da aspirazioni filantropiche, altri (teoria buddista ad esempio) sono certi che le nobili verità possono aiutare a rendere la vita meno cruda, più serena con percorsi di meditazione e di guarigione interiore, che guariscono dalla sofferenza e aiutano a raggiungere stati di grande serenità, di equilibrio e di accettazione dell’esistenza umana.


Approfondimento

La ricerca della verità

Il concetto di verità



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