Botros 16 - L'amico ritrovato

Sempre più spesso si sente parlare di resilienza come di una qualità da attribuire agli esseri umani. Essere resilienti significa riuscire a resistere agli urti della vita, a piegarsi di fronte agli ostacoli senza spezzarsi mai. Per essere ancora più chiari è resiliente chi, dopo un evento terribile, riesce a ripartire, ad assecondare quello slancio vitale che consente di sopravvivere. Penso in questo caso a tutte quelle persone, che sopravvissute ad un olocausto, sono riuscite ad andare avanti, a riprendere in mano la propria vita seppur con fatica.

Il romanzo “L’amico ritrovato” di Fred Uhlman consente di avere chiaro in mente il principio della ripartenza dopo una tragedia che ha scosso fin dalle fondamenta la storia del popolo ebraico. Siamo nella Germania dei primi anni ’30, precisamente a Stoccarda, e due ragazzi tedeschi diventano amici dopo essere diventati compagni di scuola. Una storia apparentemente normale che però rivela presto la sua tragicità all’indomani dello scoppio della seconda guerra mondiale. 

La voce narrante è quella del protagonista Hans, un giovane studente ebreo figlio di un medico, che non a caso si identifica con l’autore, anch’egli ebreo ed emigrato dalla Germania nazista. L’altro protagonista è Konradin, appartenente all’aristocrazia tedesca. Hans, sin dal primo momento in cui Konradin mette piede in classe, sente che saranno amici e fa di tutto per mettersi in mostra e attirare la sua attenzione.

I due ragazzi hanno tantissimi interessi in comune, come ad esempio la collezione di monete antiche. Si raccontano i loro segreti, dialogano di tutto ciò che li interessa, fino a discutere dell’esistenza di Dio. Iniziano a frequentarsi assiduamente, Hans invita Konradin a casa, ma ciò che incrina la loro amicizia è la diffusione della propaganda antisemita e in particolar modo i genitori di Konradin sono fortemente razzisti, benché il ragazzo non voglia interrompere la sua amicizia con Hans.

Presto gli effetti della politica hitleriana contro gli ebrei si fanno sentire. Topico è il momento del rientro a scuola dopo le vacanze dei due amici. Tutto è cambiato, i compagni sono affascinati dall’ideologia nazista e uno di loro arriva ad offendere Hans in merito alle sue origini ebraiche, ma nemmeno il suo insegnante lo difende. Hans viene emarginato sempre di più a scuola e i suoi vengono trattati come essere inferiori, anche se il papà di Hans era stato un ufficiale tedesco durante la prima guerra mondiale.

Anche Konradin all’inizio viene ammaliato da Hitler e quasi lo considera il benefattore della Germania. Presto Hans viene mandato a New York da alcuni cugini e poco tempo dopo i suoi genitori muoiono per una fuga di gas nella loro casa. Una morte apparentemente accidentale, ma in realtà voluta per non cadere nelle mani dei tedeschi. Passano 30 anni e ritroviamo Hans, ormai adulto, stimato avvocato, sposato e con un figlio. Dalla notizia del suicidio dei suoi genitori, non ha voluto più leggere libri scritti in tedesco, avere contatti con tedeschi e legami con la Germania.

Inoltre, visto il comportamento di Konradin, ha deciso di dimenticarlo. Un giorno il suo vecchio liceo gli manda una lettera per la raccolta di fondi da destinare alla ricostruzione della scuola con allegato l’elenco di quegli alunni che sono morti. Tra questi Hans ritrova il nome di Konradin, il caro amico che comunque  non è riuscito a dimenticare e che ha perso a causa della follia degli esseri umani, Konradin è stato ucciso perché aveva preso parte ad un’azione contro Hitler. 

L’aver appreso ciò che era accaduto ha riabilitato il ricordo del suo caro amico. Molto spesso niente è come sembra, nonostante l’orrore dell’olocausto e l’apparente adesione di Konradin alle scelte di Hitler, Hans cambia opinione sul suo amico ritornando a nutrire per lui quei sentimenti che aveva solo soffocato. Da qui la loro amicizia è ripartita anche se in modo ideale.

• Libro in formato epub - clicca qui

Il tuo parere...

Clicca qui per scrivere le tue osservazioni

https://forms.gle/4kwGyLXRCjD3RVvq9