Botros 13 - l'Editoriale

Botros 13 - l'Editoriale

don Rosario (https://t.me/donRosarioMorrone) [Art. 4 Giugno 2023]

il Sogno

La storia di noi uomini ha un fascino unico, ma porta in sé anche una tragicità.

Mentre viviamo, ci accorgiamo che la realtà non riesce a contenere tutta la potenza sognante del nostro cuore.

E mentre passano gli anni, abbiamo certamente delle soddisfazioni e viviamo realtà di successo, ma ci accorgiamo che la nostra interiorità non riesce ad accontentarsi facilmente e desidera qualcosa in più, qualcosa che ci sazi totalmente.

Il nostro profondo, aspira ad un orizzonte più spazioso rispetto a quello che riusciamo a vivere nella realtà; e così dentro di noi, ad occhi aperti, si generano dei sogni, che in qualche modo ci stimolano ad allargare gli spazi della nostra anima, per migliorare ancora di più ciò che non ci soddisfa.

Sogniamo di poter dare una svolta alla storia dell’ambiente in cui viviamo e, di conseguenza, a quella del mondo.

Esistono sogni, che accomunano tutti gli esseri umani e che - in queste pochissime righe - con qualche pennellata audace, tenterò di narrare.

Il primo di questi sogni comuni, è senza dubbio quello sulle relazioni.

Tutti noi aspiriamo al grande incontro della vita - che definire con poche parole è certamente riduttivo - quello fondante per la nostra esistenza: incrociare lo sguardo di una persona speciale, che sappia parlare al più intimo del nostro essere, e sappia far sussultare le viscere.

Alcuni sognano una relazione che possa fare dei 'due' una sola carne; altri immaginano un’amicizia meravigliosa, con cui vivere un'esperienza unica ed irrepetibile.

Mentre concepiamo il rapporto saziante - in cui dare e ricevere, formano un incastro perfetto - comprendiamo che non siamo fatti per mettere al centro noi stessi (per gestire solo i nostri bisogni), ma osiamo 'volare' con l'immaginazione, e pregustiamo e comprendiamo persino nelle nostre ossa, di essere fatti per amare esageratamente l’altro, tanto da impostare la nostra esistenza sulla persona 'amata'.

Credo che ci sia un secondo sogno, che riguarda la sfera della conoscenza, della scienza e della razionalità.

A volte non ne siamo consapevoli, ma tutti noi siamo degli incontentabili e non ci sentiamo appagati da spiegazioni facili e scontate.

Ci diamo da fare per scoprire ed indagare molti dei misteri - che ci circondano dappertutto - e che riguardano la molteplicità del nostro 'io' e dell'universo che ci sovrasta.

E dopo aver scrutato, scopriamo d’improvviso che quello che abbiamo svelato è poco, e non sazia la sete di conoscenza che ci tortura.

Ci ritroviamo, allora, a sognare di capire l’origine del mondo; di indagare come funzionano il nostro meraviglioso organismo o i meandri della nostra psiche o, addirittura, com'è la 'dunamis' del creato con la sua energia e il suo movimento.

Si può, poi, considerare un terzo audace sogno, che condividiamo con tutti gli esseri umani.

E’ quello di non rimanere affossati in acque stagnanti, ma di liberarci da confini invisibili e delimitanti, per essere sempre in un continuo divenire.

Se facciamo sempre le stese cose ci stanchiamo, se pensiamo sempre con gli stessi concetti, sbadigliamo e se in qualche modo la nostra storia si dovesse ripetere pedissequamente, sentiamo di fare le ragnatele.

E allora ci lasciamo andare, e sogniamo: qualcuno si perde nelle bellezze della diversità rispetto al quotidiano, altri s’impegnano ad allargare gli orizzonti e immaginano viaggi mozzafiato. Alcuni sognano di cambiare le realtà obsolete, altri concepiscono progetti per realizzare una politica migliore, una società diversa.

Si arriva per fortuna, anche a vagheggiare un vivere comune felice, in cui non abitano disuguaglianza, povertà o peggio ancora diatribe odiose ed inutili.

L’ultimo sogno è quello più audace, che, in qualche modo, coinvolge la totalità dell’esistenza: 'il sogno dell’oltre'.

Gli uomini non si limitano a desiderare qualcosa che possa perfezionare potentemente solo la realtà e bruciare le tappe, per concretizzare cose apparentemente irrealizzabili. Ma tutti noi, come degli ingordi, osiamo aspirare “all’oltre” della realtà visibile.

Ci sono molti linguaggi per definire questo sogno, ma al di là delle formule e dei termini, tutti possiamo riconoscere un 'urlo silente': abbiamo dentro di noi una insopprimibile nostalgia dell’infinito e il nostro cuore, la nostra mente e il nostro spirito, dopo che sognano, diventano arditi e spaziano nell’immenso.

Sentono di poter riecheggiare nell’eternità o - se si vuole - pensano anche a qualcosa che supera l’immaginazione, che diventa non più misurabile secondo i soliti canoni e conducono in quella realtà, dove lo 'sconfinato' sembra essere l’unico vero senso di tutta la storia umana.

Forse tutti sogniamo queste cose: di certo ci accorgiamo che non tutto quello che fantastichiamo si può realizzare, ma sognando sentiamo che dentro di noi nasce un mordente, che ci spinge a provare, ad idealizzare, a scommettere, a ricercare, come dei lottatori della bellezza.

E anche se non riusciamo ad ottenere risultati concreti o stupefacenti, intuiamo che vale la pena tentare l'impossibile e non indietreggiare, perché il nostro cuore si acquieta solo quando inseguiamo questi sogni audaci, gli unici che possono cambiare il corso della storia, e possono aumentare il fascino dell’universo.

Oggi è un anno che 'esce' Botros: un sogno diventato realtà!


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