Botros 13 - Riscoprire i valori della Repubblica

Botros 13 - Riscoprire i valori della Repubblica

Bruno Apicella (https://t.me/BrunoApicella) [Art. 4 Giugno 2023]

Riscoprire i valori della Repubblica per rilanciare il Paese


C'ERANO, in fila, i reduci di guerra: coloro che avevano vissuto sulla propria pelle l'orrore delle bombe e della guerra. Accanto a loro, a votare per la prima volta, c'erano tantissimi giovani e soprattutto moltissime donne. Donne che, da anni, aspettavano questo momento e che, finalmente, anche in Italia potevano partecipare al dibattito politico scegliendo il futuro del paese ed esercitando, per la prima volta, il loro diritto di voto. 



Torniamo indietro di settantasette anni quando, il 2 giugno del 1946, nasceva la Repubblica italiana. Gli aventi diritto erano 28 milioni (28.005.449 per la precisione) i votanti furono quasi 25 milioni (24.946.878), pari all’89,08%. Un'affluenza altissima, tra le più alte nella storia italiana. I voti validi 23.437.143, di questi 12.718.641 (pari al 54,27%) si espressero a favore della Repubblica, 10.718.502 (pari al 45,73%) a favore della Monarchia.

Voti che, dopo anni di repressione e violenze, erano finalmente liberi. Liberi dalla paura, dal terrore, dalla violenza e dal clima di odio che il fascismo aveva portato in tutti gli angoli del paese. I cittadini italiani, quindi, erano stati chiari: bisognava voltare pagina con il passato, chiudere l'esperienza della monarchia e, soprattutto, aprire la fase della Repubblica dando vita ad un nuovo Stato.

Un nuovo Stato che, tra le altre cose, aveva come obiettivo principale quello di fornire all'ordinamento italiano la Costituzione. Infatti gli italiani furono chiamati anche a votare per l'Assemblea costituente e si affermarono le forze politiche legate alla tradizione popolare del movimento cattolico e del movimento socialista, mentre i partiti di area liberale, che prima del fascismo dominavano la vita politica, erano molto ridimensionati. 

Fu data vita, quindi, all'Assemblea costituente che, per due anni, lavorò per redigere, colei che è il baluardo su cui si fonda il nostro Stato: la Costituzione italiana. Essa, inoltre, entrerà in vigore il 1 Gennaio del 1948; una costituzione definita "la più bella del mondo", ricca di significati e di valori. Una Costituzione ricca di contenuti e valori e che, dopo il ventennio fascista e la soppressione di ogni tipo di libertà possibile, pone al centro di tutto il valore della persona umana.

Il lavoro da fare, dopo il referendum, era enorme: c'era un paese da ricostruire, non solo "fisicamente", dopo la distruzione della guerra, ma anche culturalmente e ideologicamente. Voltare pagina, ricordare il passato, quello che era successo, per non ripetere gli stessi errori. E soprattutto dare all'Italia un futuro. Un futuro che ha trovato la sua collocazione all'interno dei dettati costituzionali.

I Padri costituenti si misero al lavoro, così come i tantissimi italiani che, ognuno per il suo grado di competenze, si rimboccarono le maniche per lavorare, tutti insieme e all'insegna della principio della solidarietà. Ed, oggi, a 77 anni di distanza, tutti noi italiani dovremo ritrovare e non dimenticare quello spirito di servizio che hanno avuto i nostri Padri costituenti e soprattutto il popolo italiano nel creare quella grande nazione in cui oggi viviamo.

Riscoprendo questo spirito possiamo, onorare la Repubblica, e soprattutto compiere quel passo in avanti che ci permetta di rendere ancora più bella e ancora più forte la nostra Repubblica. 



Studiare per essere liberi

L'invito del Procuratore capo di Catanzaro alla popolazione di Botricello


STUDIARE
, leggere e soprattutto lottare per inseguire i propri sogni. Senza dimenticare l'appello ad informarsi. Per essere persone libere e soprattutto cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doversi. Cittadini che siano in grado di rimboccarsi le maniche e dare, alla nostra terra, un futuro e, soprattutto, una speranza. Una speranza che, oggi, purtroppo, manca. E' questo l'invito che il Procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri e lo storico Antonio Nicaso hanno lanciato nel corso dell'incontro che, settimana scorsa, si è svolto nella Chiesa Madre di Botricello.
Un confronto voluto e atteso da tempo e che ha chiamato a raccolta centinaia di cittadini e soprattutto tantissimi bambini e molti ragazzi. Gratteri e Nicaso, quindi, hanno presentato il loro ultimo lavoro "Fuori dai confini".


Ad accoglierli il sindaco di Botricello, Simone Puccio, assieme all'amministrazione comunale e il parroco don Rosario Morrone. Mentre la Chiesa Madre è stata ricoperta dagli striscioni e dai lavori realizzati dagli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore di Sersale e di Botricello e dell'Istituto comprensivo Ilaria Alpi di Botricello, che hanno rivolto al magistrato tantissime domande, così come molto apprezzato è stato anche l'intervento del sindaco baby Francesco Viscomi.

Proprio gli studenti, nelle settimane passate, hanno avuto modo di leggere in classe, assieme ai loro docenti, l'ultimo lavoro di Gratteri e Nicaso, studiando il volume e trovando le domande che, l'altra sera, hanno rivolto agli ospiti della serata. Il dibattito è stato moderato dal giornalista del "Quotidiano del Sud" Antonio Anastasi.


A porgere i saluti iniziali è stato il parroco don Rosario Morrone che, rivolgendosi ai presenti, e soprattutto alle nuove generazioni, li ha esortati:

"a sfruttare la forza delle parole, perché, grazie alle parole è possibile cambiare il corso della storia. Studiate e diventate come Nicola Gratteri".


Il primo cittadino Puccio, invece, ha rimarcato l'impegno per organizzare l'evento e soprattutto ha sottolineato:

"Questo territorio non vuole più essere una terra di mezzo, ma vuole essere libero da ogni tipo di condizionamento. Dobbiamo cambiare questo territorio con impegno e passione. E' un territorio che deve tornare a essere libero, dobbiamo vincere questa battaglia tutti assieme".


Subito dopo la parola è andata al Procuratore capo Gratteri che, ai presenti, ha rimarcato l'importanza del valore della libertà:

"Non posso fare 10 metri a piedi, ma sono libero. Ho costruito tutta la mia vita. La libertà - ha detto Gratteri rivolgendosi ai giovani - è soprattutto mentale: è libertà non dipendere dagli altri, è libertà costruirsi una vita senza ricatti, senza umiliazioni. E per fare questo bisogna attrezzarsi sin da bambini".



Da qui l'invito, soprattutto ai giovani, "a studiare per essere liberi".
Mentre lo storico Nicaso si è soffermato soprattutto sulla necessità di "costruire una nuova identità della Calabria". Nicaso, inoltre, ha raccontato la sua storia personale e soprattutto il desiderio di restare nella sua terra per fare la differenza.

"Sognavo di fare qualcosa ma, per restare, dovevo trovare o una scorciatoia o una raccomandazione. Me ne sono andato per questo motivo. Ai giovani dico - ha sottolineato lo storico - inseguite i vostri sogni e per inseguirli dovete studiare, perché é l'unico strumento di emancipazione sociale ed economica. E' l'unico mezzo che avete per emergere".

E ha aggiunto:

"Cercate di costruire una nuova identità, una nuova narrazione. Selezionate i politici, dobbiamo iniziare ad arrabbiarci, a protestare, per creare una Calabria vera".


Una tematica ripresa dal Procuratore capo Gratteri: "Quello che manca è una visione di programmazione". Ricordando come:

"la 'ndrangheta, che ha il monopolio dell'importazione di cocaina in Europa, sta cercando di comprare tutto quello che c'è da Roma in sù. Oggi la mafia ha cambiato l'approccio e il sistema: le mafie non sparano, non uccidono perché non ne hanno bisogno. C'è, però, un forte abbassamento della morale e dell'etica che porta a non vivere più la vita con vergogna. Un mondo in cui vince la cultura del consumismo; per questo va riscoperta l'etica del passato".



Gratteri, inoltre, ha avanzato anche dei pensieri sulle "religioni che perdonano" i mafiosi. Una riflessione alla quale ha replicato il parroco don Rosario, che ha ricordato:

"Io, da cattolico, ho l'obbligo di dire la verità a tutti, anche al capomafia. Devo fargli capire che il mio perdono ha una provocazione per la sua conversione, non per l'accettazione di come rimane, di come è e di come continua a fare. E' la verità a determinare i nostri rapporti umani. Qui a Botricello chi convive con la mafia non è un cattolico".

Parole sui cui ha espresso il suo parere favorevole anche Gratteri, il quale, a sua volta, ha ribadito l'invito a "riscoprire l'orgoglio contro il lento regredire". 


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