Botros 19 - Holiday Blues

Botros 19 - Holiday Blues

Caterina Scavo (https://t.me/CaterinaScavo) [Art. 7 Dicembre 2023]

Il Natale è un periodo ricco di tradizioni che si ripetono ogni anno, giorni che portano tranquillità, pace e riposo. 

Questa festività è un regalo sensoriale: le luci per strada, le melodie dei canti tradizionali, i sapori del cibo e gli odori delle bevande. Un turbinio di sensazioni che non proviamo in nessun altro periodo dell’anno. Ma soprattutto, il Natale è una festa da passare in famiglia, per riunirsi con le persone a noi care ed evadere dalla routine: una via di fuga.

Ogni giorno affrontiamo situazioni stressanti, che ci consumano e a mano a mano accumuliamo una stanchezza che può finire col diventare cronica...

In seguito a ciò, molte persone hanno bisogno di un periodo come il Natale. 

Una data speciale in cui poter tornare indietro all’infanzia, rivendicare il diritto di sentirsi tristi per chi non c’è più o divertirsi con i cari che per la maggior parte dell’anno sono lontani. Un periodo per aprire regali, ma soprattutto il cuore.

I regali

Una delle tradizioni natalizie per eccellenza è lo scambio dei regali. Dal punto di vista razionale, non ha alcun senso. Scambiandoci i regali il denaro si ricicla: in un certo senso, se pensiamo ai regali che facciamo e a quelli che ci vengono fatti i conti in genere tornano.

Da questo punto di vista, sarebbe più efficace se ognuno comprasse il proprio regalo. Tuttavia, regalare è un atto che va ben oltre: i regali mantengono i rapporti sociali obbligandoci, anche solo per qualche minuto o ora, a pensare agli altri. 

La soddisfazione di dare e ricevere regali permette agli interessati di godere dello scambio. 

Per i familiari che vivono lontano, le tradizioni natalizie possono essere il collante che mantiene unita la famiglia. Durante il Natale, i bambini instaurano legami più forti con i familiari. In più, avere bei ricordi delle tradizioni di famiglia è associato a interazioni più positive con i propri figli.

Riassumendo, tradizioni e abitudini sono indice di identità e appartenenza al gruppo. E soprattutto il periodo natalizio è ricco di tradizioni, diffonde un sentimento di appartenenza e aumenta la generosità. Magari è solo una scusa, ma non ne vale forse la pena festeggiarlo visto i numerosi benefici?

Diversamente da quanto si pensi questo può essere un periodo o un momento difficile per molte persone. Gli obblighi sociali aumentano, le famiglie si riuniscono, ed è facile che emergano problemi e tensioni che sembravano ormai lontani.

Tanto che gli esperti hanno coniato il termine Holiday Blues per indicare i sentimenti negativi tipici di questo periodo. 

Oltre alla gioia, le feste possono portare anche molta fatica emotiva. Il periodo natalizio può essere vissuto come un momento in cui sentirsi inadeguati per non riuscire ad essere felici ed entusiasti come tutti si aspettano. Gli inviti alla gioia sono nell’aria, ci sono i regali da acquistare, l’albero da preparare, le strade delle città piene di luci e di musiche natalizie, ma tutto sembra intensificare i sentimenti di solitudine, rabbia e tristezza, soprattutto per chi sta attraversando periodi di insoddisfazione personale. Inoltre, molti vivono con malessere l’imposizione di dover partecipare a pranzi e cene interminabili e tenere conversazione anche con persone che si frequentano poco.  

Ecco perché molte persone non amano le festività natalizie, perché esse “obbligano” a fermarsi, facendo emergere ciò che evitiamo di sentire durante il resto dell’anno: le emozioni.

Perché ci sono persone a cui il Natale dà fastidio se non addirittura scatena rabbia e risentimento? E perché ci sono persone a cui fa proprio scattare quasi una depressione?

Per molte persone, il Natale ha un altro volto. Non quello luccicoso e sorridente che ammicca dai negozi scintillanti e dalla pubblicità, ma quello amaro della solitudine, della tristezza, dell'amarezza, del dolore di vivere.

Queste persone al pensiero del Natale piombano in una sorta di malinconica tristezza, altri nell'ansia e nell'angoscia, altri ancora nella rabbia e in un atteggiamento irriverente. Perché avviene questo? Perché una festa che dovrebbe unire le persone e dare gioia porta invece questi sentimenti e queste emozioni negative?

Per alcuni, infatti, questo è il periodo in cui sopraggiunge un’incomprensibile malinconia, una forma depressiva che viene definita “Holiday blues” o depressione da feste. Solitamente, i più colpiti sono persone adulte, di età compresa tra trenta e quarant’anni, che passate le feste riprendono progressivamente a sentirsi bene.

Il natale porta con sé una strisciante e sottesa obbligatorietà alla felicità. Come se a Natale dovessimo fare finta di non avere tutta una serie di problemi che invece è lecito avere per il resto dell'anno. Ad alcune persone questa sembra una cosa terribilmente ipocrita e quindi ne avvertono repulsione. Inoltre subentra anche il senso di colpa per la mancanza di gioia perché ci si sente inadeguati rispetto alle nostre aspettative e a quelle degli altri. Esistono di fatto però, dei fattori scatenanti queste emozioni e sui quali sarebbe opportuno riflettere. Pensiamo a chi ha problemi con la famiglia a chi con essa non ha buoni rapporti, a chi vive in una situazione di forte conflittualità, o a chi magari la famiglia non l'ha più, o l'ha lontana per varie ragioni. O ancora, chi si trova nel bel mezzo dell'elaborazione di un lutto - o lotta con gli strascichi di un lutto mai elaborato.

L'obbligatorietà di stare con la famiglia per natale (o la voglia di poterci essere ma non averla più) diventa così un pesante fardello che non fa altro che riportare alla ribalta i nostri problemi e conflitti con essa, facendoci sentire frustrati per il fatto di avere una tale situazione e sottolineare l'impotenza a cambiare le cose.

In genere la favola della volpe e dell'uva insegna che ciò che non si può avere si disprezza, quindi disprezzare il natale con le sue cene e riunioni familiari diventa un comprensibile meccanismo di difesa.

Possiamo anche pensare a chi ha avuto un'infanzia difficile e tale per cui il natale suscita ricordi di tristezza e solitudine, in cui magari passava un triste natale solo con la madre separata, il padre lontano con la sua nuova famiglia, oppure semplicemente un natale vissuto in modo trascurato, tra conflitti e litigi familiari. È chiaro che in situazioni del genere in cui vediamo continue pubblicità e immagini di famiglie felici e riunite sotto alberi e presepi non fa altro che alimentare il nostro sdegno e la nostra frustrazione.

Per altri che hanno problemi con sé stessi il natale porta con sé l'avvicinarsi della fine dell'anno e quindi di terribili bilanci che porterebbero solo a sottolineare i propri fallimenti dell'anno appena trascorso, ciò che non si è fatto, che avremmo voluto fare e non siamo riusciti: frustrazioni e ruminazioni mentali. Le festività di per sé sottolineano ciò che è mancato - e continua a mancare - fanno sentire molto di più il vuoto, la noia, la malinconia di essere soli, come se il soggetto meritasse una punizione, che naturalmente non merita.

In casi come questi il contrasto tra i luccichii delle strade e delle vetrine, con la felicità che vediamo attorno a noi, nelle pubblicità, e la nostra solitudine interiore diventa così stridente da risultare intollerabile.

Quindi ecco che il Natale, festa dell'amore familiare, di coppia e festa degli affetti conviviali si tramuta in un autentico incubo: chi l'amore non può averlo - o sente di essere solo - diventa triste e invidioso di chi egli immagina possa divertirsi e godere di amore. La festività diventa un nemico che ti obbliga a ricordarti la tua condizione psicologica, come uno specchio che ti segue per tutti i giorni delle feste e ti mette continuamente di fronte i tuoi mostri interiori chiedendoti di guardarli in faccia.

Sarebbe bene cominciare a capire che è il caso di dedicarsi del tempo per comprendere e per esprimere il proprio malessere, per affrontare i nostri nodi irrisolti e i nostri piccoli e grandi drammi interiori. Perché di questo si tratta, che ci piaccia o no ammetterlo. Il Natale ce lo mette semplicemente davanti in tutta la sua concretezza, ma forse non dovremmo attendere la fine dell'anno per occuparci del nostro benessere.

Trascorsa la festività, sarebbe il caso che quelle persone angosciate riflettessero seriamente su sé stesse per risolvere questo senso di vuoto che sarà pronto ad emergere in ogni momento, con il trascorrere del tempo, e non solo durante le festività, comprese le domeniche e i giorni in cui solitamente si sta in famiglia.

 

Ecco 5 UTILI SUGGERIMENTI per chi si ritrova costretto a vivere questo periodo festivo con angoscia e difficoltà:

  1. Fermati e fai una pausa – cerca di trovare del tempo per te stesso, dedicati a quello che ti appassiona, trova il modo di vedere la “festa” come un periodo in cui puoi vivere situazioni appaganti, un’opportunità. Riposati, recupera le energie, concediti la possibilità di pensare e coltivare le tue passioni.
  2. Rifletti – fai un bilancio dell’anno appena passato, rispondi a domande rimaste in sospeso, valuta le cause degli insuccessi o dei traguardi non raggiunti, crea dei nuovi obiettivi per l’anno che sta cominciando e fai progetti per realizzare i tuoi sogni.
  3. Non restare solo – coltiva relazioni di qualità approfittando del maggiore tempo disponibile e delle circostanze delle feste.
  4. Dona una cosa preziosa, il tuo tempo – dedicati agli altri e aiutali a vivere emozioni positive, ad esempio con attività di volontariato.
  5. Amati di più – regalati qualcosa, concediti il tempo di coltivare un hobby. Volersi bene significa sapere accettare anche la propria tristezza, la propria depressione e infelicità. Non si può essere felici a tutti i costi, sempre sorridenti come nelle immagini della pubblicità! 

 

Ti serve un aiuto per superare momenti di malinconia, malessere e negatività? 

Non sottovalutare ciò che provi e contatta il centro psicologico più vicino a te: la salute mentale è parte integrante della salute e del benessere dell’individuo ed è importante prendersene cura.

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